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Sintesi Logico o illogico tesina
Nel corso della mia esperienza scolastica ho sempre provato una certa curiosità per argomenti inerenti le contraddizioni presenti nel pensiero, nella cultura, nella storia dell’uomo. A ciò si aggiunge, inoltre, una sempre presente propensione
verso la logica, il pensiero razionale ed un approccio critico ed indagatore nei confronti della realtà. Di conseguenza la prima domanda che mi sono proposto al momento di iniziare questa tesina è stata: “Quando ed in che
ambiti razionale e irrazionale vanno a coincidere?” e non avendo avuto alcun ispirazione improvvisa ed immediata mi sono messo a cercare informazioni sull’argomento. In questo senso mi è stato particolarmente d’aiuto l’opera dello
scienziato e filosofo Douglas Richard Hofstadter Gödel, Escher, Bach: un'eterna ghirlanda brillante. Una fuga metaforica su menti e macchine nello spirito di Lewis Carroll nella quale viene svolta un’articolata analisi del funzionamento della mente umana e del suo rapporto con l’intelligenza delle macchine da essa creata. In questo scritto viene data un’importanza centrale al concetto di paradosso e ciò ha attratto fin da subito la mia attenzione verso quest’ambito della conoscenza. Di conseguenza in questa tesina mi concentrerò sull’analisi di alcuni paradossi nei più svariati campi culturali: dall’arte alla matematica, dalla filosofia alla letteratura.
Darò, inoltre nella mia tesina di maturità, grande importanza alle loro conseguenze in matematica e logica, con riferimenti al pensiero di Bertrand Russell e Kurt Gödel. In ambito artistico mi concentrerò sull’opera di Maurtis Cornelis Escher per quanto riguarda le arti figurative, e farò una breve escursione riguardo lo scrittore inglese Lewis Carroll. Spero vivamente che questo mia tesina multidisciplinare produca nel lettore la stessa curiosità che mi ha guidato nella sua stesura.
Collegamenti
Matematica - I teoremi di Godel, paradosso di Russell.
Fisica - La relatività, meccanica quantistica.
Filosofia - Zenone, Kant.
Storia dell'arte - Escher
Letteratura italiana - Achille e la tartaruga di Lewis Carroll.
dell’arte surrealista, che si sono concentrati più sulla descrizione dell’inconscio e
dei suoi elementi paradossali, e Quest’ultimo autore in
Maurtis Cornelis Escher.
particolare ha concentrato tutta la sua attività nella creazione di illusioni visive,
anche servendosi dell’aiuto della matematica, di cui era un fervido appassionato.
Maurits Cornelis Escher - Autoritratto
5 Coesistenza di opposti:
Il paradosso in Filosofia
IL PRIMO ESEMPIO DI PARADOSSO: “IL MENTITORE”
Usualmente si riconduce la nascita del paradosso logico a Epimenide di Creta
il quale, Cretese egli stesso, si ritrovò ad affermare “I Cretesi sono bugiardi”.
Ora, se si considera la frase non a livello di rigida proposizione logica, ma co-
me semplice constatazione informale, non esiste alcuna contraddizione in quanto
descrive uno stato di cose che per forza non deve essere vero o falso. I
del tutto
problemi cominciano ad sorgere se maggiormente l’affermazione
formalizziamo
di Epimenide, magari tramite un (tutti, infatti
quantificatore universale nessuno):
se consideriamo l’affermazione
Epimenide di Creta
(fig.sopra): è stato uno “Tutti i cretesi sono bugiardi”
scrittore e un filosofo
greco vissuto tra il VIII e la assumiamo come verità assoluta ci rendiamo immediatamente conto di
e il VII secolo a.C una profonda incoerenza fra l’essere Cretese di Epimenide e la sua affermazione.
Se infatti è vero che tutti i cretesi sono mentitori allora anche Epimenide do-
vrebbe dire solo bugie ed in particolare sarebbe una bugia la frase: “Tutti i
cretesi sono bugiardi". Ma se fosse così allora non sarebbe più vero che tutti i
cretesi sono bugiardi e quindi neppure Epimenide lo sarebbe perciò direbbe la ve-
rità quando afferma che tutti i cretesi sono bugiardi e così via all'infinito.
Di conseguenza non è possibile decidere se Epimenide dica o no la verità, o
meglio, contemporaneamente le possibilità di verità e falsità
coesistono
dell’affermazione.
Esistono innumerevoli versioni di questo elementare paradosso:
(1) “Questa frase è falsa”
Qui il problema è lo stesso, ma è spostato su un piano di in
autoreferenzialità
quanto l’affermazione si riferisce direttamente a se stessa affermandone la falsità,
la quale viene a sua volta smentita dal suo stesso significato, in un circolo vizioso
che molto ha in comune con la versione di Epimenide. Sono proprio enunciati di
questo tipo che alle porte del Novecento produssero la cosiddetta Crisi della
Grande Logica ed avviarono il pensiero logico verso una nuova concezione di
formalismo, di cui parleremo in seguito.
