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Sintesi
Filosofia - Sigmund Freud
Italiano - L'inetto di Svevo
Letteratura inglese - James Joyce (Eveline e la paralisi)
Storia dell'arte - Ritratti di alienati di Theodore Gericault
Estratto del documento

INTRODUZIONE

L’intento di questa trattazione è quello di prendere in esame vari aspetti dello studio

della mente umana nei secoli ‘800 e ‘900, analizzando la suite “Six Degrees Of Inner

Turbulence” del gruppo progressive metal Dream Theater. Verranno infatti messe a

confronto personalità che, negli ultimi due secoli, hanno espresso con il loro pensiero

e la loro produzione artistica o letteraria la propria visione riguardo la condizione

umana, esaminandone spesso i casi più drastici.

La scelta di analizzare quest’opera nasce, oltre che dalla sua grande bellezza musicale

e testuale, dalla mia curiosità riguardo il tema della malattia mentale e dalla mia

generale passione per il rock e il metal, in particolare il progressive metal, genere del

quale i Dream Theater sono i più importanti esponenti.

Questo genere, nato nella seconda metà degli anni ’80, è una commistione tra heavy

metal e progressive rock. Le sue caratteristiche sono: virtuosismo ed elevata capacità

tecnica degli strumentisti (generalmente chitarrista, bassista, batterista e tastierista);

durata dei brani quasi sempre superiore ai 4-5 minuti medi, che può toccare punte di

10, 30 o perfino 42 minuti (tale è appunto la durata della suite “Six Degrees Of Inner

Turbulence); utilizzo molto frequente di tempi dispari; voce pulita e di registro alto.

Tutte queste sono quindi peculiarità dei Dream Theater, nati a Boston nel 1985 e

formati dal chitarrista John Petrucci, dal bassista John Myung, dal tastierista Jordan

Rudess, dal cantante James LaBrie e, oggi, dal batterista Mike Mangini (dal 1985 al

2009 il batterista è stato Mike Portnoy). Sono annoverati tra i fondatori del

progressive metal, e grazie alla loro vasta produzione discografica (16 album),

vantano una vendita di oltre 10 milioni di dischi in tutto il mondo.

SIX DEGREES OF INNER TURBULENCE

“Six Degrees Of Inner Turbulence” (“Sei gradi di turbolenza interna”) è la title track

dell'omonimo doppio cd dei Dream Theater, uscito nel 2002. Tale brano è una suite

(cioè un insieme di brani, detti movimenti, correlati e pensati per essere suonati e

ascoltati in successione) di 42 minuti, che occupa interamente il secondo cd

dell'album. Il riferimento al numero "sei" è accentuato dal fatto che tale canzone sia

la sesta traccia del sesto disco del gruppo. Inoltre, una pagina del booklet riporta la

struttura muscolare di una mano che presenta sei dita.

Questa suite è il più lungo brano mai inciso dai Dream Theater. Secondo la volontà

di Mike Portnoy, doveva essere composta da un'unica traccia, in modo da essere

percepita come una singola canzone, situazione già avvenuta con A Change Of

Seasons (suite del 1995 della durata di 23 minuti). Tuttavia, lo stesso Portnoy ha

deciso, per facilitarne l’ascolto, di suddividerne in tracce separate i vari movimenti

interni. Per rendere maggiormente l'idea di un'opera, la prima e l'ultima traccia sono

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state chiamate "Overture" ("apertura" o "approccio") e "Grand Finale", come accade

nelle opere liriche.

Il testo della canzone esplora le storie di sei persone affette da sei differenti malattie

mentali. Il titolo è un riferimento alla teoria dei sei gradi di separazione (six degrees

of separation), secondo la quale qualunque persona può essere collegata ad un’altra

attraverso una catena di conoscenze con non più di cinque intermediari (il

riferimento è colto maggiormente dalle persone di lingua inglese). Anche se il

riferimento a tale teoria si ferma solo al titolo, sembra comunque che il gruppo voglia

proporre l’ipotesi secondo cui le storie di queste persone, completamente diverse e

indipendenti, possono essere ricondotte ad un unico discorso. Per comprendere

meglio l’intento del gruppo è necessario analizzare però nel dettaglio ognuno degli

otto movimenti della suite.

