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Tesina - Premio maturità 2008
Titolo: Musica: la scienza dell'arte
Autore: Marcello Spera
Descrizione: Si tratta di uno studio dal punto di vista fisico, letterario e filosofico della Musica.
Materie trattate: fisica, inglese e filosofia
Area: scientifica
Sommario: La scelta di questo argomento è dovuta principalmente al mio spontaneo e profondo interesse per il mondo della musica. Fin da bambino ho sempre apprezzato il suono degli strumenti musicali, studiando pianoforte. La vera svolta si ebbe però quando mi appassionai alla musica rock ed incominciai a suonare la chitarra, strumento che precedentemente avevo preso in scarsa considerazione. Studiando da autodidatta ed apprendendo le varie tecniche man mano che imparavo nuove canzoni, ho riscoperto il mondo della musica secondo un punto di vista differente da quello puramente didattico secondo il quale mi era stato insegnato il pianoforte. Così mentre progredivo nello studio della chitarra (inizialmente acustica, in seguito elettrica) ho cominciato a domandarmi quali fossero le basi fisiche che permettevano il funzionamento dello strumento o la resa di alcuni effetti particolari. L'ispirazione per questa tesina è giunta infatti da congetture effettuate durante le lezioni di fisica delle onde, in particolare sulle onde stazionarie e gli armonici, argomento che ho sviluppato in maniera autonoma, solamente tramite ragionamenti che Karl Popper avrebbe definito per congetture e confutazioni. La musica non ha però ovviamente solo una valenza puramente fisica e scientifica. Per me e per molte persone essa ha significato molto nei momenti più difficili, è stato ciò che ha permesso di andare avanti, di superare e di dimenticare gli ostacoli che naturalmente ci si pongono dinnanzi nel cammino della nostra vita. Così durante lo studio della filosofia ho incontrato pensatori, quali Kant, Schelling e Schopenhauer, che attribuivano all'arte, ed in particolar modo alla musica, un ruolo molto importante, che rispecchiava la visione che personalmente ho riguardo ad esse. Nonostante i filosofi sopraccitati non ascoltassero ovviamente musica rock, il loro modo di percepire la musica in sé è molto simile al mio e perciò ho voluto proporlo come argomento secondario della presente tesina. Infine, fui molto colpito da The Rime of the Ancient Mariner, il capolavoro di Samuel Taylor Coleridge, la cui trama e significato simbolico hanno attratto particolarmente la mia attenzione. Sapevo che questo testo era stato reinterpretato in una canzone da uno dei miei gruppi preferiti, gli Iron Maiden, e, dato l'interesse per entrambi gi aspetti (musica e letteratura), decisi di analizzare l'intera ballata e di operare anche un'analisi musicale della canzone, confrontandole e osservando come la band sia stata in grado di trasformare sotto forma di suoni alcuni concetti della mente.
