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Inglese: Oscar Wilde
Storia dell'arte: Art Nouveau
INDICE
ITALIANO
- L’Estetismo: • Che cos’è?
- Gabriele D’Annunzio: • Biografia
• D’Annunzio esteta
• Il Piacere
• D’Annunzio e la moda
INGLESE
- Oscar Wilde: • Short bibliography
• Ideas and valous
• The Picture of Dorian Gray
• Oscar Wilde, Dorian Gray and fashion
ARTE
- L’Art Nouveau: • Premesse storiche
• Lo sviluppo
• La moda Art Nouveau
BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA 2
ITALIANO
ESTETISMO
Parlando di Estetismo ci si riferisce a un modo di vedere la realtà e la vita che si
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fondi sui valori estetici, o che faccia di essi un punto di riferimento, una legge
di vita. In questo contesto, la bellezza, è considerata l’unico valore in un mondo
degradato. Si tratta di un movimento che nasce nella seconda metà
dell’ottocento come tendenza del Decadentismo. È principalmente letterario
ma si estende, poi, anche in altri campi come la filosofia e l’arte. Precursori di
questa corrente sono i simbolisti francesi Baudelaire, Verlaine, Rimbaud e
Mallarmé.
L’estetismo tende a privilegiare la bellezza e a vederla come principale
elemento per l’arte. Si parla di arte per arte, per il gusto dell’arte, ovvero un
arte indipendente rispetto al contesto storico in cui si sviluppa, solitamente,
addirittura opposto ad esso. Nasce per questo motivo una critica a ciò che
raffigura la realtà. Principali esponenti sono Gabriele d’Annunzio in Italia e
Oscar Wilde in Inghilterra. Essi incarnano il ruolo dell’esteta, ovvero colui che
vive la vita come se fosse un’opera d’arte dedicandosi interamente al culto
della bellezza. Non segue nessun valore morale, solo il bello. Si circonda solo di
arte e bellezza, di oggetti belli e lussuosi, segue le mode e ne inventa di
proprie, partecipa alla vita mondana. Insomma cercando continuamente il
piacere, l’esteta si stacca dalla vita comune della società borghese che ha
interesse solo per il profitto e il materialismo. È un eroe della bellezza e del
piacere che fa del mondo il suo palcoscenico ma anche la sua platea. La vita,
come anche la natura, devono imitare l’arte. Inoltre l’estetismo invita tutti a
godere del periodo giovanile che non durerà in eterno ma è sfuggente: un
nuovo edonismo dove il piacere del singolo è la cosa più importante per
l’uomo.
GABRIELE D’ANNUNZIO
Biografia
La vita di D’Annunzio può essere interpretata come
la sua opera più importante perché propensa, come
stabilivano i principi dell’estetismo ai quali aderì, alla
continua ricerca del bello, a fare della vita un’opera
d’arte. Il suo modo di vivere ebbe molta influenza non
solo per quanto riguarda la letteratura, ma anche sul
costume e sulla società italiana per molto tempo.
D’Annunzio era un modello di comportamento e di
gusti per molte persone. Inoltre promosse diverse
mode e atteggiamenti nuovi.
Nato a Pescara nel 1863 da famiglia borghese, studiò
in una delle scuole più rinomate del tempo.
Pubblicò la sua prima raccolta di poesia “Primo Vere”. Finiti gli studi liceali, si
trasferì a Roma per studiare presso la facoltà di lettere. Non si laureò perché
agli studi preferì la vita mondana e il lavoro nelle redazioni di giornali. Divenne
presto famoso sia per la sua produzione di versi, opere e articoli di giornali, sia
per la vita scandalosa che conduceva, totalmente contro i principi morali
dell’epoca, in pieno gusto da esteta. Si dà ai piaceri che il mondo offre senza
preoccupazioni economiche. Visse molti amori, ma quello più importante fu
quello con l’attrice Eleonora Duse che sarà per lui fonte di ispirazione per le
opere teatrali. Il comportamento di d’Annunzio aveva anche un principale fine:
con la sue esibizioni e i suoi scandali voleva farsi conoscere ovunque, mettere
in primo piano la sua immagine per vendere maggiormente i suoi scritti.
