Anteprima
Vedrai una selezione di 3 pagine su 10
Malattia - Letteratura Pag. 1 Malattia - Letteratura Pag. 2
Anteprima di 3 pagg. su 10.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Malattia - Letteratura Pag. 6
1 su 10
Disdici quando vuoi 162x117
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Sintesi
Tesina di Letteratura su "La Malattia" con i seguenti argomenti analizzati: Edvard Munch, il tema della malattia in epoca moderna, Alessandro Manzoni, Kafka, Pirandello, Italo Svevo, Jean-Paul Sartre, la Nausea dell'uomo moderno, la "contingenza" dell'esistenza, Thomas Stearn Eliot.
Estratto del documento

1)LETTERATURA

La malattia è un tema così diffuso in letteratura che se ne può parlare come di un vero e proprio

Esso può essere presente in vari modi in un testo: può essere malattia di alcuni

topos letterario.

personaggi o malattia di un'intera collettività, può essere malattia corporale o morale, può avere un

valore proprio, diciamo "casuale", o, più spesso, un valore simbolico

Qualche autore

Sono molti gli autori moderni legati al tema della malattia. Ne diamo qui di seguito una breve lista:

Alessandro Manzoni

Nei vi sono tre capitoli dedicati alla peste del 1600. Qui, la malattia che distrugge

Promessi sposi

l'ordine e la vita dell'intera città di Milano è del guazzabuglio, del

metafora dell'irrazionalità,

cattivo governo.

«Del pari con la perversità, crebbe la pazzia: tutti gli errori già dominanti più o meno, presero dallo

sbalordimento, e dall'agitazione delle menti, una forza straordinaria...» (cap. 32)

«Il buon senso c'era, ma se ne stava nascosto, per paura del senso comune» (cap. 32)

Kafka

Tema importante sopratutto al Kafka annota continuamente riflessioni sul

livello biografico:

legame tra la propria malattia (la tubercolosi) e il suo rapporto difficile con il padre e la fidanzata.

In questo caso, la malattia è espressamente interpretata come la conseguenza e il simbolo delle

condizioni interiori: sensazione di fallimento generale e desiderio di sentirsi integrato in famiglia e

accettato dall'autorità paterna. Questi due elementi si ritrovano come costanti in tutta la sua

produzione letteraria, dal al dalla alle novelle.

Processo Castello, Metamorfosi

Pirandello

Oltre alla malattia frequente e simbolo di una in

tisi, personalità diversa da quella del borghese,

Pirandello è importante anche il tema della sviluppato sia nei romanzi che nelle novelle più

follia,

sperimentali. L'uomo in bilico tra il razionale e l'irrazionale, l'oggettività del reale contro la

soggettività del ricordo e del sogno, l'integrità del mondo oggettuale contro lo spezzettamento

dell'io sono che indicano il disagio dell'uomo razionale

tra gli aspetti pirandelliani più moderni

di fronte allo sfaccettamento e all'insicurezza di base della società moderna.

«Da quale remota lontananza i miei occhi, quelli che mi par d'avere avuti da bambino, guardano

ora, sbarrati dal terrore, senza potersene persuadere, questo viso di vecchio? Io, già vecchio? Così

subito? E com'è possibile?» (Una giornata)

«E gli altri? Gli altri non sono mica dentro di me. Per gli altri che guardano da fuori, le mie idee, i

miei sentimenti hanno un naso. Il mio naso. E hanno un paio d'occhi, i miei occhi, ch'io non vedo e

ch'essi vedono. Che relazione c'è tra le mie idee e il mio naso?» (Uno, nessuno e centomila) 3

Italo Svevo

. I personaggi di Svevo sono diversi dagli altri perché individui sostanzialmente fallimentari. Nella

l'opposizione tra malattia e salute si basa sull'opposizione tra l'inettitudine e la

Coscienza di Zeno,

sicurezza, dove le persone "in salute" sono quelle sicure di sé, forti, decise e fiduciose nella vita. Ma

siccome l'attività e la sicurezza nel mondo non sono mai duraturi, la malattia appare alla fine come

l'unico vero stato dell'intera società.

