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Sintesi
Introduzione Malattia sinonimo di viaggio, tesina


Come un gruppo di infermieri accogliendo le esigenze umane dei propri pazienti ha migliorato la loro condizione clinica. Esperienza nel reparto di Oncologia pediatrica, Rizzoli di Bologna

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Scienze - osteosarcoma
Estratto del documento

2) OSTEOSARCOMA E SARCOMA DI EWING

Che cosa sono, caratteristiche istologiche

2.1

 Tasso di incidenza in Italia e nel mondo

2.3

 Cause

 2.3 Sintomi

2.4

 Cure possibili

2.5

3) REPARTO DI CHEMIOTERAPIA NELL’ISTITUTO ORTOPEDICO

RIZZOLI

Problematiche emerse e nascita del reparto

3.1

 Metodi per risolvere i problemi riscontrati e risultati ottenuti

3.2

4) CONCLUSIONI

5) BIBLIOGRAFIA

1) PREMESSA: 2

È sicuramente difficile per un uomo, per un ragazzo accettare l’essere malato; è un po’

come quando un bambino alza gli occhi per la prima volta e vede coscienziosamente

le stelle e comprende la bellezza dell’infinito e solo allora inizia a sentirsi piccolo,

impotente: così la malattia sembra scoprire la limitatezza dell’uomo, la sua finitudine,

sembra contrastare il desiderio di infinito dell’uomo. Eppure la malattia non può essere

solo questo, non può essere solo sofferenza. Se fosse solo dolore, la malattia sarebbe

una terribile sfortuna che accade all’uomo ed a cui l’uomo cerca di sfuggire per tutta

la vita, non riuscendovi. Allora sì che la condanna alla sofferenza è assicurata.

Forse è possibile scoprire che il dolore può essere tramite di qualcos’altro, può essere

passaggio imprescindibile per un nuovo viaggio, ed è allora che, prendendo coscienza

di questo, l’uomo si avvicina “alle stelle”. La malattia può essere una nuova avventura

come scrive Eugenio Montale nella poesia “Prima del viaggio”:

Prima del viaggio si scrutano gli orari,

le coincidenze, le soste, le pernottazioni

e le prenotazioni (di camere con bagno

o doccia, a un letto o due o addirittura un flat);

si consultano

le guide Hacchette e quelle dei musei,

si cambiano valute, si dividono

franchi da escudos, rubli da copechi;

prima del viaggio si informa qualche amico o parente;

si controllano valige e passaporti, si completa

il corredo, si acquista un supplemento

di lamette da barba, eventualmente

si dà un'occhiata al testamento, pura

scaramanzia perché i disastri aerei

in percentuale sono nulla;

prima

del viaggio si é tranquilli ma si sospetta che il saggio

non si muova e che il piacere

di ritornare costi uno sproposito.

E poi si parte e tutto é O.K. e tutto

é per il meglio e inutile. 3

E ora che ne sarà

del mio viaggio?

Troppo accuratamente l'ho studiato,

senza saperne nulla. Un imprevisto

é la sola speranza. Ma mi dicono

che è una stoltezza dirselo.

(E. Montale, Prima del viaggio)

La malattia è proprio un viaggio, una nuova avventura, un ”imprevisto”, che nessuno

ha calcolato, eppure è inaspettatamente arrivato, è accaduto. Un viaggio il cui inizio

può sembrare spaventoso, terribile, perché è difficile accogliere nella propria

quotidianità una novità, eppure questo viaggio inizia.

L’intento con cui è nata questa tesina è quello di analizzare come questo viaggio

possa essere interessante, di come questo inizio possa essere accolto grazie all’aiuto

di un personale specializzato, grazie all’aiuto di persone a cui interessa prima il

paziente dal punto di vista umano che clinico. Ed è proprio con questo aiuto che allora

è possibile parlare di un miglioramento clinico che passa attraverso degli incontri, che

aprono ad una curiosità nuova, ad un nuovo modo di accettare la realtà, ad un nuovo

modo di vivere e vedere le difficoltà e le gioie.

In questa tesina presenterò come il reparto di Chemioterapia dell’Istituto Rizzoli ha

reso questa particolare avventura interessante da vivere e come ciò ha reso possibile

anche miglioramenti dal punto di vista clinico dei pazienti ricoverati. Innanzitutto

descriverò le due neoplasie curate in questo reparto, per analizzare prima le

problematiche da cui il viaggio parte.

2) OSTEOSARCOMA E SARCOMA DI EWING 4

In primo luogo è necessario chiarire cosa sia un tumore e in che cosa consista la più

frequente cura: la chemioterapia. neo, plasìa,

Un tumore, o più in generale neoplasia (dal greco nuovo, e formazione), si

può presentare sia in forma benigna che in quella maligna. Il tumore è una classe di

malattie caratterizzate da una incontrollata riproduzione di alcune cellule

dell'organismo, che mostrano danni al loro patrimonio genetico (danneggiamento e/o

mancanza degli stessi cromosomi). La comparsa di un tumore è caratterizzata dalla

mutazione di determinati geni, tra i quali gli oncosoppressori, impiegati nella

riparazione del DNA qualora fosse danneggiato.

La chemioterapia è una terapia che consiste nell’iniezione endovenosa di alcuni

composti chimici con lo scopo di bloccare la proliferazione delle cellule tumorali. Non è

ancora chiaro come agiscano questi farmaci sul DNA delle cellule cancerose,

probabilmente interferiscono sulla trascrizione.

La radioterapia è una terapia che consiste nell’utilizzo di radiazioni allo scopo di

danneggiare il DNA delle cellule cancerose limitandone la riproduzione.

