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Sintesi

Tesina - Premio maturità  2008

Titolo: La fusione intesa sanpaolo

Autore: Alessia renata diana Giussani

Descrizione: la tesina parte da una breve ma dettagliata descrizione dello scenario competitivo che ha portato alla necessità  di effettuare delle fusioni bancarie; in seguito viene approfondita la fusione tra banca intesa e sanpaolo imi. ho steso una cronologia dei

Materie trattate: economia, diritto

Area: tecnologica

Sommario: La rivoluzione del sistema finanziario italiano negli ultimi anni ha posto le banche di fronte a un fondamentale problema: ridefinire il proprio posizionamento in termini di prodotto e di mercato e rivedere la propria struttura organizzativa. L'ambiente in cui operano le Banche si trova infatti, oggi, profondamente mutato dal punto di vista del numero e del tipo di soggetti che operano nel settore, oltre che da quello delle tecnologie utilizzate. I confini del settore dell'intermediazione sono divenuti, negli anni, sempre più permeabili e le barriere all'entrata, così come le barriere alla mobilità , si sono abbassate. Non bisogna infine dimenticare i mutamenti del quadro istituzionale di riferimento delle Banche, che si è notevolmente ampliato a seguito dell'entrata dell' Italia nell'Unione Europea, nonché le nuove normative introdotte nel tempo (Testo Unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria D.lgs 58/1988, Basilea 1 nel 1998 e Basilea 2 nel 2004, International Accounting Standards (IAS) nel 2005, legge 262/2005 contenente le disposizioni per la tutela del risparmio e la disciplina dei mercati finanziari….). Il nuovo contesto si presenta quindi molto diverso da quello in cui le Banche si trovavano ad operare nel secolo scorso, in particolare perché: - è stato creato un mercato unico europeo dei servizi finanziari; - è stata orientata l'attività  degli intermediari finanziari alla liberalizzazione e alla despecializzazione, e quindi è stata resa possibile la formazione di banche universali; - è stata riregolamentata l'intermediazione finanziaria e mobiliare ispirandosi a modelli di regolamentazione prudenziale e di trasparenza dei mercati; - sono state attenuate le barriere all'entrata e all'uscita del settore (ingresso facilitato per nuovi soggetti); - un cambiamento delle relazioni competitive all'interno e ai confini dei mercati finanziari in termini di intensità  (più intermediari possono essere presenti nello stesso segmento di mercato con lo stesso prodotto â€" servizio) ed estensione geografica (spazio competitivo potenziale) sia intrasettoriale (tra gli intermediari stessi) sia extrasettoriale (con operanti in altri settori); - si è accentuato il fenomeno della disintermediazione rispetto ai mercati mobiliari, il cui volume di scambio è cresciuto più rapidamente dei prestiti erogati dagli intermediari;

Estratto del documento

CAPITOLO 1

UNO SGUARDO SISTEMA BANCARIO

AL

La rivoluzione del sistema finanziario italiano negli ultimi anni ha posto le banche di

fronte a un fondamentale problema: ridefinire il proprio posizionamento in termini di

prodotto e di mercato e rivedere la propria struttura organizzativa.

L’ambiente in cui operano le Banche si trova infatti, oggi, profondamente mutato dal

punto di vista del numero e del tipo di soggetti che operano nel settore, oltre che da

quello delle tecnologie utilizzate. I confini del settore dell’intermediazione sono

divenuti, negli anni, sempre più permeabili e le barriere all’entrata, così come le barriere

alla mobilità, si sono abbassate.

Non bisogna infine dimenticare i mutamenti del quadro istituzionale di riferimento delle

Banche, che si è notevolmente ampliato a seguito dell’entrata dell’ Italia nell’Unione

Europea, nonché le nuove normative introdotte nel tempo (Testo Unico delle

disposizioni in materia di intermediazione finanziaria D.lgs 58/1988, Basilea 1 nel 1998

e Basilea 2 nel 2004, International Accounting Standards (IAS) nel 2005, legge

262/2005 contenente le disposizioni per la tutela del risparmio e la disciplina dei

mercati finanziari….).

