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Inglese: Oscar Wilde (The picture of Dorian Gray)
Storia: il bifrontismo D'Annunziano
Scienze della Terra: l'eclissi
La Maschera
Ogni uomo mente, ma dategli una maschera e sarà
sincero. Oscar Wilde
Luigi Pirandello
Colui che esprime meglio il concetto della maschera
nella letteratura italiana è sicuramente Luigi Pirandello, egli fa una netta distinzione tra vita e
forma. Noi siamo vita, un continuo flusso dinamico che continua a mutare, ma per motivi sociali ci
chiudiamo dentro forme particolari: un nome, un ruolo, un'identità. Queste forme però non
corrispondono ad una nostra verità interiore, sono dunque solo delle maschere che indossiamo per
presentarci agli altri e a noi stessi, intercambiabili a seconda della situazione in cui ci troviamo. In
questo modo l'Io si frantuma e l'uomo si trova privo di una precisa identità, diventa soltanto
l'immagine che gli altri hanno di lui o che egli ha di sè stesso. Nella realtà quotidiana ognuno
indossa una maschera, diversa a seconda delle circostanze, trasformandosi così in un personaggio,
rendendo inoltre impossibili rapporti autentici tra gli individui.
I protagonisti delle opere pirandelliane prendono coscienza di questa situazione e quindi possono
decidere di continuare questa maschera che vuol dire vivere una vita di sofferenza e
insoddisfazione, oppure possono decidere di rompere questa maschera e però questo implica
l'abbandono della società, poichè questa tende ad eliminare questi elementi che rappresentano un
pericolo per la stabilità della società, per riuscire ad abbandonare la mschera esistono due vie:
dell'immaginazione e della follia.
Enrico IV
Il tema centrale dell'opera Enrico IV è la follia, durante una festa in maschera organizzata dall'alta
società, il protagonista che indossava i panni di Enrico IV viene fatto cadere da cavallo e
impazzisce. La sua follia consiste nel credersi realmente l'imperatore Enrico IV e trascorre dodici
anni della sua vita all'interno di un palazzo privo di corrente elettrica e con la servitù complice di
questa messa in scena. Il sipario si apre venti anni dopo l'episodio della caduta, quindi otto anni
dopo che Enrico IV è rinsavito e, trovandosi di fronte alla consapevolezza di aver trasscorso dodici
anni di follia e vedendo che attorno a lui tutto era cambiato, come la morte della moglie, non può
fare altro che rinchiudersi consapevolmente nella sua pazzia.
Un giorno giunge al palazzo un gruppetto di persone, si tratta della figlia del vecchio rivale e il
rivale stesso, responsabile inoltre della caduta di cavallo, e anche qualche personaggio presente alla
festa di vent'anni prima e un medico. Il loro obbietivo è quello di inscenare l'evento acaduto alla
festa per provocare uno shock e far guarire così il protagonista.
La maschera in questo dramma si espone in due maniere diverse: la prima in una maniera del tutto
inconsapevole ed è il fatto della caduta da cavallo, la seconda volta invece il protagonista ,che ha
preso coscienza della sua situazione, decide di continuare ad essere Enrico IV perchè ormai per gli
altri lui rappresenta quel personaggio e quindi non può deludere le loro aspettative.
Il fu Mattia Pascal
Nel Il fu Mattia Pascal invece le maschere indossate sono tre: quella di Mattia Pascal, di Adriano
Meis e quella del fu Mattia Pascal. La prima è il frutto della vita del protagonista che vivendo a
Miragno e lavorando come bibliotecario si è imposto questa maschera, soltanto che la vita è
puramente caso ed è proprio questo caso che permette a Mattia di liberarsi da questa maschera ed è
ora che subentra Adriano Meis, che è un uomo completamente libero, soltanto che Pirandello
sostiene che per poter vivere c'è la necessità di ruoli e una volta che Adriano capisce questa
necessità realizza che non può continuare a vivere e quindi inscena una suicidio, pensando di poter
poi tornare ad essere Mattia Pascal, soltanto che, secondo Pirandello, la vita è un continuo flusso
che non si ferma mai, quindi le cose sono cambiate, la moglie si è risposata ed egli non potrà mai
più essere Mattia Pascal ma diventerà il fu Mattia Pascal.
Oscar Wilde
The picture of Dorian Gray
In English the mask is expressed by Oscar Wilde's novel, The Picture of Dorian Gray, the story deal
with Basil Hallward, who is an artist, that drawn a portrait of Dorian Gray.
