Anteprima
Vedrai una selezione di 19 pagine su 90
Linguaggi della comunicazione - Tesina Pag. 1 Linguaggi della comunicazione - Tesina Pag. 2
Anteprima di 19 pagg. su 90.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Linguaggi della comunicazione - Tesina Pag. 6
Anteprima di 19 pagg. su 90.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Linguaggi della comunicazione - Tesina Pag. 11
Anteprima di 19 pagg. su 90.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Linguaggi della comunicazione - Tesina Pag. 16
Anteprima di 19 pagg. su 90.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Linguaggi della comunicazione - Tesina Pag. 21
Anteprima di 19 pagg. su 90.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Linguaggi della comunicazione - Tesina Pag. 26
Anteprima di 19 pagg. su 90.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Linguaggi della comunicazione - Tesina Pag. 31
Anteprima di 19 pagg. su 90.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Linguaggi della comunicazione - Tesina Pag. 36
Anteprima di 19 pagg. su 90.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Linguaggi della comunicazione - Tesina Pag. 41
Anteprima di 19 pagg. su 90.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Linguaggi della comunicazione - Tesina Pag. 46
Anteprima di 19 pagg. su 90.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Linguaggi della comunicazione - Tesina Pag. 51
Anteprima di 19 pagg. su 90.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Linguaggi della comunicazione - Tesina Pag. 56
Anteprima di 19 pagg. su 90.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Linguaggi della comunicazione - Tesina Pag. 61
Anteprima di 19 pagg. su 90.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Linguaggi della comunicazione - Tesina Pag. 66
Anteprima di 19 pagg. su 90.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Linguaggi della comunicazione - Tesina Pag. 71
Anteprima di 19 pagg. su 90.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Linguaggi della comunicazione - Tesina Pag. 76
Anteprima di 19 pagg. su 90.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Linguaggi della comunicazione - Tesina Pag. 81
Anteprima di 19 pagg. su 90.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Linguaggi della comunicazione - Tesina Pag. 86
1 su 90
Disdici quando vuoi 162x117
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Sintesi
- Introduzione
- Evoluzione dei media
- Filosofia: Bauman e il suo saggio "Facebook, l'intimità e l'estimità"
- Storia: i principali strumenti di comunicazione adoperati dal nazismo e dal fascismo, quali mezzi di persuasione e di coinvolgimento delle masse
- Italiano: forme del linguaggio letterario dei principali autori (da Manzoni a Montale)
- Inglese: modernismo in Inghilterra e Joyce, uno dei maggiori esponenti che si avvalse dello sperimentalismo linguistico
- Francese: Apollinaire e i suoi calligrammi (un nuovo modo di comunicare)
- Spagnolo: modernismo in Spagna e Jumenez con la sua opera Platero y yo (innovazione: linguaggio infantile)
Estratto del documento

Il messaggio di entrambi i manifesti pubblicitari, pur riferendosi a due realtà

così diverse come gli Stati Uniti e l’Italia, pone l’accento sul basso prezzo,

The

grazie al quale si può accedere alle notizie. Manifesto pubblicitario de

Bulletin Il Resto del Carlino,

di Filadelfia (USA), 1895. Manifesto pubblicitario de

1898. Il nome stesso del quotidiano era sinonimo di prezzo economico, facendo

riferimento al “carlino”, una moneta molto diffusa in quasi tutta l’Italia a partire

dal Medioevo.

In tutto l’Occidente si assistette a un doppio fenomeno: da una parte, con

l’aumento del livello medio di istruzione e la diminuzione dell’analfabetismo, un

pubblico sempre più vasto si accostava alla lettura della stampa; dall’altra

parte, la stampa cercava di accostarsi ai lettori popolari, in modo tale da

allargare i confini del proprio pubblico. Gli ultimi trent’anni del XIX secolo sono

stati definiti, insieme al primo decennio del Novecento, “l’età classica” del

giornalismo: in effetti, nel periodo che va dal 1870 al 1914, si registrò un

aumento continuo del numero dei lettori in quasi tutti i Paesi industrializzati.

