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Sintesi
Introduzione Michele Ferrero, tesina


La vita e il lavoro di michele ferrero fanno da filo conduttore per il collegamento di tutte le materie.

Collegamenti


italiano-Montale e confronto con Leopardi
storia-il 2 dopoguerra
geografia-Brasile
scienze-energia
tecnica-alimentazione
ed.fisica-alimentazione dell?atleta
inglese-pubblicità
spagnolo-la musica
storia dell'arte-poop art e Andy Warhol
religione-la carità cristiana
Estratto del documento

ORGOGLIO

MICHELE FERRERO ITALIANO

di Carlotta Coppola

TECNICA

Alimentazione SCIENZE

Energia ARTE

Pop Art -

INGLESE Andy Warhol

La pubblicità ORGOGLIO ITALIANO

EDUCAZIONE RELIGIONE

FERRERO MICHEL

MICHELE

FISICA Fondazione Ferrero

Alimentazione FERRERO Carità Cristiana

dell’Atleta MAD(e)IN ITALY

STORIA

Dopoguerra in Italia -

Nascita della GEOGRAFIA

Televisione Brasile

ITALIANO

Montale - SPAGNOLO

Leopardi Musica

L’esempio di Michele Ferrero che da giovane passò i primi anni a farsi le ossa

sul campo prima di diventare, grazie alla sua inventiva eccezionale, il padre di

una multinazionale è una realtà che fa onore all’Italia e che incita noi adulti di

domani ad avere coraggio, a nutrire grandi idee, ad avere la volontà di

costruire qualcosa di giusto con la semplicità che ci ha contraddistinto da

bambini e deve accompagnarci per tutta la vita. Michele Ferrero insegna che

con ostinazione e coraggio si può costruire qualcosa di positivo, basta volerlo.

Michele Ferrero è stato un simbolo del made in Italy, un ambasciatore di

inventiva, un imprenditore che ha coniugato genialità e modernità, tradizione e

innovazione, guidando con coraggio una multinazionale che ci ha reso fieri nel

mondo di essere italiani. Ferrero ha saputo unire la ricerca della qualità

dell’imprenditore di successo ad un’umanità che è tipica dei grandi uomini, di

chi non dimentica le radici. (Lorenzin, Ministro della Salute )

MICHELE FERRERO: UN

DOLCE IMPERO

Nasce nel 1925 a Dogliani

Figlio di pasticcieri, collabora con i familiari fino a prendere le redini dell’impero di famiglia.

Negli anni Sessanta, sotto la sua egida i marchi quali Nutella e Kinder Cioccolato, diventano

famosissimi. Negli stessi anni l'Azienda Ferrero apre nuovi stabilimenti, tra cui quello più

famoso in Germania , dove si produce il famoso Mon Cheri. Si pensa anche all'apertura al

mercato statunitense.

Negli anni Settanta la "ditta" di Michele, grazie ad un sempre maggior utilizzo del canale

pubblicitario televisivo, consolida la propria posizione quale leader di mercato, diventa uno dei

maggiori sponsor nel corso di grosse manifestazioni sportive.

Prodotti quali il già citato Mon Cheri, Ferrero Rocher, Pocket Coffe, Kinder Brioss, Estathe, ecc

sono ormai famosissimi e non hanno bisogno di nessuna presentazione.

Carlo Azeglio Ciampi, allora Presidente della Repubblica Italiana, il giorno 2 giugno 2005,

conferisce all'imprenditore il titolo Cavaliere di Gran Croce, per il suo impegno civile e sociale.

Michele Ferrero risulta il più ricco uomo italiano. Nell'aprile del 2011 perde il figlio Pietro,

morto prematuramente in Sudafrica all'età di 48 anni.

Michele Ferrero muore all'età di 89 anni il 14 febbraio 2015.

IL SECONDO DOPOGUERRA

Michele Ferrero ha saputo trasformare il piccolo laboratorio del

padre Pietro in una multinazionale con 20 stabilimenti e oltre 30.000

collaboratori in 53 paesi.

Costretto a prendere le redini della ditta di famiglia, lavora nel

piccolo laboratorio nato per creare dolci buoni ad un prezzo

conveniente anche per le tasche di operai e contadini nei tempi

difficili del secondo Dopoguerra.

