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Fisica: impulso elettrico;
Matematica: La corrente come derivata;
Filosofia: Sigmund Freud;
Italiano: Italo Svevo (La coscienza di Zeno);
Inglese: James Joyce (Interior monologue and Ulysses);
Arte: Salvador Dalì (Surrealismo);
Storia: regimi totalitari;
Latino: Seneca (il Sapiens).
Sistema Nervoso: 3.Matematica
La derivata per definizione corrisponde al lim h->0 ∆y/∆x più precisamente al lim h->0 f(c+h) - f(c)/h.
Se della corrente conosciamo q(t), la quantità di carica legata al tempo, per ottenere l’intensità di corrente
media relativa ad una quantità di carica ∆q passante in un intervallo di tempo ∆t, calcoliamo:
c = t;
I = ∆q/∆t = q(t+∆t) – q(t)/∆t
m h = ∆t(incremento);
f(..) = q(..).
I è il rapporto incrementale della quantità di carica in funzione del tempo.
m
Quindi passando al limite del rapporto incrementale con ∆t che tenderà a 0 otteniamo l’intensità di corrente
che circola nel conduttore all’istante t:
I ∆q/∆t = q(t + ∆t) – t/∆t = q’(t)
lim lim ∆t->0
ist = ∆t->0
L‘intensità di corrente è la derivata della quantità di carica in funzione del tempo.
MATEMATICA
Sistema Nervoso: 1,2. Chimica
Al termine del suo percorso, l’impulso nervoso che si propaga lungo l’assone fino a raggiungere i dentriti
necessita di comunicare con il neurone adiacente, o ad esempio con il tessuto muscolare in cui fa
destinazione.
Il fenomeno nel quale avviene questa “connessione” viene definito sinapsi.
Come stabilito precedentemente esistono due tipi di sinapsi:
Sinapsi chimica
Sinapsi elettrica
Sinapsi chimica
Una sinapsi chimica è formata da tre elementi: il terminale presinaptico, o bottone sinaptico, spazio
sinaptico e membrana post-sinaptica. Il terminale presinaptico è una area specializzata, nell'assone del
neurone presinaptico (il neurone portatore del messaggio), che contiene neurotrasmettitori incapsulati in
piccole sfere chiamate vescicole sinaptiche. Il terminale presinaptico include la membrana pre-sinaptica,
che è quella porzione della sua membrana che controlla il rilascio del neurotrasmettitore nello spazio
sinaptico. Qui il neurotrasmettitore, attraversando lo spazio sinaptico, entra in contatto con la membrana
postsinaptica ove sono presenti specifici recettori o canali ionici. Il neurotrasmettitore in eccesso viene
riassorbito nella membrana presinaptica (ricaptazione), o scisso in parti inerti da un apposito enzima.
Sinapsi elettrica
Nella sinapsi elettrica, una cellula stimolabile ed un neurone sono tra loro connesse mediante una
giunzione comunicante detta anche gap junction. Le giunzioni comunicanti consentono il rapporto tra
cellule per passaggio diretto di correnti elettriche da una cellula all’altra, quindi non si verificano ritardi
sinaptici. In genere le sinapsi elettriche, al contrario di quelle chimiche, consentono la conduzione in
entrambe le direzioni. Esistono anche sinapsi elettriche che conducono preferenzialmente in una
direzione piuttosto che nell’altra: questa proprietà prende il nome di rettificazione. Le sinapsi elettriche
sono particolarmente adatte per riflessi (dette anche azioni riflesse) in cui sia necessaria una rapida
trasmissione tra cellule, ovvero quando sia richiesta una risposta sincronica da parte di un numero
elevato di neuroni, come ad esempio nelle risposte di attacco o di fuga. Le particelle intermembranarie
delle giunzioni comunicanti sono costituite da 6 subunità che circondano un canale centrale. Le 6
subunità sono disposte ad esagono e formano una struttura chiamata "connessone". Ciascuna subunità
è formata da una singola proteina, la connessina. Attraverso i connessoni passano molecole, soluzioni
idrosolubili e ioni il cui passaggio determina una corrente elettrica.
Freud : medico della mente
I risultati riguardo il voler conoscere la nostra mente non vengono ottenuti solamente in campo
scientifico. Anche altri personaggi furono famosi in seguito alle loro teorie e alle loro pratiche riguardanti
la mente umana, ovviamente il più importante è Sigmund Feud.