Musica: la scienza dell’arte
Marcello Spera
3
Indice
Introduzione 5
Fisica: le onde sonore e le loro applicazione nel mondo della musica 6
Introduzione 6
Onde sonore e musica 7
Scala Pitagorica 9
Scala Tolemaica 10
Il Cent 10
Uso storico delle due scale ed evoluzione 11
Musica tonale e musica modale 12
Il teorema fondamentale dell’armonia 12
Inconvenienti delle scale Naturale e Pitagorica; il temperamento Equabile 13
Altri concetti generali sulle onde: interferenza, intensità sonora ed effetto Doppler 15
Onde stazionarie 18
Studio di uno strumento a corde: la chitarra 21
La regola del 18 22
La chitarra elettrica 23
I pickup 24
Onde stazionarie e armonici 25
Uso di effetti sulla chitarra elettrica 27
Overdrive 28
Distorsione 28
Riverbero e Delay o Eco 29
Chorus 30
Wha Wha 30
Altre applicazioni fisiche nella chitarra e conclusioni 31
English: The Rime of the Ancient Mariner 32
Introduction 32
Samuel Taylor Coleridge 32
The Rime of the Ancient Mariner: the plot 33
Main Themes and Analysis 36
The Rime of the Ancient Mariner by Iron Maiden 37
Implicazioni filosofiche dell’arte e della musica
Filosofia: 41
Introduzione 41
La Critica del Giudizio di Immanuel Kant 41
La teoria dell’Arte di Friedrich Wilhelm Joseph Schelling 43
Schopenhauer e l’Arte come liberazione dal Dolore 44
Conclusioni e Ringraziamenti 46
Bibliografia 47
4
Introduzione
La scelta di questo argomento è dovuta principalmente al mio spontaneo e profondo
interesse per il mondo della musica. Fin da bambino ho sempre apprezzato il suono degli
strumenti musicali, studiando pianoforte. La vera svolta si ebbe però quando mi appassionai
alla musica rock ed incominciai a suonare la chitarra, strumento che precedentemente avevo
preso in scarsa considerazione. Studiando da autodidatta ed apprendendo le varie tecniche
man mano che imparavo nuove canzoni, ho riscoperto il mondo della musica secondo un
punto di vista differente da quello puramente didattico secondo il quale mi era stato
insegnato il pianoforte. Così mentre progredivo nello studio della chitarra (inizialmente
acustica, in seguito elettrica) ho cominciato a domandarmi quali fossero le basi fisiche che
permettevano il funzionamento dello strumento o la resa di alcuni effetti particolari.
L’ispirazione per questa tesina è giunta infatti da congetture effettuate durante le lezioni di
fisica delle onde, in particolare sulle onde stazionarie e gli armonici, argomento che ho
sviluppato in maniera autonoma, solamente tramite ragionamenti che Karl Popper avrebbe
definito per congetture e confutazioni.
La musica non ha però ovviamente solo una valenza puramente fisica e scientifica. Per me e
per molte persone essa ha significato molto nei momenti più difficili, è stato ciò che ha
permesso di andare avanti, di superare e di dimenticare gli ostacoli che naturalmente ci si
pongono dinnanzi nel cammino della nostra vita. Così durante lo studio della filosofia ho
incontrato pensatori, quali Kant, Schelling e Schopenhauer, che attribuivano all’arte, ed in
particolar modo alla musica, un ruolo molto importante, che rispecchiava la visione che
personalmente ho riguardo ad esse. Nonostante i filosofi sopraccitati non ascoltassero
ovviamente musica rock, il loro modo di percepire la musica in sé è molto simile al mio e
perciò ho voluto proporlo come argomento secondario della presente tesina.
Infine, fui molto colpito da The Rime of the Ancient Mariner, il capolavoro di Samuel
Taylor Coleridge, la cui trama e significato simbolico hanno attratto particolarmente la mia
attenzione. Sapevo che questo testo era stato reinterpretato in una canzone da uno dei miei
gruppi preferiti, gli Iron Maiden, e, dato l’interesse per entrambi gi aspetti (musica e
letteratura), decisi di analizzare l’intera ballata e di operare anche un’analisi musicale della
canzone, confrontandole e osservando come la band sia stata in grado di trasformare sotto
forma di suoni alcuni concetti della mente.
5
Fisica
Introduzione
Le onde sono definite come la propagazione di un movimento attraverso lo spazio e un mezzo. Tra i
vari tipi di onde quali le onde elettromagnetiche e le onde luminose, ritroviamo anche le onde
sonore.
Incominciamo la nostra analisi delle onde, ed in particolare di quelle sonore con un importante
teorema:
Teorema di Fourier Qualsiasi onda periodica può essere vista come combinazione lineare
di curve sinusoidali
Dunque si possono analizzare e onde prendendo come riferimento una semplice curva sinusoidale.
