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Italiano: Italo Calvino;
Fisica: La forza elettrica;
Latino: Ovidio;
Filosofia: Il nichilismo;
Storia dell'arte: Caravaggio;
Storia: Il femminismo;
Scienze: L'universo vicino.
Greco:Apollodoro
Greco:Apollodoro
Scienze:
Scienze: Italiano: Calvino
Italiano: Calvino
L’universo vicino
L’universo vicino Il mito
di
Storia: Fisica: La forza
Storia: Fisica: La forza
Femminismo elettrica
Femminismo elettrica
Medusa
Storia dell’arte:
Storia dell’arte: Latino: Ovidio
Latino: Ovidio
Caravaggio
Caravaggio Filosofia:
Filosofia:
Nichilismo
Nichilismo
Apollodoro, Biblioteca
ἐπιβουλεύοντος δὲ αὐτῷ Φινέως, ὃς ἦν ἀδελφὸςτ
οῦΚηφέως ἐγγεγυημένος πρῶτος τὴν Ἀνδρομέδα
ν, μαθὼν τὴν ἐπιβουλήν, τὴνΓοργόνα δείξας μετὰ
τῶν συνεπιβουλευόντων αὐτὸν ἐλίθωσε παραχρῆ
μα. εἰσελθὼν εἰς τὰβασίλεια, συγκαλέσαντος τοῦ
Πολυδέκτου τοὺς φίλους ἀπεστραμμένος τὴνκεφ
αλὴν τῆς Γοργόνος ἔδειξε, τῶν δὲ ἰδόντων, ὁποῖο
ν ἕκαστος ἔτυχε σχῆμαἔχων, ἀπελιθώθη. Ἀθηνᾶ δ
ὲἐν μέσῃ τῇ ἀσπίδι τῆς Γοργόνος τὴν κεφαλὴν ἐν
έθηκε.
Libro II, capitolo 4, sezione 3
Ma Fineo, che era fratello di Cefeo e si era impegnato per primo a sposare Andromeda, ordì un complotto contro di lui:
quando Perseo lo venne a sapere, mostrò la testa della Gorgone a Fineo e ai suoi complici e li trasformò in pietra
all'istante. Un giorno in cui Polidette aveva riunito i suoi amici, Perseo entrò nella reggia e mostrò loro la testa della
Gorgone, dopo aver volto indietro la sua: essi guardarono e si trasformarono in pietra, ciascuno nella posizione in cui
Calvino, Lezioni Americane
<< […]In certi momenti mi sembrava che il mondo stesse diventando tutto di pietra: una lenta
pietrificazione più o meno avanzata a seconda delle persone e dei luoghi, ma che non risparmiava nessun
aspetto della vita. Era come se nessuno potesse sfuggire allo sguardo inesorabile della Medusa. L’unico
eroe capace di tagliare la testa della Medusa è Perseo, che vola coi sandali alati, Perseo che non rivolge il
suo sguardo sul volto della Gorgone ma solo sulla sua immagine riflessa nello scudo di bronzo […]. Per
tagliare la testa di Medusa senza lasciarsi pietrificare, Perseo si sostiene su ciò che vi è di più leggero, i
venti e le nuvole; e spinge il suo sguardo su ciò che può rivelarglisi solo in una visione indiretta, in
un’immagine catturata da uno specchio. Subito sento la tentazione di trovare in questo mito un’allegoria
del rapporto del poeta col mondo, una lezione del metodo da seguire scrivendo. […] Il rapporto tra Perseo
e la Gorgone è complesso: non finisce con la decapitazione del mostro. Dal sangue della Medusa nasce un
cavallo alato, Pegaso; la pesantezza della pietra può essere rovesciata nel suo contrario; con un colpo di
zoccolo sul monte Elicona, Pegaso fa scaturire la fonte da cui bevono le Muse. In alcune versioni del mito,
sarà Perseo a cavalcare il meraviglioso Pegaso caro alle Muse, nato dal sangue maledetto di Medusa.