Il nuovo contesto si presenta quindi molto diverso da quello in cui le Banche si

trovavano ad operare nel secolo scorso, in particolare perché:

- è stato creato un mercato unico europeo dei servizi finanziari;

- è stata orientata l’attività degli intermediari finanziari alla liberalizzazione e alla

despecializzazione, e quindi è stata resa possibile la formazione di banche

universali;

- è stata riregolamentata l’intermediazione finanziaria e mobiliare ispirandosi a

modelli di regolamentazione prudenziale e di trasparenza dei mercati;

- sono state attenuate le barriere all’entrata e all’uscita del settore (ingresso

facilitato per nuovi soggetti);

- un cambiamento delle relazioni competitive all’interno e ai confini dei mercati

finanziari in termini di intensità (più intermediari possono essere presenti nello

stesso segmento di mercato con lo stesso prodotto – servizio) ed estensione

geografica (spazio competitivo potenziale) sia intrasettoriale (tra gli

intermediari stessi) sia extrasettoriale (con operanti in altri settori);

- si è accentuato il fenomeno della disintermediazione rispetto ai mercati

mobiliari, il cui volume di scambio è cresciuto più rapidamente dei prestiti

erogati dagli intermediari;

- è cresciuta la privatizzazione delle forme istituzionali, dei soggetti economici e

quindi della proprietà degli intermediari finanziari con effetto di maggiore

contendibilità del controllo e sviluppo del mercato del controllo degli

intermediari quotati;

- vengono rappresentati con maggiore rigorosità e trasparenza i rischi del credito,

di mercato e operativi;

- i sistemi incentivi – disincentivi, che guidano i processi di allocazione del

capitale proprio e influenzano le scelte strategiche e di diversificazione del

portafoglio di attività, vengono gestiti con maggiore razionalità;

- le normative sono divenute più stringenti e mirano alla tutela dei consumatori,

alla mitigazione dei conflitti di interesse, alla prevenzione degli abusi di

mercato. 4

Il mutamento del contesto ha incrementato le opportunità ma anche le minacce per le

Banche. Esse hanno infatti sperimentato l’apertura di nuove dimensioni e spazi

strategici, avendo la possibilità di effettuare in essi nuove scelte di posizionamento

competitivo; tuttavia, la concorrenza, soprattutto da parte del mercato mobiliare e dei

nuovi concorrenti ( poste, società di assicurazione…).

La tecnologia, dal canto suo, è stata anch’essa ( e sarà ancora) un fatto re di

cambiamento del contesto e di ricombinazione delle opportunità – minacce competitive.

Essa ha, in primo luogo, sostituito l’impiego di altri fattori nelle combinazioni

produttive e distributive, con il risultato di incrementare la produttività e la redditività

dell’intermediario quando la sostituzione consenta di sfruttare vantaggi di costo unitario

relativo alla tecnologia specifica impiegata rispetto al fattore sostituito.

In secondo luogo, essa rende realizzabili, in concreto, attività precedentemente

impossibili: l’internet banking ha reso possibili relazioni di scambio e operative con

tempi abbreviati e costi inferiori; lo sviluppo della capacità di rilevazione,

archiviazione, consultazione ed elaborazione informatica dei dati ha potenziato

enormemente i sistemi informativi, contabili e di controllo dell’attività complessiva. I

processi degli intermediari finanziari (un tempo labour intensive) oggi sono technology

intensive e technology driven: sono cioè ormai inconcepibili processi di

intermediazione a bassa tecnologia, poiché nella situazione attuale la qualità delle

decisioni del management , l’efficienza dei processi e le connessioni con l’ambiente

esterno e interno sono assolutamente technology dependent con effetto di discontinuità

rispetto allo stato tecnologico precedente:

- le opportunità di interconnessione effettiva e potenziale aumentano l’interazione

tra soggetti, con risultato di integrazione degli scambi e dei mercati;

- i luoghi fisici del mercato sono sostituiti da spazi virtuali;

- i mercati di approvvigionamento e di sbocco e i luoghi di produzione sono

progressivamente smaterializzati e delocalizzati;

- i prodotti e i servizi finanziari sono costruibili e negoziabili anche in assenza di

contatto fisico fra i soggetti coinvolti.

