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La seguente tesina di maturità descrive la caotica ineluttabilità del mutamento, creando dei collegamenti interdisciplinari. La tesina descrive l'ineluttabilità del mutamento in ambito filosofico, con un'analisi del divenire in Eraclito, Parmenide, Galilei, Bergson, Darwin, Spencer e Spengler; in Geografia astronomica viene descritto il noto fenomeno del vulcanismo, in Storia viene analizzato lo stalinismo, il regime dittatoriale comunista in Unione Sovietica.
In Inglese invece viene presa in esame l'opera di George Orwell, "Animal Farm" e infine in Italiano e in Storia dell'arte la seguente tesina di maturità descrive il manifesto della letteratura futurista realizzato da Marinetti e "La città che sale" di Umberto Boccioni.
Filosofia: Il divenire in Eraclito, Parmenide, Galilei, Bergson, Darwin, Spencer e Spengler.
Geografia astronomica: Il vulcanismo.
Storia: Lo stalinismo.
Inglese: Orwell, Animal farm.
Italiano: Marinetti e il manifesto della letteratura futurista.
Storia dell'arte: La città che sale di Umberto Boccioni.
Indice generale
sviluppo della concezione del cambiamento nel pensiero di
Filosofia:
Eraclito, di Parmenide, di Galilei, di Bergson e Spengler (pagine 3 –
6) il vulcanismo come necessaria causa del
Scienze della Terra :
mutamento nella materia inorganica, del clima e dell’evoluzione
degli organismi viventi (da pag. 3 a pag. 6)
lo stalinismo come culmine del processo di mutamento dal
Storia:
precedente assetto liberaldemocratico anglo-francese pag. 7 a
(da
pag. 10) Orwell opposer of the Russian totalitarianism (from
English Literature:
page 10 to page 12)
Tommaso Marinetti, ideatore del futurismo ed
Letteratura italiana :
esaltatore del moderno mutamento tecnologico (pagine 12 -13)
la pittura futurista di Umberto Boccioni (pagine 13 –
Storia dell’arte:
14) 2
Dagli albori della civiltà, il concetto di cambiamento è stato utilizzato al fine di
interpretare la persistenza e la mutevolezza di tutta la realtà esterna, da quella
inanimata a quella animata, all’uomo e ai suoi manufatti.
Nelle varie epoche, il panorama filosofico ha interpretato il divenire del mondo in
maniera differente.
filosofia greca Eraclito
1) Nella vi era l’opposizione tra le concezioni di e
Parmenide .
- Il primo sosteneva che l’armonia del mondo esterno risiedesse nel continuo
polemos
contrasto tra gli opposti (guerra) e in un perenne mutamento, un continuo
Panta Rei
fluire ( ) nel quale ogni elemento è coinvolto in un moto incessante. Tipico a
tal proposito è l’esempio del fiume: Eraclito affermava che fosse impossibile bagnarsi
due volte nello stesso fiume, perché dopo la prima volta, sia il fiume nel suo perenne
scorrere, sia l’uomo, nel suo perenne divenire, non erano più gli stessi.
l’essere è e il non essere non è”,
- Il secondo, dall’assunto “ negava la visione
eraclitea. Infatti, ponendo quell’assunto come punto di
partenza del divenire, Parmenide notava come tale processo non avrebbe potuto avere
come origine l’essere, giacché il mutamento avrebbe implicato il passaggio da
qualcosa che non esiste ancora a qualcosa che è già presente, dal non essere
all’essere; ma neanche dal non-essere, poiché questo è nulla e “dal nulla non deriva
nulla”. filosofia moderna meccanicismo galileiano
2) Nella regnava imperante il , basato
sulla convinzione che la realtà fosse costituita da materia estesa, soggetta a
movimento e matematicamente determinabile. oggettiva
Tale visione della realtà implicava l’esistenza di una natura , dotata di una
regolarità intrinseca, i cui meccanismi interagivano causalmente secondo funzioni
matematiche determinabili dalla scienza.
filosofia contemporanea
3) Nella si afferma invece la visione evoluzionistica di
Bergson . L’evoluzione creatrice
Nel saggio , Bergson partiva dal presupposto che non
esistessero da una parte cose create, statiche, poste all’interno di una serie meccanica
di semplici interazioni, e dall’altra un loro creatore, ma che tutto provenisse da una
medesima realtà in movimento.
Alla base della realtà vi era l’evoluzione, concepita come soggetto e oggetto di se
stessa poiché dominata da un processo che aveva un’unica origine e si realizzava in
slancio vitale evoluzione creatrice
un continuo , perciò veniva intesa come . Uno
slancio che si sarebbe espanso a raggiera sviluppandosi in un’infinità di direzioni,
anche se non in tutte con la medesima forza e con la medesima abilità creatrice.
