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Sintesi

La tesina presenta il lavoro, che è stato recentemente eseguito, di restauro e ristrutturazione dell'ex ospedale di Treviso. E' stato realizzata la nuova sede dell'università  e un splendido quartiere che arricchisce la città . Notevole interesse present.

Materie trattate: la tesina è composta da collegamenti con varie materie: storia, progettazione, costruzioni, topografia, impianti, diritto.

Estratto del documento

LO SCAVO ARCHEOLOGICO

L’espansione urbana medioevale di Treviso e l’ospedale di Santa Maria dei Battuti

- Inquadramento geomorfologico

Questa zona di Treviso si colloca, da un punto di vista geomorfologico, all’interno di una

vallecola (piccola depressione), in cui si trovano depositi alluvionali ghiaioso-sabbiosi. In

quest’area, grazie agli accurati scavi, si è evidenziata la traccia di un vecchio corso d’acqua, di

cui è emersa parte della sponda, e una probabile ansa del fiume Sile.

- La necropoli altomedioevale e le prime bonifiche dell’area

In questa superficie di piana alluvionale si sono trovate sei tombe a inumazione. Di queste,

cinque sono raggruppate nella parte centrale dell’area, mentre una si trova isolata in vicinanza

della sponda del fiume. All’interno delle tombe erano

presenti alcuni elementi di corredo: un braccialetto in ferro

ed altri in bronzo,inoltre si conservavano pochi resti del

corpo sepolto dentro una cassa lignea, locata sotto gli edifici

che si è riusciti a demolire ed ora ricostruiti.

Nello scavo archeologico si sono trovate tracce di una

strutturazione funzionale riconducibile ad alcune prime

operazioni di bonifica dell’area, mediante la costruzione di

sponde formate da pali lignei disposti verticalmente ed

orizzontalmente. Questo luogo abbracciato dall’antico corso

del Sile e dal vecchio canale Botteniga, sulla base del

materiale ceramico recuperato, sembra ricondursi ad un arco

cronologico compreso tra il VI e il VII secolo d.C.

- L’espansione urbana medioevale

Nell’area sono stati rinvenuti dei resti di una capanna

realizzata con pareti lignee, documentate dalle buche dei pali

poste sui limiti del pavimento in battuto di limo giallo, sopra

il quale è presente un focolare residuale. Sono state

ritrovate parti di altre capanne, su un livello di ghiaia fine

utilizzato come base, in cui le strutture perimetrali erano

costituite da pali verticali a testa piatta con diametro di circa

20-30 cm i quali dovevano sostenere tavolati orizzontali. Il

piano pavimentale è costituito da una stesura di limo

sabbioso giallastro; all’esterno è stata rinvenuta una fascia di

ciottoli e laterizi a profilo convesso, interpretata come

probabile stradina. Questi edifici in legno erano destinati ad uso abitativo di sviluppo urbano

al di fuori del perimetro della città romana, in un’area precedentemente destinata a uso di

necropoli e prevalentemente paludosa. Questo dato può significare un’espansione della città

di Treviso a causa di un forte aumento della popolazione in epoca precedente la fase

medioevale duecentesca.

- Formazione del quartiere medioevale

Presumibilmente il completamento dei lavori di sistemazione dell’area porta alla formazione

di un nucleo abitativo più stabile e complesso, con la sostituzione delle povere abitazioni in

legno con strutture in muratura. Inoltre porta a un’occupazione della sponda fluviale forse

connessa con uno sfruttamento della stessa in funzione dei traffici fluviali. Purtroppo le

strutture rinvenute non chiariscono l’organizzazione interna e nemmeno la sua funzionalità,

tuttavia si può pensare che i locali di abitazione fossero ubicati a un piano superiore e il piano

terra diversamente utilizzato. Negli spazi esterni si è trovato un livello ghiaioso costituito da

più stesure, interpretato come probabile asse viario. Cronologicamente questa fase potrebbe

inquadrarsi in epoca medioevale, è possibile che i resti trovati in una zona ad est dello scavo,

possano appartenere al palazzo dei da Coderta, distrutto dai trevigiani agli inizi del XIV

secolo. L’edificio risulta, infatti, demolito fino a livello delle fondazioni, con estesi strati di

macerie che ricoprono l’area.

