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Trattazione del percorso del pensiero dagli "Elementi" di Euclide fino alle moderne geometrie nate dalla negazione del quinto postulato, con riferimento alle attuali ipotesi sull'evoluzione dell'universo e alla rappresentazione artistica del nuovo spazio
Materie trattate: Matematica, Epistemologia (filosofia), Astronomia, Storia dell'arte
intuitiva degli enunciati proposti è sempre molto discutibile. Per questo motivo la maggiorparte dei
matematici preferisce mantenere l’originario postulato di Euclide.
b)Viene riformulata la definizione di parallelismo in modo da rendere superfluo il postulato delle
parallele.
c)Si cerca di dimostrare il postulato delle parallele, in modo da inserirlo, in veste di teorema,
nell’edificio teorico euclideo. Posidonio
Per esempio, nel I secolo d.C., il matematico greco riformula la definizione euclidea di
parallele (ossia “rette complanari che non si incontrano”) proponendo di chiamare parallele le rette
equidistanti. Tale definizione, tuttavia, non risulta coincidere con quella euclidea: se, infatti, è
possibile dimostrare che due rette equidistanti non si incontrano, non è invece dimostrabile che due
rette che non si incontrano sono equidistanti, se non facendo ricorso proprio a quel quinto
postulato, che si vuole eliminare.
Proclo
Un altro greco, [410-485 d.C.], cerca di dimostrare il postulato delle parallele, ma la sua
dimostrazione si fonda sull’ipotesi, implicita, che la distanza fra due rette parallele sia finita. Tale
ipotesi però non può essere dimostrata, se non ammettendo il postulato delle parallele (risulta utile
evidenziare che i tentativi ora citati, come molti altri ad essi posteriori, si fondarono sull’ipotesi
implicita dell’impossibilità dell’esistenza di rette asintotiche, ossia di coppie di rette che si
comportano all’infinito come si comporta un ramo di iperbole con un suo asintoto.Ma
l’impossibilità dell’esistenza di rette asintotiche, come hanno mostrato i successivi sviluppi delle
geometrie non euclidee, può essere dimostrata solo a partire dal postulato delle parallele.).
Nasìr-Eddin
La dimostrazione del quinto postulato fornita dal matematico arabo [1201-1274 d.C.]
è fondata sull’ipotesi che una linea, formata dai punti equidistanti da una retta, sia una retta.
Tuttavia anche tale affermazione risulta essere dimostrabile solo a partire dal quinto postulato.
J.Wallis
Un ultimo tentativo rilevante può essere considerato quello del matematico inglese [1616-
1703 d.C.], secondo cui il postulato delle parallele risulta dimostrabile facendo uso del concetto
intuitivo di similitudine di figure piane. Ma, come già abbiamo rilevato in precedenza, la teoria
della similitudine è fondata sul teorema di Talete, per la cui dimostrazione sono necessarie alcune
proprietà dei parallelogrammi le quali, a loro volta, sono conseguenze del postulato delle parallele.
-UN NUOVO APPROCCIO al problema : Giovanni G. Saccheri
I tentativi di dimostrare il quinto postulato di Euclide continuarono pertanto con scarsi successi
fino al XVII secolo, tanto che il quinto postulato era stato etichettato come “lo scandalo della
Giovanni G. Saccheri,
geometria”. Merita indubbiamente attenzione l’opera del gesuita
professore di matematica all’Università di Pavia e audace studioso di logica, che ebbe un’idea
nuova e rivoluzionaria. Il suo nuovo approccio al problema del quinto postulato consiste nel
seguente ragionamento: data una linea e un punto allora o (a) per passa esattamente una
L P, P
parallela a L oppure (b) per P non passano parallele a L oppure (c) per P ci sono almeno due
parallele ad L. L’alternativa (a) era il postulato delle parallele di Euclide. Supponiamo che essa
fosse sostituita dalla (b) e che quest’ultima, insieme con gli altri nove postulati di Euclide, dovesse
condurre a teoremi contraddittori. Allora sicuramente la (b) non sarebbe corretta. Similmente, se
l‘uso della (c) e degli altri nove postulati euclidei avesse condotto a teoremi contraddittori, allora
l’alternativa (c) sarebbe stata inevitabilmente erronea. Ne sarebbe allora seguito necessariamente
che il postulato delle parallele di Euclide è l’unico possibile.Usando la (b) insieme agli altri nove
postulati euclidei, Saccheri dedusse teoremi che si contraddicevano l’un l’altro. Egli non riuscì
però a dedurre contraddizioni dall’uso dei nove postulati euclidei e dell’assioma alternativo
postulante l’esistenza di almeno due parallele. Benché i suoi sforzi fossero precisi ed estesi, e
benché alcune sue deduzioni fossero di fatto strane se confrontate con risultati analoghi ottenuti da
Euclide, non emersero contraddizioni. Saccheri era sulla soglia di una scoperta fondamentale, ma
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si rifiutò di oltrepassarla derivando conclusioni dall’impossibilità da lui riscontrata di dedurre
contraddizioni. Pertanto egli si dimostrò a tal punto impreparato agli strani teoremi che derivò dal
suo insieme di postulati che stabilì che il quinto postulato di Euclide dovesse essere vero
necessariamente. Conformemente a queste opinioni, nel 1733 pubblico i suoi risultati in un libro
intitolato “Euclides (Euclide preservato da ogni macchia).