In questa maniera veniva spiegata la diversità tra mondo vegetale e animale:
all'interno di quest'ultimo una diramazione meno forte dello slancio vitale ha portato
echinodermi molluschi,
alle specie degli e dei ancora chiusi in una sorta di corazza che
limita i loro movimenti e la loro espansione vitale, mentre un'altra più potente ha
artropodi vertebrati,
condotto alla formazione degli e dei in cui la vita universale si
realizza in modo diverso, più articolato e complesso.
Rispetto a questa visione la materia sarebbe stata intesa come il momento in cui lo
slancio vitale si affievolisce, la creatività si tramuta in ripetizione. La materia è da lui
ripetizione meccanica
concepita come , abitudine. È il ripiegarsi dello slancio su se
stesso.
-Karl Popper “The self and its brain”
avrebbe poi espresso nel saggio il principio
“The universe now appears to be not a collection of things, but an
second il quale
interacting set of events or processes”.
Scienze della Terra: il mutamento nel mondo inorganico
Una prova tangibile dell’incessante e necessaria evoluzione della natura, è possibile
VULCANI.
riscontrarla nella materia inorganica terrestre, rispetto alla presenza dei 3
Esse si presentano generalmente come strutture di forma conica, caratterizzato da
monte
una parte esterna (la sola visibile) comunemente indicata con il nome di
vulcanico; serbatoio magmatico,
un situato in genere a qualche km di profondità e in
condotto vulcanico,
cui è presente il magma che risale dall’astenosfera; un attraverso
cratere,
il quale il magma risale in superficie e che termina con il l’apertura dalla quale
fuoriesce il magma. L’importanza di queste strutture nell’evoluzione delle forme
biologiche terrestri è stata ulteriormente avvalorata in relazione a due fenomeni:
Laki
- l’eruzione del vulcano islandese , cominciata l’8 giugno 1783;
- la glaciazione Sturtiana del Neoproterozoico.
Laki
1) L’eruzione del sistema di , cominciata l’8 giugno 1783, fu uno degli eventi più
tragici degli ultimi secoli. Il vento portò con sé le nubi dense di cenere che inquinarono
il clima, portando alla morte di più di trenta mila islandesi, e all’annientamento di gran
parte della flora e della fauna locale.
L’eruzione del vulcano, influendo in particolare sul clima europeo, sarebbe stata uno
dei fattori che avrebbe contribuito a un evento decisivo della storia globale: lo scoppio
della Rivoluzione Francese. Infatti, la Gran Bretagna, la Germania e la
Francia furono teatro di abbondanti nevicate, disastrose inondazioni, che
determinarono ingenti danni ai raccolti, con conseguenti gravi carestie, le quali
1789
andarono protraendosi sino al , preparando i prodromi dell’imminente
rivoluzione.
2) Un’altra testimonianza del ruolo centrale dei vulcani nello sviluppo delle varie forme
Brian
biologiche, può essere trovata nei dati raccolti nel 2003 dal ricercatore
Harland Sturtiana
, dell’università di Cambridge, relativi alla glaciazione , avvenuta
Neoproterozoico
nel (circa 770 milioni di anni fa) in seguito a un eccessivo aumento
dell’effetto serra. Le prove di questo evento sono state riscontrate nella presenza in
dropstones
Namibia di enormi massi, definiti “ ”, dalla composizione del tutto diversa
da quella degli altri materiali sedimentati, trovati a migliaia di chilometri di distanza
dai più vicini depositi di roccia-madre. Riprendendo gli studi dell’ingegnere svizzero
Ignaz Venetz (1821), il ricercatore considerò quei blocchi di pietra come resti di
antiche morene, in altre parole delle lingue di detriti trasportate dai ghiacciai; in
seguito alla scomparsa del ghiacciaio alcuni dei massi più grossi erano rimasti a
testimonianza della sua presenza.
L’ipotesi di ghiacciai ben al di sotto all’equatore, fece presupporre che in quel periodo
Rodinia,
l’intero orbe terracqueo, costituito dall’unico supercontinente sarebbe
apparso come un globo congelato, con un paesaggio di un candore abbacinante
caratterizzato al suolo da una temperatura compresa tra i venti e i cinquanta gradi
sotto zero e da una coltre gelata, spessa più di 1 km, che avrebbe inghiottito mari e
terre.
