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Il progetto Manhattan - Fissione e fusione nucleare - Il manifesto Einstein-Russell - Camus - Moravia - La testimonianza fotografica - La struttura del Sole.
IL PROGETTO MANHATTAN
A partire dal 1939 tutti i maggiori fisici del mondo iniziarono a discutere sulla possibilità di
utilizzare la fissione dell’uranio per costruire una nuova arma. Negli Stati Uniti si temeva che il
regime nazista potesse dotarsi di questa nuova tecnologia, così Einstein, su sollecitazione di Leo
Slizard, indirizzò una lettera al presidente F.D. Roosevelt esortandolo ad autorizzare l’avvio di
ricerche rivolte alla costruzione di bombe atomiche.
Nel settembre del 1941 il fisico tedesco Heisemberg
propose alla comunità scientifica americana,
rappresentata dal danese Bohr, di rallentare le
ricerche sull’energia nucleare almeno fino al termine
della guerra ma Bohr rifiutò pensando che
Heisemberg fosse una pedina nelle mani di Hitler
che intendeva impedire i progressi americani.
Nel giugno del 1942 arrivò ai servizi segreti anglo-
americani la notizia che Heisemberg riteneva
possibile l’impiego militare dell’energia atomica.
Così Roosevelt autorizzò la realizzazione del
progetto Manhattan, con a capo il generale Groves,
per la costruzione della bomba atomica.
Per progetto Manhattan si intende un programma di ricerche svolto dai maggiori rappresentati della
comunità scientifica presso Los Alamos ( nella foto in alto a destra), una cittadina del New Mexico.
Fu nominato responsabile scientifico Robert Oppenheimer, ma anche il fisico italiano Enrico Fermi
contribuì in maniera fondamentale al successo del progetto.
Il progetto ebbe degli aspetti particolari. Il campo di ricerche di Los Alamos nacque dal nulla in
pochi giorni sotto il segreto di stato. Gli unici che erano a conoscenza di questa città fantasma erano
i militari adibiti alla vigilanza ed il gruppo di scienziati provenienti da tutto il mondo che vennero
letteralmente rinchiusi nella città laboratorio insieme alle proprie famiglie. I ricercatori lavorarono
con grande coesione convinti che la costruzione della bomba atomica avrebbe spaventato le altre
nazioni inducendole a chiedere la pace. Il progetto Manhattan fu il primo esempio di ricerche
svolte da un team di scienziati provenienti da tutto il mondo, i quali mettendo insieme le varie
scoperte ed idee individuali riuscirono a costruire la bomba atomica in pochissimi anni, cosa che
non sarebbe stata mai possibile se ogni scienziato avesse lavorato individualmente. Infatti nella
primavera del 1945 fu realizzato il primo ordigno nucleare . Il 16 luglio la bomba fu sperimentata
con successo nel deserto del New Mexico presso Alamogordo, il 6 agosto fu sganciata la prima
bomba su Hiroshima e tre giorni dopo ne fu lanciata un'altra su Nagasaki .
Subito si accese un aspro dibattito sulla legittimità dell’impiego
dell’atomica. Già nella primavera di quel anno erano sorti i primi
dubbi sul bisogno di usare il nuovo ordigno. Il 25 marzo Einstein
scrisse a Roosevelt per invitarlo ad incontrare Leo Slizard che, anche
per l’imminente resa della Germania, era seriamente preoccupato per
l’occorrenza e per le conseguenze dell’uso della nuova arma e
proponeva di invitare dei delegati giapponesi ad assistere alla
dimostrazione della distruttività dell’atomica i quali avrebbero dovuto
consigliare all’imperatore di ritirarsi dopo aver preso coscienza del
pericolo. Ma la morte del presidente impedì l’incontro. Il nuovo
presidente H. Truman si mostrò subito favorevole all’impiego
dell’atomica, anche perché un secondo gruppo di scienziati dei quali
facevano parte Fermi ed Oppenheimer sostenne che nessuna
dimostrazione potesse porre fine il conflitto, ma solo l’impiego della
bomba poteva indurre alla resa il Giappone. Truman si servì delle bom- 4
be atomiche sostenendo di evitare la morte di migliaia di americani a causa di un invasione
dell’arcipelago giapponese.
