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Introduzione Mille e una donna - Tesina
Questa tesina di maturità descrive la donna. La tesina permette vari collegamenti con le materie scolastiche: in Italiano Svevo e l'inetto al femminile, in Latino Tacito e le donne negli Annales, in Storia le partigiane, in Filosofia Hannah Arendt, in Inglese Virginia Woolf, in Matematica Maria Gaetana Agnesi, in Fisica Marie Curie e il ciclo di isteresi, in Storia dell'arte Klimt, "Le tre età della donna", in Geografia astronomica l'interno della terra.
Collegamenti
Mille e una donna - Tesina
Italiano - Svevo e l'inetto al femminile.
Latino - Tacito e le donne negli Annales.
Storia - Le partigiane.
Filosofia - Hannah Arendt.
Inglese - Virginia Woolf.
Matematica - Maria Gaetana Agnesi.
Fisica - Marie Curie e il ciclo di isteresi.
Storia dell'arte - Klimt, "Le tre età della donna".
Geografia astronomica - L'interno della terra.
LETTERATURA LATINA
Tacito • Le notizie su di lui non sono molte e quelle di cui
siamo a conoscenza ci sono date da Plinio il
Giovane, che fu con lui proconsole d’Asia.
• Nacque intorno al 55 d.C. a Terni secondo alcuni, a
Roma secondo altri, da una famiglia abbastanza
agiata.
• Compì studi di retorica e studi giuridici e intraprese
cursus honorum.
molto presto il
• Ricevette una notevole spinta verso la piena
affermazione professionale, politica e culturale dal
matrimonio con la figlia di Giulio Agricola.
• Ricevette numerosi incarichi fuori Roma ma fu costretto a rientrarvi a
seguito della misteriosa morte del suocero. A causa di quest’evento la
sua carriera rallentò notevolmente.
• Con l’avvento di Nerva egli diventò console supplente e
successivamente proconsole.
• Da questo momento in poi non si hanno di lui più notizie quindi si
presume si sia ritirato a vita privata fino alla morte avvenuta tra la fine
del principato di Traiano e l’inizio di quello di Adriano. 13
Le opere
“Historiae”:
Le opera storiografica che affronta l’analisi del periodo
dei Flavi.
“Annales”
Gli : opera storiografica che tratta gli eventi che
caratterizzarono il periodo che va dal principato di Tiberio al regno di
Nerone.
“Germania”:
La opera etnografica che descrive usi, costumi, abitudini
di vita e modelli di comportamento dei germani.
“Agricola”:
L’ monografia dedicata al suocero dopo la sua misteriosa
morte.
Gli “Annales”
“Dialogus de oratoribus”:
Il trattato in forma di dialogo sulla crisi
Annales
Gli probabilmente dovevano constare
dell’eloquenza.
di 16 o 18 libri ma non tutta l’opera ci è
pervenuta. Essa tratta del periodo che va dal
principato di Tiberio al regno di Nerone. In
quest’arco di tempo molte donne intrecciarono
le loro vite con il potere imperiale, nobili o
schiave che fossero, a cominciare dalla più
conosciuta, Valeria Messalina, passando per
Agrippina Minore, Claudia Ottavia, Sabina
Poppea e per finire, la liberta Atte. Busto di Nerone, esposto ai Musei
Capitolini 9
Le donne al potere: Messalina e altre
donne
Valeria Messalina
“La moglie, non appena lo vedeva addormentato,
spingendo la sua audacia di Augusta meretrice sino
a preferire una stuoia al talamo del Palatino […]
l'abbandonava scortata da una sola ancella.
Nascondendo la chioma scura sotto una parrucca
bionda, varcava la soglia di un lupanare […] dove
in una cella a lei riservata, col falso nome di
Licisca, si prostituiva ignuda, i capezzoli dorati,
offrendo il ventre che, generoso Britannico, un
tempo t'aveva portato.[…] Sfiancata dagli uomini,
ma non sazia ancora, se ne tornava a casa”
Valeria Messalina nacque a Roma, nel 25 d.C da Marco Valerio
dalla Satira VI, Giovenale)
(
Messalla e Domizia Lepida. A quattordici anni fu costretta
dall’imperatore Caligola a sposare il cinquantenne Claudio, cugino
della madre, dal quale ebbe due figli, Britannico e Ottavia. Alla morte
di Caligola, lei e suo marito furon0 proclamati imperatori. Giovane ed
inquieta, Messalina non amava molto la vita di corte; conduceva
invece un'esistenza trasgressiva e sregolata. Di lei si raccontarono le
10
storie più squallide: postriboli
una fra esse è quella che la vede prostituirsi nottetempo nei
sotto il falso nome di Licisca. Valeria Messalina ebbe moltissimi amanti
fino a quando si innamorò di Gaio Silio, il quale era già sposato. Gaio
Silio ripudiò la moglie e divenne l'amante di Messalina e, mentre
l'imperatore Claudio si trovava ad Ostia, durante una festa dionisiaca a
palazzo i due amanti "si sposarono" nel 48 d.C. Informato dal liberto
Narciso, Claudio,(forse timoroso che il rivale volesse succedergli sul
trono) decretò la morte dei due amanti. Mentre Gaio Silio non oppose
resistenza e chiese una morte rapida, Messalina si rifugiò negli “Horti
Lucullani” ( i giardini di Lucullo) presso la madre, dove fu raggiunta dal
potente liberto del marito e trafitta a morte.
