Sintesi
Momento della scelta: condizionamento o libertà?

Premessa: il momento della scelta
Per mesi mi sono arrovellato nel tentativo di trovare l’argomento su cui incentrare la mia tesina. Ogni volta che mi si affacciava un’idea alla mente mi sentivo insoddisfatto e combattuto perché mi chiedevo come fosse possibile scegliere un argomento, un solo argomento tra l’infinità delle possibili alternative. Così, alla fine non ho scelto nessuno degli argomenti che avevo preso in considerazione; ho pensato invece di analizzare il momento in cui mi trovavo: il momento della scelta. Si tratta di una tematica che sento molto vicina perché in questi mesi mi sono trovato di fronte a molte scelte fondamentali per il mio futuro, in particolare quella dell’università e, quindi, del percorso di vita che intendo seguire.

Introduzione: l’importanza e il valore della scelta nella vita
Essere di fronte ad una scelta equivale a trovarsi davanti a un bivio dal quale si dipanano infiniti percorsi imperscrutabili: in questi casi ci sentiamo spesso incapaci di muovere un solo passo, consapevoli del fatto che intraprendere un percorso implica l’esclusione di tutti gli altri. Il termine scegliere deriva dal latino ex-ēlĭgĕre, che significa appunto “separare una cosa migliore dalla peggiore”. L’uomo deve sempre avere il coraggio di rendere effettiva tale separazione perché farlo costituisce il presupposto fondamentale dell’esistenza.

Filosofia: Kierkegaard. L’esclusione delle alternative: i tre stadi dell’esistenza, aut aut
Come afferma il filosofo danese Søren Kierkegaard, infatti, l’esistenza è innanzitutto possibilità, la quale diviene realtà solo nel momento in cui l’ente compie una scelta, concretizzando in questo modo il percorso dell’esistenza. Kierkegaard concepisce la scelta come un aut-aut, ovvero come un o-o, e ciò lo induce a sostenere l’inconciliabilità delle alternative, le quali non possono mai coesistere. Inoltre, secondo Kierkegaard, la scelta consente all’uomo di elevare la propria esistenza ad un compito ben preciso, sintetizzato nei tre stadi di vita differenti tra i quali l’ente è chiamato a scegliere: la vita estetica; la vita etica e la vita religiosa, non legati da alcun rapporto di necessità bensì separati da un abisso inconciliabile. Fra queste modalità di vita si impone, dunque, una scelta. Lo stadio estetico, simboleggiato dal personaggio letterario di Don Giovanni, è la forma di vita di chi esiste nell’attimo ricercando il continuo godimento. La vita etica, simboleggiata dal padre o dal marito, è scelta da chi opera sempre sulla base delle necessità altrui, adeguandosi all’universale e rinunciando ad essere l’eccezione. Infine, lo stadio religioso, simboleggiato dal personaggio biblico di Abramo, è la modalità di vita propria di colui che sceglie di seguire i comandi divini anche a costo di infrangere le norme morali.

Latino. La scelta nel De otio di Seneca: vita effimera o esistenza autentica?
La scelta tra modalità di vita differenti, espressa dal pensiero Kierkegaardiano, è una tematica presente anche in opere di altri autori, come ad esempio nel “De Otio” del filosofo stoico Seneca. L’opera, dedicata all’amico Anneo Sereno, descrive due distinte tipologie di vita: una contemplativa, vissuta nell’otium, inteso come momento produttivo che il saggio deve dedicare alla ricerca della verità e al miglioramento di sé, e una attiva, spesa in funzione dell’impegno politico e sociale. Di fronte a queste modalità di vita inconciliabili il filosofo, pur considerando la partecipazione alla vita pubblica come un dovere, ritiene necessario dedicarsi alla vita contemplativa. Seneca, dunque, riflette sull’importanza della scelta dell’otium. Egli crede che l’uomo, dedicandosi all’introspezione e alla maturazione intellettuale, possa raggiungere la saggezza, optando così per un’esistenza autentica, rendendosi utile a se stesso e agli altri e realizzandosi compiutamente come persona.

