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Sintesi
biologia :cos'è il cancro
fisica: le onde le onde sonore
storia: le bombe atomiche di hiroshima e Nagasaki
filosofia: elisabeth kubler ross i cinque stadi del cordoglio, la bioetica, l'eutanasia
italiano: l'uomo dal fiore in bocca di luigi Pirandello
storia dell'arte: la bambina malata-Edward Munch, morte nella stanza della malata- Edward Munch
inglese: the sceam of munch
matematica: gli asintoti
Estratto del documento

Le questioni cruciali dell’eutanasia

-

Gli interrogativi riguardanti questa delicatissima pratica sono aumentati di pari

passo con l’aumento delle capacità della tecnica, la quale ha consentito la

realizzazione di strumenti in grado di sostituire le funzioni vitali di un individuo.

È evidente che nel momento in cui a funzionare sia solo l’apparato organico

dell’individuo e non quello cosciente sorge il problema se abbia maggiore

importanza la vita biologica ( vita dell’organismo ) o la vita biografica.

A tale proposito, come comportarsi nel caso dei bimbi anencefalici? Cosa dire di

coloro che sono affetti da

malattie a carattere

degenerativo? Ad

esempio: il malato di

Alzheimer, il quale si

allontana pian piano dalla

propria autocoscienza.

Può essere forse

considerato meno in vita

di un individuo sano?

Questi interrogativi

mostrano pienamente l’intrigo della questione riguardante l’eutanasia. Tuttavia,

rispetto alle ovvie risposte che fornisce un pensiero collegato alla sacralità

della vita propria della religione cattolica ( l’eutanasia non va applicata in

nessun caso ), ad essi ha cercato di dare nuove risposte la corrente utilitarista.

Essa promuove una teoria improntata sul concetto di qualità della vita, rispetto

al quale si stabilisce il valore di un’esistenza. Per cui non solo le vite degli

individui in stato di coma irreversibile, ma anche di quelli in stato vegetativo

persistente o dei neonati con gravi malformazioni non hanno alcun valore in sé.

Le definizioni di vita e di morte si intrecciano con gli importanti i problemi

sollevati dall’esigenza di trovare un comportamento condiviso per i medici che

entrano a contatto con individui che non presenta alcuno stato di coscienza e

quindi non possono esprimere alcun consenso in merito alle terapie da seguire

o alla soluzione drastica di interruzione delle cure.

Ancora una volta entra in gioco la tecnica con i suoi strumenti: la

constatazione, attraverso l’elettroencefalogramma ( EEG ), della assenza di

attività cerebrale, sembra mettere tutti d’accordo sul fatto che ci si trova di

fronte a qualcosa di molto distante da un individuo vivo.

Non costituisce dunque reato per i medici dare luogo alla sospensione

dell’alimentazione e dell’idratazione artificiale, avendo constatato

regolarmente la morte cerebrale.

A questa argomentazione gli avversari dell’eutanasia introducono l’argomento

del “pendio scivoloso”: consentire l’eutanasia vuol dire imboccare una strada

dalla quale sarebbe poi molto difficile deviare.

Essi affermano che dall’eutanasia di individui incoscienti si potrebbe giungere

in seguito all’eutanasia di portatori di malattia neurologiche a carattere

degenerativo e alla soppressione di embrioni portatori, ad esempio, del morbo

di Huntngton ( che non si manifesta prima dei 40 anni ). Si riconsegnerebbe ai

medici uno strapotere assai pericoloso, rispetto a cui solo loro e i loro mezzi

tecnici sarebbero in grado di dire la verità sulla vita morente e nascente.

I sostenitori dell’eutanasia obiettano a queste considerazioni con l’idea e la

convinzione che un buon apparato giuridico consentirebbe di evitare l’imbocco

di strade scivolose.

La rappresentazione della malattia

nell’arte

Il cancro come molte malattie ha influenzato la vita di molti artisti. Le malattie

o i decessi familiari influiscono molto sulla rappresentazione dell’arte da parte

dei pittori.

Sono molti gli artisti che trattano il tema della malattia o morte (nel 1900 in

Norvegia era uno dei temi più utilizzati).

Edvard Munch un pittore norvegese (il più famoso pittore norvegese) a causa di

un’infanzia estremamente infelice ebbe un carattere incline all’angoscia, alla

disperazione e a quella inguaribile depressione che segno ogni aspetto della

sua vita e della sua arte.

Edvard Munch (1863-1944) è senz’altro il

pittore che più di ogni altro anticipa

l’espressionismo, soprattutto in ambito tedesco

e nord-europeo. Egli nacque in Norvegia e

svolse la sua attività soprattutto ad Oslo. In

una città che, in realtà, era estranea ai grandi

circuiti artistici che, in quegli anni, gravitavano

soprattutto su Parigi e sulle altre capitali del

centro Europa.

Nella pittura di Munch troviamo anticipati tutti i

grandi temi del successivo espressionismo:

dall’angoscia esistenziale alla crisi dei valori

etici e religiosi, dalla solitudine umana

all’incombere della morte, dalla incertezza del

futuro alla disumanizzazione di una società

borghese e militarista. Munch è il pittore dell'angoscia: gli unici

temi che lo interessano sono la passione,

la vita e la morte. L'ombra di questa lo

accompagnerà lungo l'arco della sua

intera esistenza: muore la madre, mentre

è ancora bambino e, adolescente, assiste

alla morte della giovane sorella, logorata

dalla tubercolosi. Questi episodi ne

influenzeranno i primi quadri.