(Anche i sandali alati, d’altronde, provenivano dal mondo dei mostri: Perseo li aveva avuti dalle sorelle di
Medusa, le Graie dall’unico occhio). Quanto alla testa mozzata, Perseo non l’abbandona ma la porta con
sé, nascosta in un sacco; quando i nemici stanno per sopraffarlo, basta che egli la mostri sollevandola per
la chioma di serpenti, e quella spoglia sanguinosa diventa un’arma invincibile nella mano dell’eroe:
un’arma che egli usa solo in casi estremi e solo contro chi merita il castigo di diventare la statua di se
stesso. Qui certo il mito vuol dirmi qualcosa, qualcosa che è implicito nelle immagini e che non si può
spiegare altrimenti . Perseo riesce a padroneggiare quel volto tremendo tendendolo nascosto, come prima
l’aveva vinto guardandolo nello specchio. È sempre in un rifiuto della visione diretta che sta la forza di
Perseo, ma non in un rifiuto della realtà del mondo di mostri in cui gli è toccato di vivere, una realtà che
egli porta con sé, che assume come proprio fardello. […]Nei momenti in cui il regno dell’umano mi
sembra condannato alla pesantezza, penso che dovrei volare come Perseo in un altro spazio. Non sto
parlando di fughe nel sogno o nell’irrazionale. Voglio dire che devo cambiare il mio approccio, devo
guardare il mondo con un’altra ottica, un’altra logica, altri metodi di conoscenza e di verifica. Le
immagini di leggerezza che io cerco non devono lasciarsi dissolvere come sogni dalla realtà del presente e
del futuro...>>
Leggerezza (1988)
Fisica: la forza elettrica
Il mito e l’animale
Ovidio, Metamorfosi
<< Clarissima forma
multorumque fuit spes invidiosa procorum
illa, nec in tota conspectior ulla capillis
pars fuit: inveni, qui se vidisse referret.
hanc pelagi rector templo vitiasse Minervae
dicitur: aversa est et castos aegide vultus
nata Iovis texit, neve hoc inpune fuisset,
Gorgoneum crinem turpes mutavit in hydros.
nunc quoque, ut attonitos formidine terreat hostes,
pectore in adverso, quos fecit, sustinet angues.>>
Libro IV, vv. 794-801
Di eccezionale bellezza, Medusa fu desiderata e contesa da molti pretendenti e in tutta
la sua persona nulla era più splendido dei capelli: ho conosciuto chi sosteneva d'averla
vista. Si dice che il signore del mare la violasse in un tempio di Minerva: inorridita la
casta figlia di Giove con l'egida si coprì il volto, ma perché il fatto non restasse impunito
mutò i capelli della Gòrgone in ripugnanti serpenti. Ancor oggi la dea, per sbigottire e
atterrire i nemici, porta davanti, sul petto, quei rettili che lei stessa ha creato.
Filosofia - Nichilismo
<< Lui disse: “ L’istinto più profondo dell’uomo è di combattere
contro la verità; cioè, contro il Reale. L’uomo rifugge dai fatti
fin dalla sua infanzia. La sua vita è un’evasione perpetua.
Sono il miracolo, la chimera e il domani a mantenerlo in vita.
L’uomo vive in un romanzo e in un mito. È la Menzogna a
renderlo libero. L’animale, consapevole, non ha alcuna
evasione fittizia dalla Realtà, perché l’animale non ha alcuna
immaginazione. L’uomo, consapevole, è obbligato a cercare
una perpetua evasione nella Speranza, nella Fede, nella
Favola, nell’Arte, in Dio, nel Socialismo, nell’Immortalità,
nell’Alcol, nell’Amore. Dalla Medusa-Verità l’uomo si appella
a Maya-Menzogna. >>
Jack London – L’ammutinamento dell’Elsinore
Medusa
Caravaggio (pseud. Michelangelo Merisi),1595-1598,
olio su tela su scudo convesso, cm 60x65. Firenze,
Galleria degli Uffizi.