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Sintesi
Italiano - Giacomo Leopardi ("Canto notturno di un pastore errante dell'Asia") e Umbero Saba (La vita come un’avventura inesauribile)
Filosofia - Friedrich Nietzsche (Dire sì alla vita) e Arthur Schopenhauer
(L’illusione dell’amore)
Storia dell'Arte - Edvard Munch ("Il grido")
Inglese - Mary Shelley ("Frankenstein")
Estratto del documento

INTRODUZIONE L’uomo, come ogni altro essere

vivente, possiede la possibilità di

generare vita.

Egli si pone interrogativi sul

senso, sul significato del dare

(o meno) la vita.

Lettera a un bambino mai nato di Oriana Fallaci condensa tanti di

questi interrogativi.

Essi mettono a contatto la vita e il suo opposto, Il titolo chiarisce che il bambino non nascerà

non la morte, ma il nulla (non esistere). mai, non avrà la possibilità di uscire dal nulla.

Essere o rimanere nel nulla? L’intera lettera, talvolta simile a un romanzo,

Nascere o non nascere? talvolta a un saggio, è un crescendo di

Perché mettere al mondo un figlio? emozioni e domande.

Perché perpetuare una generazione di esseri Chi ha voluto tutto questo? La madre la

destinati a patire la fame, il freddo e i dolori della colpevole della perdita del figlio oppure la fine

guerra? si deve a un fatto del tutto casuale? Le

Perché distruggere la calma del niente per domande non trovano una risposta , come il

esporre una nuova vita alla sofferenza e alle più frequente interrogativo che la madre

tribolazioni? formula nel monologo col figlio: “nascere ti

sarebbe piaciuto?”

E’ una donna senza nome, senza volto e Sarà il bambino stesso a chiarire il dubbio.

senza età, una donna qualsiasi, a porsi

queste domande e a provare a rispondere.

Ma come?

Con il suo stesso vivere. Nel momento della

sua morte la donna convalida la risposta che

si era data da subito: nascere è meglio di

non nascere.

"Mamma! Lasciami parlare, mamma. Soltanto io posso affermare che mi hai ucciso

senza uccidermi.[…] Io non avevo chiesto di nascere, mamma. Nessuno lo chiede.

Laggiù nel nulla non v´è volontà. Non v´è scelta. V’è il nulla. […] Poi crebbero le tue

incertezze, i tuoi dubbi. […] per levarti della paura un giorno attribuisti a me la

decisione di esistere. Affermasti di avere obbedito a un mio ordine, non alla tua

scelta.

[…]Giungesti addirittura a sfidarmi spiegando cos´era la vita da voi: una trappola

priva di libertà, di felicità, di amore. […]Non mi raccontasti mai che il domani può

essere meglio di ieri. E quando te ne accorgesti era troppo tardi: mi stavo già

suicidando. […] Non appena compresi che tu non credevi alla vita, che facevi uno

sforzo ad abitarci e portare me ad abitarci, io mi permisi la prima e l´ultima scelta:

rifiutar di nascere, negarti per la seconda volta la luna. Ormai potevo, mamma. Il mio

pensiero non era più il tuo pensiero: ne possedevo uno io. Piccolo forse, abbozzato.

[…] Se la vita è un tormento, approdarci perché? […] Lo scopo qual è? Te lo dico io:

un´attesa della morte, del niente. Nel mio universo che tu chiamavi uovo, lo scopo

esisteva: era nascere. Ma nel tuo mondo lo scopo è morire: la vita è una condanna a

morte. Io non vedo perché avrei dovuto uscire dal nulla per tornare al nulla.[…] Ma io

 Il discorso del bambino, a tratti accusatorio, termina con il perdono che chiarisce la

ti perdono, mamma. Non piangere. Nascerò un’altra volta“ 1

non colpevolezza della donna nell’attimo della morte.

 Alla madre è attribuita la responsabilità di avere spinto il bambino al suicidio,

terrorizzandolo con crudeli immagini e pensieri di una realtà che lui avrebbe potuto

sperimentare se non fosse stato indotto a rifiutare volontariamente la vita. Il bimbo

decreta che “la vita è una condanna a morte”.

 Un essere che neppure sia a conoscenza di cosa significhi vivere la realtà del mondo

la possa tacciare di essere un inutile passaggio dal nulla al nulla, un insulso bagliore

di speranza nella non esistenza alla quale il genere umano è destinato.