(2)
Portando la questione “nella vita reale” (anche se il paradosso a livello intellet-
tuale e logico è il medesimo), Philip Jourdain, per spiegare praticamente il para-
dosso adotta questo esempio: scrivere su un lato di un biglietto la frase “La propo-
mentre sull’altro “La
sizione scritta sull'altro lato di questo biglietto è vera”, proposizione
Ogni frase si riferisce all’altra all’infinito in
sull'altro lato di questo biglietto è falsa”.
quello che Douglas Richard Hofstadter definisce Osserveremo in se-
strano anello.
guito come questi strani anelli sono utilizzati nell’ambito dell’arte figurativa.
6
PROPOSTE DI SOLUZIONE
Esiste una semplice ed evidente via d’uscita, sviluppata di recente e a
cui è stato dato il nome di “dialettismo”, la quale è in grado di com-
prendere tutti i paradossi che finiscono con una contraddizione. Questi
paradossi vengono dissolti permettendo che le contraddizioni siano en-
e e sostenendo che è del tutto razionale accettarle.
trambe vere false
Questo atteggiamento sembra più paradossale degli stessi casi che in-
tende trattare, e sembra che faccia violenza alle nostre nozioni di verità
e falsità. Il dialettismo è stato difeso con grande ingegnosità, anche se
non sorprende che debba ancora convincere molti logici.
Una soluzione più interessante, anche se anch'essa non risolutiva, fu
data nel 1969 da Alfred Tarski, il quale sottolineò l’importanza dello
stabilire una gerarchia di livelli del linguaggio. Oltre al linguaggio co-
mune, il quale si riferisce essenzialmente alla realtà o comunque a cose
esterne ad esso, vi sono quindi anche dei i quali si rife-
meta-linguaggi,
(Var-
Alfred Tarski riscono alle proposizioni dei linguaggi di livello a loro inferiori. L’idea
savia 1902 – Berkley di base è Ad e-
l’impossibilità di un enunciato di riferirsi a se stesso.
1983) è stato un ma- sempio, considerando come proposizione di base “Parigi è la capitale del-
tematico, logico e fi-
losofo polacco. E’ si può affermare la sua veridicità solamente ad un livello su-
la Francia”
considerato uno dei periore il quale affermerà ‘“Parigi e così
è la capitale della Francia” è vero’
maggiori logici della via salendo sempre più di livello. Ciò permette di non fare confusione
storia accanto a Gö- fra i vari livelli del linguaggio: facendo così la contraddizione di Epi-
del e Russel. menide non esiste più in quanto la proposizione si parla è di-
con cui
versa da quella si parla. Tarski afferma anche che è proprio da
di cui
questa ambiguità fra i linguaggi che nascono paradossi di tal genere.
LOGICA VS APPARENZA: I PARADOSSI DI ZENONE
Nella storia del paradosso, probabilmente uno dei contribuiti più importanti ce
lo ha fornito Zenone di Elea, filosofo presocratico e allievo di Parmenide. L’idea
basilare della sua filosofia, ripresa chiaramente del suo maestro, si basa sul
ritenere la realtà composta essenzialmente da un essere unico ed immutabile.
Quest’idea entra immediatamente in che noi
contraddizione con la percezione
abbiamo della realtà, e cioè un insieme complesso e mutabile di elementi.
La risposta che Zenone ci fornisce riguardo questa contraddizione è che il
e per avvalorare la
movimento e la molteplicità non sono altro che illusioni,
propria tesi utilizza una serie di dimostrazioni logico-matematiche che portano,
appunto, a questo risultato paradossale.
Si può notare già in Zenone, quindi, l’utilizzo del paradosso come strumento
per avvalorare o confutare una o più tesi, cosa che vedremo in
di dimostrazione
seguito avvenire anche nella filosofia di Immanuel Kant.
(489
Zenone di Elea
a.C – 431 a.C) è sta- Attualmente, comunque, non si attribuisce valore fisico alle affermazioni di
to un filosofo greco Zenone, ma la loro influenza è stata grande nello sviluppo non solo del pensiero
presocratico, mem- filosofico e matematico, ma anche della letteratura, come nel caso di Lewis
bro della scuola ele- Carroll.
atica fondata da
Parmenide. In totale i paradossi di Zenone sono sei, due contro il pluralismo e quattro
contro il movimento: 7
Contro il pluralismo:
Il primo paradosso, contro la pluralità delle cose, sostiene che
1. se le co-
esse sono
se sono molte, allo stesso tempo un numero finito e un nu-
sono finite in quanto esse sono né più né meno di quan-
mero infinito:
te sono, e infinite poiché tra la prima e la seconda ce n'è una terza e co-
sì via.
2. Il secondo paradosso invece sostiene che se le unità non hanno
le cose da esse composte mentre
grandezza, non avranno grandezza,
le cose composte da infinite u-
se le unità hanno una certa grandezza,
nità avranno una grandezza infinita.
Contro il movimento:
3. (Lo Esso afferma che non si può giungere all'estremità di uno
stadio)
stadio ma prima di rag-
senza prima aver raggiunto la metà di esso,
giungerla si dovrà raggiungere la senza
metà della metà e così via
quindi mai riuscire nemmeno ad iniziare la corsa.