«Io sto analizzando la salute [di Augusta], ma non ci riesco perché m'accorgo che, analizzandola, la

converto in malattia. E scrivendone, comincio a dubitare se quella salute non avesse avuto bisogno

di cura o d'istruzione per guarire» (cap. 6)

Jean-Paul Sartre

La malattia sartriana è dell'uomo moderno, il quale scopre la "contingenza"

La Nausea

cioè la sua ingiustificabilità, la sua irrazionalità. È nausea di fronte alla gratuità della

dell'esistenza,

vita, all'inutilità dell'uomo, alle modalità esistenziali fasulle della società borghese, retta sul lavoro,

la produttività, il ricordo, la famiglia, il potere e i beni materiali (le proprietà).

«L'essenziale è la contingenza. Voglio dire che, per definizione, l'esistenza non è necessità. Esistere

è esserci, molto semplicemente [...]. ...ecco la nausea; ecco quello che i Salauds [i borghesi] - quelli

del Coteau Vert e gli altri - tentano di nascondere con la loro idea di diritto. Ma che povera bugia:

nessuno ha alcun diritto; essi sono interamente gratuiti, come gli altri uomini, non riescono a non

sentirsi di troppo» 4

2)FILOSOFIA

Nell’opera LA MALATTIA MORTALE di S. Kierkegaard

La disperazione è definita come malattia mortale…

A. CHE LA DISPERAZIONE SIA LA MALATTIA MORTALE

B. LA DISPERAZIONE È UNA MALATTIA NELLO SPIRITO NELL'IO, E COSÌ PUÒ ESSERE

TRIPLICE: NON ESSERE CONSAPEVOLE DI AVERE UN IO

1)DISPERATAMENTE

(DISPERAZIONE IN SENSO IMPROPRIO);2) DISPERATAMENTE NON VOLER ESSERE SE

STESSO; VOLER ESSERE SE STESSO.

3)DISPERATAMENTE

L' uomo è spirito. Ma che cos'è lo spirito? Lo spirito è l'io Ma che cos'è l'io? È un rapporto Che si

mette in rapporto con se stesso oppure è, nel rapporto, il fatto che il rapporto si metta in rapporto

con se stesso; l'io non è il rapporto, ma il fatto che il rapporto si mette in rapporto con se stesso.

L'uomo è una sintesi dell'infinito e del finito, del temporale e dell'eterno, di possibilità e necessità,

insomma, una sintesi. Una sintesi è un rapporto fra due elementi. Visto così l'uomo non è ancora un

(S. Kierkegaard, La malattia mortale, Roma, Newton Compton)

io.

Nell'opera La malattia mortale Kierkegaard riprende ed approfondisce il tema della disperazione.

Abbiamo già visto ch'egli presenta la disperazione sia come l'elemento che caratterizza la vita

dell'esteta, sia come la condizione che permette il salto dalla vita etica a quella religiosa. Si tratta di

due aspetti, spiega il filosofo, di due facce dello stesso fenomeno. La disperazione, cioè, è sempre

una negazione di sé, del proprio io; ma nel primo caso essa ha luogo in quanto l'uomo è sempre alla

ricerca di se stesso, di un io che non coincide mai con quello che di volta in volta egli è, e che però

egli non trova mai; nel secondo caso essa è rifiuto totale di sé, è quella rinuncia a sé che si traduce,

sul piano della fede, nella assoluta autodonazione a Dio. Anche la disperazione dunque, come

l'angoscia, caratterizza un rapporto: la seconda, quella del singolo con il mondo, la prima quella del

singolo con se stesso. Infatti l'angoscia insorge al cospetto di quegli «infiniti possibili», e

dell'«infinità del possibile» che il mondo rappresenta per l'uomo; la disperazione nasce invece di

fronte a quella radicale incognita che è il proprio io. Due sono i possibili modi di relazionarsi a se

stesso; uno è quello di accettare di essere se stesso, l'altro è quello di rifiutare di essere se stesso; ma

la disperazione si verifica in entrambi i casi, sia quando l'uomo vuole essere se stesso, sia quando

non vuole assolutamente essere se stesso, cioè quando egli rinnega totalmente se stesso, quello che

è e quello che potrebbe essere. Nel primo caso il singolo si dispera perché vuole ma non riesce a

trovare se stesso nei vari possibili, in quanto tutte le possibilità di essere se stesso si rivelano

insufficienti e inadeguate. Nel secondo caso egli si dispera quando percepisce che non c'è piú

alcuna possibilità di trovare il vero se stesso, e vi rinuncia; e vorrebbe semplicemente distruggere se

stesso senza potervi riuscire. Questa seconda è dunque la forma piena, totale, della disperazione; è

quella che Kierkegaard chiama malattia mortale.