 Quale sia il vero significato della vita non è chiaro a nessuno, ma può il timore di

essa precludere la possibilità di far vivere un essere umano ?

Lettera a un bambino

Oriana Fallaci,

1 mai nato Giacomo Leopardi

Canto notturno di un pastore

errante

Arthur Schopenhauer

L’illusione dell’amore

Mary Shelley

Frankenstein

Edvard Munch

Il grido Lettera a un bambino mai nato

Essere o nulla? Nascere o non nascere?

Friedrich Nietzsche

Dire sì alla vita Umberto Saba

La vita come un’avventura

inesauribile

Frankenstein

In opere come di Mary Shelley

traspare il sofferto rifiuto della vita, come

anche nei quadri di Munch.

In filosofia Nietzsche e Schopenhauer hanno

speculato proponendo modelli finalizzati a

comprendere le motivazioni dell’esistenza e

ad esplorare le possibilità di vivere dando

senso all’essere dell’uomo.

Leopardi ha espresso l’inadeguatezza

dell’essere umano per la realtà del mondo e

l’assurdità della vita come percorso verso la

morte. Questo concetto viene ribaltato nella

poetica di Saba in cui l’esistenza è

rivalutata, in quanto la vita è vista come

avventura inesauribile anche se dolorosa,

ma di cui l’autore è innamorato.

“Mi sono sempre posta l’atroce

domanda: e se nascere non ti

piacesse? E se un giorno tu me lo

rimproverassi gridando “Chi ti ha

chiesto di mettermi al mondo, perché

mi ci hai messo, perché?” 2

Lettera a un bambino

Oriana Fallaci,

2 mai nato

Inglese Frankenstein

Mary Shelley (1797 - 1851) -

(1818)  Frankenstein by Mary Shelley is a novel through which a

painful and desperate refusal of life emerges.

 When the monster born, Frankenstein rejects the creature

and leaves him alone in the harshness of a world in which

diversity is marginalized and destroyed.

 The doctor doesn’t ask himself if bringing something into

the world is right or wrong. He is not a father, he is only a

scientist and the creature is not his son, it is only an

experiment.

 The creature generated by Dr. Frankenstein has to face

innumerable

unpleasant situations which make him accuse his maker of

giving him a miserable and unhappy life.

On the cover of the first volume of the book are

printed some verses taken from Milton’s These words perfectly synthesize the main

Paradise Lost which say: theme of the novel. Milton’s verses can be

considered as a desperate speech of the

“Did I request thee, Maker, from my clay monster to his creator.

To mould me man? Did I solicit thee,

From darkness to promote me?” 3

Paradise Lost

Jonh Milton,

3 “She was senseless; and I endeavored by

every means in my power to restore “The day, which was one of the first of

animation, when I was suddenly spring, cheered even me by the

interrupted by the approach of a rustic, loveliness of its sunshine and the

who was probably the person from whom balminess of the air. I felt emotions of

she had playfully fled. On seeing me, he gentleness and pleasure, that had long

darted towards me, and tearing the girl appeared dead, revive within me. Half

from my arms, hastened towards the surprised by the novelty of these

deeper parts of the wood. I followed sensations, I allowed myself to be borne

speedily, I hardly knew why; but when the away by them; and, forgetting my

man saw me draw near, he aimed a gun, solitude and deformity, dared to be

which he carried, at my body, and fired. I happy.” 4

sunk to the ground, and my injurer, with

increased swiftness, escaped into the

wood.” 4  Through creature’s gestures and sketched words

we realize that he is searching in Frankenstein a

fatherly figure and when he understands that the

doctor doesn’t mind about him he tries to find

someone able to help him against world’s

difficulties.

 His quest is unfruitful and he dramatically

comprehends to be an outcast.

