Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Tecnica-Economia
Francese-Blaise Pascal
Storia-Guerra fredda
Italiano-Alda Merini
Geografia-Russia
Inglese-Martin Luther King
Storia dell'arte-Pop Art
Educazione Fisica-Sistema nervoso
INDICE
JOHN NASH:
★ GIOCHI
○ Il punto di partenza………………………………….……….....…pag.3
○ L’idea………………………………………………………...……..pag.3
○ L’equilibrio di Nash in economia………………………………....pag.4
○ Gli anni seguenti all’elaborazione della sua tesi……………......pag.4
○ La probabilità……………………...………………………...……..pag.5
○ Blaise Pascal…………………………………………...……….....pag.6
■ La genèse du calcul des probabiltés…………………......pag.7
■ Le contexte historique……………………………….……..pag.7
■ Les sollicitations d'un ami joueur………………………….pag.8
■ Les contributions de Pascal au calcul des probabilité….pag.8
★ CONFLITTI
○ La RAND e l’ inizio della malattia……………………….………..pag.9
○ La guerra fredda……………………………………….………….pag.10
○ La
Russia……………………………………………………………...pag.12
○ Martin Luther King………………………………………...……….pag.13
○ La pop art americana………………………………….………….pag.14
★ STRATEGIE
○ Per risolvere malattia e giochi……………………………...…….pag.16
○ Sistema nervoso e schizzofrenia………………………..………pag.16
○ Alda Merini…………………………………………………………pag.18
■ “Il manicomio”…………………………...…………………pag.19
○ Epilogo……………………………………………………..………pag.20
Bibliositografia………………………………………….………………………pag.21
2
GIOCHI
Il punto di partenza
John passò tutta la sua infanzia a Bluefield. Ebbe un’infanzia molto serena,
trascorsa sempre con i genitori e nonni; già da piccolo appariva “diverso” dagli
altri: era asociale, infatti preferiva, ai giochi “normali” magari all’aria aperta
insieme ai suoi coetanei, esperimenti di chimica e fisica o leggere libri. Si
annoiava molto a scuola e i suoi voti erano più bassi rispetto alla media. La sua
prima adolescenza fu simile alla sua infanzia.
Con il liceo la sua vita cambiò. La sua superiorità intellettuale rispetto ai suoi
coetanei emerse e gli servì per ottenere rispetto. Durante quegli anni accettò
una borsa di studio offerta dall’ università di Carnegie, per studiare ingegneria
chimica. Dopo qualche anno di studi, si rese conto che il suo vero interesse era
la matematica, gli interessava molto la risoluzione di problemi complessi.
Decise così, insieme ai suoi professori, di cambiare indirizzo di studi. Ottenne
la laurea matematica nel 1948. Successivamente, vista la sua bravura, ottenne
diverse proposte di specializzazione matematica dalle università più importanti
d‘america. Scelse l‘università di Princeton, dove conoscerà, fra gli altri, Albert
Einstein e John Von Neumann.
L’idea
Negli anni a Princeton, John si dimostrò un grande matematico polivalente.
Infatti si interessava di geometria algebrica, topologia, logica e talvolta di teoria
dei giochi. Un giorno dopo aver seguito un seminario di teoria dei giochi diretto
da John Von Neumann (allora considerato il più grande esperto di teoria dei
giochi), gli venne una brillante idea che, oltre ad essere l’oggetto della sua tesi
3
di dottorato, gli valse dopo 45 anni, il premio nobel per l’economia nel 1994.
John von Neumann si era occupato, in particolare, dei giochi a somma zero
(dove cioè la vincita o la perdita di un giocatore è perfettamente bilanciata dalla
perdita o vincita dell’altro giocatore) e informazione perfetta (i giocatori sono a
conoscenza delle possibili mosse dell’avversario); aveva dimostrato il teorema
del minimax, stabilendo che esiste una strategia che permette ad entrambi i
giocatori di minimizzare le perdite.