Cadere nella malattia mortale è non poter morire; ma non come se ci fosse la speranza della vita;

l'assenza di ogni speranza significa qui che non c'è nemmeno l'ultima speranza, quella della morte.

Quando il maggior pericolo è la morte, si spera nella vita; ma quando si conosce un pericolo

ancora piú terribile, si spera nella morte. Quando il pericolo è cosí grande che la morte è divenuta

la speranza, allora la disperazione nasce venendo a mancare la speranza di poter morire. In

quest'ultimo significato la disperazione è chiamata la malattia mortale: quella contraddizione

penosa ... di morire eternamente, di morire e tuttavia di non morire, di morire la morte. Perché (La

morire significa che tutto è passato, ma morire la morte significa vivere sperimentare il morire.

malattia mortale)

Questa disperazione è la porta della fede. 5

3)INGLESE portrays the sickness of modern mankind in the poem –the Hollow man-

Thomas Stearn Eliot

He convey the idea of emptiness and chaos, alienation, absence of any ideal of modern society.

Eliot makes a comparison from the passed golden age of man to todays corruption of modern age

and the lack of sense of our days human existence.

Eliot believes that modern society lacks a vital sense of community and a spiritual centre.

The waste land of the poem is modern European culture, which has come too far from its

spiritual roots.

Eliot's poem, depicts modern society as being in the infertile part of the cycle. Human

beings are isolated, and sexual relations are sterile and meaningless.

Instead in the sickness is shown as different mental disease :

Becket

1)Apathia 2)Athambia

indifference imperturbability

3)Aphasiainability to speak and communicate

Different interpretation said that Godot could be maybe God or Charlotte.

Waiting for Godot could be considered a work embodied in the Theatre of Absurd non-

realistic genre of the 20° century, this genre shows the absurdity of human existence.

Beckett pointed out this absurdity through the setting: an only road which suggests the

homelessness of the characters and emphasizes the fact that they're going nowhere and it

could be any place, any time any situation. There is also a stylised tree, with 2 or 3 leaves

attached, in this country road. The real absurdity it's better underlined through the characters

in fact they are nothing but empty puppets, clown, interchangeable between each other.

Vladimir and Lucky represents the mind, the intellect while Estragon and Pozzo represents

the body. The characters in the first act try to contemplate suicide but they are even unable

to do this( that underline perfectly the cynic ironic situation of the characters). 6

4)BIOLOGIA

La seconda causa di morti nel mondo –la malattia :il cancro…

Il numero crescente dei casi di cancro è in parte dovuto all'aumento della durata media della

vita, ottenuto in questi ultimi decenni, grazie all'influenza positiva dei progressi della terapia

(igiene pubblica, vaccinazioni preventive, agenti medicamentosi, farmaci antinfettivi e altri,

rianimazione nelle affezioni acute, chirurgia d'urgenza). Inoltre oggi sono possibili molte

diagnosi, con esattezza e frequenza maggiori di quelle consentite un tempo. La biopsia, ad

esempio, non è entrata in pratica che da qualche decina d'anni. Le statistiche dimostrano

variazioni di frequenza; l'aumento di frequenza dei cancri primitivi del polmone è fortissimo,

come pure quello dei cancri del fegato, che si stanno verificando in tutto il mondo dopo la

seconda guerra mondiale. Incidenza e mortalità tra la popolazione variano in funzione di molti

fattori: età, sesso, salubrità dell’ambiente, dieta etc. Il cancro rappresenta la seconda causa di

morte dopo le malattie cardiovascolari (nel 1996 i decessi sono stati 160.000); ogni anno si

registrano circa 300.000 nuovi casi e nel 1997 i malati erano 1.400.000. La percentuale di

sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi (cioè con buona probabilità di guarigione) è salita al

50%.

Il termine cancro indica tutte le neoformazioni di tessuti, generate da un disordine della

moltiplicazione e del metabolismo cellulare; esso tuttavia non delimita uno stato morboso unico. È

possibile una definizione analitica:

1. si tratta di un aumento della massa delle cellule e dei tessuti;

2. tale aumento supera in velocità e intensità la crescita tissurale e cellulare normale;

3. è, almeno in gran parte, indipendente dai fattori di crescita dei tessuti normali;

4. questa crescita continua dopo la cessazione dell'azione scatenante;

5. si evolve verso regioni dell'organismo nelle quali la presenza di tale tipo cellulare o tissurale

non è normale.

Dettagli
Publisher
10 pagine
65 download