Definiamo ora alcuni importanti concetti riguardanti le onde: dato un istante t fissato si esegua il
– ampiezza dell’onda, esso risulta essere una curva sinusoidale per ciò affermato
grafico posizione
in precedenza. Si dicono creste i punti più alti della curva sinusoidale e gole quelli più bassi; la
distanza tra due creste o due gole consecutive, nel grafico preso in considerazione, è detta
lunghezza d’onda e si indica con la lettera greca λ, la distanza tra l’asse x e una qualsiasi cresta o
gola è detta ampiezza dell’onda e si indica con la lettera A. – ampiezza dell’onda, la distanza
Data invece una posizione x fissata, se si traccia il grafico tempo
periodo dell’onda e si indica con la lettera
tra due creste o gole consecutive è detta T.
La velocità dell’onda è definita secondo la formula:
v = λ/T
υ,
Introducendo il concetto della frequenza data dal reciproco del periodo, la velocità può anche
essere scritta nel seguente modo: = λ υ
v
Per un’onda che si propaga in una fune, come ad esempio la corda di una chitarra, la velocità
dell’onda è data dall’espressione: (T / μ) ½
v = μ
Dove T non indica il periodo bensì la tensione della corda e la densità lineare, ovvero la massa
della fune per ogni metro di essa, ricavabile dunque moltiplicando la densità volumica caratteristica
del materiale della fune presa in considerazione per l’area di sezione della fune.
ρ = m/V = m / (l A) = μ / A μ = ρ A
dunque
concetti fondamentali delle onde, è possibile scrivere l’equazione
Ora che abbiamo introdotto i
generale di un’onda piana viaggiante (si utilizza per convenzione la funzione seno, ma la
descrizione dell’onda può essere fatta ugualmente con la funzione coseno, sapendo che
cos α = sin ((π / 2) – α)
6
dunque l’equazione generale di un’onda viaggiante è:
ψ (x, t) = A sin ( 2 π ( x / λ ± t / T ))
Introducendo i valori ω (pulsazione) e k (numero d’onda), ovvero
ω = 2π / T = 2 π υ e k = 2π / λ
si può scrivere l’equazione in maniera semplificata, ovvero:
ψ (x, t) = ωt
A sin ( kx ± )
L’equazione assume segno + per un’onda progressiva mentre – per un’onda regressiva. Con
segno
l’introduzione della pulsazione e del numero d’onda si può esprimere la velocità d’onda in un
ulteriore modo: ω / k
v =
Onde Sonore e Musica
Quando il suono si fa musica?
Analizzando il cosiddetto rumore bianco, ovvero il rumore che si sente quando si sintonizza una
radio fm su una frequenza intermedia tra due stazioni radio, si nota che il suono varia, nel tempo in
maniera del tutto accidentale e correlata, senza alcuna ripetizione periodica. Analizzando poi
l’intensità sonora in relazione alle frequenze, si nota che sono presenti tutte le frequenze che variano
leggermente il suono in modo da renderlo meno “piatto”, e
a caso nel tempo. Basta però manipolare
modificarne l’ampiezza in modo da renderlo in una qualche maniera leggermente periodico, per
ottenere il suono delle onde e della risacca che si infrange sul mare. È forse questo un passo nella
direzione della musica? In realtà per parlare di vera e propria musica in genere sono altre le leve che
vengono mosse da un a melodia apprezzabile, che riguardano la sfera psichica ed emozionale, ma
la sensazione di pelle d’oca ascoltando
anche in qualche modo quella fisica (chi non ha mai avuto
un brano con una particolare carica emotiva o con un particolare significato soggettivo?). Come
vedremo più avanti molti filosofi hanno visto nell’arte e in particolare nella musica la più alta forma
da parte dell’uomo. Per ora ci limiteremo agli aspetti puramente fisici della
di rappresentazione
musica e del suono.
Il primo strumento musicale degno di nota fu inventato dai greci e fu chiamato monocordo, formato
da una sola corda a estremi fissi posizionata sopra una cassa di risonanza, con un ponticello
scorrevole che permette di spostare uno degli estremi della corda in qualsiasi punto intermedio.