Saranno in seguito il cinema, la radio e la televisione a togliere al quotidiano il

monopolio dell’informazione, ma fino all’esplodere della prima guerra mondiale

è la carta stampata la grande protagonista.

La pubblicità

La pubblicità ha permesso al giornale di sostenersi economicamente. All’inizio

si trattava di semplici aggiunte di un lungo testo argomentativo e del tutto

prive di illustrazioni, pubblicate gratuitamente, almeno in un primo tempo,

perché considerate un servizio reso ai lettori. A partire dall’inizio dell’Ottocento,

soprattutto in Inghilterra e negli Stati Uniti, le entrate derivanti dalla pubblicità

diventarono una fonte di reddito indispensabile. In seguito, servendosi di artifici

tipografici e utilizzando le immagini, la pubblicità sollecitava il lettore con un

effetto di sorpresa, evidenziando e rendendo più efficace il messaggio.

L’esigenza della pubblicità si sviluppò insieme alla formazione del moderno

sistema di mercato, quandi il commercio a carattere locale cedette il passo a

una rete di traffici commerciali prima su scala nazionale e poi internazionale.

Quando grazie ai trasporti fu possibile vendere la propria merce anche in

mercati lontani da dove si era svolta la produzione, allora divenne

indispensabile istituire una comunicazione tra venditori e compratori che si

trovavano fisicamente separati. Questa trasformazione fu all’origine, a partire

dalla seconda metà dell’Ottocento, del diffondersi dell’uso del manifesto

pubblicitario e degli annunci su tram e carrozze.

Parigi fu la prima città a vedere le proprie strade arredarsi in modo nuovo. I

manifesti, dapprima adoperati per reclamizzare spettacoli o esposizioni

artistiche, trovarono nella rivoluzione industriale nuovi temi: le merci, i beni di

consumo, i grandi magazzini. Il boom della pubblicità nasceva dalla necessità

di farsi conoscere da un alto numero di consumatori, di stimolare l’acquisto di

nuovi prodotti che non erano mai stati presentati sul mercato e di far credere

che erano necessari e indispensabili, creando così nuovi bisogni per dar vita a

quella che poi è stata chiamata “società dei consumi”.

Il pubblico a cui si rivolgeva la comunicazione pubblicitaria in questa fase era

un pubblico di consumatori ancora assai ristretto, formato per lo più dai ceti

medio-superiori, borghesi e urbani, letterati, consumatori di beni di lusso.

Il processo di urbanizzazione rendeva la strada lo spazio più utilizzato dalla

comunicazione pubblicitaria: i grandi manifesti colorati, le insegne, i volantini

furono i primi strumenti.

Il manifesto, che faceva la sua comparsa occupando ampie aree della città, si

basava sulla capacità di catturare lo sguardo: era dunque sull’immediatezza e

sulla ricchezza informativa del visivo che giocavano la sua forza d’attrazione e

il suo potere di seduzione, contribuendo a sviluppare un nuovo tipo di

sensibilità.

Suoni e immagini: un nuovo pubblico

A contribuire al dilagare delle immagini nel paesaggio urbano era stata

l’introduzione della fotografia. Vi furono due direzioni: da una parte vi erano

coloro che privilegiavano la copia unica e vedevano nella fotografia uno

strumento espressivo utilizzato da professionisti; dall’altra, vi erano invece

coloro che si interessevano al “multiplo”.

Fu nel 1840 che William Fox Talbot inventò un procedimento di stampa su

carta, che permetteva di riprodurre un’immagine in una quantità

potenzialmente illimitata di copie.