Negli anni successivi molti scienziati che avevano partecipato al progetto Manhattan ebbero forti
rimorsi. Per esempio Oppenheimer si rifiutò di far parte del gruppo di lavoro per la costruzione
della bomba all’idrogeno, inoltre in una lettera indirizzata al presidente Truman scrisse: “presidente
ho del sangue fra le mani”. 5
FISSIONE E FUSIONE NUCLEARE
Cenni sull’energia di legame: α formata da due neutroni e da due
Empiricamente è dimostrato che la massa di una particella
protoni è minore della somma delle masse delle quattro particelle prese singolarmente. Quindi a
seguito di una diminuzione della massa del nucleo, anche l’energia risulta essere inferiore secondo
= 2
E mc
la relazione di Einstein . Questa diminuzione di energia è definite energia di legame del
nucleo. Per separare il nucleo nei singoli nucleoni occorre fornire un’energia almeno pari a quella
di legame. FISSIONE NUCLEARE
Nel 1939 Otto Hahn e Fritz Strassmann scoprirono un nuovo fenomeno fisico che consisteva nel
poter spezzare un nucleo di Uranio in due nuclei più piccoli. Questo processo è chiamato fissione
nucleare. La fissione nucleare libera una quantità di energia maggiore di molti ordini di grandezza
rispetto all’energia liberata in una reazione chimica.
Una reazione di fissione ha inizio quando un neutrone lento è assorbito da un nucleo di uranio-235;
in questo modo aumenta di uno il suo numero di massa e lo lascia in uno stato eccitato:
+ →
1 235 236
n U U *
0 92 92
Il nucleo eccitato oscilla violentemente e si deforma. Per
molti aspetti il nucleo si comporta come una goccia
d’acqua in rotazione e di conseguenza si può deformare
solo fino ad un certo punto prima di rompersi in pezzetti
più piccoli, ossia prima di subire una fissione.
Solitamente nel corso di tale processo, oltre alla
formazione dei due nuclei più piccoli vengono emessi
anche 2 o 3 neutroni. In questo modo si innesca una
reazione a catena. Si ha una reazione a catena quando un
neutrone emesso in seguito a una reazione di fissione ne
provoca una seconda in un altro nucleo. In una reazione
incontrollata sono emessi più di un neutrone, mentre in
una reazione controllata ne viene emesso solamente uno.
La prima reazione nucleare controllata fu ottenuta da
Enrico Fermi nel 1942. Il suo reattore, installato nella
palestra dell’Università di Chicago, era costituito da
blocchi di Uranio (carburante) tenuti insieme a blocchi di
graffite (moderatore) per formare una grande “pila”. In un
reattore nucleare di questo tipo il moderatore rallenta i
neutroni emessi durante la fissione, rendendo più
probabile la loro cattura da parte di altri nuclei di uranio e
causando ulteriori fissioni.
La velocità di reazione è regolate con le barre di controllo, fatte di materiale efficace nell’assorbire
neutroni (per esempio il cadmio). Con le barre di controllo interamente inserite nella pila , qualsiasi
reazione inizia e termina immediatamente perchè i neutroni sono assorbiti e non è permesso loro di
innescare ulteriori reazioni. Se le barre di controllo vengono estratte parzialmente dalla pila , si
rendono utilizzabili dei neutroni per produrre nuove reazioni. Quando un neutrone emesso da una
reazione di fissione ne produce un'altra, si dice che il reattore è critico; questo è il modo in cui
funzionano i reattori nucleari che producono energia per funzioni pratiche. Se le barre di controllo
vengono ulteriormente estratte dalla pila si innesca una reazione a catena incontrollate, come
avviene nella bomba atomica. 6
Il reattore originale di Fermi produceva una potenza di soli 0,5 W, invece i reattori nucleari
contemporanei producono normalmente una potenza di 1 GW.
FUSIONE NUCLEARE
Quando due nuclei leggeri si combinano per formare un nucleo più grande, la reazione è detta
fusione nucleare.
Dalla curva dell’energia di legame si può osservare come il nucleo risultante abbia un’energia di
legame maggiore di quella dei nuclei originali. Questo significa che il nucleo più grande che si
forma con la fusione ha una massa minore della somma delle masse dei nuclei leggeri originali. La
2
differenza di massa appare sotto forma di energia emessa nella reazione ( si ricordi E=mc ).