Nel 1944 anche Edvard Munch mori per

colpa della polmonite. Munch lasciò tutti i

suoi beni e le sue opere al municipio della

capitale: oltre 1100 dipinti molti dei quali

rovinati, perché Munch li lasciava

volutamente all'aperto per un trattamento

che egli chiamava "cura da cavalli".

- La bambina malata

La Bambina malata è il capolavoro che conclude la fase giovanile di Munch e ha

suscitato grande scandalo. È il quadro con cui Munch ricorda la sorella, ne

esistono cinque versioni in pittura e

diverse varianti grafiche.

Qui Munch abbandona il disegno e il

chiaroscuro. Il formato è quasi

quadrato, la composizione è

impostata sulle diagonali.

Al centro geometrico del quadro

c'è l'intreccio delle mani, solo

abbozzato da macchie di colore

informi, non c'è descrizione, è

un'evocazione. Eppure queste

macchie informi comunicano tutta

l'intensità di un legame affettivo e

della disperazione di due persone

che non vogliono lasciarsi.

La stanza è piccola, stretta. Il letto sembra compresso tra il comodino e una

parete, sulla quale pende un tendaggio verde. E’ uno spazio compresso, dà un

senso di disagio e claustrofobia.

Si respira un’aria pesante,

viziata. Munch vuole farci

sentire l’odore della malattia, il

senso di chiuso, gli aromi acuti

delle medicine.

Ci sono colori freddi, toni scuri e

strane luci. L’unica luminosità

proviene dal cuscino e dal volto

pallido della ragazza. Ma non è

luce riflessa, la federa e la pelle

emanano una loro

luminescenza spettrale.

Anche la pittura sembra malata: è tutta corrosa, graffiata, la materia del colore

è tutta disfatta, sembra avere il cancro, sembra rovinarsi sotto i nostri occhi. I

colori scuri sembrano sporchi. I colori chiari sono freddi, bianchi e verdastri ed

emanano fosforescenze inquietanti.

In questo quadro non sono rappresentati dei personaggi, il protagonista è la

malattia intesa come processo di disfacimento che avviene sotto i nostri occhi.

In questo disfarsi della materia anche le figure non sono persone in carne e

ossa, ma sono presenti solo i loro spiriti, che sembrano molto più concreti dei

loro corpi disfatti: la loro presenza viene fatta sentire come grumi fatti di

sentimenti, di passioni, talmente intensi da diventare concreti.

La critica accoglie l’opera del pittore, poco più che ventenne, in modo

impietoso. Il messaggio di Munch non viene compreso.

La tecnica nervosa ed essenziale in cui era stato dipinto creò sconcerto e

disprezzo nella critica, tanto che le mani delle due donne, congiunte e quasi

fuse, in un saluto estremo, vennero paragonate a "purea di aragosta".

Al posto della tradizionale descrizione naturalistica dei corpi, l’artista

sostituisce dei semplici abbozzi di colore, al di fuori di qualsiasi regola mai

prima sperimentata; anche tutte le convenzioni del disegno e delle

lumeggiature accademiche vengono trasgredite. Ma queste scelte, consapevoli

e coraggiose vengono invece fraintese come un’offensiva trascuratezza

pittorica. Gli intenti espressivi di Munch sono nuovi e diversi. Egli vuole

rappresentare sentimenti, presenze immateriali, non oggetti o corpi materiali,

l’anima delle persone, non le persone in carne e ossa. Per questo elimina il

disegno e il chiaroscuro, la definizione e la prospettiva che rendono invece la

concretezza delle cose. Si rende conto che il colore suscita più direttamente

l’emozione. I suoi personaggi sono

involucri di passioni o di angosce, grumi

emozionali resi con il colore.

Munch definiva quest’opera come “la

conquista della mia arte” e scrisse <<gran

parte di quanto ho fatto da allora è nata da

questo dipinto>>.

Quanto significasse per lui lo dimostra che

ne realizzi altre cinque versioni (l’ultima nel

1926) e ne fece anche diverse stampe. Il

tema ricordava la morte per tubercolosi

della sorella Sophie, avvenuta nel 1877

quando aveva solo quindici anni, una

tragedia da cui l’artista non si riprese mai

del tutto. La modella del dipinto fu una

modella undicenne dai capelli rossi, Betzy

Nielsen, che Munch aveva conosciuto nel

1885 accompagnando il padre a visitare un

bambino con la gamba rotta. Betzy era la sorella del bambino e Munch fu

commosso dalla sua disperazione per il dolore del fratello. Dopo che Munch

ebbe chiesto alla madre il permesso di ritrarla, Betzy posò per molti dipinti .

Paragonato alle opere più tarde di Munch, il dipinto è ancora abbastanza

naturalistico, ma mostra già l’attenzione dell’artista più per l’esperienza

interiore che per la realtà superficiale.

la mano destra della ragazza è di un bianco spettrale; Munch diceva di aver

provato con tutte le sue forze a cogliere “la pelle pallida e trasparente, la bocca

e le mani tremanti”.

La bambina malata

Piegata sulla

ragazza e

sofferente una

donna è vestita di

colori scuri che

sfumano nel fondo

Il rosso arancio dei

e accettano alla

morte imminente.

Capelli della ragazza

Contribuisce a

Enfatizzare il pallore

Del suo volto ed

Evoca l’idea del

Sangue e della La mano destra della ragazza è

Sofferenza di un bianco spettrale; Munch

Diceva di aver provato con tutte le

Sue forze a cogliere “la pelle pallida e

trasparente, la bocca e le mani tremanti”.

Il colore verde mare

la mano destra della

la mano destra della

ragazza è di un bianco

ragazza è di un bianco dell&rsquo

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