Da questo momento, il progresso tecnico della fotografia si svolse nei grandi

laboratori dell’industria, e non negli studi dei

singoli fotografi, ed era rivolto alla conquista

di un pubblico larghissimo, attraverso la

semplificazione dei metodi operativi. A

partire dal 1880 iniziò infatti a comparire un

numero straordinario di macchine

fotografiche portatili. Nel 1887 George

Eastman lanciò la più rivoluzionaria delle

macchine: la Kodak. Si trattava di una

piccola scatola con un obiettivo a fuoco fisso

e con una pellicola fotografica sufficiente

per 100 scatti. Dopo aver scattato tutte le

fotografie, la macchina veniva mandata alla

ditta, la quale provvedeva allo sviluppo e George Eastman e la sperimentazione della

Kodak

alla stampa dei negativi. Questi venivano poi

rispediti al mittente, insieme alla macchina

“You press the

nuovamente ricaricata.

button, we do the rest” (“Voi premete il

bottone, noi facciamo il resto”) era lo slogan

che accompagnava il lancio del prodotto sul mercato. fonografo/grammofono

strumenti che consentivano

la riproduzione di brevissimi

frammenti di vita

quotidiana; la principale

differenza tra i due

procedimenti di

riproduzione del suono

consiste nel fatto che il

Si aprì così fonografo funziona

una fase di mediante la lettura

dell’incisione su cilindri,

espansione sia della fotografia amatoriale, che

consentiva di cogliere e fissare aspetti del mondo

esterno e della vita familiare, sia della fotografia

documentaria e d’attualità. Già nel 1855 Robert Feulon aveva reso la severa e

fedele testimonianza della crudeltà e della miseria di una guerra, fotografando

per la prima volta gli scontri durante la guerra di Crimea. Mentre nel 1904

“Daily Mirror”, “Lo specchio quotidiano”,

usciva a Londra il letteralmente il

primo giornale del mondo illustrato solo con fotografie. Con lo sviluppo degli

album e del fotogiornalismo, si andava pian piano trasformando

radicalmente il modo di guardare il mondo.

media

Il sistema dei a cavallo tra Ottocento e Novecento, in cui la stampa non

era più il solo strumento in grado di raggiungere migliaia di persone con uno

stesso messaggio, vide diventare protagonisti strumenti che privilegiavano il

suono e l’immagine, come il fonografo, il grammofono, il telefono, il cinema,

strettamenti legati all’evoluzione e alla diffusione dell’energia elettrica. Si

osservi quindi un progressivo svincolamento dalla scrittura. Questi strumenti

sembravano infatti rispondere alle domande di un nuovo tipo di pubblico,

urbano, analfabeta, semiletterato, estraneo alla fase precedente in cui la

stampa era la sola forma di comunicazione.

La principale novità di questi mezzi di comunicazione

venne riscontrata nel diffondersi di un nuovo tipo di

divertimento e di rapporto con la cultura, a cui

potevano accedere anche coloro che non sapevano

leggere o che avevano un grado di alfabetizzazione

molto basso. Il peso dello scritto veniva di conseguenza

ridimensionato a favore dell’immagine e del suono: il

grammofono, ad esempio, introducendo la possibilità

di riprodurre il suono, permetteva ad un vasto pubblico

di ascoltare a casa le voci dei cantanti famosi.

Pubblicità di fonografo e Il cinema, invece, consentiva la trasmissione

grafofono.

“Non andate più a teatro! contemporanea dello stesso

Poiché ognuno può a casa sua spettacolo in centinaia di sale, a costi

sentire i nostri valenti artisti per più contenuti delle tradizionali

mezzo del nuovo apparecchio”,

rappresentazioni teatrali.

Nel 1877, quando Thomas Alva Edison inventò il fonografo,

l’aveva fatto con scopi molto diversi da quelli dell’ascolto

musicale: esso era stato immaginato né più né meno come

come una macchina da ufficio.

Negli stessi anni il tedesco-americano Emile Berliner si concentrò sulla

registrazione e inventò il disco, che permetteva una duplicazione delle

registrazioni sonore su vasta scala. Nel 1889 in Germania una ditta di

giocattoli fabbricò i primi grammofoni e i primi dischi, mentre a New York G.