ab omni naevo vindicatus”
Una spiegazione dell’insuccesso di Saccheri oltre che di molti altri è che, per quanto grandi fossero
i matematici che affrontarono il problema del quinto postulato, nessuno fu abbastanza sottile da
riconoscere un abito di pensiero bimillenario.
-GAUSS:possono esistere altre geometrie, altrettanto valide di quella di Euclide.
Ma nel mondo matematico dell’inizio dell’Ottocento ebbe luogo nell’ambiente intellettuale un
mutamento che portò con sé un esame critico radicale delle convinzioni fondamentali .Questo
Gauss, Lobacevskij Bolyai
mutamento spiega indubbiamente come mai tre uomini – e –, che non
si conoscevano fra loro, scoprissero la corretta interpretazione dell’opera di Saccheri pressappoco
nello stesso tempo; Lobacevskij e Bolyai pubblicarono i loro risultati a pochi anni di distanza l’uno
Carl Friedrich Gauss,
dall’altro. Il più grande di questi tre uomini fu la cui statura intellettuale
può essere paragonata a quella di Newton e di Archimede. Carl rivelò una precocità incredibile in
molti campi ed una predilezione particolare per la matematica. Quando, ancora giovanissimo,
dimostrò che il poligono regolare di 17 lati potrebbe essere costruito con riga e compasso, ne fu
così felice che abbandonò l’intenzione di diventare un filologo per studiare la matematica,
contribuendo ben presto con opere magistrali a molti settori della disciplina mettendosi in luce
anche come inventore e sperimentatore. Benché i suoi contributi non fossero meno numerosi e
meno profondi di quelli di altri matematici, Gauss era estremamente modesto. egli
“Se altri,”
scrisse, “riflettessero con tanta profondità e continuità sulle verità matematiche come ho fatto io,
Gauss era molto giovane quando il problema del postulato delle
farebbero le mie stesse scoperte.”
parallele attrasse per la prima volta la sua attenzione. Dapprima si impegnò molto nel tentativo di
sostituirlo con un assioma più semplice, senza però riuscirvi. Seguì poi la linea di pensiero di
Saccheri, adottando un postulato delle parallele che contraddiceva quello euclideo
(sostanzialmente la terza alternativa di Saccheri ) e deducendo conseguenze dal nuovo postulato e
dagli altri nove di Euclide. Come Saccheri, Gauss pervenne a teoremi bizzarri. Tuttavia, invece di
lasciarsi spaventare dalla stranezza, Gauss persistette nel suo studio,traendo infine una conclusione
nuovissima e sbalorditiva, che anche grandi matematici non avevano considerato, che possono
esistere altre geometrie, altrettanto valide di quella di Euclide.
Gauss ebbe il coraggio intellettuale di creare una geometria non euclidea ma non il coraggio
morale di affrontare le folle, le quali ne avrebbero definito pazzo il creatore, poiché gli scienziati
dell’inizio dell’Ottocento vivevano all’ombra di Kant, la cui solenne dichiarazione che non poteva
esistere altra geometria oltre a quella euclidea dominava il mondo intellettuale.
