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Introduzione Libertà di espressione, tesina
Con la presente tesina di maturità voglio riflettere sulla libertà di espressione come uno dei valori fondamentali dell’uomo. Non è facile elaborare una definizione della libertà in senso assoluto, essendo questo valore ridimensionato dall’esistenza di altri valori. Innanzitutto, la libertà di espressione non va intesa in senso meramente quantitativo, come incremento di numero di voci, ma principalmente qualitativo. Pertanto garantirla deve voler dire favorire la pluralità di opinioni, la sopravvivenza degli uomini e soprattutto delle diversità culturali. Però, c’è un limite alla libertà di espressione? Recentemente abbiamo assistito ad un attacco terroristico al giornale satirico francese ‘’Charlie Hebdo’’ a causa di una vignetta che ritraeva Maometto. Questo terrificante evento mi ha spinto a pormi questa domanda, a condurre una serie di ricerche e soprattutto ad elaborare una serie di riflessioni per la mia tesina. Ho trovato conforto nelle parole del Pontefice all’indomani dell’accaduto: ‘’Ognuno non solo ha la libertà e il diritto ma anche l’obbligo di dire quello che pensa per aiutare il bene comune. L’obbligo! Abbiamo l’obbligo di parlare apertamente. Avere questa libertà, senza offendere’’. Parole semplici ma che hanno contribuito a dare una risposta al mio interrogativo. La libertà di espressione e di opinione è un diritto fondamentale, ma questa libertà andrebbe usata per far progredire la pace e unire gli uomini anche se diversi e con opinioni contrastanti. Se la libertà di espressione divide e fa nascere guerre, violenza e scontri di culture, il razzismo e l’odio finiranno per vincere la guerra della libertà. Al suono di questa parola nascono sentimenti di felicità, di gioia, ma anche di ribellione e di sofferenza che scrittori, filosofi, pittori hanno espresso nelle loro opere.
Nel mio percorso ho analizzato l’Articolo 21 della Costituzione italiana e l’Articolo 19 della dichiarazione dei diritti universali dell’uomo che sanciscono la libertà di espressione;
ho analizzato testi in cui essa viene negata:
• il romanzo di Orwell, testimone dell’orrore dei regimi totalitari;
• il saggio di Mill, considerato la difesa più lucida dell’autonomia dell’individuo.
Ho analizzato periodi in cui era limitata o, addirittura, assente:
• il periodo fascista, caratterizzato dalla censura;
• l’età giulio-claudia: la favola di Fedro come opposizione al regime e alla censura imperiale;
…personalità che hanno vissuto una vita all’insegna della ribellione al fine di far emergere la loro voce:
• Marie Curie;
movimenti artistici e letterari che sono riusciti, anche solo a livello stilistico e formale, a dare voce alla loro interiorità attraverso un nuovo linguaggio e rompendo con gli schemi tradizionali:
• Avanguardie storiche: Futurismo e le ‘’parole in libertà’’;
• Astrattismo: Kandiskij.
…per poi dedicarmi ai processi che riguardano il nostro organismo:
• Espressione genica: il processo attraverso cui l'informazione contenuta in un gene (costituita di DNA) viene convertita in una proteina.
Collegamenti
Libertà di espressione, tesina
Costituzione Italiana: Art. 21.
Dichiarazione Universale dei diritti dell'uomo: Art. 19.
Storia: La censura fascista.
Inglese: George Orwell e 1984.
Latino: Fedro, la favola.
Fisica: Marie Curie.
Matematica: Studio di funzione.
Italiano: Futurismo, parole in libertà.
Filosofia: John Stuart Mill.
Storia dell'arte: Astrattismo.
Chimica: Il codice genetico e la sintesi proteica.
SCIENZE NATURALI: IL CODICE GENETICO E LA SINTESI PROTEICA
STORIA DELL’ARTE: ASTRATTISMO (KANDISKIJ)
Guido Angela, V F 2015/2016
Liceo Scientifico –
Linguistico ‘’Pitagora’’ di Rende
Prefazione
Con il presente lavoro voglio riflettere sulla libertà di espressione come uno dei valori
fondamentali dell’uomo. Non è facile elaborare una definizione della libertà in senso
assoluto, essendo questo valore ridimensionato dall’esistenza di altri valori.
Innanzitutto, la libertà di espressione non va intesa in senso meramente quantitativo,
come incremento di numero di voci, ma principalmente qualitativo. Pertanto garantirla
deve voler dire favorire la pluralità di opinioni, la sopravvivenza degli uomini e
soprattutto delle diversità culturali. Però, c’è un limite alla libertà di espressione?