ANALISI DELLA SUITE

I. Overture

È un’introduzione strumentale che, esattamente come le ouverture operistiche,

presenta tutti i temi musicali dei vari movimenti, anche se in maniera leggermente

diversa da come questi verranno riproposti poi nelle rispettive tracce. Tale ouverture

non è mai stata eseguita dal vivo. Probabilmente questo è dovuto alle numerose

sovraincisioni di chitarre e tastiere (che rendono impossibile un'esecuzione accurata

con i soli quattro musicisti), ma anche per via della maestosità della traccia, che rende

molto più spettacolare l'ingresso della band sul palco. Pertanto, in live, “Overture”

viene riprodotta da un'intro tape registrata oppure, come nel concerto “Score” (in

occasione del ventennio di carriera della band), è eseguita interamente da

un'orchestra.

•II. About To Crash = Sul punto di crollare

La traccia racconta la vicenda di una ragazza affetta da una delle malattie mentali più

note: il disordine bipolare, conosciuto anche come psicosi maniaco-depressiva.

Questo disturbo è solitamente caratterizzato da un'alternanza fra l’eccitamento

dell'attività psichica, (la fase maniacale) e la sua inibizione (la fase depressiva). Dal

testo si evincono chiaramente sia la prima («She can't stop pacing / She never felt so

alive» = «Non può fermare lo stimolo / Non si è mai sentita così viva») che la seconda

delle due fasi («She helplessly stands by / It’s meaningless to try / All she wants to do

is cry» = «Lei sta a guardare indifesa / Non ha significato provarci / Tutto ciò che

vuole fare è piangere»). Di queste è maggiormente trattata la fase depressiva. Si riesce

inoltre a desumere la presenza di un ragazzo, o forse del padre stesso della ragazza,

che la guarda e la osserva nella sua malattia («And when she falls out of the sky /

He’ll be standing by» = «E quando lei cade dal cielo / Lui starà a guardare»). PAGINA 3

•III. War Inside My Head = Guerra dentro la mia testa

Il protagonista di questa traccia soffre di un disturbo post-traumatico da stress, cioè

un insieme di forti sofferenze psicologiche legate a un violento evento traumatico o

catastrofico. Questo disturbo è denominato anche nevrosi da guerra. L’uomo è infatti

un reduce di guerra, probabilmente del Vietnam, dato il riferimento al napalm

(«napalm showers» = «docce di napalm»), che non riesce a liberare la mente dalle

immagini e dai rumori del conflitto («Hearing voices from miles away» ... «Waging

a war inside my head» = «Sento voci lontane miglia e miglia» … «Dichiarando una

guerra nella mia testa»), e che crede quindi di essere ancora sul campo di battaglia.

Oltre alla pazzia dell’ex soldato, il testo riporta anche quello che era l’atroce compito

dei soldati in Vietnam: «Years and years / Of bloodshed and warfare / Our mission

was only to get in and kill» = «Anni e anni / Di sangue versato e guerriglia / La nostra

missione era solo quella di entrare ed uccidere».

•IV. The Test That Stumped Them All = Il test che li ha sbalorditi tutti

Il protagonista di questo movimento, rinchiuso in un manicomio, soffre di

schizofrenia, una malattia che provoca allucinazioni (la maggior parte delle quali

uditive), deliri (spesso di natura bizzarra o persecutoria), disordine nel pensiero e nel

linguaggio, difficoltà emotive, l’abbandono della vita sociale e altre difficoltà

comportamentali. Il malato in questo caso è convinto di essere una rockstar di

successo o di esserlo stato, come è evidente dalle prime strofe («Random blinding

flashes / Aiming at the stage / Intro tape begins to roll / Igniting sonic rage» =

«Casuali flash accecanti / Mirano sul palco / Il nastro d’introduzione inizia a scorrere

/ Iniettando una furia sonica»), e pensa che i medici in realtà lo stiano usando come

cavia. Questi ultimi sembrano in ogni caso più interessati a venire a capo dei propri

dubbi sulla sua malattia («We cannot just let him leave here / And put all this work

to waste» = «Non possiamo solamente lasciarlo qua / E sprecare tutto questo lavoro»)

che non a curarlo effettivamente.

