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FIlosofia: Nietzsche
Storia: Seconda guerra mondiale
Storia dell'arte: La zattera della medusa (Gericault)
Inglese: Waiting for Godot- Samuel Beckett
Fisica: Magnetismo
Latino: Epistola 47 Seneca
Scienze: I vulcani Hawaiani
Filosofia
Crescita interiore dei personaggi e il superuomo di
Nietszche
Già dalla struttura degli episodi si capisce che in Lost la crescita interiore dei
personaggi sarà di fondamentale importanza: il racconto dei fatti sull’Isola,
infatti, viene spesso interrotto da brevi episodi della vita passata dei
protagonisti, come per indicarci che su quell’Isola ognuno avrà una seconda
possibilità. Lost è una storia di redenzione e della possibilità che ognuno ha
di migliorare se stesso e soprattutto conoscersi nelle sue migliori qualità,
anche se nei suoi limiti. Esemplare in questo è il caso di Jack, che può
essere considerato il protagonista di Lost. E’ un medico, ma vive
costantemente sotto l’ombra del padre, e per questo motivo nella sua vita non
ha mai potuto dimostrare le sue qualità migliori, quelle di leader. L’Isola gli
darà la possibilità di guidare il gruppo dei sopravvissuti, ma per avere una
vera e propria liberazione dal passato dovrà superare delle “prove”, costituite
da delle apparizioni del padre, in realtà morto. Sull'Isola capisce di poter
esser un leader, ed elimina quelle piccole cose che prima dello schianto
dell'aereo erano sempre state il suo tallone d'Achille. Ora è conscio delle sue
abilità, ed è un animo puro, che cerca sempre di fare la cosa giusta. Nel
corso della serie Jack riuscirà a superare questo senso di inferiorità, ma
come lui anche tutti gli altri protagonisti di Lost troveranno nell’Isola la
possibilità di liberarsi dai fantasmi del passato: il paralitico John avrà la sua
occasione di dimostrare a se stesso che può ancora essere un uomo come
gli altri, Michael imparerà ad essere il padre che Walt non ha mai avuto, Kate
capirà che non può sempre fuggire di fronte ai problemi della vita e via via
tutti gli altri.
Nel loro piccolo, per dirlo con Nietzsche, diventeranno superuomini, e con
alle spalle il superamento dei limiti del passato, potranno reinventarsi
nell’Isola, diventando finalmente liberi di crearsi il loro destino. E Lost finirà
proprio così: superati i problemi della loro vita passata i protagonisti
finalmente potranno andare avanti, come dirà uno di loro nell’ultimo episodio.
Nietszche, rigettando l’ottimismo dei positivisti e sulla scia di Schopenhauer,
afferma che la realtà è irrazionale, ma giunto a questa considerazione, l’uomo
ha due scelte: fuggire di fronte alla realtà (e questa era l’idea di
Schopenhauer) o diventare superuomo, accettando l’irrazionalità
dell’esistenza, il dominio delle passioni. Nietzsche è il filosofo dell’amor fati,
l'atteggiamento proprio dell'oltre-uomo che accetta entusiasticamente, fino a
desiderarlo, il carattere casuale e arbitrario degli eventi che compongono la
sua vita. Questo modo di rapportarsi alla vita è lo stesso che ha John già dai
primissimi episodi di Lost. Mentre gli altri naufraghi, appena realizzata la loro
tragica situazione si facevano prendere dall’isteria e dalla paura, John si
comportava diversamente: costruisce un fischietto per richiamare un cane,
insegna a giocare a backgammon a Walt, ma soprattutto impara da subito
che sull’Isola tutto è diverso. Come il superuomo di Nietszche si lascia alle
spalle le leggi della vita civile e della morale e da subito si adatta alle nuove
condizioni che il fato ha voluto per lui così come farà John. Piano piano l’Isola
darà a tutti la possibilità di cambiare, di redimersi, ma questa trasformazione
sarà evidente nel momento in cui sei dei sopravvissuti riusciranno a tornare a
casa: l’esperienza vissuta li ha fatti cambiare e nessuno di loro potrà
riprendere la vita nel mondo reale, dal quale vengono come rigettati. Forse,
come sosteneva Nietzsche, il mondo non è ancora pronto per l’avvento del
superuomo.