Quasi la totalità delle forme viventi fu spazzata via dal ghiaccio imperante;
sopravvissero soltanto, in profondità nel mare, alcune forme di batteri e alghe molto
semplici attorno ai camini vulcanici, dove la temperatura elevata, la presenza di
nutrienti chimici e l’adattamento alla mancanza di luce solare, concessero
all’evoluzione di non ripartire da zero.
Sul globo congelato le precipitazioni erano ormai inesistenti. L’acqua allo stato liquido
rimaneva solo nelle profondità marine, coperte dalla banchisa, e dunque incapace di
evaporare e formare nuove nubi.
La glaciazione globale, data l’assenza di zone calde o temperate da cui le calotte
potessero cominciare a ritirarsi, sembrava eterna.
A garantire una netta inversione di tendenza, proiettando il globo terrestre verso l’era
attività vulcanica
del Cambriano, fu l’intensa lungo le faglie tettoniche, che garantì
anidride carbonica metano
l’enorme emissione nell’atmosfera di e , i principali
responsabili dell’effetto serra. Nel giro di qualche milione di anni i vulcani condussero 4
a un processo di disgelo, con temperature medie di cinquanta gradi sopra lo zero, che
garantirono la rinascita delle varie forme biologiche.
Vulcanismo primario e secondario
0 decadimento radioattivo
legato al di elementi quali uranio e torio che trasformandosi in elementi di numero
quantità d’energia
atomico inferiore, emettono grandi .
Meccanismo propulsore della continua evoluzione sul globo terrestre si è sempre
0
VULCANISMO
rivelato il , da intendersi come l’insieme dei modi in cui il calore e il
materiale magmatico, derivanti dalla parte interna della Terra, si trasferiscono
all’esterno. primario secondario.
Vi sono due tipi di vulcanismo: e
vulcanismo primario
-Del fanno parte le emissioni di magma che possono essere di
effusivo esplosivo
tipo ed , secondo la composizione chimica del magma, della sua
temperatura e della quantità di gas in esso disciolti: fattori che influenzano la viscosità
(l’attrito fra le diverse molecole di un liquido o di un gas) e dunque la mobilità del
magma stesso.
eruzione di tipo effusivo basico,
Si ha un’ da un magma con un’alta temperatura
(intorno ai 1200 °C) e una percentuale in silice inferiore al 52%, caratterizzato dalla
silicati femici o mafici
presenza di , che conferiscono un’elevata fluidità
consentendogli di risalire facilmente nel condotto vulcanico verso la superficie; i gas in
esso dispersi si separano gradualmente, favorendo una serie continua e relativamente
tranquilla di colate laviche, che scorrono lungo i pendii del vulcano allontanandosi
rapidamente. acido alla
Si ha un'eruzione di tipo esplosivo da un magma temperatura di 600-800
°C, con una percentuale di silice totale superiore al 65% insieme alla presenza di
feldspati di Potassio e plagioclasi sodici , che conferiscono un’elevata viscosità
impedendogli di risalire con facilità verso la superficie. I gas in esso contenuti (vapore
acqueo, idrogeno, diossido di carbonio, acido cloridrico e diossido di zolfo, detti anche
agenti mineralizzatori) si liberano violentemente, superando in modo esplosivo la
resistenza del materiale sovrastante: i gas strappano roccia sbriciolata dalla parte alta
del condotto e lava polverizzata in goccioline, che vengono poi lanciate in aria.
Talvolta, il magma è tanto viscoso da non riuscire a traboccare dal cratere, ma si
solidifica al suo interno, formando una sorta di "tappo" di materiale solido che, alla
fine, la pressione esercitata dai gas farà saltare.
Al termine della fase di più intensa attività eruttiva subentra una fase di
emanazione, che consiste nella fuoriuscita dal cratere di vapori e gas caldi; a questa
segue una fase di riposo o quiescenza, durante la quale si ha un'estinzione
dell'attività, spesso solo apparente.
vulcanismo secondario emissioni gas o vapori acque
-Del fanno parte le di e di
calde che caratterizzano in genere le fasi finali dell'attività di un vulcano.
emissioni di gas
Le comprendono molte manifestazioni, che si distinguono in base al
fumarole calde
gas che contengono in: - , ne sono esempi le solfatare, getti di
acido solfidrico.
vapore surriscaldato (130-165 °C) contenente Quest’ultimo viene
ossidato dall’ossigeno atmosferico ad acido solforico e zolfo elementare che
cristallizza incrostando le superfici circostanti. Famosa è la solfatara di Pozzuoli (nel
complesso dei Campi Flegrei, in Campania). All’attività fumarolica vanno associati
anche i soffioni boraciferi di Larderello in Toscana. Si tratta di getti di vapore con