In questa situazione di continuo mutamento le Banche hanno dovuto riorganizzare le

proprie strategie per cercare di restare competitive con l’avvento di nuovi concorrenti.

Inizia così a diffondersi la tendenza ad unirsi, a fondersi, fino a creare grandi

concentrazioni in grado di far fronte alla concorrenza di nuove banche o di banche

estere e di offrire ai clienti un diverso e più forte impatto in termini di immagine, di

stabilità, di ritorno economico a fronte di investimenti… 5

CAPITOLO 2

UN PO’ DI STORIA

2.1 BANCA INTESA

Banca Intesa fu uno dei principali gruppi bancari italiani e uno dei protagonisti sullo

scenario finanziario europeo. Aveva sede legale a Milano e nacque nel 1998

dall'integrazione della "Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde" (Cariplo) con il

"Banco Ambroveneto" (ex Banco Ambrosiano). Nel 1999 nel "Gruppo Intesa" entrò la

"Banca Commerciale Italiana". Con la successiva fusione, avvenuta nel maggio 2001, il

gruppo assunse la denominazione di "IntesaBci". Nel dicembre 2002 l'assemblea

deliberò, con effetto dal 1 gennaio 2003, la modifica della denominazione sociale in

"Banca Intesa".

La società capogruppo "Banca Intesa" operava con una struttura organizzativa composta

da cinque aree di business:

la Divisione Rete seguiva famiglie, piccole e medie imprese e enti no profit e

• includeva private banking, wealth management, Intesa Leasing e "Intesa

Mediocredito", che si occupava di credito industriale;

la Divisione Corporate seguiva grandi aziende e istituzioni finanziarie; includeva

• "M&A", finanza strutturata, merchant banking, capital market ("Banca

Caboto"), Mediofactoring, la principale società italiana di factoring, global

custody ed una rete internazionale specializzata costituita da filiali, uffici di

rappresentanza e controllate - come "ZAO Banca Intesa", aperta nel 2003, unica

presenza italiana con licenza bancaria in Russia - che svolgevano attività di

corporate banking.

la società controllata Banca Intesa Infrastrutture e Sviluppo serviva il settore

• pubblico-infrastrutturale con ambiti di intervento che spaziavano dal

finanziamento delle opere pubbliche alle cartolarizzazioni dei crediti degli enti

pubblici, alla finanza di progetto;

la Divisione Banche Italia seguiva le banche controllate a forte radicamento

• locale: "Cariparma", "FriulAdria", "Banca di Trento e Bolzano", "Biverbanca" e

"Intesa Casse del Centro";

la Divisione Banche Estero seguiva in particolare le banche controllate che

• svolgevano attività di retail e commercial banking nell'Europa centrale e

orientale, tra cui: "PBZ", seconda maggiore banca della Croazia, "VUB",

seconda maggiore banca della Slovacchia, "Banca Intesa Beograd", seconda

maggiore banca della Serbia, "CIB", quarta maggiore banca dell'Ungheria e

"KMB Bank", una banca attiva nella Federazione Russa nel segmento delle

piccole imprese.

Le attività inerenti i crediti in sofferenza, compreso il personale relativo, erano state

scorporate e conferite in una società poi incorporata dall'Italfondiario del grande gruppo

statunitense Fortress.

Ultimo presidente di Banca Intesa è stato Giovanni Bazoli, ultimo amministratore

delegato è stato Corrado Passera.