Un tumore è una crescita incontrollata di cellule. Non ci sono ancora cure totalmente

selettive o mirate ad indurre l’organismo a non produrre più per tutto il corso della

vita cellule tumorali. Tuttavia la scoperta della chemioterapia ha permesso in molti

casi di eliminare completamente la singola neoplasia e talvolta di fermarne la crescita.

Che cosa sono, caratteristiche istologiche

2.1 OSTESARCOMA :

 L’osteosarcoma è un tumore ad alta malignità

dell’apparato scheletrico, che consiste nella crescita

anomala delle cellule del tessuto osseo. 5

In particolare colpisce maggiormente le ossa lunghe; ciò avviene per il 90% dei casi.

Solitamente questo tumore si sviluppa nel periodo di massimo accrescimento osseo,

quindi colpisce il più delle volte bambini e adolescenti. Il calcolo statistico dell’età

media dei pazienti ricoverati per osteosarcoma rivela che l’incidenza media è all’età di

19 anni.

La malignità di questa malattia è dovuta soprattutto per la sua predisposizione a dar

luogo a micro metastasi. Questo, infatti, avviene nell’80% dei casi.

SARCOMA DI EWING:

Il Dott. James Ewing diede il nome a questo tumore nel 1920 quando lo descrisse per

la prima volta. Si sviluppa in qualsiasi parte del corpo, anche se

la zona in cui compare più frequentemente sono le ossa, in

particolare le pelvi, il femore e la tibia. 6

Le cellule tumorali hanno una forma piccola e rotonda. Nelle cellule non c’è molto

citoplasma e contiene molecole di glicogeno. Inoltre l’organizzazione cellulare è

assente e non avvengono molte duplicazioni.

Tasso di incidenza

2.2

Osteosarcoma . In Italia si calcolano circa 100-125 nuovi casi dei 500 casi di tumori

maligni primitivi dell’osso annuali. Quindi abbiamo 0,8-1 caso su 100.000 abitanti.

Sarcoma di Ewing . I casi annuali di pazienti colpiti da sarcoma di Ewing alle ossa

sono circa 60.

Cause

2.3

Osteosarcoma. L e cause dell’insorgenza dell’osteosarcoma sono ancora

sconosciute. Tuttavia elenco di seguito quali sono i fattori che sicuramente

predispongono allo sviluppo di questa neoplasia o le ipotesi ancora in corso di

accertamento:

Il forte accrescimento osseo tipico dell’età adolescenziale influisce

 probabilmente nella comparsa del tumore per l’aumentata attività osteoblastica

(adibita alla ricostruzione dell’osso quando questo è danneggiato) ed osteogenica (

adibita alla riproduzione delle cellule ossee).

È noto che esista una relazione di causa-effetto per una prolungata esposizione a

 radiazioni. Questo fattore è da considerare soprattutto quando il paziente ha

subito radioterapia in seguito ad un'altra neoplasia.

Anomalie genetiche riguardo a geni oncosoppressori, ne è un esempio il gene

 P53 (gene che per evitare la propagazione di un errore cellulare interrompe il ciclo

cellulare nella fase G1/S)

Perdita ereditaria, parziale o completa, del gene oncosoppressore RB1, gene

 responsabile della comparsa in età infantile del retinoblastoma. Ai bambini affetti

da questo tumore hanno un rischio 500 volte maggiore di presentare poi

l’osteosarcoma in fase adolescenziale.

Sarcoma di Ewing. A

nche per questa neoplasia non sono ancora state scoperte le

cause specifiche della comparsa, tuttavia sono state riconosciute anomalie genetiche

come trasferimenti genetici al cromosoma 22, 11, 21, 7 e 17. 7

Sintomi

2.4

Osteosarcoma. Il sintomo più comune è il dolore e spesso anche la frattura dell’arto

colpito, poiché il tumore provoca una tumefazione della parte di osso colpita che ne

provoca un indebolimento.

Sarcoma di Ewing. Anche per questa neoplasia il dolore è il sintomo più frequente,

tuttavia per uno 0,3 dei pazienti un altro segnale è la febbre.

Cure possibili

2.5

Entrambe le neoplasie per la loro rarità e complessità devono essere curate in centri

specializzati, dove c’è anche la possibilità di trovare specialisti oncologi, chirurghi

ortopedici, riabilitatori, radioterapisti, psicologi, infermieri.

Osteosarcoma:

Innanzitutto è necessario all’inizio della cura potere dare una stadiazione, ovvero una

classificazione specifica del tumore. A questo scopo è necessario il sistema più

utilizzato del Surgical Staging System (SSS), che prevede una classificazione per:

Grado di malignità istologico

 Sede ed estensione

 Presenza di metastasi

Solitamente quando ad un paziente viene diagnosticato l’osteosarcoma, il tumore è ad

alto grado di malignità.

La procedura più efficace vede l’utilizzo della chemioterapia precedentemente e

successivamente all’intervento chirurgico. Questo metodo che associa alla chirurgia la

chemioterapia risale solamente a 30 anni fa, questo indica quanto ancora siano

recenti gli studi riguardo questa forma tumorale e anche, per la sua rarità, quanto sia

difficile imparare nuovi metodi di cura e uno studio approfondito. Proprio per questi

motivi, non esiste ancora un trattamento chemioterapico standard, ma esistono

diverse combinazioni di farmaci la cui efficienza varia da caso a caso.

Solo per un 5% di casi si ricorre all’amputazione dell’arto colpito, ma nel resto dei casi

l’amputazione viene evitata.

Se la neoplasia mostra metastasi, il trattamento prevede sempre chemioterapia

associata a chirurgia radicale della lesione primitiva e di quelle

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