- L’ospedale dei Battuti

Sopra le rovine spianate del precedente edificio, è realizzato il primo nucleo dell’ospedale dei

Battuti, la cui costruzione è datata prima metà del XIV secolo. Questa costruzione delinea un

complesso edilizio in cui sono stati messi in luce due grandi vani di forma rettangolare di cui

il primo, settentrionale, con dimensioni di circa 9,5 x 6 m mentre il secondo, centrale, ha

dimensioni leggermente maggiori (11 x 6 m). Sono state

rinvenute le fondazioni dei plinti in laterizi di un

probabile porticato che andava a collegarsi alla larga

muratura perimetrale. Questo muro costituisce ora anche

il perimetrale della chiesa di Santa Croce, la cui data di

fondazione non è nota, anche se alcuni storici ipotizzano

una costruzione coeva al complesso ospedaliero. I vani del

primo ospedale non mostrano suddivisioni interne e in

quello centrale sono presenti due piccole trincee forse

pertinenti ai sostegni di un grande scalone che portava al

piano/i superiori. La posizione della scala andrebbe a

giustificare la presenza del lungo corridoio nella zona

meridionale; infine è possibile che una parte dell’edificio

sia stata destinata ad abitazione, grazie alle numerose

tracce ritrovate nel luogo.

- L’espansione del complesso ospedaliero

Il complesso dell’Ospedale si evolve con ampliamenti e

modifiche strutturali. Non rimane nulla dei piani interni

di questa nuova costruzione, tuttavia è da rilevare come le

fondazioni siano imponenti, ancora più grandi dell’edificio antico. Le più importanti novità

sono le pavimentazioni realizzate con stesure di limo, solo successivamente in battuti di calce,

il nuovo colonnato con interasse di circa 3 m e l’uso di tramezze per dividere l’ambiente in

piccoli vani. E’ possibile che l’area sia stata “recintata” da una muratura con uno spazio

dedicato come orto o giardino, e una parte dell’edificio utilizzata come deposito o ricovero

animali. Cronologicamente questa fase dovrebbe segnare il passaggio tra il Medioevo e il

primo Rinascimento e potrebbe evidenziare l’acquisizione completa degli edifici vicini,

sicuramente con altri usi, alla proprietà dell’ospedale.

- Le fasi rinascimentali

Le vecchie case medioevali ancora presenti e il vecchio edificio dell’Ospedale sono stati

abbattuti per la costruzione di un nuovo edificio con una nuova serie di strutture murarie e

con la presenza di piastrini, a base rettangolare, allineati a coppie. A queste strutture si

associano canalette in laterizi con lo scopo di convogliare le acque bianche di scarico nel

Cagnan, questo può considerarsi un primo sistema di fognatura. La presenza di pietre

utilizzate come macine deriva dalla presenza, documentata storicamente, di mulini all’interno

del complesso ospedaliero, la cui energia era ricavata da un canale derivato dal Cagnan, lo

stesso entro cui scarica il precedente condotto.

PARTE STORICA

L’ex ospedale di Santa Maria dei Battuti a Treviso nei secoli

L’origine dell’ex Ospedale di Santa Maria dei Battuti si collega con l’istituzione avvenuta a

Treviso della compagnia dei Flagellati: la Scuola di Santa Maria dei Battuti, fondata poco

dopo il 1260 sulla sponda destra del Sile. Quest’area ideale e centrale ha sempre manifestato

la sua condizione di pluralità di destinazioni d’uso: qui sarà insediato il porto della città di

Treviso, collegamento commerciale con

Venezia. I corsi dei fiumi Sile e Cagnan

assumeranno notevole importanza storica,

essi segneranno il perimetro della città di

Treviso romana, medioevale e veneta

costituendo il naturale limite e la prima

difesa. Nel 1300 circa la Scuola di Santa

Maria dei Battuti subisce un primo

spostamento nel vicino castello, per poi

insediarsi in un terreno ceduto dai da

Coderta per costruire l’ospedale nel 1333

che avrà vita e sviluppo per oltre seicento

anni.

La cultura illuministica del Settecento

contribuì non poco a dare un nuovo volto

architettonico alla città che passò alla

Repubblica di Venezia attraverso una

successione estenuante di domini francesi e

austriaci. Gli edifici furono ristrutturati e fu

costruito il ponte di Santa Margherita: tale

costruzione segnò per il Sile il passaggio

della zona da spazio commerciale ad area

residenziale. Il governo napoleonico effettuò vaste riforme e la Scuola dei Battuti fu soppressa.