Evoluzione Storica di Banca Intesa…

Anno 1998

1° gennaio: Costituzione di Banca Intesa;

2 gennaio: Acquisto della banca Cariplo dalla fondazione Cariplo ;

21 maggio: Definita la nuova struttura federale del Gruppo; 6

1° giugno: Presentazione del piano industriale al mercato.

Anno 1999

8 giugno: Il Consiglio di Banca Intesa autorizza i contatti con COMIT;

30 giugno: Il Consiglio di Banca Intesa approva l’aggregazione di COMIT;

17 agosto: L’assemblea approva l’aumento di capitale per l’acquisto del 70% di

COMIT;

27 settembre acquisizione di COMIT

– 15 ottobre:

Anno 2000

11 aprile: Presentazione al mercato del nuovo modello;

6 giugno: Parte l’integrazione con Comit, nominato il Comitato e i responsabili

delle aree;

28 luglio: Deliberata l’incorporazione di Ambroveneto, Cariplo e Mediocredito

Lombardo;

10 ottobre: I consigli approvano l’incorporazione della Banca Commerciale Italiana;

17 novembre: Nominato il nuovo consiglio di Banca Intesa;

19 novembre: Nomina del vertice operativo del Gruppo;

31 dicembre: Banca Intesa incorpora Ambroveneto, Cariplo e Mediocredito Lombardo.

Anno 2001

28 febbraio: L’assemblea di COMIT approva la fusione per incorporazione in Banca

Intesa;

1° marzo: L’assemblea di Banca Intesa approva la fusione con COMIT;

24 aprile: Firma dell’atto di fusione tra Banca Intesa e COMIT;

1° maggio: Nasce Intesa Bci.

Anno 2002

25 giugno: Il C.d.A. approva la nuova struttura organizzativa basata sulle Divisioni;

17 dicembre: L’assemblea straordinaria di Intesa Bci delibera il cambio di

denominazione sociale in Banca Intesa S.p.A. 7

2.2 SANPAOLO IMI

Sanpaolo IMI nasce nel 1998 dalla fusione dell'Istituto Bancario San Paolo di Torino e

IMI (Istituto Mobiliare Italiano). Si tratta di due realtà fortemente complementari:

l'Istituto Bancario San Paolo di Torino, è specializzato nell'attività creditizia retail,

l'IMI, ente di diritto pubblico fondato nel 1931 per sostenere la ricostruzione del sistema

industriale nazionale, è una primaria banca d'affari e di investimento.

Il Gruppo Sanpaolo IMI fu uno dei maggiori gruppi bancari ed assicurativi italiani.

Aveva circa 44.000 dipendenti e 7 milioni di clienti. Aveva sede legale a Torino e sedi

secondarie a Roma e Bologna.

Svolgeva le seguenti attività:

bancaria: l'attività era effettuata attraverso circa 3.200 filiali (imprese, retail e

• private) riferite a varie banche del gruppo aventi marchi fortemente collegati al

territorio.

gestione risparmio e previdenza: l'attività era effettuata attraverso una società

• dedicata Eurizon, che si occupava della gestione del risparmio, dell'asset

management e della previdenza per il gruppo

Ultimo Amministratore Delegato è stato Alfonso Iozzo, ultimo Presidente è stato Enrico

Salza.

Evoluzione storica

Evoluzione storica di Sanpaolo IMI

Anno 1998

Fusione dell'Istituto Bancario San Paolo di Torino (che trae origine dal Monte di Pietà

fondato a Torino nel 1563) con IMI e conseguente assunzione della denominazione

Sanpaolo IMI.

Anno 2000

Sanpaolo IMI acquisisce il Banco di Napoli (che trae origine nel 1539 come pia

istituzione improntata a spirito di carità verso i bisognosi), entra nel capitale sociale

della Cassa dei Risparmi di Forlì e della Romagna e realizza alleanze strategiche con

importanti realtà creditizie italiane e straniere.

Anni 2001 - 2002

Viene avviata l'integrazione con il Gruppo Cardine, nato dall'unione dei Gruppi Casse

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