Tacito, parla dell’imperatrice nell’undicesimo libro degli “Annales”, nel
capitolo 12 e nei capitoli dal 26 al 38 in cui descrive l’innamoramento
di Messalina per Silio, la loro bizzarra decisione di sposarsi e la fine dei
due amanti. Nei confronti di Messalina e del suo “matrimonio” con
Silio, Tacito, non mostra una atteggiamento di sdegno morale quanto
di incredulità e meraviglia; e tale atteggiamento non è affatto isolato:
anche la corte imperiale non manifesta veri e propri sentimenti di
sdegno, a predominare è la paura che l’amante di Messalina non miri
solo all’amore dell’imperatrice ma piuttosto al trono di Claudio. 11
Claudia Ottavia
Figlia dell’imperatore Claudio e della sua terza
moglie, Messalina, fu la prima moglie
dell’imperatore Nerone al quale venne data in
moglie per volere di Agrippina all’età di tredici
anni. Alla morte di Claudio, Nerone divenne
imperatore e mentre Nerone, guidato e controllato
da Seneca e Burro iniziava brillantemente la sua
vita pubblica come imperatore di Roma, Ottavia
non partecipò mai alla vita dissoluta del marito.
Bisogna ricordare che Nerone, sposato alla figlia di
Claudio per motivi politici e dinastici
« aborriva dalla moglie Ottavia, che pur era di nobile
stirpe e di specchiata onestà. »
Annales, XIII, 12,
(dagli
Con l’entrata, nella vita di Nerone, di Sabina Poppea, Ottavia si trovò
Tacito)
ripudiata e condannata all’esilio sull’isola di Pandataria con l’accusa più
infamante, quella di procurato aborto. Dopo pochi giorni Nerone ordinò
la sua morte.
Tacito guarda alla sfortunata prima moglie di Nerone con compassione,
ne evidenzia la grande nobiltà d’animo, la dignità con cui la principessa
vive la sua vita ritirata accanto all’imperatore Nerone, che non solo non
12
la ama ma addirittura la odia perché amata dal popolo e ostacolo al sua
« Per Ottavia, invece il giorno delle nozze aveva tenuto luogo di
funerale, era stata condotta in una casa dove nulla avrebbe avuto se
non lutti,: le erano stati strappati per veleno il padre e il fratello; aveva
visto una schiava più potente di lei e Poppea per null'altro divenuta
moglie di Nerone se non per portarle rovina; alla fine, aveva visto
contro di sé levarsi l'accusa più infame, più terribile di qualunque
morte. »
Annales,
(dagli XIV,63, Tacito)
Anche il commento alla tragica e crudele morte di Ottavia è molto
forte e non tace tutta l’indignazione e la denuncia dell’autore di fronte
alle atrocità commesse dall’imperatore
« Tutti coloro che le vicende di quei tempi conosceranno dalle opere
mie o da quelle d'altri ritengano per certo che, ogni volta che il
principe ordinò esili o stragi, furono rese grazie agli dei e che quelle
cerimonie che un tempo avevano caratterizzato fausti eventi ora
erano il segno di pubbliche sventure. Non tacerò, tuttavia, neppure
quelle deliberazioni del Senato che toccarono il fondo di ogni più
inaudita adulazione, o del più basso e tollerante servilismo »
Annales,
(dagli xiv, 64, Tacito) 13
Atte, la liberta liberta
Atte è stata una schiava di Nerone che - divenuta - prese,
gens Gens Claudia,
com'era costume, il nome della del patrono, la
diventando Claudia Atte.
Di lei non si conoscono le date di nascita e di morte ma
dal 55 al 68 d.C. la sua vita si intrecciò con quella dell'imperatore. Lo
storico Cassio Dione Cocceiano ne dà una breve presentazione nella
Storia Romana.
sua
« Atte era stata comprata in Asia ma, essendo stata prediletta da
Nerone, venne adottata nella famiglia di Attalo e fu da lui amata più
della moglie Ottavia. »
Tacito ce la descrive come una donna lussuriosa, “da nulla”, inserita
nella vita dell’imperatore solo per distoglierlo dall’insidiare la virtù
delle donne romane di rango nobiliare.
