Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
La seguente tesina parla dei collegamenti che ha la moda con varie materie scolastiche
italiano-Pirandello Uno Nessuno e Centomila
Storia-La prima guerra mondiale
Francese-Coco Chanel
Inglese-Mery Quant
Tecnica -Le fibre
Geografia-La Cina
Scienze-Polimeri naturali
Musica-Jazz(Charleston)
Arte-Cubismo (Pablo Picasso)
ED.Fisica-La pallavolo
CAPITOLO VII
I polimeri si possono classificare in naturali e artificiali: quelli naturali si trovano in
natura come gli acidi nucleici e le proteine, mentre quelli artificiali sono prodotti
dall’uomo come i plastomeri (resine), elastomeri (gomme) e le fibre.
I polimeri sono composti organici che si formano in seguito all’unione di un numero
elevato di molecole semplici, dette monomeri.
LE PROTEINE
Le proteine sono molecole di grandi dimensioni (macromolecole) costituite
dall’associazione di numerose molecole semplici di amminoacidi (Aa).
Gli amminoacidi sono composti contenenti, accanto ad atomi di carbonio, idrogeno e
ossigeno, anche atomi di azoto (N), sono cioè composti azotati; talvolta sono presenti
anche atomi di zolfo (S).
Hanno una struttura base comune, costituita da un atomo di carbonio (C) unito,
mediante quattro legami covalenti, a un idrogeno (-H), a un gruppo carbossilico
(-COOH), a un gruppo amminico (-NH ) e a un gruppo più o meno complesso,
2
chiamato radicale o catena laterale (-R). I radicali sono complessivamente 20, quindi
in natura esistono 20 amminoacidi diversi, il più semplice dei quali è la glicina, che
ha un atomo di H come radicale.
Gli amminoacidi possono legarsi tra loro tramite un legame peptidico tra il gruppo
carbossilico e il gruppo
amminico, formando polimeri
chiamati catene polipeptidiche
o polipeptidi.
Una proteina è un polipeptide
piuttosto grande con una
struttura complessa, con vari
livelli di organizzazione. La
struttura primaria(fig.16) di
una proteina è la particolare
sequenza di Aa, cioè l’ordine
con cui gli Aa sono legati uno Figura 16
all’altro, che è specifico per ogni proteina. La struttura secondaria (fig.16) è la
conformazione spaziale, ossia la forma che la catena polipeptidica assume, che
28 –R
dipende dai legami deboli che le catene laterali possono formare tra di loro: se la
proteina forma legami idrogeno in modo regolare, la catena polipeptidica si avvita su
elica α;
se stessa come una scala a chiocciola, formando un aspirale cilindrica, detta
in altri casi, la parte più interna delle proteine si ripiega a zig-zag formando una
foglio ripiegato β,
struttura a fisarmonica, detta a tenuta insieme da legami idrogeno
distribuiti in modo casuale. In alcuni casi, la struttura secondaria, in seguito alla
formazione di legami deboli tra vari punti della catena, si raggomitola su se stessa,
assumendo una struttura terziaria (fig.16), più complessa, che è tipica delle proteine
globulari.
Talvolta, queste proteine “alloggiano” un gruppo non protetico di varia natura, detto
gruppo prostetico, come nel caso della globina, e si dicono proteine composte.
Più catene polipeptidiche possono associarsi tra loro, sempre tramite legami deboli, in
che forma un’unica unità funzionale: per esempio,
una struttura quaternaria (fig.16)
la combinazione di quattro catene di globina dà luogo all’emoglobina, la proteina
presente nei globuli rossi del sangue.
Per la sintesi delle proteine (traduzione; fig.17), la molecola di DNA non può servire
direttamente da stampo per una catena polipeptidica, perché i nucleotidi non sono in
grado di legarsi direttamente con gli Aa. Pertanto il DNA deve servirsi di alcuni
“adattatori” che possono fare da tramite tra la molecola del DNA e la catena degli Aa;
questi adattatori sono molecole di RNA (trascrizione).
Figura 17 29
GLI ACIDI NUCLEICI
Gli acidi nucleici sono formati da unità dette
nucleotidi (fig.18). I nucleotidi sono molecole con
una struttura complessa, che comprende uni zucchero
monosaccaride a 5 atomi di carbonio (pentoso), che
può essere ribosio o deossiribosio, legato a un
gruppo fosfato e a una base azotata, che può essere
di cinque tipi differenti: citosina (C), timina (T),
uracile (U), adenina (A) e guanina (G). I nucleotidi si
legano uno all’altro formando catene polipeptidiche,
che sono la struttura base degli acidi nucleici, così
detti perché individuati per la prima volta nel nucleo Figura 18
della cellula. L’RNA o acido ribonucleico è formato
da nucleotidi contenenti lo zucchero ribosio e una base azotata scelta tra adenina,
citosina, guanina e uracile (non viene utilizzata la timina); i nucleotidi formano un
unico filamento che si ripiega su se stesso in modo diverso da molecola a molecola.
Esistono diversi tipi di RNA; i più importanti sono l’RNA messaggero, l’RNA di
trasferimento e l’RNA ribosomale.
L’RNA messaggero o mRNA riceve le informazioni necessarie per costruire una
catena polipeptidica con una precisa sequenza di Aa. Dal momento che le catene
hanno varie grandezze, le molecole di mRNA possono avere una lunghezza variabile.
L’RNA di trasferimento o tRNA costituisce una famiglia di molecole di piccole
dimensioni (da 70 a 90 nucleotidi), che si trovano libere nel citoplasma e servono per
mettere in contatto gli Aa con l’mRNA, perché sono in grado di legarsi con entrambe
una struttura tridimensionale “a
le molecole. Le molecole di tRNA hanno
quadrifoglio”: la forma, diversa per ogni tRNA, permette alle molecole di legarsi
soltanto con uno dei 20 Aa che costituiscono le proteine; ogni Aa, invece, può essere
trasportato da più di un tRNA.
