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Sintesi
Italiano- D'Annunzio e l'estetismo
Filosofia - Kant, bello e sublime
Inglese - Oscar Wilde, the picture of Dorian Gray
Francese - Belle Epoque, Coco Chanel
Storia - Belle Epoque
Storia dell'Arte - Henri de Toulouse Lautrec
Latino - Petronio
Estratto del documento

Leopardi, Dialogo della Moda e della Morte

Moda. Madama Morte, madama Morte.

Morte. Aspetta che sia l'ora, e verrò senza che tu mi chiami.

Moda. Madama Morte.

Morte. Vattene col diavolo. Verrò quando tu non vorrai.

Moda. Come se io non fossi immortale.

Morte. Immortale? Passato è già più che 'lmillesim'anno che sono finiti i tempi degl'immortali.

Moda. Anche Madama petrarcheggia come fosse un lirico italiano del cinque o dell'ottocento?

Morte. Ho care le rime del Petrarca, perché vi trovo il mio Trionfo, e perché parlano di me quasi

da per tutto. Ma in somma levamiti d'attorno.

Moda: Via, per l'amore che tu porti ai sette vizi capitali, fermati tanto o quanto, e guardami.

Morte. Ti guardo.

Moda. Non mi conosci?

Morte. Dovresti sapere che ho mala vista, e che non posso usare occhiali, perché gl'Inglesi non

ne fanno che mi valgano, e quando ne facessero, io non avrei dove me gl'incavalcassi.

Moda. Io sono la Moda, tua sorella.

Morte. Mia sorella?

Moda. Sì: non ti ricordi che tutte e due siamo nate dalla Caducità?

Morte. Che m'ho a ricordare io che sono nemica capitale della memoria.

Moda. Ma io me ne ricordo bene; e so che l'una e l'altra tiriamo parimente a disfare e a rimutare

di continuo le cose di quaggiù, benché tu vadi a questo effetto per una strada e io per

un'altra.

Morte. In caso che tu non parli col tuo pensiero o con persona che tu abbi dentro alla strozza,

alza più la voce e scolpisci meglio le parole; che se mi vai borbottando tra' denti con quella

vocina da

ragnatelo, io t'intenderò domani, perché l'udito, se non sai, non mi serve meglio che la vista.

Moda. Benché sia contrario alla costumatezza, e in Francia non si usi di parlare per essere uditi, pure

perché

siamo sorelle, e tra noi possiamo fare senza troppi rispetti, parlerò come tu vuoi. Dico che la nostra natura

e

usanza comune è di rinnovare continuamente il mondo, ma tu fino da principio ti gittasti alle persone

e al

sangue; io mi contento per lo più delle barbe, dei capelli, degli abiti, delle masserizie, dei palazzi e di cose

tali.[…]abbruciacchiare le carni degli uomini con istampe roventi che io fo che essi v'improntino per

bellezza;

sformare le teste dei bambini con fasciature e

altri ingegni, mettendo per costume che tutti gli uomini del paese abbiano a portare il capo di una figura,

come ho

fatto in America e in Asia; storpiare la gente colle calzature snelle; chiuderle il fiato e fare che gli occhi le

scoppino dalla strettura dei bustini; e cento altre cose di questo andare. Anzi generalmente parlando, io

persuado e costringo tutti gli uomini […] consentendo di tremare dal freddo o affogare dal caldo secondo

che io

voglio, difendersi le spalle coi panni lani e il petto con quei di tela, e fare di ogni cosa a mio modo ancorché

sia con

loro danno.

Morte. In conclusione io ti credo che mi sii sorella e, se tu vuoi, l'ho per più certo della morte, senza che tu

me ne

cavila fede del parrocchiano.' Ma stando così ferma, io svengo; e però, se ti dà l'animo di corrermi allato, fa

di

non vi crepare, perch'io fuggo assai, e correndo mi potrai dire il tuo bisogno; se no, a contemplazione della

parentela, ti prometto, quando io muoia, di lasciarti tutta la mia roba, e rimanti col buon anno.