Recentemente abbiamo assistito ad un attacco terroristico al giornale satirico francese
‘’Charlie Hebdo’’ a causa di una vignetta che ritraeva Maometto. Questo terrificante
evento mi ha spinto a pormi questa domanda, a condurre una serie di ricerche e
soprattutto ad elaborare una serie di riflessioni. Ho trovato conforto nelle parole del
Pontefice all’indomani dell’accaduto: ‘’Ognuno non solo ha la libertà e il diritto ma
anche l’obbligo di dire quello che pensa per aiutare il bene comune. L’obbligo!
Abbiamo l’obbligo di parlare apertamente. Avere questa libertà, senza offendere’’.
Parole semplici ma che hanno contribuito a dare una risposta al mio interrogativo. La
libertà di espressione e di opinione è un diritto fondamentale, ma questa libertà
andrebbe usata per far progredire la pace e unire gli uomini anche se diversi e con
opinioni contrastanti. Se la libertà di espressione divide e fa nascere guerre, violenza
e scontri di culture, il razzismo e l’odio finiranno per vincere la guerra della libertà. Al
suono di questa parola nascono sentimenti di felicità, di gioia, ma anche di ribellione e
di sofferenza che scrittori, filosofi, pittori hanno espresso nelle loro opere.
Nel mio percorso ho analizzato l’Articolo 21 della Costituzione italiana e l’Articolo 19
della dichiarazione dei diritti universali dell’uomo che sanciscono la libertà di
espressione;
ho analizzato testi in cui essa viene negata:
il romanzo di Orwell, testimone dell’orrore dei regimi totalitari;
…difesa:
il saggio di Mill, considerato la difesa più lucida dell’autonomia dell’individuo.
Ho analizzato periodi in cui era limitata o, addirittura, assente:
il periodo fascista, caratterizzato dalla censura;
l’età giulio-claudia: la favola di Fedro come opposizione al regime e alla censura
imperiale;
…personalità che hanno vissuto una vita all’insegna della ribellione al fine di far
emergere la loro voce:
Marie Curie;
…movimenti artistici e letterari che sono riusciti, anche solo a livello stilistico e
formale, a dare voce alla loro interiorità attraverso un nuovo linguaggio e rompendo
con gli schemi tradizionali:
Avanguardie storiche: Futurismo e le ‘’parole in libertà’’;
Astrattismo: Kandiskij.
…per poi dedicarmi ai processi che riguardano il nostro organismo:
Espressione genica: il processo attraverso cui l'informazione contenuta in
un gene (costituita di DNA) viene convertita in una proteina.
Cittadinanza e Costituzione
ART.21 COSTITUZIONE
« Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo
scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad
autorizzazioni o censure. »
La libertà di manifestazione del pensiero si identifica con la libertà di
manifestare le proprie idee agli altri, mediante le parole, gli scritti ed ogni
altro mezzo di diffusione e, così come sancita da questo articolo, non va
intesa solo come riconoscimento del diritto di esprimere liberamente le
proprie opinioni, ma anche come diritto al silenzio (ossia diritto di non
esternare ciò che si pensa), come diritto di utilizzare ogni mezzo tecnico
per diffondere il proprio pensiero e come libertà di informare (cioè di
diffondere liberamente notizie) e di essere informati. La norma riconosce
la libertà di manifestazione del pensiero con il solo limite del rispetto del
buon costume, deve rispettare il diritto alla riservatezza e il diritto
all’onore della persona.
Questa libertà costituisce il fondamento di un ordinamento democratico
basato sul pluralismo ideologico. Il suo riconoscimento, infatti, consente a
qualsiasi soggetto di esprimere le proprie opinioni, di diffonderle e di
farne propaganda. Soltanto in questo modo si può realizzare quel
confronto dialettico tra rappresentanti di posizioni diverse nel quale si
concreta la dimensione veramente democratica di un paese.
La Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo 1948
Il 10 dicembre 1948, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvò e proclamò la
Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Tra l’altro venne promulgata lo stesso anno
(1948) in cui Orwell scrisse "1984". Dichiarazione che nasce per tutelare i diritti umani,
in quanto i regimi totalitari degli anni precedenti avevano annientato i diritti e le
libertà degli uomini. Io ho preso in considerazione l’Art. 19 che sancisce, anch’esso, la
libertà di espressione.
Art. 19. – Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il
diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e
diffondere informazioni ed idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.
