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• Letteratura Italiana: Leopardi era depresso?
• English Literature: The theme of pain in Virginia Woolf.
• Matematica: L’equilibrio di Nash.
• Storia: un’analisi psicologica di Adolph Hitler.
QUANDO SI E’
INTRODUZIONE.
MALATI?
L'OMS calcola che nel mondo ci siano 450 milioni di persone che soffrono di
disturbi mentali, neurologici o del comportamento. La somma delle persone in
una condizione più o meno grave di sofferenza psichica risulta di un miliardo di
soggetti, un quinto della popolazione globale.
Ma cosa significa essere malati mentalmente?
• benessere mentale: è la condizione in cui si vive quando esiste un buon
livello di soddisfazione dei bisogni e una soddisfacente qualità della vita
• disagio mentale: è la condizione in cui si vive
quando si avverte uno stato di sofferenza,
connesso a difficoltà di varia natura (negli affetti,
nel lavoro ecc…) senza che si instauri alcun
sintomo specifico
• disturbo o malattia mentale: è la condizione
che il soggetto vive quando non trova risoluzione
alla sofferenza in cui lo pone la condizione di
disagio, ovvero quando essa raggiunge livelli di
intensità molto elevati. Si passa dal disagio al
disturbo quando alla sofferenza si
QUANDO SI E’
INTRODUZIONE.
MALATI?
La psichiatria moderna considera falsa e dannosa l'idea, ampiamente
diffusa nel senso comune, di una mente umana divisa in due soli stati
possibili: lo stato sano e lo stato malato.
In realtà quella che chiamiamo "esistenza normale" comprende anche
condizioni di disagio che possono sfociare in veri e propri disturbi. Si tratta
sempre di passaggi sfumati e graduali, spesso reversibili.
Una demarcazione più netta tra sano e patologico è garantita dalle
alterazioni chimico-anatomiche riscontrabili nel cervello in caso di
disturbi mentali.
Si esamineranno, a titolo esemplificativo, le principali variazioni cerebrali in
caso di depressione e schizofrenia.
LE MOLECOLE DELLA
CHIMICA.
PAZZIA
Le principali disfunzioni fisiologiche riscontrabili in caso di disturbi psichiatrici
riguardano l’eccessiva presenza o un deficit parziale di neurotrasmettitori,
molecole rilasciate nelle sinapsi al
momento della
propagazione
dell’impulso nervoso
tra neuroni vicini.
Tali molecole
sortiscono effetti
diversi in base alla
loro natura chimica e
regolano il grado di
intensità del disagio
definendo la stabilità
cognitiva ed affettiva
del soggetto. Meccanismo di propagazione del segnale
nervoso
LE MOLECOLE DELLA
CHIMICA.
PAZZIA DEPRESSIONE
• Diminuzione dei livelli di
serotonina
• Diminuzione dei livelli di
noradrenalina
I più frequenti tipi antidepressivi
agiscono facendo sì che meno
serotonina (SSRI) e meno
noradrenalina (NARI) siano riassorbiti
dalle vescicole sinaptiche affinchè ne
rimanga una quantità maggiore in
circolo
SCHIZOFRENIA
• Diminuzione dei livelli di
dopamina
• Diminuzione dei livelli di
glutammato
Tabella dei principali
Neurotrasmettitori LEOPARDI ERA
LETTERATURA.
DEPRESSO?
"
Sono così stordito dal niente che mi circonda, che non so come abbia forza di prender la
penna per rispondere alla tua del primo. Se in questo momento impazzissi, io credo che la
mia pazzia sarebbe di seder sempre cogli occhi attoniti, colla bocca aperta senza né ridere
né piangere, né muovermi altro che per forza dal luogo dove mi trovassi. Non ho più lena di
concepire nessun desiderio, neanche della morte, non perch'io la tema in nessun conto, ma
non vedo più divario tra la morte e questa mia vita, dove non viene più a consolarmi
neppure il dolore. Sono così spaventato dalla vanità di tutte le cose, e della condizione degli
uomini, morte tutte le passioni, come sono spente nell'animo mio, che ne vo fuori di me,
considerando ch'è un niente anche la mia disperazione. [...]"
In questo passo di Leopardi del 1819 si trova una
descrizione di uno stato depressivo. Nelle sue
poesie si nota il tema della fuga dalla
depressione, del desiderio di una vita diversa, che
poi rimane un sogno o un rimpianto.
La depressione di Leopardi non nasce da una
situazione di buio totale ma da una oscurità che
crea sofferenza perché colpisce un mondo
teoricamente pieno di colore.
Questo contrasto significa vivere la depressione Giacomo Leopardi
1798 - 1837
non come limite alla sopravvivenza ma come
LEOPARDI ERA
LETTERATURA.
DEPRESSO?
La "noia" di Leopardi, quando diventa depressione, non è più poesia ma
sofferenza.
Leopardi non parla di depressione ma di ciò che la depressione ostacola, della
(Infinito)
felicità che è al di là della siepe oscura o della fretta e l'urgenza di
godere la vita perché c'è la minaccia costante di uno stato che interromperà la
Sabato del Villaggio
felicità ( ).