•V. Goodnight Kiss = Bacio della buonanotte

Il testo della traccia parla di una donna che soffre di depressione per la perdita del

suo bambino («Are you lonely without mommy's love? [...] I'm so lonely without

baby's love» = «Sei solo senza l’amore della mamma? […] Sono così sola senza l’amore

del bambino»). Il piccolo è probabilmente morto subito dopo il parto. La donna è per

questo combattuta dal dubbio che la perdita del bambino sia colpa sua («my tainted

blood's still the same» = «il mio sangue macchiato è sempre lo stesso»), o causa dei

medici («Those bastard doctors are gonna pay» = «Quei dottori bastardi la

pagheranno»). Alcuni suoni alla fine della traccia, infatti, come il pianto di un

bambino e il suono di un elettrocardiogramma piatto, riportano alla situazione di un

problema medico. Il suono di una macabra risata fa intuire inoltre che la donna ha,

molto probabilmente, l’incubo ricorrente del medico colpevole. PAGINA 4

•VI. Solitary Shell = Conchiglia solitaria

Nel testo viene descritto un personaggio che soffre della sindrome di Asperger, una

forma di autismo i quali malati, pur non manifestando ritardi nell’apprendimento o

nella crescita, sono caratterizzati da: persistente compromissione delle interazioni

sociali, schemi di comportamento ripetitivi e stereotipati, attività e interessi molto

ristretti. Anche il protagonista della canzone, come la maggior parte delle persone

che soffrono di questa sindrome, appare un individuo normale («He seemed no

different from the rest / Just a healthy normal boy» = «Non sembrava diverso dagli

altri / Solo un sano ragazzo normale»): ma si intuisce subito che egli vive in realtà in

un mondo tutto suo («Kept to himself most of the time […] Lost within himself/In

his solitary shell» = «Rinchiuso in se stesso per la maggior parte del tempo […] Perso

dentro se stesso / Nella sua conchiglia solitaria»). La traccia si conclude con un

appello di accettazione sociale, forse da parte di un parente del ragazzo («When will

he be let out / Of his solitary shell?» = «Quando sarà lasciato uscire / Dalla sua

conchiglia solitaria?»).

•VII. About To Crash (Reprise) = Sul punto di crollare (Ripresa)

La protagonista di questo movimento è la stessa di About To Crash. Questa volta

viene esaltato il momento in cui la ragazza, a causa della malattia, si sente invincibile

e piena di forza («I'm invincible / Despair will never find me» = «Sono invincibile /

La disperazione non mi troverà mai»), consapevole però che da un momento all'altro

passerà allo stato d'animo opposto («Even though I get so high / I know that I will

never fly / And when I fall out of the sky / Who’ll be standing by?» = «Nonostante io

sia così in alto / So che non volerò mai / E quando cado dal cielo / Chi starà a

guardare?»). Con la domanda finale, «Will you be standing by?», la protagonista

cerca aiuto, chiede a quella persona (il padre o il ragazzo) che si è sempre curata di

lei, di continuare a farlo, di non lasciarla da sola. Anche in questa canzone è quindi

presente una sorta di richiesta di accettazione, come nel finale di “Solitary Shell”.

•VIII. Losing Time / Grand Finale

La traccia è suddivisa in due parti:

“Losing Time” (Perdendo tempo) parla di una donna affetta da disordine dissociativo

della personalità, patologia che comporta, oltre a sintomi secondari quali ansia, fobia,

depressione e comportamenti antisociali, la presenza, nello stesso individuo, di due

o più identità diverse fra loro e l’incapacità di ricordare importanti nozioni personali

o il proprio passato. Il testo della traccia chiarisce fin dall’inizio la solitudine della

donna («She never wears makeup / But no-one would care / If she did anyway» =

«Non si trucca mai / Ma a nessuno sarebbe importato / Se anche l’avesse fatto»),

causata dalla sua divisione tra le personalità multiple e dalla sua amnesia («She

doesn’t recall yesterday / Faces seem twisted and strange» = «Non si ricorda ciò che

è successo ieri / Le facce sembrano contorte e strane»). Questi sintomi nascono dal

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