Bettini convinse artisti di fama internazionale a incidere la loro voce. Pubblicità della

L’importanza di queste trasformazioni risiedeva in pirmo Columbia, ditta

luogo nella possibilità di raggiungere anche quei settori della americana produttrice

popolazione poco o per nulla scolarizzati e che erano stati, di grammofoni,

distribuiti in Italia dalla

fino a quel momento, esclusi dai mezzi di comunicazione

basati principalmente sulla stampa e quindi sulla parola scritta.

Il pubblico della nascente società di massa comprendeva uomini e donne di

tutte le età e di tutte le classi. Vi furono però forme di resistenza da parte del

pubblico tradizionale, istruito e in prevalenza borghese, a lasciarsi coinvolgere

dalle nuove forme di consumo.

Le modalità di consumo tendevano inoltre a seguire un modello gerarchico. È

il caso delle sale cinematografiche: mentre nei quartieri centrali sorgevano

lussuose sale dotate di orchestra e simili ai teatri d’opera, nelle periferie

prevalevano locali più piccoli ed economici, che proiettavano film in terza e

quarta visione. Un fenomeno simile si verificò anche nel settore della carta

stampata: in 

Inghilterra si diffusero

sia i giornali “E poi, come si fa a ricordarsi di tutti? Gli occhi, l’incedere, la voce.

qualitativi che quelli Bene, la voce, sì:

popolari. il grammofono. Mettere un grammofono in ogni tomba o tenerne

La uno a casa.

La domenica dopo pranzo. Metti un po’ su il povero trisnonno.

riproducibilità: Craac! Prontoprontopronto sono felicissimo crac sono felicissimo di

ossessione della rivedervi prontoprontopronto sono feli potrszs.

modernità Ti ricorda la voce come una fotografia ti ricorda un viso”.

I nuovi strumenti

permisero il superamento dei limiti naturali

della comunicazione nello spazio e nel tempo.

Attraverso i giornali si aveva la possibilità di essere

informati di luoghi e situazioni in cui in molti casi

non si sarebbe mai fatta esperienza diretta;

mentre il telegrafo, e poi il telefono, offrivano la

possibilità di uno scambio comunicativo che oggi Esempio di grammofono

chiameremmo in tempo reale. Adesso era per lo

più possibile comunicare con un numero

infinitamente più ampio di persone di quante si sarebbero potute radunare in

una piazza. Se da un lato i confini del mondo tendevano a dilatarsi, dall’altro il

mondo stesso tendeva a diventare sempre più piccolo. L’impatto di queste

innovazioni era rintracciabile anche nel linguaggio: i grammofoni venivano

chiamati macchine parlanti, un’espressione che attribuiva una caratteristica

specifica dell’uomo, quella del linguaggio, a un oggetto artificiale. Non solo, ma

ogni tecnologia era portatrice di un mutamento di ritmi e schemi nei rapporti

umani. dall’Ulisse,

In questo passo tratto James Joyce

accosta le due esperienze della voce emessa dal

grammofono e dell’immagine stampata sulla

fotografia per rappresentare una nuova

dimensione dell’esperienza moderna: la

possibilità di riprodurre un evento, cioè di

moltiplicare all’infinito la singolarità dell’opera

d’arte. Alludendo all’opportunità di ricordare i

morti attraverso la voce registrata e la

fotografia, Joyce registrava un mutamento che

avrebbe modificato la percezione e l’idea stessa

di esperienza, intesa come occasione di fissare

tecnicamente un evento, di sottrarlo al tempo, di

riprodurlo. La ripetibilità è d’altronde il principio

J. Joyce, che ha dominato il nostro mondo a partire da

Ulisse, Gutenberg.

Mondadori,

Milano 1960.

Dettagli
Publisher
90 pagine
4 download