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Introduzione Moda,mutamento periodico - Tesina
La seguente tesina di maturità affronta il tema della Moda.
La parola 'moda' conserva la sua radice latina "modus", cioè modo, foggia, ma anche giusta misura.
Proprio perché da una parte la Moda riguarda lo stile, il modo di apparire, l'espressione simbolica, che si trasmette attraverso il proprio corpo e dall'altra si adegua alla società e a tutto ciò che è moderno, apparendo giusta e consona all'attualità. Ma il termine deriva precisamente dal francese mode, vocabolo comparso per la prima volta nel 1482, per indicare un tipo di abbigliamento. In Italia il termine Moda arriva nel '600 assumendo quel carattere di «fugacità, variabilità e novità», anche se riservata ancora esclusivamente alle classi alte, capaci di personalizzarla. Però è nella metà dell'800 con l'avvento del ceto medio e l'ampliarsi della richiesta da parte della borghesia e dell'offerta attraverso la nascita dei grandi magazzini e delle riviste di moda, che il termine moda assume il significato di entusiasmo collettivo e passeggero per un tipo di abiti, di modello, di accessorio.
Collegamenti
Moda,mutamento periodico - Tesina
Filosofia-
La Moda di G Simmel e moda come eterno ritorno di Laver
Italiano-
encyclopèdie di Diderot e d'Alambert
Scienze-
fibre tessili (Cellulosa)
Storia-
antico regime, rivoluzione francese età imperiale, Restaurazione, Belle Epoque, Fascismo, industrializzazione
Storia dell'arte-
raffigurazioni di abiti dal '700 al '900
INTRODUZIONE
La parola 'moda' conserva la sua radice latina "modus", cioè modo, foggia, ma anche giusta misura.
Proprio perché da una parte la Moda riguarda lo stile, il modo di apparire, l'espressione simbolica, che si
trasmette attraverso il proprio corpo e dall'altra si adegua alla società e a tutto ciò che è moderno,
apparendo giusta e consona all'attualità. Ma il termine deriva precisamente dal francese mode, vocabolo
comparso per la prima volta nel 1482, per indicare un tipo di abbigliamento. In Italia il termine Moda
arriva nel '600 assumendo quel carattere di «fugacità, variabilità e novità», anche se riservata ancora
esclusivamente alle classi alte, capaci di personalizzarla. Però è nella metà dell'800 con l'avvento del ceto
medio e l'ampliarsi della richiesta da parte della borghesia e dell'offerta attraverso la nascita dei grandi
magazzini e delle riviste di moda, che il termine moda assume il significato di entusiasmo collettivo e
passeggero per un tipo di abiti, di modello, di accessorio. Forse come nessun altro ambiente o settore, in
effetti, la moda nell'abbigliamento si evolve alla velocità della luce,
come diceva infatti la mitica Coco Chanel «La moda passa ma lo
stile resta». Nello stesso tempo la Moda continua ad essere oggetto
di definizione e luoghi comuni che ne offrono un'immagine spesso
stereotipata e distorta: per molti equivale al lusso ed è solo uno
sfizio per ricche signore , per altri non è che un business o una
gigantesca operazione di marketing, per altri ancora è la forma d'arte
più compiuta nel mondo contemporaneo, e per i più, forse, è
solamente un modo di abbigliarsi. In verità Moda non vuol dire
semplicemente vestiti. O almeno, non solo quello. I vestiti sono
abbigliamento: stracci senza vita. La Moda è molto di più:
vestimento e comportamento, modo e maniera, estetica e cultura,
arte e commercio.
Fin dalla preistoria il vestito aveva un fine pratico di coprire e
difendere il corpo e di assicurare pudore, ma successivamente con il progressivo cambiamento della
società e l'emergere di nuovi ceti sociali, l'abito assume il ruolo anche di abbellimento e ornamento del
corpo, segno di appartenenza, di messaggio e ruolo individuale.