Grazie a questo semplice strumento i greci riuscirono a ricavare un nesso tra la lunghezza della
corda e l’altezza del suono emesso, il risultato fu che, a tensione fissa, l’altezza del suono è
inversamente proporzionale alla lunghezza da parte della corda che è in azione. Più esattamente, la
lunghezza d’onda fondamentale del suono emesso è pari al doppio della lunghezza della corda
vibrante (questo argomento verrà approfondito in seguito nell’analisi delle onde stazionarie e delle
armoniche), dunque, rielaborando la formula della velocità d’onda si ha che:
υ = v λ
/ = v / 2L
Questo strumento permise di individuare importanti aspetti, fondamentali per la musica:
7
Intervallo: se si mantiene costante il rapporto tra le lunghezze delle corde oscillanti, rimane
costante il rapporto tra le altezze dei suoni, dunque non varia il loro intervallo.
si dice ottava l’intervallo tra un suono emesso dalla corda in assenza di ponticello
Ottava: mobile e il suono emesso dalla corda quando il ponticello è posizionato a metà della
corda stessa. Il termine ottava è stato introdotto in seguito alla scoperta della scala
naturale, che tra una nota di un’ottava e una dell’ottava consecutiva consta di sette
intervalli, cinque di un tono e due di un semitono; in realtà, tra due ottave consecutive
vi è una differenza di dodici semitoni, ma le diverse culture hanno diverse suddivisioni
dell’ottava.
Altri intervalli notevoli: uno dei rapporti più importanti è quello di quinta perfetta, che
corrisponde a un rapporto di 3/2 tra le lunghezze della corda vibrante
ed ha un’importanza fondamentale nella chitarra elettrica distorta, in
quanto rapporto base per la formazione dei cosiddetti power chords.
In seguito vi è l’intervallo di quarta perfetta, dove il rapporto delle
lunghezze è di 4/3. Molto tempo più tardi Tolomeo scoprirà i rapporti
degli intervalli di terza maggiore (5/4), e sesta maggiore (5/3).
Osservando gli intervalli musicali notevoli, si rileva che tutti essi corrispondono a note la cui
frequenza è multipla di una certa fondamentale υ , ossia sono in rapporto armonico con essa:
1
Nota Intervallo
υ Unisono
1
2υ Ottava
1
3υ a
Ottava + 5 perfetta
1
4υ Due Ottave
1
5υ a
Due Ottave + 3 Maggiore
1
6υ a
Due Ottave + 5 perfetta
1
7υ Effetto speciale
1
8υ Tre Ottave
1
L’armonica di rapporto 7 risulta stonata rispetto alla fondamentale ed è dunque spesso evitata,
anche se alcune volte può essere volutamente utilizzata per creare un effetto speciale.
8
Scala pitagorica
Il primo sperimentatore di una scala musicale diatonica
(ovvero composta da sette note, i corrispondenti dei tasti
bianche del pianoforte) fu Pitagora, basandosi sulle
esperienze avute con il monocordo. La sua procedura si
basava sul fatto che considerava come intervalli perfetti
quelli di quinta ed ottava (metodo utilizzato anche dai
con l’uso di canne sonore) e fu
Cinesi duemila anni prima
presumibilmente la seguente.
Considerando la scala di Do maggiore, si prenda in esame
4
una nota prescelta, ad esempio il Fa , e ci si innalzi di
5
quinte in modo da ottenere progressivamente le note Do ,
5 6 6 7 7
Sol , Re , La , Mi , Si . Queste note corrispondono ad
una scala di Do maggiore (tasti bianchi del pianoforte da
Do a Do), se il Do e il Sol venissero abbassate di
un’ottava, il Re e il La di due e il Mi e il Si di tre. Il
procedimento, formalizzato matematicamente, dunque,
consiste nel moltiplicare la frequenza del Fa per 3/2
(rapporto di quinta) e sue potenze in base all’intervallo, e Pitagora
dividere la frequenza ottenuta per 2 (intervallo di ottava)
o sue potenze in base alla differenza di ottave tra il Fa di