Indebitato, fu costretto a scappare in Francia, di preciso si rifugiò a Parigi, dove
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diventò presto una celebrità e potè continuare con lo stile di vita fin’ora
adottato. Partecipò anche alla prima Guerra Mondiale come interventista e fu
promotore dell’impresa di Fiume. Morì nella sontuosa villa di Gardone, sul lago
di Garda, nel 1938.
D’Annunzio esteta
Di periodo in periodo, D’Annunzio, è diverso. Non si tratta di un evoluzione ma
di una modifica del suo stile e atteggiamento. Nonostante ciò, durante tutto il
suo percorso letterario, manterrà un motivo sempre centrale che si intreccia
continuamente con altri motivi. Questo motivo è la sua capacità di cogliere il
mondo con estrema sensibilità e sotto una sua visione. Per questo si può dire
che, come già accennato precedentemente, fu probabilmente la persona che
meglio incarnò la figura dell’esteta. Si rivolse ad un pubblico alto borghese che
è attento a recepire le mode e a seguire i comandamenti del poeta che
soddisfacevano l’estetismo. Commentò preziosamente l’attualità della moda
ostentata nei salotti, nei teatri e negli altri luoghi di incontro in voga all’epoca.
Sostenne che la vita del poeta deve essere vissuta come un’opera d’arte, e
deve diventare tale per raggiungere l’ideale di una vita inimitabile. Da esteta
rifiuta le regole morali della società dell’epoca e va verso la ricerca del bello
puro, della bellezza assoluta in tutti i contesti. Si differenzia, però, dagli altri
esteti per una caratteristica: non si rassegna all’emarginazione dalla società
ma costruisce quella che viene definita come “Maschera dell’Esteta”. Non
avendo però sufficiente forza per opporsi alla borghesia, arriva ad un punto in
cui il culto della bellezza diventa qualcosa di falso, una menzogna che lo porta
alla crisi dell’estetismo. Esso, infatti, vede la vita come qualcosa di propenso
alla continua ricerca di nuove esperienze e, quindi, anche di nuove emozioni
per ampliare la propria capacità sensoriale potendo, così, godere di più. Si
ritrova davanti ad un continuo susseguirsi di esperienze che possono portare,
con la loro limitatezza e mancanza di valore, alla sfiducia che esista, nella
realtà, un valore che sia più grande di tutti gli altri e che sia duraturo. Arriva ad
una situazione in cui ha bisogno di cambiare la realtà in qualcosa che lo
soddisfi. Deve, dunque, trasformare il proprio modo di percepire la realtà che
rende l’uomo capace di mutare in base a come lui stesso vuole apparire. Si
verifica un continuo rinnovamento il cui concetto è racchiuso in uno dei motti di
d’Annunzio “rinnovarsi o morire”. Infatti assumere una forma stabile fa paura,
come avviene appunto ad Andrea Sperelli, protagonista de “Il Piacere” che è
l’alter Ego del poeta stesso. in questo romanzo viene esaltata la debolezza
dell’individuo che non riesce a raggiungere i suoi obiettivi. Sapendo che tutto
ha durata breve, ogni singolo attimo acquisisce un valore assoluto, nonostante
la consapevolezza che quel’attimo sia già passato nel momento in cui lo si vive.
La poesia diventa, così, lo strumento che permette di modificare la visione
della realtà provocando piacere ed effetti simili ad una droga e, estraniando
l’individuo dalla realtà, lo inserisce in un’illusione bella, piacevole, ma surreale.
Il Piacere Il piacere (1889), è il primo romanzo scritto da Gabriele
D’Annunzio. In esso troviamo parti della vita mondana e
letteraria vissuta fino ad ora dal poeta. Il protagonista è
Andrea Sperelli che non è altro che lo specchio di D’Annunzio
stesso. si tratta di un giovane aristocratico con famiglia di
artisti, che vive la vita seguendo gli ideali dell’esteta: una vita
come un’opera d’arte. Essendo, però, una figura molto
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debole, questo ideale si rivela come qualcosa che distrugge
Andrea, lo svuota e, tutto ciò, rappresenta, la crisi e
l’insoddisfazione del poeta. La crisi trova pace nel rapporto
con la donna. In questo caso il protagonista si trova diviso: da
una parte c’è il suo amore per Elena Muti, simbolo di donna
fatale dal quale è molto attratto; dall’altra troviamo Maria
Ferres, donna pura, tutto l’opposto della prima. Sperelli si
convince di volere Maria, ma in realtà,
così facendo, mente a se stesso perché questa donna, che è come un angelo,
non è altro che una figura erotica più dolce e con la quale cerca di sostituire
colei che continuamente desidera: Elena, che invece lo rifiuta.