Frankenstein,

Mary Shelley,

4 26

"This was then the reward of my benevolence! I "For some weeks I led a miserable life in the

had saved a human being from destruction, and, woods, endeavoring to cure the wound which I

had received. The ball had entered my

as a recompense, I now writhed under the

miserable pain of a wound, which shattered the shoulder, and I knew not whether it had

flesh and bone. The feelings of kindness and remained there or passed through; at any rate I

gentleness which I had entertained but a few had no means of extracting it. My sufferings

were augmented also by the oppressive sense

moments before gave place to hellish rage and

gnashing of teeth. Inflamed by pain, I vowed of the injustice and ingratitude of their

eternal hatred and vengeance to all mankind. infliction. My daily vows rose for revenge--a

deep and deadly revenge, such as would alone

But the agony of my wound overcame me; my

pulses paused, and I fainted.” compensate for the outrages and anguish I had

5 endured.” 5

 The good feelings which lead the monster’s

behavior after this episode are totally erased and he

changes his hope and generosity into hellish fury

moved by ingratitude.

 From this moment on the creature becomes evil and

he is looking for revenge against the man who

generated him. He wants to destroy Dr.

Frankenstein’s life and forces him to run away

towards the North Pole.

 The narration reaches its peak when the monster

expresses his definitive refusal of life: while he is

burning Frankenstein he sets fire to himself and

abandons the world which gave him only agony and

pain. With a continuous climax Mary Shelly

expresses the idea that life can be horrible and

unbearable when no one takes care of you.

Frankenstein,

Mary Shelley,

5 26 “Giungesti addirittura a sfidarmi

spiegando cos’è la vita da voi: una

trappola priva di libertà, di felicità, di

amore. Un pozzo di schiavitù e di

violenza cui non mi sarei potuto

sottrarre.” 6

Lettera a un bambino

Oriana Fallaci,

6 mai nato

Storia dell’arte Il Grido

Edvard Munch (1863 - 1944) -

(1893) Edvard Munch ebbe la capacità di riflettere la propria tormentata

vicenda umana e la propria sensibilità su un piano contenutistico

e formale così espressivo da riuscire a coinvolgere la sensibilità e

la psicologia di ogni individuo nello specchio di un “male di

vivere” comune a tutti gli esseri umani.

Il Grido, un’icona della contemporaneità, è la traduzione del “male di

vivere” da percezione/intuizione ad espressione che non libera, ma

piuttosto descrive e condanna.

Il titolo è significativo: non indica qualcosa che sta accadendo (un

uomo che urla), né un luogo (il ponte), ma l’espressione interiore

attraverso il grido.

Il grido non è l’articolazione logica di un pensiero o di un sentimento

in parole ordinate sintatticamente; è la reazione istintiva, l’“urlo

originario”, primordiale, antico come l’uomo che esprime l’insicurezza,

lo smarrimento, l’angoscia esistenziale provocata dal nulla,

paragonabile solo alla vertigine che si prova guardando nel baratro.

“Ho sentito questo grande grido venire da tutta

la natura” 7

Il dramma prende forma dalla prospettiva, tesa ed obliqua,

che dà al ponte una lunghezza allucinante.

Nasce dagli urti cromatici, dall’ondeggiare delle linee curve

che, partendo dalla forma della testa e dalla posizione delle

mani e delle braccia della sagoma in primo piano, si

propagano intorno, come ondate, estendendosi all’acqua,

alla terra, al cielo, con andamenti eccentrici, in

contrapposizioni di concavità e convessità, quasi un

amplificazione dell’urlo, che diventa un grido universale.

L’istintiva e irrazionale percezione e la lenta

consapevolezza di un male che distrugge l’anima, hanno

ridotto l’uomo ad una larva urlante che deforma il mondo

circostante. Due colori positivi, l’azzurro del fiordo e

l’arancio del tramonto, diventano colori di un incubo

infernale.

Edvard Munch

7 “Onestamente non ho ancora capito di

cosa tratti. Il mio sospetto è che si tratti di

un imbroglio, gigantesco, inventato per

tener buona la gente e distrarla. Di amore

parlano i preti, i cartelloni pubblicitari, i

letterati, i politici, coloro che fanno

all'amore, e parlando d'amore,

presentandolo come toccasana di ogni

tragedia.” 8

Lettera a un bambino

Oriana Fallaci,

8 mai nato

Filosofia L’illusione

Arthur Schopenhauer (1788 - 1860) -

dell’amore

La sola felicità è quella di non nascere …

 Schopenhauer individua il male non solo nel mondo, ma nel principio

stesso da cui dipende.

 Alla base della realtà del mondo e della vita dell’uomo si staglia una

continua lotta tra gli individui.

 L’individuo è ridotto alla stregua di strumento che si adopera per la vita

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