Storia dell’arte
La zattera della medusa e il falso salvataggio
Uno dei momenti culminanti della prima stagione di Lost viene raggiunto
quando 4 sopravvissuti al disastro aereo, Jin, James, Michael e suo figlio
Walt decidono di costruire una zattera per riuscire a scappare dall’isola e
mettere in salvo tutti gli altri. Dopo tante difficoltà riescono a partire e dopo
due giorni di navigazione sul loro radar intravedono una nave che gira intorno
a loro. Proprio come i personaggi a bordo della zattera della Medusa, dipinta
dall’artista francese Géricault, cercano in tutti i modi di farsi vedere,
sbracciandosi e lanciando segnali. L’apparenza purtroppo li inganna poiché
poco dopo sulla zattera appare sui volti dei nostri eroi la disperazione più
totale quando scoprono che, sulla nave che li avrebbe dovuti salvare, ci sono
solo delle persone che non vogliono che lascino l’isola. Dopo aver infatti
rapito Walt, i loschi individui mandano in fiamme la zattera e con essa ogni
speranza di salvezza. Il dipinto “La zattera della Medusa” è stato completato
quando l'artista aveva soltanto 27 anni e rappresenta un momento degli
avvenimenti successivi al naufragio della fregata francese Méduse, avvenuto
il 5 luglio 1816 sulle coste dell'attuale Mauritania, a causa di negligenze e
decisioni affrettate da parte di comandanti e governanti. Oltre 250 persone si
salvarono grazie alle scialuppe, le rimanenti 147 dovettero essere imbarcate
su una zattera di fortuna, lunga 20 metri e larga 7, e di queste soltanto 13
fecero ritorno a casa. L'evento generò uno scandalo internazionale, in parte
attribuito all'incompetenza del capitano dell'imbarcazione. L'opinione pubblica
si schierò anche contro la monarchia francese, in particolare contro il re Luigi
XVIII, reo di aver nominato a quell'incarico il capitano.
Italiano
La coscienza di Zeno e il rapporto padre-figlio
Il tema del rapporto padre-figlio viene toccato più volte in Lost. Jack, si
trovava sul volo Oceanic 815 poiché era tornato in Australia a recuperare il
corpo del defunto padre. Sin da piccolo Jack aveva avuto problemi con il
padre e questo viene dimostrato in un flashback nella quale Jack, per
difendere il suo amico, venne picchiato da due ragazzi più grandi. Christian,il
padre, spiega al ragazzino che sarebbe stato inutile per lui provare ad essere
un eroe perché non aveva ciò che sarebbe servito per poter affrontare i
fallimenti. Una volta cresciuto, avendo scelto la sua stessa professione, si
trova continuamente ad essere giudicato. In molti flashback possiamo notare
come lui sia un ottimo medico anche più del padre, ma questa cosa non gli
viene mai riconosciuta in quanto quest’ultimo è il primario di un ospedale.
L’occasione buona per emergere gli capita quando il padre entra in sala
operatoria ubriaco e fa morire una paziente. Nonostante la richiesta d’aiuto
da parte di Christian, Jack lo fa radiare dall’albo dei medici. Il rapporto tra
Jack e suo padre diventa ancora più controverso. Christian appare invidioso
di suo figlio, ma Jack non è disposto a nessuna indulgenza, con il tempo però
il rapporto tra i due si consolida e Christian rivaluterà il figlio. La situazione
presentata nel telefilm sembra richiamare uno dei passaggi fondamentali
presenti ne: “La coscienza di Zeno” di Italo Svevo dove emerge con forza il
rapporto molto complicato tra Zeno e suo padre. In quest’opera Zeno è
l’inetto per eccellenza, con il suo ozio e la sua inconcludenza non fa altro che
dare delusioni al padre, il quale in punto di morte gli rifila uno schiaffo
provocando a Zeno forti sensi di colpa che lo porteranno a regredire in una
condizione di bambino punito. Quando però si ritrova senza una figura
paterna, Zeno va subito in cerca di una figura sostitutiva trovandola in un
uomo, Malfenti, che non rispecchia per niente la figura di suo padre, la cui
morte è uno degli eventi che maggiormente hanno segnato la coscienza del
protagonista. Assistiamo, nel capitolo “La morte di mio padre” de La
coscienza di Zeno, all’ultimo colloquio tra il protagonista e suo padre, alla
successiva agonia di lui colpito da un edema cerebrale e al mutare dei
sentimenti di Zeno nei confronti di un uomo che prima aveva temuto e
ignorato. La narrazione di questo drammatico evento è dominata, per intero,
dal conflittuale rapporto che emerge tra il “vecchio”, ormai morente, e “Zeno
giovane”. Lo Zeno adulto che narra il romanzo, infatti, mostra di essere
consapevole degli errori del passato e delle incomprensioni che sono state
causa del tormentato rapporto padre-figlio. Il padre, da sempre, aveva
rappresentato, per Zeno, l’equilibrio e la tranquillità quotidiana, "la fiducia che
rende tanto dolce la vita" e il prolungarsi dei suoi buoni propositi giovanili. Nel
corso degli anni trascorsi insieme, Zeno non aveva mai tentato di avvicinarsi
a lui, "non aveva mai vissuto per lui, anzi lo aveva evitato"; il loro rapporto si
era sempre basato sull’indifferenza e su un incolmabile distacco tra il padre e
il figlio, un distacco sia affettivo, che nessuno dei due aveva colmato, ma
anche culturale, dato il basso livello intellettuale del “vecchio” rispetto al
“giovane”.