Per qualche secolo risulta difficile tracciare la storia dell’evoluzione del complesso ospedaliero.

La prima fonte certa è una planimetria del 1791; precedentemente si può supporre che la

struttura abbia ricevuto continue modificazioni ed aggiunte. Il corpo principale era a forma di

quadrilatero irregolare, compreso tra via San Pancrazio, piazza Santa Maria dei Battuti e via

Gualpertino da Coderta, affacciato sul corso d’acqua Cagnan. La pianta particolarmente

accurata del perito pubblico A. Prati consente di stabilire con esattezza la consistenza

dell’edificio e la sua destinazione al

piano terra di tutte le sue parti, mentre

un dipinto del Coghetto, ci aiuta a

definire il suo carattere architettonico e

la sua probabile datazione. L’edificio era

composto da un porticato a giorno con

arcate sorrette da colonne, rinforzate

alle due estremità da pilastri murari. La

sua preziosa veste architettonica fa

pensare all’architettura veneziana del

Quattrocento e dei primi anni del Cinquecento, in particolare per la cornice delle finestre e

per il disegno del portico in cui gli archivolti si allacciano formando il margine inferiore del

muro.

Appena due anni dopo la redazione dello scrupoloso rilievo del Prati, veniva conferito a

Daniele Danieletti l’incarico di progettare la sostituzione della vecchia loggia con un vero e

proprio palazzo, dando un

elevato valore architettonico

alla facciata.

Morto il Danieletti, in un

clima culturale molto

diverso, già sotto il dominio

austriaco, a completare

l’opera in funzione delle

esigenze pratiche

dell’Ospedale viene chiamato

Petrovich, architetto croato

che interpreta il tema

dell’“architettura civile” con

sensibilità diversa e ben altre

capacità. Dietro al bel

porticato del Danieletti, il Petrovich concepisce due piani stretti al piano terra scavando al di

sotto delle soglie e dividendo in due parti i grandi portali della precedente facciata. Inoltre

sostituisce la scala esterna a doppia rampa con una scala a forbice, creando un enorme

contrasto nella facciata, risultando un corpo estraneo e decontestualizzato ma sicuramente più

funzionale per la struttura.

Dopo la conclusione nel 1832 dell’opera

del Petrovich, inizia un periodo di infelici

sostituzioni parziali dettate da esigenze

funzionali che continuarono per il secolo

successivo, suscitando una protesta della

cultura trevigiana. Ma la direzione

dell’ospedale non bada a questi pareri e

procede con i suoi lavori di

sopraelevazione, cercando di conservare

alcuni elementi della vecchia facciata, ma

finendo per distruggere l’armonia

proporzionale. Così, come traccia di un

periodo poco felice per l’architettura e per

il rispetto dei monumenti, viene cancellato

una delle più belle pagine del

neoclassicismo trevigiano e profondamente

alterato il fondale di una delle vedute più

tipiche della città.

Il corpo di fabbrica che si estende da via

San Pancrazio a via Gualpertino da

Coderta, attestandosi su piazza Santa Maria

dei Battuti, ha subito notevoli

trasformazioni e manomissioni. L’elemento che lo caratterizza è il portale lapideo

lombardesco con la lunetta affrescata e l’orologio sovrastante a segnare uno dei principali

ingressi del vecchio Ospedale. Nel 1854 si tentò di dare inizio a un progetto di rinnovamento

globale di questa parte di ospedale, ma fu realizzato

solamente nel 1893. Il progetto prevedeva modifiche

importanti al corpo di fabbrica che si attesta sulla

piazza con la sopraelevazione dello stesso e la

demolizione della caratteristica torre dell’orologio.

Una nuova distruzione si ebbe nel 1944, in seguito alla

quale fu ricostruita completamente l’ala su via

Gualpertino da Coderta: ma dopo il 1945 i reparti di

degenza si trasferirono progressivamente nella nuova

sede di Santa Maria di Ca’ Foncello.

La chiesa di Santa Croce dovrebbe essere la cappella

dell’Ospedale. Essa rappresenta un ricco patrimonio

artistico e culturale, oltre che di importanza

architettonica, per la sua presenza all’interno di tele,

dipinti e affreschi di vari noti artisti, e di un organo. Si

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