L’RNA ribosomale o rRNA contribuisce, assieme ad alcune proteine, alla
formazione dei ribosomi, che sono organuli cellulari formati da due subunità di
grandezza diversa, che si formano nel nucleolo.
Il DNA o acido deossiribonucleico è formato da nucleotidi contenenti lo zucchero
deossiribosio e una base azotata scelta tra adenina, citosina, guanina e timina (non
viene utilizzato l’uracile). Nel DNA i nucleotidi formano due filamenti distinti
(catene polinucleotidiche) avvolti a spirale che si uniscono tra loro tramite legami
idrogeno tra le coppie di basi azotate citosina-guanina e adenina-timina, dette
complementari. La struttura del DNA, detta a doppia elica, ricorda quella di una scala
a pioli sottoposta a una torsione (scoperta nel 1953 da J.D. Watson e F. Crick).
Anche gli acidi nucleici sono dei polimeri e quindi possono presentarsi in tante
molecole diverse quante sono le combinazioni possibili dei nucleotidi che li
30
compongono. In ogni filamento della doppia elica possiamo distinguere una “testa” e
una “coda” che, per motivi legati alla struttura della molecola, sono indicate con il
estremità 5’ estremità 3’.
nome di ed I due filamenti complementari sono opposti,
cioè appaiati in posizione “testa-coda”, ossia l’estremità 5’ dell’uno è appaiata
all’estremità 3’ dell’altro. I nucleotidi, quindi, sono aggiunti procedendo
dall’estremità 5’ a quella 3’, ossia dalla “testa” alla “coda”.
La scoperta della struttura del DNA non fu soltanto una conquista della chimica, ma
anche della genetica, perché la conformazione della molecola suggerì anche come
questo acido nucleico potesse contenere le informazioni ereditarie. Su ogni molecola
di DNA, infatti, i nucleotidi si susseguono in un ordine diverso e casuale. Ogni specie
possiede gli stessi cromosomi, con le stesse molecole di DNA; ma specie diverse
possiedono differenti cromosomi il cui DNA porta differenti sequenze di basi. Ogni
sequenza di basi differente dovrebbe dunque essere responsabile di una diversa
informazione genetica.
DNA e RNA sono autoreplicanti, cioè capaci di riprodurre una copia della propria
molecola. Il DNA (fig.19) replica contemporaneamente entrambi i filamenti, ognuno
dei quali sintetizza la parte complementare mancante ottenendo, come risultato finale,
due molecole di DNA identiche, ciascuna formata da un filamento nuovo unito a
quello appartenente alla vecchia molecola. Per questo motivo la duplicazione del
DNA è detta semiconservativa. La duplicazione del DNA è affidata ad alcuni enzimi,
ciascuno con un compito particolare. La DNA elicasi si lega in determinati punti
della doppia elica e inizia a separare i due filamenti che la compongono, formando
una forcella di duplicazione. Su ciascun filamento, che funzionerà da stampo, un
altro enzima, la DNA polimerasi, inizia a formare una nuova catena complementare
aggiungendo uno alla volta i nucleotidi prelevati dal citoplasma.
La sintesi del RNA è simile a quella del DNA ed è detta trascrizione. La trascrizione
è opera di alcuni enzimi, chiamati
RNA polimerasi, che utilizzano il
DNA come stampo per la
costruzione di una catena
complementare di nucleotidi di
RNA o ribonucleotidi. Il processo
di trascrizione serve a sintetizzare
tutti i tipi di RNA e, negli
eucarioti, per ognuno di essi
interviene una diversa RNA Figura 19
polimerasi. L’RNA polimerasi si lega al DNA soltanto in corrispondenza di una
sequenza particolare detta promotore, che dà il via alla sintesi. Appena si è legato al
promotore, l’enzima apre la doppia elica di DNA e inizia a legare i nucleotidi al
DNA, usando da stampo soltanto uno dei due filamenti, e precisamente quello che
porta il promotore . 31
Man mano che la trascrizione procede, la doppia elica del DNA si richiude e il
filamento di RNA rimane uniti soltanto all’enzima; quest’ultimo, intanto, continua ad
avanzare lungo il DNA e ad aggiungere nucleotidi fino a quando non incontra
un’altra sequenza speciale, detta segnale d’arresto, che indica che l’informazione è
finita. A questo punto, l’enzima libera sia la molecola di RNA appena formata sia il
DNA.
L’informazione è in codice
I geni sono le regioni del DNA che codificano le proteine, essi sono formati da parti
utili per la sintesi delle proteine, chiamate esoni, alternate ad altre parti,
apparentemente “inutili”, dette introni; i geni sintetizzano quindi un mRNA molto
lungo, detto trascritto primario, che contiene sia introni che esoni. Il trascritto
primario subisce allora un certo numero di “ritocchi” da parte di una squadra di
enzimi, che provvedono a tagliare ed eliminare gli introni e a saldare tra di loro gli
esoni, trasformando la lunga molecola in un mRNA maturo. Questa operazione o
maturazione dll’mRNA, è detta splicing.
L’mRNA porta nel citoplasma la copia
delle informazioni genetiche per costruire
le proteine. Nell’mRNA l’informazione si
serve di un sistema di comunicazione,
detto codice genetico. Si comprese,
allora, che i quattro nucleotidi (A,C, G o
T) funzionano come le lettere di un
ridottissimo alfabeto che forma soltanto
“parole” di tre lettere dette triplette o
codone; ogni codone codifica per un Aa,
ossi