LA SOCIETA’ DEI CONSUMI:

L’ECONOMIA NEL SECONDO DOPOGUERRA

- LA RICOSTRUZIONE ECONOMICA NEL SECONDO DOPOGUERRA

- L’AVVENTO DEL CONSUMISMO NELLA SOCIETA’ DI MASSA

- IL MODELLO AMERICANO

Mentre Ferrero era alle prese con l’azienda di famiglia, l’Italia si apriva ad un universo

culturale senza confini

LETTERATURA ITALIANA NEL DOPOGUERRA

La seconda Guerra mondiale e la Resistenza determinarono un diverso clima culturale. Gli anni del dopoguerra sono

caratterizzati dal neorealismo, che espresse una forte istanza etico-civile per la rifondazione della società e dei suoi valori.

Alla letteratura di lingua inglese guardava anche Beppe Fenoglio, lo scrittore più creativo anche sul piano linguistico. Numerosi

sono i memorialisti e i narratori del neorealismo: Ignazio Silone, Carlo Levi, Francesco Jovine, Vasco Pratolini.

Oltre il neorealismo si dilata una grande “nebulosa narrativa”, che ingloba nomi importanti: Carlo Cassola, Giorgio Bassani,

Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Alberto Moravia Primo Levi Leonardo Sciascia, Mario Soldati.

A costoro vanno aggiunti i nomi di scrittrici di primo piano. Anzitutto Elsa Morante, Lalla Romano e Anna Maria Ortese.

Alla fine di questo elenco spicca il nome di Italo Calvino, la cui opera, iniziata all’insegna del neorealismo, arrivò a esplorare

nuovi territori letterari, dalla fantascienza alla letteratura come gioco combinatorio.

La ricerca sperimentale degli anni Cinquanta e l’esperienza della neoavanguardia registra alcune tappe importanti: lo

sperimentalismo di riviste come “Officina” (1955-1959) e “Il Menabò” (1959-1967); Pier Paolo Pasolini, poeta, narratore e

cineasta,

Quanto alla lirica, si costruì una ricca e complessa situazione che la critica ha cercato di dipanare individuando una “linea

sabiana”, in cui prevalgono un rapporto più diretto con le cose e un linguaggio più tradizionale, e una “linea novecentista”, più

modernizzante e tendenzialmente ermetica, che fa capo a Ungaretti e Montale.

MONTALE

Montale nasce a Genova il 12 ottobre 1896, in una famiglia agiata. Dopo essersi diplomato ragioniere nel 1915, comincia a lavorare nella ditta

paterna .

Con lo scoppio della Prima guerra mondiale, Montale viene arruolato nel 1917.

Congedatosi nel 1920, frequenta artisti e letterati e riprende lo studio del canto. Comincia a scrivere articoli di letteratura. Escono intanto le

sue prime poesie e in quello stesso anno esce il suo primo volume di versi, Ossi di seppia.

Si trasferisce nel 1927 a Firenze.

Sul piano letterario, sono anni fecondi e pieni d’incontri per Montale.

Nel dicembre del 1938 Montale viene licenziato dal Vieusseux perché non iscritto al partito fascista; si guadagna allora da vivere come

traduttore di scrittori stranieri (Shakespeare, Eliot, Cervantes). Nel 1939 esce a stampa il suo secondo libro di versi, dal titolo Le occasioni.

Trascorre gli anni della Seconda guerra mondiale a Genova, tra molte difficoltà e ospitando anche amici profughi (Umberto Saba, Carlo Levi e

altri). Nel 1943 esce a Lugano, in edizione semiclandestina, La bufera e altro (1956). Nel 1945 aderisce al Partito d’azione, di orientamento

antifascista, laico e repubblicano.

Dal 1946 Montale comincia a collaborare in qualità di critico musicale al Corriere d’informazione. Due anni dopo prende a scrivere sul Corriere

della Sera; il suo primo articolo è un prestigioso editoriale sulla morte di Gandhi. Nel 1951 si trasferisce stabilmente a Milano: nella redazione

del Corriere divide la sua stanza con Indro Montanelli.