Storia “La stampa più libera del mondo intero
è la stampa italiana. Il giornalismo italiano
è LIBERO perché serve soltanto una causa e un regime;
è LIBERO perché nell'ambito delle leggi del Regime, può esercitare, e
le esercita, funzioni di controllo, di critica, di propulsione”. (Mussolini)
Di libertà non vi era traccia nei regimi totalitari che dominarono parte
dell’Europa nel periodo tra le due guerre. Peculiarità di questi regimi era infatti
,
la censura consistente nella limitazione della libertà di espressione tramite il
controllo della stampa, della radiodiffusione e della parola, nella repressione
della libertà di associazione, di assemblea e di religione, che si andò
estendendo e rafforzando progressivamente in Italia durante l'era fascista, dal
1922 al 1943.
Ottenere il consenso è, infatti, uno dei più importanti imperativi che ogni
dittatore deve porsi. Mussolini, che prima di diventare capo del governo e duce
del fascismo, era un abile ed esperto giornalista, capì che le radici del suo
potere, la forza dello stato fascista risiedevano in una concreta limitazione della
libertà di stampa. Infatti suggerire i pensieri alle masse, fornire loro
un'immagine studiata, patinata, filtrata e positivamente modellata della realtà
diventò subito un compito primario affidato ai gerarchi fascisti e imposto ai
direttori dei quotidiani. Incuriosisce sapere che ogni notizia di cronaca
nera veniva limitata fino all’eliminazione, nell’intento di offrire un’immagine
“pulita” del Paese, di una società nuova che si poneva come obiettivo finale la
rifondazione e la purificazione di una realtà sociale considerata corrotta e
decadente, nonché priva di valore.
Con i primi provvedimenti legislativi, risalenti al 1923, si costituirono strutture
predisposte dal governo per controllare e orientare la stampa. Tra il 1924 e il
1925 vennero sequestrate quasi tutte le testate dell'opposizione. Ma fu con
l'emanazione delle leggi fascistissime (1925-1926), a cui seguì l'entrata in
vigore della Legge sulla Stampa (31 dicembre 1925), che la censura si
accentuò: ora i giornali potevano essere diretti, scritti e stampati solo se guidati
un responsabile riconosciuto dal prefetto. È così che il “Corriere della Sera”,
così come altri quotidiani, in soli tre anni, cambiò tre volte direttore. Le
disposizioni del ministero si esprimevano attraverso le ‘’veline’’ inviate ai
direttori e ai redattori capi dei maggiori quotidiani italiani. Esse lasciavano un
margine molto scarso perfino alla fantasia, all’inventiva tecnica e al ‘’modo’’ di
costruire il giornale e soprattutto la prima pagina. Per ogni avvenimento a
favore o contro il regime veniva indicata la collocazione e il numero di colonne
da dedicare.
Lo stesso trattamento venne riservato alla radio che, con l’istituzione del
Comitato superiore delle radiodiffusioni, venne trasformata, molto più della
stampa, nel maggiore organo di propaganda.
Ovviamente fu posto alla censura fascista anche il teatro: ai temi che già in
epoca liberale venivano tenuti sotto sorveglianza come la morale, la
magistratura, furono aggiunti una quantità di argomenti che variavano a
seconda dell'evolversi dell'ideologia fascista e dei suoi atti politici. In modo
particolare la censura fascista era attenta quando nei copioni si rintracciava
una qualche considerazione celebrante l'individualismo che mettesse in
discussione la supremazia dello Stato.
Purtroppo però, oltre agli organi di informazione, la fascistizzazione toccò anche
la scuola che, secondo la delibera del Gran Consiglio del Fascismo, doveva
diventare uno strumento del Regime. Il MINCULPOP (1937) si preoccupò di
emanare delle norme che regolassero la scelta dei libri di testo nelle scuole.
Questi erano infatti un delicatissimo strumento culturale, politico, sociale e
dovevano essere adatti a plasmare l’italiano nuovo, devoto alla patria e conscio
dei propri doveri verso di essa.
Tutto ciò faceva quindi parte di quella politica che a mano a mano andava
sempre più intensificandosi, delineando quello che fu il periodo più oscuro e
illiberale della storia italiana nel quale si è consumato uno dei regimi totalitari
che, attraverso violenze, imposizioni e censure, ha scritto con inchiostro
indelebile nella nostra memoria, ma soprattutto di chi lo ha veramente vissuto,
un orrore da non dimenticare.
Inglese
With his latest novel Orwell, inspired by Stalinism, wanted to warn readers
against all forms of totalitarianism. 1984 is a book about freedom, and explains
how difficult it is to defend it.
It was published for the first time in 1949 and is a dystopian novel. This means
that the narrated events are