Geografia Astronomica
Il paesaggio di Lost: le isole Hawaii
Lost è stato girato in uno dei posti più belli del mondo: le isole Hawaii. Le
isole Hawaii sono isole tropicali e sono tra le terre emerse più isolate del
mondo. Quasi tutte le isole Hawaiane sono di origine vulcanica. L'ipotesi
scientifica dominante indica la presenza di un punto caldo nel mantello
terrestre che causa la formazione di vulcani sottomarini e in superficie. L'isola
di Hawaii è la più recente e comprende 5 vulcani principali, fra cui il più attivo
è il Kilauea, seguito a sud dell'isola dal Mauna Loa, il vulcano più grande del
mondo, e dal Hualalai. Gli altri due vulcani, il Mauna Kea e il Kohala, non
sono storicamente attivi. Il vulcano Haleakala, ad est dell'isola, è il vulcano
principale di Maui. La lava relativamente poco viscosa dei vulcani Hawaiani
dà origine a coni di lieve pendenza e di forma simile ad antichi scudi. Il
vulcano più attivo delle isole Hawaii è il Kilauea il cui nome significa “nuvola
di fumo che sale”. I vulcani come il Kīlauea si formano per la presenza sotto
la crosta terrestre di un hot spot ossia un punto caldo di risalita di roccia
,
fusa, fenomeno vulcanico caratteristico di pochissime aree della superficie
terrestre. Buona parte della superficie di lava che lo ricopre ha poco più di
1000 anni. Le attività tipiche di questo vulcano sono la formazione di nuvole
di gas e vapore a causa del veloce raffreddamento della lava a contatto con
l’acqua, formazione e collassi di coni e versamenti magmatici. Ad ogni
eruzione, la lava del vulcano viene sotterrata dai flussi lavici successivi;
questo fatto comprime sempre più la lava fino a che la sua densità pareggi
quella del magma. Inoltre ad ogni eruzione la sommità del vulcano va in
subsidenza e la composizione della lava muta durante certe eruzioni
prolungata. Inoltre tra il serbatoio e le profondità magmatiche che lo
riforniscono si viene a creare, durante l'eruzione, una differenza di pressione
che produce come effetto il riempimento del serbatoio stesso; alla fine
dell'eruzione, parti di roccia chiudono il condotto in cui è circolato il magma e
quindi la conseguenza di tutto ciò è l'intensificarsi della pressione, causato
dalla risalita del magma dal mantello e la creazione di nuovi passaggi
sotterranei nel momento in cui il serbatoio si riempie. In qualche occasione, il
Kīlauea è stato protagonista di forti esplosioni di vapore, che hanno
provocato numerosi morti.
Latino
La condizione degli schiavi secondo Seneca
Una delle tante tematiche trattate in Lost è la schiavitù. In una delle ultime
puntate infatti attraverso un flashback riviviamo il naufragio di una nave che
trasportava schiavi nel nuovo mondo dalla Spagna nel 1867. Uno di questi
schiavi è Richard Alpert che dopo aver trascorso cinque giorni intrappolato
sulla nave poiché incatenato riesce a liberarsi diventando uno dei personaggi
fondamentali di Lost. In quegli anni nonostante Spagna e Portogallo così
come altri stati avevano firmato l’abolizione della tratta degli schiavi c’erano