Egli sosteneva che studiare la mente e le malattie mentali da un punto di vista puramente neurologico
non bastava e non avrebbe portato a nessuna soluzione per i malati. Freud si interessò molto a questi
studi: sviluppò nuove tecniche per la cura e ipotizzò nuove possibili cause fondando una nuova
scienza: la psicoanalisi.
Essa vede la psiche umana come una campo di forza contrastanti: il motore della vita è la pulsione, un
fenomeno al limite tra psichico e somatico, che ci condanna in uno stato di costante inquietudine.
Rimaniamo così sospesi tra un principio del piacere e un principio della realtà. Il primo segue la
richiesta della pulsioni, il secondo le censura, autoconservando l’individuo nella società ed impedendoci
quindi di seguire la violenza e la nostra natura selvaggia. Quando ciò che si prova, si vive o si desidera
è inadeguato per la società viene rimosso inconsciamente e posto, appunto, nell’inconscio.
A questo punto, Freud elabora due descrizioni della mente, dette topiche perchè rappresentate
attraverso luoghi psichici ben distinti:
Nella prima topica si fa distinzione di tre livelli:
• Conscio, questo è soltanto una piccola parte della psiche e rappresenta l’apparenza visibile;
• Preconscio, costituito dall’insieme di ricordi ed esperienze solo momentaneamente
inconsapevoli, ma che possono essere riportati alla coscienza con uno sforzo di attenzione;
• Inconscio, comprende gli elementi completamente defilati dalla coscienza, mantenuti
in tale posizione da una barriera detta rimozione.
È la rimozione che si tenta di superare con la cura psicoanalitica per riportare alla coscienza gli episodi
che hanno provocato dei traumi mentali.
Freud introdusse, infatti, la talking cure ("la cura del parlare"), ovvero lasciava che i pazienti,
opportunamente rilassati e distesi comodamente su un divano, dessero libero sfogo alle parole e al
flusso delle proprie idee, tentando di vincere l'azione di censura delle tradizioni, della morale.
Importante per tale lavoro di recupero del trauma era un certo rapporto di amore ed odio che si
instaurava tra paziente e medico (il transfert, ovvero il vincolo emotivo): lungi da costituire un ostacolo
alla terapia, Freud riteneva un certo grado di transfert essenziale per la guarigione del paziente.
Nella seconda topica non distingue delle zone ma tre istanze:
• Es, la forza pulsionale alla base della personalità, principio istintuale;
• Super-io, coscienza morale, è l’insieme di norme dettate dalla famiglia e dalla società che vanno ad
incidere sui comportamenti di un individuo;
• Io, la sezione adibita al creare equilibrio tra Es e Super-io, funge quindi da “moderatore” della psiche.
Se l’Io non è abbastanza forte da contrastare Es e Super-io si possono manifestare dolori fisici o
sintomi nevrotici.
Nel clima di positivismo fortemente presente fino a quegli anni, si era finiti col dare alla scienza non
solo un ruolo predominante, ma esclusivo nell’interpretazione del mondo, della società, della storia e
dell’individuo stesso. La nuova “scienza” freudiana, invece, propone una visione dell’uomo come il
risultato di dinamiche inconsce e quindi non direttamente controllabili dalla ragione. Freud afferma che
si potrebbe vedere la psicoanalisi come la terza ferita all’orgoglio umano: la prima fu quella inferta da
Copernico con la teoria eliocentrica e la seconda quella di Darwin con la teoria evoluzionistica.
Purtroppo le critiche arrivarono anche per quanto riguarda le sue teorie sulla sessualità infantile che,
come possiamo immaginare, in una società come quella descritta non potevano che creare sgomento e
indignazione. (ITALIANO)
Italo Svevo : Viaggio attraverso “La Coscienza di zeno”
Una critica molto famosa, Freud, la ricevette da uno dei più grandi scrittori del ‘900: Italo Svevo. Egli,
nel suo romanzo, “La coscienza di Zeno”, ed in particolare nell’ultimo capitolo, si scaglia contro di lui e
contro la tecnica psicoanalitica utilizzata come cura. Essa, infatti, non è per niente riuscita a guarire il
protagonista Zeno Cosini.