In conclusione Maria capirà tutto e lo lascerà solo, abbandonato alla sua
sconfitta.
D’Annunzio è molto critico nei confronti di Andrea Sperelli, scrivendo nel
romanzo pesanti giudizi verso di lui. Questo è probabilmente dovuto al fatto
che il protagonista suscita fascino in lui per io suo gusto raffinato e il suo modo
di vivere. Sostiene che il protagonista e le sue donne siano falsi ma , nello
stesso tempo, si compiace della loro vita e dei loro comportamenti
Nonostante sia stato scritto in un periodo di crisi, “Il Piacere” non rappresenta
un distacco definitivo del poeta dall’estetismo.
D’annunzio, in una pagina del romanzo scrive della bellezza: è l'”asse interiore”
degli artisti e degli uomini d'intelletto, e li preserva, anche quando si
dandy,
abbandonano agli eccessi e alle arditezze dell'Oltreuomo e del dal
precipitare nella totale abiezione, nella perdita di qualsiasi equilibrio,
ragionevolezza e misura”.
D’Annunzio e la moda
Gabriele d’Annunzio, oltre che per la letteratura, nutriva un’altra passione:
quella per la moda. Molto spesso, chiuso nella sua villa a Gardone, reinventava
metri e metri di seta ornandola di motivi fiammeggianti rossi e azzurri dipinti
da lui stesso a mano. Successivamente spediva i suoi bozzetti, con tanto di
indicazioni circa le tonalità dei colori, alla maison Paul Andrée Léonard di
Milano, la quale li avrebbe stampati su stoffe prescelte. Da qui uscivano foulard
definiti “quadrati magici” e vestiti estivi per le amanti del poeta. Il marchio di
d’Annunzio era rigorosamente di seta rossa e blu ed era inconfondibile. Fiero
delle sue invenzioni offriva in dono, alle donne che lo affascinavano, le sete che
lui disegnava. Possiamo perciò definirlo un designer di stoffe ma anche di abiti
femminili. Infatti creava per la Baccara abiti, mantelli, camicie con particolari
molto curati in ogni minimo dettaglio e abbinava ad essi accessori raffinati.
Infine, per le amanti che coloravano di passione le sue notti, creava le “vesti
magiche”: camicie di seta color cipria o con luccichii oro e argento, negligé
trasparenti, vestaglie di velluto e corti sottovesti in chiffon. Le donne, prima di
presentarsi da lui, dovevano abbigliarsi secondo un rituale da lui prestabilito
del quale si faceva carico la sua fedele governante. In questo modo la donna
veniva trasformata in una “Femmes Fatales”.
A Pescara, città natale del poeta, possiamo trovare un’esposizione a cura di
Angelo Bucarelli e Giordano Bruno Guerri (biografo di d’Annunzio) dal titolo
“D’Annunzio padre dello stile italiano”. In questa mostra troviamo la sintesi di
una vita condotta nell’arte e nell’immagine, nel lusso propri del poeta e della
sua figura da esteta. Egli
affermava “Io sono un animale di lusso”. Dall’armadio
di d’Annunzio emerge un’estetica antiborghese, infatti 6
lui usava il superfluo come oggetto di bellezza, decoro
e raffinatezza dando molta attenzione ai particolari e ai
dettagli.L’armadio rappresenta una vera e propria
espressione del dandismo: i colori principali sono il
bianco, il grigio e il nero; le forme originali hanno fatto
da ispirazione per la moda maschile a partire dall’800
fino ai primi anni del ’900. Una moda in cui esteta e
uomo vedono una lezione di stile che va oltre il semplice modo di vestirsi, oltre
i semplici capi di abbigliamento. Camicie con colletti rigidi e staccabili, bastoni
da passeggio, ciprie, redingote, frac, tight, spilloni, giacche alla finanziera e
tanti altri capi eccessivi in perfetto stile Dandy.
Troviamo anche abiti femminili che sono stati disegnati da d’Annunzio in
persona e provenienti da collezioni private.
INGLESE 7
OSCAR WILDE
Short bibliography In the 1890 a playwriter imposes himself in the world
of literature: Oscar Wilde, an Irishman who becomes