One day Dorian looking at his picture expresses a wish, "I would love to stay young forever and for
the picture to grow old instead".
A few weeks later Dorian met an actress, Sybil who was very beauty, he proposed her a marriage
but, after seeing his bad performance at Romeo and Juliet play, Dorian rejected her saying that the
beauty was in her art.
After coming home he notices that the painting has changed. He decides to recoincile with Sybil but
Lord Henry brought the news that she has killed herself, after Lord Henry left he realised that he
would stay young and handsome forever and that the face in the picture would become ugly,old and
cruel.
The years went by, but Dorian stayed young and handsome.He enjoyed all the pleasures there were
in life.On Dorian's thirty-eight birthday, Basil, the painter, came to see him and warn about people
that are saying terrible things about him and his life.Dorian decide to tell Basil his secret, Basil is
horrified when he saw the picture, and told Dorian to change his life.Suddenly, Dorian became very
angry and with a knife stabbed Basil several times.
After some events, Dorian tought that he had to change his life, beacuse he realise that the picture
wouldn't be so ugly if he had a better life, but the picture is even more terrible than before so he
decide to destroy it.
He picked up a knife and stabbed the painting.
The servants heard a crash and a cry, they found the portrait of Dorian as young man and on the
floor the body with a knife in his heart of an ugly,old and horrible Dorian Gray.
Giovanni Giolitti: Bifrontismo
Accusato di avere una doppia faccia e quindi una maschera fu
Giolitti, la cui politica si pone tra i primi del 900 tra una destra
nazionalista e una sinistra socialista, Giolitti appunto viene accusato
di avere una doppia maschera per questo atteggiamento di cercare
consensi nelle fazioni opposte, egli infatti, come racconta anche una
vignetta dell'epoca, cercava di conquistarsi la fiducia di tutte le
classi sociali presentandosi, a seconda dei casi, a favore di coloro a cui si rivolgeva, tanto da
meritarsi l'appellativo Giano, il dio romano bifronte.
Una tecnica che caratterizzò la politica di Giolitti fu quella del trasformismo, ovvero l'inglobazioni
di deputati di destra e di sinistra all'interno del suo partito di centro, questo, sosteneva Giolitti fu
fatto in buona fede per aiutare tutte le classi sociali ed avere una maggioranza più ampia che
permettesse facilità nell'approvazione di riforme per migliorare il paese.
In realtà questa tecnica creò un unico grande partito e due piccole opposizioni impotenti, ostacolò
quindi la dialettica politica, la maggioranza non era stimolata a fare del proprio meglio per aiutare il
paese ed inglobando deputati dalle ideologie più disparate era molto difficile creare coesione nel
partito per l'approvazione di riforme.
A sud si presentò come un uomo politico profondamente nazionalista anche in forma di tecniche
politiche con il favoritismo e il clientilismo, ovvero il favoreggiamento di certi candidati nelle
politiche locali anche atraverso l'uso della criminalità organizzata.
Giolitti subì pesanti critiche per il suo atteggiamento, per i socialisti rivoluzionari e i cattolici
democratici egli era colpevole di far opera di corruzione all'interno dei rispettivi movimenti,
dividendoli e cooptandone le componenti moderate entro il suo sistema di potere trasformista.
Dall'altra parte i liberali-conservatori Sonnino e Albertini accusavano Giolitti di attentare alle
tradizioni risorgimentali, venedo a patti con i nemici delle istituzioni e mettendo così in pericolo
l'autorità dello Stato.
I meridionalisti come Salvemini denunciarono il malcostume politico che dominava nelle regioni
del Sud, inoltre accusavano Giolitti di aver attuato una politica economica fine allo sviluppo
industriale del Nord ostacolando le forze produttive del Mezzogiorno.
L'eclissi
Un modo in cui può essere espresso il concetto
di maschera in natura è l'eclisse, con cui si
intende l'oscuramento temporaneo di un corpo
celeste da parte di un altro che vi transita
davanti.
Nel caso del sistema Luna-Terra-Sole esistono
due tipi di eclissi: di Luna e di Sole.
Le eclissi possono essere totali se il corpo viene
oscurato totalmente o parziali se coperto solo in
parte.
Poichè avvenga un eclissi è necessario che si
verifichino delle condizioni: i tre corpi devono
essere allineati e sullo stesso piano, infatti