« mentre s'era insinuata profondamente nell'animo di Nerone,
eccitandone la lussuria con equivoche e segrete dissolutezze, una
donna da nulla che non poteva suscitare invidie da parte di nessuno e
che non era avversata nemmeno dai saggi amici del principe. »
(dagli Annales, XIII, 12, Tacito) 14
In realtà, nonostante ella non fosse di rango nobiliare, ebbe comunque un
grande ascendente sull’imperatore, gli fu amica fedele per tutta la vita e
fu da lui amata più di ogni altra moglie.
“[…] fu quasi sul punto di sposare Atte; una liberta, aveva persino corrotto
alcuni consolari perché giurassero che era di famiglia regale . »
Vite dei dodici Cesari (Vita di Nerone),
(da Svetonio)
Solo Tacito, decisamente contrario alla donna anche dopo decine di anni,
la accomuna alle nefandezze dell'imperatore, in pratica accusandola di
essere la causa delle depravazioni dell'amante:
« [...] mentre Nerone, legato da così lungo tempo ad Atte, concubina e
ancella, da tale concubinaggio servile non aveva tratto altro che abbietta
volgarità. »
Annales, XIII, 47,
(dagli Tacito)
Lo scrittore, inoltre, non si lascia sfuggire nessuna occasione per lanciare
una sferzata alla povera donna: infatti egli riporta un episodio in cui
Agrippina, nel tentativo di riprendere il potere, si offre al figlio ebbro. I
cortigiani notano tale atteggiamento e Seneca, non riuscendo a
controllare il principe 15
« ricorse all'aiuto di una donna contro i femminili adescamenti, e
mandò la liberta Atte che, preoccupata per il pericolo proprio e per
l'infamia di Nerone, si incaricò di riferire [...] che i soldati non
avrebbero certo tollerato l'impero di un principe incestuoso. »
Annales, XIV, 2,
(dagli Tacito)
Tacito condanna Atte in quanto l'intervento non è spontaneo ma
comandato dal filosofo e, peggio, accettato non per amore ma in
quanto "preoccupata per il pericolo proprio". In realtà è logico
supporre che una donna, dal rango sociale bassissimo, una liberta,
per quanto amante dell'imperatore, una volta soppiantata da
Dopo il matrimonio dell’imperatore con Poppea, Atte viene esiliata a
Poppea non potesse prendere molte iniziative.
Olbia ma per volontà di Nerone possiede vasti latifondi e una fabbrica
di laterizi. La sua importanza nella vita dell’imperatore è testimoniata
da un episodio, forse il più significativo: come descrive Svetonio, nel
68 d.C. Nerone muore, ormai rimasto solo. Ma una volta recuperato il
corpo
« Le sue nutrici Egloge e Alessandria e la concubina Atte deposero le
sue ceneri nel mausoleo funebre dei Domizi che si vede ergersi dal
Campo Marzio sul colle dei Giardini. »
Vite dei dodici cesari (Vita di Nerone)
(da Svetonio)
16
STORIA
Un esempio di coraggio e spirito di sacrificio:
le partigiane
“Vogliano le donne felici dei tempi a venire
rivolgere il pensiero alle umiliazioni delle
donne che le precedettero nella vita, e
ricordare con qualche gratitudine i nomi di
quelle che loro apersero e prepararono la via
alla non mai prima goduta, forse appena
sognata felicità” Cristina Trivulzio di Belgiojoso
Quando si parla del periodo nazifascista e
della Resistenza partigiana, si pensa subito a
un periodo in
cui gruppi di uomini, appartenenti a movimenti politici e militari,
dopo l’armistizio firmato a Cassibile l’8 settembre 1943, si
opponevano al regime nazifascista nell’ambito della guerra di
liberazione italiana. Uomini. Nessuno fa caso, o si ricorda, che in
quella guerra molte donne imbracciarono il fucile, a fianco dei loro
mariti o solamente per seguire un ideale; molte di loro furono
addirittura catturate, torturate, fucilate, altre invece festeggiarono
insieme ai compagni l’avvenuta liberazione dell’Italia dal Fascismo e 17
altre ancora, come Nilde Iotti e Lina Merlin riuscirono a ricoprire
Storia delle donne nella
Resistenza italiana
Le donne nella Resistenza
Italiana rappresentarono una componente
fondamentale per il
movimento partigiano nella lotta contro
il nazifascismo. Esse lasciarono i loro ruoli di
donne e di madri e lottarono per riconquistare
la libertà e la giustizia del proprio paese
ricoprendo funzioni di primaria importanza.
Le donne che parteciparono
alla Resistenza, facevano
parte di organizzazioni come
i Gruppi di Azione
Patriottica (GAP) e le
Squadre di Azione Patriottica (SAP), e inoltre,
fondarono dei Gruppi di Difesa della Donna, "aperti a
tutte le donne di ogni ceto sociale e di ogni fede
politica o religiosa, che volessero partecipare