Fisica. La teoria del multiverso: un mondo per ogni scelta
Le implicazioni delle scelte che l’uomo compie in ogni istante della sua esistenza sono state analizzate anche in ambito scientifico, in particolare da alcune teorie formulate a partire dal XX secolo. La teoria del multiverso, ad esempio, sostiene che ogni nostra decisione determina la formazione di un universo alternativo in cui una copia di noi stessi opta per una scelta differente, intraprendendo un percorso diverso dal nostro. Questa teoria fu formulata nel 1957 dallo scienziato Hugh Everett. Egli sosteneva che nell’istante in cui compiamo una scelta il nostro mondo si suddivide in migliaia di universi corrispondenti a tutte le nostre alternative, ognuna delle quali sarà realizzata da un nostro alter ego. In poche parole, secondo la teoria di Everett, esisterebbe, ad esempio, un mondo in cui il terzo reich è uscito vincitore dalla II Guerra mondiale, e un altro in cui Hitler è solo uno sconosciuto pittore. Si tratta di un’idea sfuggente e difficile da accettare, ma il pensiero che, di fronte alle scelte più complesse di tutti i giorni, ogni possibile alternativa abbia l’opportunità di realizzarsi, potrebbe aiutarci a prendere persino le decisioni più difficili con maggiore consapevolezza e lungimiranza.

Storia. Scelte che hanno mutato il corso della storia: Il soldato che salvò la vita ad Adolf Hitler
Fare ciò si rivelerebbe fondamentale in molti contesti. Esistono, infatti, situazioni in cui una sola scelta può mutare radicalmente il corso degli eventi, incidendo in modo significativo sul corso della storia. Ciò si verificò, ad esempio, il 28 settembre del 1918, giorno in cui l’esercito inglese e quello tedesco si affrontarono nella battaglia di Cambrai - San Quintino. Mentre i combattimenti imperversavano, il caporale inglese Tandey entrò in una buca scavata nel terreno per proteggersi dal fuoco di artiglieria e qui vide un nemico ferito dalla scheggia di una granata. Mosso dalle buone intenzioni e dalla pietà, il caporale Tandey decise di salvare la vita a quel soldato inerme; questo gesto profondamente umano mutò radicalmente il corso della storia: quel soldato ferito e innocuo, infatti, era Adolf Hitler.

Arte. L’influenza della pubblicità sulle nostre scelte: Pop Art e Andy Warhol
Il contesto descritto lascia trasparire in modo evidente la necessità di ponderare accuratamente ogni decisione. Farlo, tuttavia, non è semplice poiché spesso le nostre scelte sono influenzate da fattori esterni, come ad esempio la pubblicità, elemento che condiziona ogni aspetto della società globalizzata che ci circonda. Il ruolo dominante che la pubblicità ha assunto a partire dagli anni cinquanta del secolo scorso è testimoniato dallo sviluppo della pop art, una corrente artistica sorta in Inghilterra nel 1952 con l’obiettivo di rappresentare gli aspetti tipici della società di massa servendosi delle stesse tecniche adoperate in ambito pubblicitario. Questo intento è reso evidente dalle opere di Andy Warhol, considerato il maggiore esponente della Pop Art. Egli realizzava dei veri e propri prodotti pubblicitari, rappresentando in serie gli stessi oggetti svariate volte ed esponendoli in piazze e strade al fine di attirare l’attenzione dev’osservatore, proprio come fa la pubblicità.

Italiano. Giacomo Leopardi: la scelta poetica dei termini peregrini
La scelta svolge un ruolo importante anche in ambito linguistico. Le parole che noi adoperiamo o per esprimerci nei più disparati ambiti, da una conversazione amichevole a un dibattito politico, scaturiscono infatti da una ponderata scelta. Ogni termine racchiude un significato unico e per questo motivo talvolta risulta difficile stabilire quale parola usare in un determinato contesto. Questa difficoltà deriva dall’uso improprio che spesso si fa delle parole, le quali, in alcuni casi, nel corso del tempo hanno perduto il loro significato originario. Quest’alterazione ha indotto molti autori a ricercare e adoperare termini il cui significato non è stato logorato dall’uso e modificato dal tempo. Un esempio emblematico di questa tendenza è rappresentato dal poeta recanatese Giacomo Leopardi, il quale ha arricchito i propri versi con termini dal significato limpido e autentico. Come traspare da diverse annotazioni dello zibaldone, Leopardi credeva che la poesia necessitasse di una lingua vaga e indeterminata, espressa attraverso parole e suoni che potessero suscitare idee vaghe e, quindi poetiche. Leopardi attribuiva questa caratteristica alle parole desuete e insolite: i cosiddetti “termini peregrini”, discostati dall’uso volgare. Secondo il poeta, queste parole antiche e remote racchiudevano un significato puro e per questo motivo potevano essere il fondamento su cui costruire una poetica limpida e ricca di significato.

