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Sintesi La morte della Pizia - Tesina
La tesina di maturità che propongo è suddivisa in base alle tre tematiche che ho rintracciato all’interno del libro: la figura di Edipo, i concetti di verità assoluta e verità relativa e il rapporto tra la religione e la politica.
Nella prima parte della tesina, quella riguardante la figura dell’eroe greco, ho voluto trattare la famosa tragedia di Sofocle “Edipo re” e parlare dell’interpretazione in chiave psicoanalitica che ne da Freud con la teoria del complesso di Edipo.
Nella seconda parte, quella riguardante i concetti di verità relativa e verità assoluta, ho analizzato in breve il periodo storico del Positivismo inserendo nel contesto il pensiero di due dei maggiori “maestri del sospetto”: Nietzsche, con la sua idea di verità espressa nell’opera “Su verità e menzogna in senso extramorale”, e Pirandello, con l’opera teatrale “Così è (se vi pare)”. Infine ho voluto parlare del Cubismo, avanguardia storica che più di tutte mette in discussione l’esistenza di un unico punto di vista e quindi di un’unica realtà.
Nella terza parte della tesina maturità classica ho deciso di trattare il complesso rapporto tra religione e politica. Nel libro questo aspetto è latente ma fondamentale. La pizia stessa non crede più nei suoi oracoli e Tiresia per primo dice di essere un finto cieco che ha vaticinato solo per interessi politici. Nella trattazione ho deciso di inserire Polibio, che parla della religione romana come di un efficace “instrumentum regni”, Lucrezio, il quale porta avanti una forte critica alla religione tradizionale nel suo poema filosofico “De Rerum Natura”, Marx, con la sua teoria della religione come oppio dei popoli, e infine, parlando delle persecuzioni religiose nell’URSS, ho inserito il famoso articolo di Lenin “Socialismo e Religione”.
Collegamenti
La morte della Pizia - Tesina
Greco - Sofocle, "Edipo Re", Polibio, la Religio come Instrumentum Regni.
Storia - La crisi delle certezze dell’uomo, la religione nell' URSS.
Filosofia - Sigmund Freud, il complesso di Edipo, Friedrich Nietzsche, il concetto di verità, Karl Marx, la religione come oppio dei popoli.
Italiano - Luigi Pirandello, "Così è (se vi pare)".
Storia dell'Arte - Il Cubismo
Latino - Lucrezio, "De Rerum Natura", I elogio di Epicuro
“ Tutto era solo un’impostura
un suo sogno
e un giorno
ogni cosa sarebbe finita”
F. Dürrenmatt
2
Indice
Presentazione pag. 4
Introduzione pag. 5
La Figura di Edipo
Sofocle - pag. 7
Edipo Re
Freud - pag. 9
Il complesso di Edipo
Verità assoluta e verità relativa
La crisi delle certezze dell’uomo pag. 11
Nietzsche - pag. 12
Su Verità e Menzogna in senso extramorale
Pirandello - pag. 14
Così è (se vi pare)
d’Avignon
Il Cubismo - pag.16
Les demoiselles
Religione e Politica
Polibio - pag. 20
Religione come Instrumentum Regni
Lucrezio - pag. 22
De Rerum Natura
Marx - pag. 24
La religione come oppio dei popoli
pag. 26
Lenin - Socialismo e Religione
Bibliografia pag. 29
Sitologia pag. 30 3
Presentazione
“Stizzita per la scemenza dei suoi stessi oracoli e per l’ingenua credulità dei Greci, la
sacerdotessa di Delfi Pannychis XI, lunga e secca come quasi tutte le Pizie che
l’avevano preceduta, ascoltò le domande del giovane Edipo, un altro che voleva
sapere se i suoi genitori erano davvero i suoi genitori, come se fosse facile stabilire
una cosa del genere nei circoli aristocratici, dove, senza scherzi, donne maritate
davano a intendere ai loro consorti, i quali peraltro finivano per crederci, come
qualmente Zeus in persona si fosse giunto con loro”
Sono queste le parole che meglio descrivono l’essenza dell’opera di Friedrich
“La morte della Pizia”. In questo breve racconto l’autore rovescia e
Dürrenmatt
mette in discussione tutti i valori e i canoni sui quali si era retto fino a quel
momento il mito di Edipo, come emblema della società e della cultura Greca,
simbolo dell’irrazionalità degli antichi, la Pizia. Quella
partendo proprio dal che
era l’eletta sacerdotessa del dio Apollo a Delfi che, seduta sul
nella mitologia greca
suo tripode e avvolta dal vapore, profetizzava agli uomini il volere degli dei
attraverso uno spiritato e solenne vaticinio, quasi una liturgia della religione
politeistica, in Dürrenmatt diventa “un’imbrogliona che improvvisa oracoli a
casaccio, secondo l’umore del momento”, quasi una moderna cartomante.