Moda. Se noi avessimo a correre insieme il palio, non so chi delle due si vincesse la prova, perché se tu

corri, io vo

meglio che di galoppo; e a stare in un luogo, se tu ne svieni, io me ne struggo. Sicché ripigliamo a

correre, e

correndo, come tu dici, parleremo dei casi nostri.

Morte. Sia con buon'ora. Dunque poiché tu sei nata dal corpo di mia madre, saria conveniente che tu mi

giovassi in

Moda. Già ti ho raccontate alcune delle opere mie che ti fanno molto profitto. Ma elle sono baie per

comparazione a queste che io ti vo' dire. A poco per volta, ma il più in questi ultimi tempi, io per

favorirti ho mandato in disuso e in dimenticanza le fatiche e gli esercizi che giovano al ben essere

corporale, e introdottone o recato in pregio innumerabili che abbattono il corpo in mille modi e

scorciano la vita. Oltre di questo ho messo nel mondo tali ordini e tali costumi, che la vita stessa,

così per rispetto del corpo come dell'animo, e più morta che viva; tanto che questo secolo si può

dire con verità che sia proprio il secolo della morte. E quando che anticamente tu non avevi altri

poderi che fosse e caverne, dove tu seminavi ossami e polverumi al buio, che sono semenze che non

fruttano; adesso hai terreni al sole; e genti che si muovono e che vanno attorno co' loro piedi, sono

roba, si può dire, di tua ragione libera, ancorché tu non le abbi mietute, anzi subito che elle nascono.

Di più, dove per l'addietro solevi essere odiata e vituperata, oggi per opera mia le cose sono

ridotte

in termine che chiunque ha intelletto ti pregia e loda, anteponendoti alla vita, e ti vuol tanto bene

che sempre ti chiama e ti volge gli occhi come alla sua maggiore speranza. Finalmente perch'io

vedeva che molti si erano vantati di volersi fare immortali, cioè non morire interi, perché una buona

parte di sé non ti sarebbe capitata sotto le mani, io quantunque sapessi che queste erano ciance, e

che quando costoro o altri vivessero nella memoria degli uomini, vivevano, come dire, da burla, e non

godevano della loro fama più che si patissero dell'umidità della sepoltura; a ogni modo intendendo

che questo negozio degl'immortali ti scottava, perché parea che ti scemasse l'onore e la

riputazione, ho levata via quest'usanza di cercare l'immortalità, ed anche di concederla in caso che pure

alcuno la meritasse. Di modo che al presente, chiunque si muoia, sta sicura che non ne resta un briciolo che

non sia morto, e che gli conviene andare subito sotterra tutto quanto, come un pesciolino che sia

trangugiato in un boccone con tutta la testa e le lische. Queste cose, che non sono poche né piccole, io mi

trovo aver fatte finora per amor tuo, volendo accrescere il tuo stato nella terra, com'è seguito. E per

quest'effetto sono disposta a far ogni giorno altrettanto e più; colla quale intenzione ti sono andata

cercando; e mi pare a proposito che noi per l'avanti non ci partiamo dal fianco l'una dell'altra, perché

stando sempre in compagnia, potremo consultare insieme secondo i casi, e prendere migliori partiti che

altrimenti, come anche mandarli meglio ad esecuzione.

Morte. Tu dici il vero, e così voglio che facciamo.

Italiano: Gabriele

D’Annunzio

“Volete sapere i miei

gusti sessuali?

Be’ a me piacciono tre

personalità:

gli uomini, le donne e

me stesso ”

Inglese: Oscar Wilde and “The

picture of Dorian Gray”

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Francese: “Coco Chanel: icône de

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Storia: Belle Époque

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Storia dell’Arte: Henri de Toulouse-

Lautrec

“Dipingo le cose come stanno.

Io non commento.

Io registro.”

Filosofia: Kant e la Critica del

Giudizio

“[…] bello è ciò che

produce piacere”

Latino: Petronio

“[…]Dunque viviamo, finché si può godere.”

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