Il libro è, infatti, una prescrizione data da un certo dottor S. a Zeno in preparazione alla sua cura e in cui
egli deve raccontare la sua vita, ma che alla fine diventa una invettiva contro il dottore.
Svevo ritiene la psicoanalisi una tecnica più utile agli scrittori piuttosto che ai medici e a sottolineare
questa sua avversione vi sono molti avvenimenti, tematiche e stratagemmi all’interno del libro.
Innanzitutto l’iniziale scelta per il nome del dottore è un chiaro riferimento a Sigmund Freud.
In secondo luogo viene evidenziato in fatto che questa preparazione imposta dal dottore sia già di per
sé inutile. Nel preambolo del libro, infatti, Zeno dichiara apertamente sia di aver scritto delle cose non
vere sia di aver consultato un manuale di psicoanalisi prima di farlo. Questo ultimo particolare denota
subito il carattere indocile del paziente che è desideroso di usurpare il ruolo del medico
nell’interpretazione dei fatti della propria vita. Tendenza che si evidenzia anche nell’organizzazione
dell’autobiografia dove Zeno imposta già dei capitoli tematici, dando così precedenza ad alcuni fatti e
non ad altri, compito che spetterebbe al medico. Il fatto che vi siano sia verità sia bugie è, per Svevo,
una caratteristica intrinseca nella scrittura stessa. Il dover ricordare e scrivere eventi passati, poi,
cambia irrimediabilmente gli stessi perché rivissuti con l’io attuale e non con quello passato; essi non
potranno mai essere gli stessi di allora. Svevo ritiene inoltre che «raccontiamo con predilezione tutte le
cose per le quali abbiamo pronta la frase ed evitiamo quelle che ci obbligherebbero a ricorrere al
dizionario». Ciò significa che scrivendo della sua vita ha omesso ciò che gli era difficile spiegare.
Insomma «la nostra vita avrebbe tutto un altro aspetto se fosse detta nel nostro dialetto».
All’interno dell’ultimo capitolo del libro vi è anche la dichiarazione di Zeno di essere perfettamente sano
e di essere guarito grazie alla sua vantaggiosa situazione economica. Essa deriva da guadagni che
sfruttano la tragica situazione di guerra in cui si trova l’Italia. Quindi la malattia è solo una convinzione
delle nostra mente e deriva dal fatto che siamo consapevoli della nostra vita; se i “sani” si guardassero
attentamente allo specchio diventerebbero malati.
Zeno, inetto per natura, è un vinto consapevole ma senza grandezza, poiché inettitudine esculde il
combattere. Questa condizione, per Svevo, ha origine storiche infatti da come si comprende dalla parte
finale del romanzo la società è ormai inquinata alle radici. Questo ci serve a comprendere l’epoca che
ispiro l’autore alla formazione dei suoi personaggi (nitti, bretani, cosini), siamo di fronte ad una società
traumatizzata, svuotata dagli venti catastrofici che l’hanno preceduta. Svevo vede ormai una società
condannata dagli eventi; l’unica via di fuga da questa condanna è l’acquisizione della coscienza, nella
consapevolezza della mente umana, laddove ci si sappia adattare, come zeno, alla propria inettitudine.
Le uniche vie di salvezza sono dunque l’autocoscienza e l’ironia, caratteristiche che possiede zeno e
che lo distingue dai personaggi delle opere precendenti di Svevo. Proprio nella lucidità della
consapevolezza della sua situazione sta la profondità psicologica ed esistenziale di Zeno Cosini e
dell’obbiettivo sveviano di rappresentare la società.
Tra le innovazioni portate nel campo letterario italiano dalle opere di Svevo ve n’è una fondamentale
che muta completamente il classico metodo di rappresentazione dei personaggi, dal piano oggettivo del
narratore si passa al piamo soggettivo del protagonista che dice “IO”. Questa particolare tecnica viene
tradotta da Svevo dal suo principale artefice James Joyce, e prende il nome di monologo interiore.
(INGLESE) James joyce’s Ulysses
ITALIANO
The innovation in the modern english literature by Joyce is the Direct interior monologue, which
refers to the direct presentation of a character’s stream of consciousness without the guiding presence
of an author or narrator. This technique is also used by another important author, Virginia woolf, but her