IL FENOMENO MODA NELLA SOCIETÀ*
Come sostiene il filosofo G. Simmel la società è caratterizzata da un dualismo:
la storia si svolge nella lotta, nel compromesso, nelle conciliazioni fra la
fusione con il gruppo e il distinguersene individualmente. Infatti il filosofo
afferma che «La vita tende all'uguaglianza ma al contempo al cambiamento»,
proprio perché la società mira a formare una collettività in virtù
dell'eguaglianza, ma nel medesimo tempo tende a individualizzare il singolo
poiché questi ha bisogno di distinguersi, proponendogli un cambiamento.
Questi contrasti sono rappresentati, in parte, dalla tendenza di un individuo
all'imitazione, che Simmel descrive come corrispondente « a una delle
tendenze fondamentali della nostra natura, a quella che si esprime fondendo il
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singolo nell'universale, che accentua l'elemento stabile nel cambiamento». Con l'imitazione l'individuo
acquista più sicurezza, mostrandosi esonerato dalla scelta. La Moda è imitazione di un dato modello,
soddisfa sia il bisogno di un appoggio sociale, sia il bisogno di diversità, di distinzione dalla "massa".
Questo è possibile sia perché la moda cambia il contenuto in modo individuale, sia perché la moda « è un
prodotto della divisione di classe», e la moda della classe elevata si distingue da quella inferiore. Inoltre
Simmel aggiunge che una volta creata una nuova Moda questa
appartiene alle classi sociali
superiori. Ma poiché le classi
inferiori aspirano ad appropriarsene,
una volta rotta la differenza e
raggiunta quella moda le Classi
superiori si volgono ad un altra
nuova moda. E così via. Dunque ciò
che permette alla Moda di
sopravvivere sono due tendenze
sociali: una il bisogno di coesione
(all'interno delle classi sociali),
l'altra il bisogno di differenziazione
(da una classe sociale all'altra). Se
una di queste viene meno, la moda
cessa di vivere. Questo spiega il motivo per cui nelle società primitive la
Moda non esiste, così come anche nei ceti sociali inferiori perché più comunistiche ma anche perché
rafforzano le differenze esistenti in modo più rigido e definitivo.
Altro aspetto caratteristico della moda è che non appena si è completamente diffusa, cioè quando tutti
fanno ciò che in origine facevano solo alcuni, come avviene per alcuni elementi dell'abbigliamento, non
la si definisce più moda. «Ogni crescita la conduce alla morte perché elimina le diversità». Questa
caratteristica della Moda contribuisce a far aumentare il suo fascino: confini di inizio e fine sono
contemporanei, così come novità e caducità. È contemporaneamente essere e non essere, è uno
spartiacque tra passato e futuro, e voce del presente. Infatti la moda è accentuazione del presente e
conseguentemente accentuazione del cambiamento.
Come abbiamo detto precedentemente, la moda è il campo in cui l'individuo ha un sostegno, ma nel
contempo lo stesso individuo vuole ottenere una distinzione e attenzione. Ripetere le stesse cose dà ad
ognuno una sensazione di elevazione sulla massa, poiché la moda è anche individualizzazione. Simmel
qui fornisce due esempi esplicativi: il maniaco della moda che segue ciò che "va di moda" fino ad andare
oltre misura: «se sono di moda le scarpe a punta, le sue hanno punte da lancia», presenta così una
caratteristica individuale nella totalità e unità della Moda. Il secondo esempio invece è l'anticonformista,
ossia chi non vuole volutamente seguire la moda, facendo ciò raggiunge l'individualizzazione non
mediante una propria qualità individuale, come il maniaco della Moda, ma con la negazione dell'esempio
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sociale: infatti non essere alla moda intenzionalmente significa la stessa imitazione ma con segno
opposto, quindi ognuno di noi è dipendente dalle tendenze sociali in senso positivo o negativo.