Chimica e biologia. La scelta dei macronutrienti essenziali: carboidrati; lipidi e proteine
La scelta rispecchia anche il nostro atteggiamento e le nostre abitudini. Basti pensare ad esempio all’alimentazione: ogni cibo che mangiamo, infatti, reagisce in modo diverso con il nostro organismo e ciò dipende dal modo in cui scegliamo di calibrare la quantità di macronutrienti essenziali che ingeriamo. Essi sono i carboidrati, monosaccaridi o polisaccaridi responsabili del rifornimento energetico del nostro organismo; le proteine, biopolimeri formati da più di cento amminoacidi peptidici ottenuti tramite un meccanismo di condensazione, necessarie per la costruzione e il mantenimento dei tessuti, e i lipidi, suddivisi in saponificabili e non saponificabili, che forniscono al corpo sia acidi grassi sia vitamine liposolubili come la vitamina A, D, E e K. In base al modo in cui scegliamo di equilibrare questi nutrienti scaturiscono differenze nel nostro organismo, sia a livello metabolico sia, quindi, a livello fisico. Anche in questo caso, dunque, la scelta acquista un valore fondamentale.

Inglese. James Joyce: the epiphany and the paralysis
Esistono situazioni in cui, purtroppo, la grande importanza e l’estrema necessità della scelta non riescono a risvegliare nella coscienza delle persone il desiderio e l’istinto di agire. A volte, infatti, può accadere di restare paralizzati di fronte ad una scelta considerata un ostacolo insuperabile. Questa prospettiva, statica e paralizzante, è stata descritta in modo eloquente da James Joyce, il quale, attraverso le sue opere mostra la paralisi che spesso attanaglia l’uomo, rendendolo incapace di agire.

James Joyce is one of the most important exponents of the modernism, a literary movement which wanted to analyze the mental and psychological features of people. To reach this purpose, Joyce used the narrative technique called interior monologue, which is the verbal expression of a psychological phenomenon. Joyce analyzes his characters’ attitude: he believes that exists a particular moment, identified with the epiphany, which makes the characters suddenly aware of their own condition. Although people know they need the escape, they can’t realize it because they are not strong enough to break the chains and escape. This determinates the passage from the epiphany to the paralysis, which is the incapacity to make concrete a decision.

Conclusione. Scegliere eternamente la libertà: la teoria dell’eterno ritorno di Nietzsche
Superare la paralisi che sopraggiunge nel momento della scelta non è mai facile: è sufficiente un solo istante di esitazione per rimanere arenati e immobili. Nonostante la complessità di questo contesto, avere la forza di superare le esitazioni e affrontare le situazioni è fondamentale perché ogni nostra scelta, giusta o sbagliata, rappresenta un istante dell’esistenza destinato a ripetersi all’infinito. Secondo la teoria dell’eterno ritorno di Nietzsche, infatti, tutte le nostre azioni e persino la nostra esistenza costituiscono un momento imperituro nel tempo, destinato a ripetersi infinite e infinite volte così come lo abbiamo vissuto la prima volta. Sulla base di questa teoria, prendere le nostre decisioni nel modo più giusto e accurato è essenziale poiché, se ogni istante è destinato a ripetersi all’infinito e sempre uguale a se stesso, ogni attimo deve essere vissuto nel modo migliore e più giusto per noi, in modo che la sua eterna ripetizione non si trasformi in una condanna ma rappresenti una continua affermazione di soggettivismo e libertà.
Non sarà certo facile, perché ogni scelta è come un salto: ti spaventa, lo rimandi, ma se ti butti è libertà.
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