4. (Achille Probabilmente il più famoso dei paradossi ze-
e la Tartaruga)
noniani, afferma che se Achille (detto "pie' veloce") venisse sfidato da
una tartaruga nella corsa e concedesse alla tartaruga un piede di van-
taggio, egli dato che Achille do-
non riuscirebbe mai a raggiungerla,
vrebbe prima raggiungere la posizione occupata precedentemente dalla
tartaruga che, nel frattempo, sarà avanzata raggiungendo una nuova
posizione che la farà essere quando poi Achille
ancora in vantaggio;
raggiungerà quella posizione nuovamente la tartaruga sarà avanzata
precedendolo ancora. Questo stesso discorso si può ripetere per tutte le
posizioni successivamente occupate dalla tartaruga e così la distanza
tra Achille e la lenta tartaruga pur riducendosi verso l'infinitamente
non arriverà mai ad essere pari a zero.
piccolo
Matematicamente:
posto che la velocità di Achille sia N volte quella della tartaruga
le cose avvengono così:
dopo un certo tempo Achille arriva dove era la tartaruga alla
partenza .
nel frattempo la tartaruga ha compiuto un pezzo di strada e si
trova nel punto .
occorre un ulteriore tempo per giungere in .
ma nel frattempo la tartaruga è giunta nel punto ... e così via.
Quindi per raggiungere la tartaruga Achille impiega un tempo
e quindi non la raggiungerà mai.
5. (La Il terzo argomento è quello della freccia, che appare in
freccia)
movimento ma, in realtà, è immobile. In ogni istante difatti essa occu-
8
perà solo uno spazio che è pari a quello della sua lunghezza; e poiché il
tempo in cui la freccia si muove è fatto di singoli istanti, essa sarà im-
Da una somma di istanti immobili, quindi,
mobile in ognuno di essi.
non può derivare alcun movimento.
(Due Consideriamo infatti tre segmenti (A, B, C)
6. masse nello stadio)
uguali e paralleli, che si trovino allineati. Supponiamo poi che il seg-
mento in alto (A) si muova verso destra, rispetto a quello situato nel
centro (B) che resta fermo, e che per ogni istante elementare avanzi di
un intervallo (elementare). Il segmento in basso (C) faccia invece la
stessa cosa verso sinistra. Dopo il primo istante avremo che i punti ini-
ziali di A e C si saranno allontanati di due intervalli. Ma ciò è assurdo
perché allora il tempo che avrebbero impiegato per allontanarsi di un
contraddicendo l'ipotesi
solo intervallo sarebbe di "mezzo istante",
che stiamo analizzando la situazione al primo istante (indivisibile).
UN SISTEMA INADEGUATO
A questo punto è doverosa una riflessione sul vero ruolo che questi paradossi
sono chiamati a giocare nella filosofia di Zenone. Il filosofo greco è perfettamen-
te consapevole del fatto che le proprie dimostrazioni non hanno alcun riscontro
nella realtà, ma esse non mirano a mostrare quest’ultima come paradossale e ir-
razionale, anzi, tutt’altro.
Esse non vogliono il moto in sé, ma
confutare la sua formalizzazione mate-
constatando (nel caso specifico
matica, l'inadeguatezza di un sistema formale
quella di un insieme numerico denso come R) (il
nel descrivere la realtà fisica
tempo e lo spazio). Infatti anche al giorno d'oggi con l'analisi infinitesimale non
possiamo che confermare che prima che Achille raggiunga la tartaruga dovranno
passare infiniti istanti.
Maurits Cornelis Escher - Encounter
9 Il brusco risveglio da un sogno:
Incoerenza paradossale in Matematica e Logica
LA RICERCA DEL SISTEMA PERFETTO
L'esigenza di fondare la matematica in modo rigorosamente formale, così da
porre le sue basi al riparo da tutte le possibili contraddizioni, si manifestò per la
prima volta nella come conseguenza del grande
seconda metà dell'Ottocento
impulso ricevuto dalla formalizzazione in vari campi della matematica, attuato
da figure come Giuseppe Peano, riguardo l’assiomatica dei Numeri Naturali e
Richard Dedekind, riguardo la continuità dell’insieme dei Numeri Reali.
In questo senso sono emblematiche le parole del matematico e filosofo tedesco
Gottlob Frege:
« Dopo essersi allontanata per lungo tempo dal rigore euclideo, la matematica è tornata
ad esso e tende anzi a superarlo. Oggi si richiede pertanto una dimostrazione di molte pro-
prietà che prima erano ritenute evidenti; anzi, questo è in molti casi il solo modo di scoprire
(1848 -
Gottlob Frege i limiti della loro validità. I concetti di funzione, di continuità, di limite, di infinito, hanno
1925) è stato un logi- necessità di una più precisa determinazione;
rivelato la il numero negativo e l'irrazionale,
co matematico e filo-
sofo tedesco. E’ rite- già da lungo tempo entrati a far parte della matematica, hanno dovuto essere sottoposti a