Vestirsi fuori moda può diventare di moda in intere cerchie di una società estesa: la rottura delle
convenzioni operata dal mutare delle mode del resto non è mai
profonda e radicale, non possiede la pericolosità potenziale
propria di rotture culturali violente in altri settori. Spesso, anzi,
gli stili espressivi che contengono una forma esplicita di
opposizione e di protesta vengono neutralizzati e privati di ogni
forza di ribellione attraverso la loro pronta trasformazione in
mode, in stili da sfruttare commercialmente. Così lo stile punk,
partito per essere trasgressivo, provocatorio e violentemente
anticonvenzionale, diventa moda fatta di capi di pelle
nera, borchie, piercing e scarponi ‘cattivi’ (anfibi).
La Moda e le Donne. In generale le donne
dipendono particolarmente dalla Moda. Nel corso
della storia le donne hanno sempre avuto una
posizione debole nella società. Per le donne, escluse
da molti settori della vita sociale e prive di possibilità
di autorealizzazione, la moda avrebbe una funzione di
compensazione per tale esclusione. Nel corso del XIV
e del XV secolo, per esempio, in Germania si crearono condizioni che favorirono l’iniziativa
imprenditoriale, riservata però solo al sesso maschile. In Italia furono Isabella d'Este Gonzaga e sua
sorella Beatrice d'Este Sforza a imporsi come figure di riferimento, circolavano persino delle bambole- le
PUE- vestita alla moda dell'una o dell'altra dama. Nello stesso periodo si ebbe una vera e propria
esplosione della moda femminile nel settore dell’abbigliamento, che divenne ipertrofico e lussuoso.
Questa accresciuta importanza della moda per la componente sociale femminile potrebbe essere
interpretata come una reazione delle donne a una situazione di minor potere sociale. Nello stesso periodo
storico, in Italia le donne delle classi superiori avevano invece una maggiore possibilità di esprimersi nel
loro modo di vita. Lo dimostrerebbe il fatto che la moda femminile italiana di questo stesso periodo non
dimostrava una grande originalità: il bisogno di espressività personale era soddisfatto nella vita
quotidiana delle donne, da un ruolo sociale meno periferico. Questo mostra perché poi nel corso della
storia fino ai giorni nostri con l'acquisizione sempre di maggior importanza nella società da parte delle
donne, e il raggiungere della parità fra i sessi, la moda si sia evoluta anche per la parte maschile,
mostrando sempre più innovazioni al pari di quella femminile.
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L'utilità della moda. L'utilità della moda sta proprio nel fatto di cogliere l'esteriorità della vita, «il lato
rivolto verso la società», e perciò l'individuo si mostra in un dato modo verso le altre persone e si rapporta
ad una collettività rispettando le norme che gli vengono dal suo status e dalla sua cerchia sociale. La
moda può essere utilizzata come "maschera" in quanto obbedendo alle norme collettive l'individuo
riserva per sé la sua vera interiorità, dissimulando la loro anima individuale, creando un senso di pudore.
C'è però da aggiungere che essendo la moda "un'azione di massa", giustifica alcune mode che
manifestano un'assenza di pudore e proprio perché la collettività segue queste mode, l'individuo, che se
fosse stato singolo non le avrebbe mai accettate, le accetta.
La ciclicità della moda. Come abbiamo detto la moda ha le
fondamenta nel cambiamento, ma come forma essa tende
anche al risparmio delle forze e cerca mezzi sempre più
economici. Per questo motivo ritorna a mode passate: come
per esempio la moda dei Pantaloni "a vita alta" di moda negli
anni '70 è ritornata di moda pochi anni fa. Ciò fa apparire la
vita della moda come un circolo, un eterno ritorno.
TESINA DI MATURITÀ ! 5
La moda istituisce una linea di demarcazione fra presente e passato e comunica un certo sentimento
dell'attualità: a questa affermazione simmeliana si sono ispirate molte teorie che considerano la moda un
'riflesso del presente'. James Laver paragona lo sviluppo della moda a quello dell'architettura: in entrambi
i