Nel 1956 esce il suo terzo libro di versi, La bufera e altro, seguito dalle prose poetiche della Farfalla di Dinard. A quest’epoca risale l’amicizia

con la poetessa Maria Luisa Spaziani, da lui cantata con lo pseudonimo della Volpe. Nel 1963 sposa con doppio rito, religioso e civile, Drusilla,

che però pochi mesi dopo muore, in seguito a una caduta accidentale.

Nel 1967 il presidente della Repubblica Saragat nomina Montale senatore a vita per i suoi altissimi meriti nel campo letterario e artistico.

La società italiana è attraversata, in quegli anni, dal boom economico, dalla diffusione dei mass-media ma anche dal fenomeno della

contestazione giovanile: Montale guarda con ironia e amarezza al mondo massificato che lo circonda e nel quale la poesia sembra avere perduto

il proprio ruolo. Nel 1975 ottiene il premio Nobel per la letteratura, quinto italiano dopo Carducci (1906), Grazia Deledda (1926), Pirandello

(1934) e Quasimodo (1959). Nel dicembre 1980 l’editore Einaudi pubblica l’edizione critica di tutte le sue poesie. Montale muore a Milano nel

1981. MERIGGIARE PALLIDO E ASSORTO

Meriggiare pallido e assorto

presso un rovente muro d'orto,

ascoltare tra i pruni e gli sterpi

schiocchi di merli, frusci di serpi

Nelle crepe del suolo o su la veccia

spiar le file di rosse formiche

ch'ora si rompono ed ora s'intrecciano

a sommo di minuscole biche.

Osservare tra frondi il palpitare

lontano di scaglie di mare,

mentre si levano tremoli scricchi

di cicale dai calvi picchi.

E andando nel sole che abbagliasentire con triste meraviglia

com'è tutta la vita e il suo travaglio

in questo seguitare una muraglia

che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.

COMMENTO È una poesia giovanile (1916) di Montale poi passata negli Ossi di Seppia di

cui rappresenta, con molta chiarezza, la tematica di fondo. I versi evidenziano quella

riviera ligure di Monte Rosso, divenuta testimonianza del male di vivere col suo

paesaggio e le povere creature di una natura arsa dal sole. È' stata scritta in un afoso

pomeriggio estivo, dove il poeta trascorreva le ore più calde in un piccolo giardino

osservando le piccole cose che lo circondavano. Il tema montaliano della vita come

cammino assurdo lungo un itinerario di dolore che mai rivela la sua finalità, come un

destino ostile irto di invalicabili "cocci di bottiglia" si offre, nell'ultima strofa, con

immemorabile incisività. La muraglia della poesia, lungo la quale l'uomo cammina

rasente, simboleggia la vita. Invece i cocci di bottiglia impediscono di guardare al di là

del muro, per trovare qualcosa che giustifichi la vita stessa. Vi è anche la metafora

delle formiche che vanno avanti e indietro senza una meta e rappresentano la routine

priva di senso dell'uomo (biche: è il termine utilizzato per sancire il parallelo tra regno

umano e animale). Il mare, che scorgiamo tra le fronde, rappresenta la libertà, la

possibilità e la verità.

In principio erano i pani di giandujot, il cioccolato dei poveri,

una specie di gianduiotto da tagliare a fette. Fu un successo

travolgente, nulla però a confronto con quello della Nutella,

che l’anno scorso ha festeggiato i suoi 50 anni. Un giandujot

ridotto a crema dal sole dei mesi caldi, diventato in seguito un

vero fenomeno. “Se non saremo qualcuno in Europa, non

saremo niente neanche in Italia “, diceva nel ’50 quando la sua

azienda sbarcò in Germania. Un trampolino verso il resto del

mondo conquistato poco per volta, idee geniali abbinate

sempre all’attenzione per i valori umani, per il rispetto della

sua terra d’origine e dei suoi dipendenti, per i quali arriva ad

acquistare appartamenti in Liguria per mandarli in vacanza.

CARITA’ CRISTIANA

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Desiderate ardentemente i doni maggiori. E ora vi mostrerò una via che é la via per eccellenza:

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