Perché si inneschi una reazione di fusione nucleare occorre che i nuclei originali abbiano una
energia cinetica sufficiente per superare la repulsione coulumbiana che i due protoni esercitano tra
7
loro. La temperatura necessaria è di 10 K, quando la temperatura è abbastanza alta da innescare la
fusione, avviene una reazione termonucleare.
Ad oggi l’uomo non è in grado di raggiungere
temperature di questo ordine di grandezza per
intervelli di tempo sufficienti ad innescare la
reazione, ma questo processo può essere
osservato nelle stelle. Una stella come il sole
per esempio fonde l’idrogeno in elio; questo
avviene nel ciclo protone-protone descritto per
la prima volta da Hans Bethe . Il ciclo consiste
in tre fasi: ν
+
+ → + +
1 1 2
H H H e
1 1 1 e
γ
+ → +
1 2 3
H H He
1 1 2 ν
+
+ → + +
1 3 4
H He He e e
1 2 2
Le reazioni di fusione sono più vantaggiose di quelle a fissione, per questo motivo i ricercatori sono
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impegnati a trovare una tecnica che consenta di raggiunge temperature vicine ai 10 K. Infatti a
queste temperature si forma un gas de elettroni e nuclei detto plasma. Per innescare la reazione di
fusione occorre mantenere il plasma in questo stato abbastanza a lungo. Si cerca di realizzare ciò
con le tecniche del confinamento magnetico e del confinamento inerziale. 7
LA STRUTTURA DEL SOLE
Per comodità di esposizione possiamo suddividere la struttura del Sole in una serie di involucri
concentrici, pur tenendo presente che, essendo tutti gassosi, non esistono tra di essi limiti netti.
Distinguiamo in tal modo: il nucleo, una zona radiativa, una zona convettiva, la fotosfera, la
cromosfera e la corona.
Il nucleo è la zona più interna del sole nella quale vi si produce
energia. Nel cuore del sole è in funzione un vero e proprio reattore
nucleare a fusione mantenuto stabile dalla forza di gravità. Infatti a
quelle profondità la pressione gravitazionale dell’enorme involucro di
materiali sovrastanti è in grado di contenere la violenza esplosiva delle
reazioni termonucleari innescate dalle temperature elevatissime
prossime a 15 milioni di K.
La zona radiativa è l’involucro attraverso il quale si trasmette l’energia,
prodotta all’interno del nucleo, verso l’esterno. Qui a causa della minore temperatura non si
innescano le reazioni termonucleari.
La zona convettiva è l’involucro dove si completa il trasporto di energia, qui hanno luogo
movimenti convettivi.
La fotosfera è l’involucro che irradia quasi tutta la luce solare e corrisponde al disco luminoso del
sole. La temperatura media superficiale del sole è di 6000 K, a questo è dovuto il colore giallo. La
superbie della fotosfera non è liscia, ma presenta una struttura a granuli brillanti. Questi granuli
segnano l’affiorare di gigantesche bolle di gas che rappresentano la parte sommitale dei movimenti
convettivi. Infine la superficie brillante della fotosfera presenta delle macchie solari, ossia zone in
cui la temperatura superficiale è più bassa.
La cromosfera è un involucro trasparente di gas incandescenti
che avvolge la fotosfera, è visibile per un breve tempo solo
durante un eclissi totale di sole. Il bordo esterno è sfrangiato in
foto a lato
numerose punte luminose dette spicole ( ). Le spicole
hanno un diametro di 1000 Km e si innalzano fino a 15000 Km
di altezza ad elevata velocità, esse appaiono come un
prolungamento verso l’alto dei moti turbolenti dei granuli della
fotosfera.
La corona è la parte più esterna della atmosfera solare ed è formata da un involucro di gas ionizzati
sempre più rarefatti man mano che ci si allontana dalla cromosfera. Nella parte più esterna della
corona le particelle hanno velocità sufficiente per sfuggire all’attrazione gravitazionale del sole e si
disperdono perciò nello spazio come vento solare.
Altri aspetti caratteristici dell’attività
solare sono le protuberanze e i
prima foto
brillamenti. Le protuberanze (
a lato) sono grandi nubi d’idrogeno che
s’innalzano dalla cromosfera e penetrano
ampiamente nella corona sotto forma
d’immense fiammate. I brillamenti
seconda foto a destra
( ), o flares, sono
violentissime esplosioni d’energia simili