Dopo aver smascherato la solenne figura della sacerdotessa e averla riportata, da
arcana e sacra ad una vestale stanca e vecchia, l’investigazione di Dürrenmatt si
sposta sul mito di Edipo. Dal momento che la causa irrazionale della vicenda (la
Pizia appunto) è stata riportata alla logica, il mito perde di senso e la ricerca di una
verità assoluta porta alla nascita di una miriade di verità relative che causano la
disgregazione del mito stesso. “La verità resiste in quanto tale soltanto se non la si
tormenta”, è una nozione multiforme, soggettiva, che deve sempre fare i conti con il
risvolto della medaglia, ovvero il falso. Che cos’è allora la verità? È il discorso
logico di Dürrenmatt, o sono i vaticini irrazionali della Pizia? È caos o cosmos? Ma
soprattutto è una, unica, assoluta e indiscutibile o sono molteplici, discordanti e
paradossali?
È stato questo l’aspetto che più mi ha affascinato di tutta l’opera. Mi ha aperto gli
occhi verso una visione del mondo che fino a quel momento non avevo considerato.
volta quell’indizio nascosto che
Ho letto e riletto il libro sperando di trovare ogni
potesse svelarmi una verità di fondo, la verità di fondo, senza rendermi conto che
era proprio quello l’obbiettivo di Dürrenmatt: portare il lettore ad abbandonare ogni
sorta di logica ed accettare le cose così come sono, a leggere il racconto per puro
piacere, senza secondi fini, ad accettare quello che Nietzsche avrebbe definito
‘Dionisiaco’ e diventare così un ‘Oltre-uomo’. 4
Introduzione
Il percorso interdisciplinare che vado a proporre è suddiviso in base alle tre tematiche
che ho rintracciato all’interno del libro: la figura di Edipo, i concetti di verità assoluta
e verità relativa e il rapporto tra la religione e la politica.
Nella prima parte, quella riguardante la figura dell’eroe greco, ho voluto trattare la
di Sofocle “Edipo re” e parlare dell’interpretazione in chiave
famosa tragedia
psicoanalitica che ne da Freud con la teoria del complesso di Edipo.
Nella seconda parte, quella riguardante i concetti di verità relativa e verità assoluta,
ho analizzato in breve il periodo storico del Positivismo inserendo nel contesto il
pensiero di due dei maggiori “maestri del sospetto”: Nietzsche, con la sua idea di
verità espressa nell’opera “Su verità e menzogna in senso extramorale”, e Pirandello,
con l’opera teatrale “Così è (se vi pare)”. Infine ho voluto parlare del Cubismo,
avanguardia storica che più di tutte mette in discussione l’esistenza di un unico punto
di vista e quindi di un’unica realtà.
Nella terza parte ho deciso di trattare il complesso rapporto tra religione e politica.
Nel libro questo aspetto è latente ma fondamentale. La pizia stessa non crede più nei
suoi oracoli e Tiresia per primo dice di essere un finto cieco che ha vaticinato solo
per interessi politici. Nella trattazione ho deciso di inserire Polibio, che parla della
religione romana come di un efficace “instrumentum regni”, Lucrezio, il quale porta
avanti una forte critica alla religione tradizionale nel suo poema filosofico “De
Rerum Natura”, Marx, con la sua teoria della religione come oppio dei popoli, e
infine, parlando delle persecuzioni religiose nell’URSS, ho inserito il famoso articolo
di Lenin “Socialismo e Religione”. 5
LA FIGURA DI EDIPO 6
Sofocle
“Edipo Re”
La famosa tragedia narra del dramma di Edipo. Si apre con l’immagine di Tebe
devastata dalla peste. Il coro, formato dagli anziani della città, si reca dal re Edipo
pregandolo di liberare la città da questa piaga come in precedenza aveva fatto con la
Sfinge. Il re, preoccupato, decide di mandare il cognato, Creonte, a consultare
l’oracolo di Delfi. Il responso impone di purificare la città dall’assassino del
precedente re, Laio, morto in circostanze oscure. Ha inizio così l’inchiesta che porterà
alla scoperta della più atroce verità. Edipo invoca Tiresia che, dopo un’iniziale
reticenza, rivela che l’uccisore di Laio è Edipo stesso. Quest’ultimo, sconvolto,
l’indovino di complottare con Creonte
accusa contro di lui. A questo punto compare
sulla scena Giocasta che, cercando di tranquillizzare Edipo, palesa un particolare che
si rivelerà una traccia molto importante: Laio è stato ucciso da un gruppo di predoni
ad un trivio e che delle quattro persone che accompagnavano il re ne è sopravvissuta
solo una. Edipo inizia a capire e inizia a parlare della sua vita. Era cresciuto alla
reggia di Corinto con i genitori Merope e Polibio. Raggiunta la maturità si recò a
per consultare l’oracolo, il
Delfi quale sentenziò che si sarebbe macchiato di
parricidio e avrebbe avuto un rapporto incestuoso con la madre. Spaventato decise di
non fare ritorno in patria e si era recato a Tebe. Iniziano a comparire i primi sospetti
quando racconta dell’incontro al trivio con un gruppo di uomini e dell’uccisione di
questi. Edipo pensa di essere l’assassino di Laio e chiede a Giocasta di interrogare il
servo scampato all’aggressione. Entra in scena intanto un messaggero da Corinto che
annuncia la morte di Polibio e informa Edipo che, anche se il re di Corinto è morto,
non ci sarà alcun incesto dato che Merope non è sua madre. L’indagine si sposta:
Edipo non deve indagare più sull’assassinio di Laio, ma sulla sua identità. Quando gli
vengono chieste spiegazioni, il messaggero dice che è stato lui a consegnare il
piccolo Edipo a Polibio e Merope dopo che gli era stato consegnato da un servitore
della casa di Laio che era, talaltro, l’unico sopravvissuto alla strage del trivio. Edipo
vuole maggiore chiarezza e chiede di incontrare quest’uomo, ma Giocasta, che nel
frattempo ha intuito la verità dei fatti, si oppone. Edipo continua la sua indagine e
dopo uno scontro tra il messaggero e il servitore della casa di Laio, quest’ultimo
rivela la verità: il bambino che ha consegnato al messaggero è il figlio di Laio e di
Giocasta. Edipo disperato torna alla reggia dove, dopo aver trovato Giocasta che,
intuita la verità, si era impiccata, si acceca. Rientra in scena con il volto rigato di
7
sangue e chiede a Creonte di essere allontanato dalla città. Il coro intona un canto
terribile e dice che non c’è sventura più grande di quella di Edipo.