-LOBACEVSKIJ E BOLYAI: una rivelazione inaccettabile
Degli altri due uomini cui spetta l’onore di aver creato una geometria non euclidea, il primo fu il
Nikolaj Lobacevskij.
geniale Nato nel 1793 da una povera famiglia russa, studiò all’Università di
Kazan e all’età di ventitre anni vi ottenne una cattedra. Anche Lobacevskij fu attratto dal problema
dell’assioma delle parallele. Egli dichiarò di essere stato colpito dal fatto che duemila anni di sforzi
dei massimi matematici non erano riusciti a produrre un assioma migliore. Così, come Saccheri e
Gauss, costruì una nuova geometria sulla base di un postulato delle parallele che contraddiceva
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quello euclideo,ma i teoremi quasi incredibili cui giunse non lo scoraggiarono. Un ragionamento
logico la aveva condotto ad essi e un ragionamento logico era una guida ineccepibile. Così anche
Lobacevskij affermò la conclusione radicale ma inevitabile: ci sono geometrie diverse da quella di
Euclide e altrettanto valide. L’uomo che condivide con Lobacevskij l’onore della scoperta e il
Janos Bolyai.
coraggio di aver pubblicato la sua opera sulla geometria non euclidea è l’ungherese
L’interesse relativo al postulato delle parallele gli fu trasmesso dal padre Farkas, anch’egli
matematico, che aveva speso invano molti anni a lavorare su di esso.Così nel 1825, all’età di
ventitre anni,il giovane Bolyai vide improvvisamente la luce, dichiarando l’esistenza di postulati
contraddicenti quelli euclidei, i quali possono servire nondimeno di base per nuove geometrie.
Janos procedette a costruirne una. Sollecitato dal padre, pubblicò la sua opera nel 1833 sotto forma
di appendice al testo del padre. Tuttavia, gli scienziati ed i filosofi dell’epoca salutarono non
positivamente la completa confutazione della filosofia dominante del tempo: le opere di
Lobacevskij e di Bolyai furono ignorate completamente. Inoltre neI 1847 Lobacevskij fu
congedato dall’Università, nonostante i suoi brillanti contributi e una devozione disinteressata al
suo lavoro. Se Bolyai fosse stato un professore, e non un ufficiale dell’esercito austriaco, avrebbe
potuto subire la stessa sorte.
-UN NUOVO POSTULATO delle parallele
Una trentina d’anni dopo la pubblicazione delle opere fondamentali di Lobacevskij e di Bolyai;
fu pubblicata postuma, insieme ad altri scritti, la corrispondenza di Gauss sulla geometria non
euclidea. Il nome di Gauss attrasse l’attenzione sull’argomento e poco tempo dopo il mondo
matematico cominciò a leggere Lobacevskij e Bolyai.
Fig. 1. La parallela di Euclide come linea limite unica
Per apprezzare nel suo giusto valore la loro opera sul problema del postulato delle parallele
dobbiamo fare un passo indietro. Consideriamo una linea retta (fig. 1) e un punto non giacente
L P
su di essa. Il quinto postulato di Euclide afferma che per passa una e una sola linea che non
P K
incontri Ora sia un punto su Man mano che si sposta verso destra, la linea ruota in
L. Q L. Q PQ
senso antiorario attorno a e sembra approssimarsi alla linea Analogamente, man mano che Q
P K.
si muove su verso sinistra, la linea ruota in senso orario attorno a e si avvicina di nuovo a
L PQ P
In entrambi i casi, quindi, si avvicina a una e medesima linea limitante
K. PQ K.
Bolyai e Lobacevskij supposero invece che le due posizioni limitanti di non siano la stessa
PQ
linea bensì due linee diverse passanti per e che queste linee limitanti, e (fig. 2), non
K P, M N
incontrino Essi supposero inoltre che linea passante per e compresa fra e come la
L. ogni P M N, J,
non incontri la Il postulato delle parallele di Bolyai e di Lobacevskij afferma perciò l’esistenza
L.
di un insieme infinito di parallele a passanti per (Questi uomini riservarono la parola
L P.
"parallela" alle sole linee limitanti e ma noi la useremo per denotare ogni linea passante per
M N, P
che non incontri L.)Si potrebbe pensare, come fecero i matematici dell’epoca di Bolyai e di
Lobacevskij, che si tratta di un assunto ridicolo. Il diagramma suggerisce che e incontreranno
M N
se tutt’e tre le linee vengono prolungate a sufficienza.
L 10
Fig. 2. Il postulato delle parallele di Lobacevskij e di Bolyai
Ricordiamo, nondimeno, che Bolyai e Lobacevskij erano interessati a ritrovare un postulato