Il titanismo antidepressivo di Leopardi si manifesta anche nel suo stile: De
Sanctis nota come le liriche del poeta, che tanto vorrebbero esprimere un
profondo pessimismo, suscitino nel lettore una speranza apparentemente
contraddittoria.
Il contrasto tra la filosofia materialistica e il sentimento che genera le
illusioni è il motore dell’abilità lirica di uno dei più grandi poeti italiani di
sempre.
"Leopardi produce l'effetto contrario a quello che si propone. Non crede al progresso, e te lo
fa desiderare; non crede alla libertà, e te la fa amare. Chiama illusioni l'amore, la gloria, la
virtù, e te ne accende in petto un desiderio inesausto"
THE THEME OF PAIN IN VIRGINIA
LITERATURE.
WOOLF
"Dearest, I feel certain that I am going mad again. I feel we can't go through another of
those terrible times. And I shan't recover this time. I begin to hear voices, and I can't
concentrate. So I am doing what seems the best thing to do. You have given me the
greatest possible happiness. You have been in every way all that anyone could be. I don't
think two people could have been happier 'til this terrible disease came. I can't fight any
longer. I know that I am spoiling your life, that without me you could work. And you will I
know. You see I can't even write this properly. I can't read. What I want to say is I owe all
the happiness of my life to you. You have been entirely patient with me and incredibly
good. I want to say that – everybody knows it. If anybody could have saved me it would
have been you. Everything has gone from me but the certainty of your goodness. I can't go
on spoiling your life any longer. I don't think two people could have been happier than we
have been. V."
With this letter, addressed to her husband, Virginia
Woolf said goodbye to him before committing
suicide in 1941.
The disorder we can highlight from these words had
affected her life since childhood, and so is reflected
even in her works. What does this depressed state
mean for her production? Virginia Woolf
1882 - 1941
THE THEME OF PAIN IN VIRGINIA WOOLF
LITERATURE.
Interior life, accrding to Woolf herself, is a reality to reflect upon everything.
Loneliness is precious for the artist: it is not a vacuum, it’s a chance to
elaborate feelings and to express freedom in order to live those "moments of
being" that give sense to life.
Woolf’s madness was provoked by life-altering events such as notably family
deaths, her marriage or the publication of a novel.
Woolf’s symptoms conform to the profile of a bipolar disorder.
Woolf consulted at least twelve doctors and consequently experienced the
emerging medical trends for treating the insane. She frequently incorporated the
Mrs.
language of medicine, degeneracy and eugenics into her novel "
Dalloway ": with the character of Septimus Smith, she combined her doctor’s
terminology with her own unstable states of mind.
THE THEME OF PAIN IN VIRGINIA
LITERATURE.
WOOLF "Mrs. Dalloway",
When she prepared to write she envisioned the novel as a
"study of insanity and suicide; the world seen by the sane and the insane side
by side." Many of her novels deal with the psychology of a character but,
even in those works that are not based on this theme, we can always find traces
of her illness.
So we can say her mental state, despite being
the source of her pain, was also the main
source of her creativity, which is a
rationalization of a deviated way of thinking
From a stylistic point of view, interior
monologues, mental associations and the
choice of dealing with interior time spot out
her sensitiveness to psychological analysis. Vanessa Redgrave plays "Mrs
Dalloway"in Marleen Gorris' adaptation
of Virginia Woolf's novel – USA 1997
. JOHN NASH E LA TEORIA DEI
MATEMATICA
GIOCHI
La Teoria dei Giochi è un modello matematico che consente di spiegare e
prevedere il comportamento di una serie di individui in presenza di scelte
complesse, ognuna delle quali in grado di influenzare il risultato del gioco.
Lo scopo della Teoria dei Giochi è ottimizzare nella realtà ogni situazione
rappresentabile tramite modello.
Un obiettivo nel quale ha creduto John Nash,
matematico ed economista statunitense. E’
possibile che la matematica possa prevedere il
comportamento umano? La Teoria dei Giochi ci
dice che possiamo farlo quando l’interazione
cooperativa o competitiva comporta la vincita di un
premio o la spartizione di risorse.
La storia di John Nash si solidifica attraverso anni di
duro lavoro e di genialità inespressa a causa della
schizofrenia, una malattia mentale che lo ha John Nash (1928 – 2015)
portato a lunghi periodi di completa alienazione Russel Crow lo interpreta nel film “A
Beautiful Mind” di Ron Howard, USA
sociale. Con il passare degli anni Nash ha imparato 2001
. JOHN NASH E LA TEORIA DEI
MATEMATICA
GIOCHI
John Nash e la Teoria dei Giochi sono legati dal concetto di Equilibrio di Nash.
In un gioco non-cooperativo tutti i contendenti cercano di vincere, cioè
massimizzare i guadagni ottenibili a scapito degli altri. I comportamenti degli
individui sono definiti da strategie e interagiscono dinamicamente con quelli
degli altri agenti determinando l’esito del gioco.
L’Equilibrio di Nash è una situazione in cui tutti i contendenti non hanno motivo
di variare la propria strategia pur conoscendo le mosse degli avversari.
Il fatto che degli individui in competizione riescano a trovare un Equilibrio di
Nash consente di massimizzare il guadagno di tutti risolvendo i problemi
distributivi che i modelli classici della teoria economica sull’ottimizzazione
del