l’essere che, pur del tutto innocente, la divinità ha voluto gravare
Edipo rappresenta
dei mali e delle colpe più terribili che si possano immaginare. Appresa la profezia che
lo voleva parricida e incestuoso, ha compiuto istintivamente l’unica cosa che gli
sembrava logica: fuggire via da quelli che riteneva i suoi genitori. La fuga di Edipo
all’empietà. L’uomo non può sfuggire al
però si rivela un costante avvicinamento
proprio destino. 8
Sigmund Freud
Il complesso di Edipo
Il mito di Edipo si può considerare “il mito” del XX secolo, grazie all’interpretazione
che ne diede uno degli uomini che più avrebbe orientato la cultura novecentesca,
Sigmund Freud.
Freud scelse l’Edipo del dramma greco come emblema del dramma che matura nella
parte segreta della mente; la storia del re di Tebe si può infatti considerare il mito di
fondazione della psicoanalisi. Nell’interpretazione dei sogni del 1900 Freud scriveva:
“Se il re Edipo riesce a scuotere l’uomo moderno non meno dei greci suoi
contemporanei, la spiegazione può trovarsi soltanto nel fatto che deve esistere nel
nostro intimo una voce pronta a riconoscere la forza coattiva del destino di Edipo.
[…] Il suo destino ci commuove soltanto perché sarebbe potuto diventare anche il
perché prima della nostra nascita l’oracolo ha decretato la medesima
nostro,
maledizione per noi e per lui.”
Freud cita anche i versi in cui Giocasta dice a Edipo “Molti sognarono di unirsi alle
loro madri”, segnale di un desiderio inconscio di incesto represso dal linguaggio dei
sogni. La vicenda dell’eroe che uccide il padre per giacere con la madre si trasforma
in un modello applicabile ad ogni situazione psichica, come quella del piccolo Hans,
un ragazzo che Freud ebbe in cura e sul quale scrive:
“Hans è veramente un piccolo Edipo che vorrebbe togliere di mezzo il padre ed
essere solo con la bella madre e dormire con lei”
Dagli studi di Freud su Hans è nata la teoria della sessualità che comprende appunto
il complesso di Edipo: sentimento di amore - in parte coscio, in parte inconscio - per
il genitore di sesso opposto, cui si accompagnano sentimenti di gelosia e di rivalità
per il genitore dello stesso sesso. 9
VERITÀ ASSOLUTA
E
VERITÀ RELATIVA 10
La crisi delle certezze dell’uomo
Nel periodo compreso tra fine Ottocento e inizio Novecento si verifica una vera e
propria rivoluzione che colpisce i diversi campi del sapere. Questa svolta epocale
rappresenta la "crisi delle certezze dell’uomo", perché vengono messi in discussione
tutti i valori della ragione classica: non si crede più a un mondo necessario, alla
centralità dell' uomo, ad una verità assoluta, unica e conoscibile. A questo insieme di
valori si sostituisce una molteplicità di prospettive, una pluralità di punti di vista che
dà vita ad un totale relativismo. Il passaggio a questa nuova epoca coinvolge ogni
tipo di indagine dell' uomo sulla realtà e su se stesso, e questi passaggi non sono
semplici evoluzioni delle varie discipline, ma vere e proprie rivoluzioni che minano
alle fondamenta le conoscenze precedenti. Con il positivismo si pensava che la
scienza potesse spiegare il mondo, ma ben presto si manifestarono i primi segni di
sfiducia con il decadentismo. Quando nel 1899 Freud pubblica la sua “Interpretazione
dei sogni” e inizia a scandagliare l’inconscio umano, abbandonando la medicina
tradizionale e dedicandosi alla psicoanalisi si acuì la crisi di tutte le certezze del
tempo. 11
Friedrich Nietzsche
“Su verità e menzogna in senso extramorale”
In filosofia, si ha una profonda critica dei valori dominanti. Nietzsche è uno dei primi