Nella sua tesi di dottorato, Nash, esprime il concetto di equilibrio nei giochi non
cooperativi per più giocatori ; dimostra che in un gioco in cui i partecipanti non
cooperano fra di loro e che non variano le loro decisioni in base al
comportamento dei rivali, vi è sempre un equilibrio, che si ottiene quando ogni
partecipante attua una strategia che mira a massimizzare il suo payoff (numero
che rappresenta la valutazione del risultato ottenuto considerando tutte le
possibili scelte dei giocatori) . Questo equilibrio viene chiamato ”equilibrio di
Nash”, l’idea più importante di tutta la teoria dei giochi, poichè si rivelerà
applicabile in moltissimi settori.
L’equilibrio di Nash in Economia
Nelle applicazioni economiche, la teoria dei giochi è utilizzata per analizzare
situazioni in cui, non essendovi né concorrenza perfetta né monopolio, le
decisioni di ogni agente economico sono condizionate dalle scelte degli altri nel
mercato Quindi, la definizione di equilibrio di Nash in questo settore, dove l’
.
interesse di una popolazione o di una nazione è di accrescere il proprio
patrimonio, a volte a scapito di altri, è molto importante.
Un esempio semplice per capire l’ utilizzo dell’equilibrio di Nash è il dilemma del
prigioniero, proposto da Albert Tucker nel 1950. 4
II dilemma del prigioniero narra di due uomini che, dopo una rapina, vengono
arrestati e condotti in due celle separate, senza poter comunicare fra di loro, per
cercare di farli confessare. Vengono loro dare le seguenti possibilità:
1) confessare tutti e due ed avere sei anni di reclusione;
2) non confessare entrambi, ed avere un anno di reclusione ciascuno;
3) se uno confessa e l’altro no, quello che confessa è libero, mentre, colui che
non confessa avrà 7 anni di reclusione.
Ovviamente i giocatori devono essere razionali e conoscere il gioco alla stessa
maniera per evitare di commettere errori. Quindi ogni prigioniero rischia 0 o 6
anni se confessa, 1 o 7 anni se non confessa.
Visto che ognuno cerca di minimizzare il tempo da trascorrere in carcere,
l’opzione più giusta, che rappresenta l’equilibrio di Nash, è quindi quella di
confessare! Ogni prigioniero non confessando rischia 7 anni di carcere poichè
l’altro potrebbe confessare, quindi il suo “massimo profitto” si ha confessando a
prescindere dalle scelte dell’altro prigioniero. E’, a questo punto, ovvio che non
è detto che l’equilibrio di Nash sia la soluzione migliore per tutti, ogni giocatore
troverà comunque preferibile non rischiare e giocare la propria strategia
dominante, la soluzione del gioco resterà comunque l'equilibrio di Nash, anche
se non garantisce il massimo guadagno possibile.
Il dilemma del prigioniero è un chiaro esempio di come l’equilibrio di Nash
agisca in economia. In economia infatti, sono molto importanti i bisogni
individuali e collettivi e molto spesso ci si trova ad essere come in un gioco non
cooperativo dove ognuno cerca di aumentare i propri beni attuando una propria
strategia, ma il guadagno di una azienda, in generale, dipende non solo dalla
propria strategia ma anche dalle strategie scelte dalle aziende avversarie.
Gli anni seguenti all’elaborazione della sua tesi
L’interesse da parte di Nash per la teoria dei giochi non era molto chiaro a tutti.
A quei tempi i teorici dei giochi non erano considerati dei veri e propri
matematici e si dava più rispetto a logici, topologi o a chi si occupava di altre
branche di matematica pura. Forse John era attratto dalla teoria dei giochi
5
perchè con altri matematici a Princeton giocavano molto spesso a giochi da
tavolo in cui la matematica e la strategia erano sempre presenti. Comunque,
negli anni seguenti si interessò molto di topologia, geometria algebrica e di
probabilità. Proprio quest’ultima (le distribuzioni di probabilità) sono alla base
della teoria dei giochi. Nash e i suoi colleghi la analizzavano e “applicavano” a
Princeton nella stanza di Fine Hall, la stanza dedita al tempo ricreativo. Il loro
interesse li portò anche ad inventare un gioco da tavolo ancora oggi esistente,
l’Hex, anche se, probabilmente, lo stesso gioco fu inventato pochi mesi prima
in Danimarca. Per i ragazzi di Fine Hall era molto intrigante la probabilità, che poi
veniva applicata in teoria dei giochi, perché con essa si poteva decidere se una
strategia potesse dare frutto o no. I giochi in cui la probabilità entrava erano i
giochi a informazione perfetta, cioè dove ogni giocatore conosce la strategia
del suo avversario in tempo reale, come il poker, l’hex, la dama e gli scacchi.
La probabilità
Il concetto di probabilità, utilizzato a partire dal Settecento ,è diventato con il
passare del tempo, una delle “questioni” matematiche più importanti e con
molti campi di applicabilità scientifici e non.
La probabilità ha tre definizioni:
1. probabilità classica;
2. probabilità frequentistica;
3. probabilità soggettiva.
❖ La probabilità che si verifichi un dato evento (E), nella sua definizione
classica, è il rapporto fra il numero (s) dei casi favorevoli all'evento stesso
e il numero (n) dei casi possibili, purché tutti i casi considerati siano
ugualmente probabili.
❖ In una serie di prove ripetute un gran numero di volte nelle stesse
condizioni, ciascuno degli eventi possibili si manifesta con una frequenza
relativa che è presso a poco uguale alla sua probabilità.
6
L'approssimazione cresce ordinariamente con il numero delle prove;
questa definizione viene enunciata come probabilità frequentista.
❖ Per probabilità soggettiva, intendiamo la misura del grado di fiducia che
un individuo coerente assegna al verificarsi di un dato evento in base alle
sue conoscenze.
Blaise Pascal
La genèse du calcul des probabiltés
Quand on étudie le calcul des probabilités au XXI siècle, on ne peut éviter de
penser au Père de ce calcul qui est Blaise Pascal.
Philosophe de renom, auteur des célèbres Pensées, mathématicien et
physicien il vécut au XVII siècle.
Sa mère mourut alors qu'il n'avait que 3 ans; il fut élevé et instruit par son
père Étienne Pascal, mathématicien reconnu.
A 12 ans, Blaise découvrait et démontrait des théorèmes classiques de
géométrie euclidienne.
A 19 ans, il mit au point et fit construire, en plusieurs exemplaires, une à
machine calculer.
Outre ses brillants travaux en calcul infinitésimal et en géométrie, Pascal sera
un pionnier dans le calcul des probabilités qu'il introduisit avec Fermat (1654)
en étudiant des problèmes de jeux et d'espérance de gain.
Le contexte historique
On ne peut pas quantifier le hasard.
Le hasard dont nous allons parler ici est essentiellement celui des jeux de
hasard en général et du jeu de dés en particulier.
Des notions telles que "la probabilité de gagner" ou "l'espérance de gain" nous
paraissent si familières qu'il nous est difficile de penser que, au début du XVII
siècle, on considérait comme impossible de quantifier la probabilité. Il revient à
Pascal et à quelques autres, dont Fermat, de mathématiser le hasard, ce qui
donnera naissance à une nouvelle discipline appelée à un grand avenir : le
calcul des probabilités. 7
Les sollicitations d'un ami joueur
L'expérience a appris aux joueurs que le jeu de dés obéit à certaines
régularités. Par exemple, le Chevalier de Méré avait remarqué que, à choisir
entre les deux jeux
1. obtenir au moins un six en lançant 4 fois un dé,
2. obtenir au moins un double six en lançant 24 fois une paire de dés, il gagnait
plus souvent au premier qu'au second.
Ne trouvant pas d'explication satisfaisante, le Chevalier de Méré sollicita l'aide
du mathématicien Pascal pour résoudre l'énigme. C'est encore M. de Méré qui
demanda à Pascal comment partager les mises entre les joueurs lorsqu'un jeu
devait être interrompu avant la fin.
Voilà, Les contributions de Pascal au calcul des probabilités :
* le problème des dés, dont la solution de Pascal est dénommée méthode des
dés;
il s'agit du premier exemple traité avec ce qu'on appelle aujourd'hui les