vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Questa tesina di maturità descrive i sindacati in Italia, delineando la loro storia. la tesina mostra come il sindacato sia un’organizzazione collettiva (necessaria per i lavoratori ai fini della contrattazione collettiva) la cui funzione è l’autotutela dei lavoratori. Gli strumenti a sua disposizione sono previsti dagli artt. 39 e 40 Costituzione. L’art. 39 che prevede la libertà sindacale e la rappresentanza unitaria per la stipulazione dei contratti collettivi. L’art. 40 che prevede il diritto di sciopero come strumento di lotta sindacale.
Storia: La storia dei sindacati.
Diritto: L'art. 39 della Costituzione.
IL SINDACATO
Il sindacato è un’organizzazione collettiva (necessaria per i lavoratori ai fini
della contrattazione collettiva) la cui funzione è l’autotutela dei lavoratori.
Gli strumenti a sua disposizione sono previsti dagli artt. 39 e 40 Cost.
L’art. 39 che prevede la libertà sindacale e la rappresentanza unitaria per la
stipulazione dei contratti collettivi.
L’art. 40 che prevede il diritto di sciopero come strumento di lotta sindacale.
STORIA DEL SINDACATO IN ITALIA
La spontanea esigenza di raggrupparsi, organizzarsi ed associarsi per
intervenire e partecipare ha caratterizzato ed influenzato la vita dell’uomo nel
corso delle diverse epoche storiche.
Nella Roma antica sorsero associazioni artigiane che rappresentarono una
prima forma d’organizzazione proletaria per affrontare i disagi dovuti a
malattie, invalidità, guerre, povertà e vecchiaia, e costituirono nel frattempo
una protezione per le diverse categorie professionali.
Il cambiamento dell’apparato costitutivo della società romana e lo sviluppo
dell’economia cambiò la struttura delle organizzazioni e si affiancarono ad
esse le corporazioni, le università e le scuole.
Nel corso del Medioevo le corporazioni d’arti e mestieri, create da artigiani e
commercianti per la difesa delle loro categorie, tornarono nuovamente a
svolgere un ruolo di principale importanza. Lo scopo principale delle
corporazioni rimaneva quello di garantire gli interessi economici dei propri
affiliati.
Nel corso del tempo i professionisti, i mercanti e gli artigiani sentirono il
bisogno di distinguersi e di identificarsi in Arti e di raccogliersi in Corporazioni.
Le Corporazioni devono essere intese come delle associazioni all’interno delle
quali si discuteva, si decideva su come doveva essere il modo di vita.
Ma con il passare del tempo le Arti e le Corporazioni furono criticate
dall’Illuminismo e successivamente abolite dalla Rivoluzione francese,
imponendo che ogni uomo potesse svolgere liberamente la sua professione,
ottenendola semplicemente con l’autorizzazione da parte delle autorità.
L’abolizione delle Corporazioni lasciò un vuoto organizzativo, soprattutto tra gli
aderenti alle arti meno potenti, che venne in seguito colmato con la
costituzione delle prime società di mutuo soccorso, alla fine del ‘700, come
associazioni volontarie con lo scopo di migliorare le condizioni materiali e
morali dei lavoratori e quindi con l’affermazione di una “cultura della
solidarietà”.
Un sostenitore del movimento solidaristico – mutualistico del nostro Paese è
stato Giuseppe Mazzini perché le sue idee rappresentarono una grande
importanza nella diffusione in Italia dei valori e degli ideali cooperativi.
Con l’arrivo della rivoluzione industriale e dopo l’unità d’Italia (4 marzo 1861),
lo stato italiano acquistò rapidamente “impopolarità” a causa della notevole
impronta burocratica e fiscale. Il malcontento per i nuovi governanti si
2
manifestò sin dai primi anni di vita dello Stato unitario e si espresse nell’Italia
meridionale con il brigantaggio e nel nord invece con violente rivolte contadine.
Il governo italiano all’inizio del 1869 pretese la riscossione dell’imposta sul
macinato e scoppiò una vera e propria rivolta, nacquero quindi movimenti
cooperativi che seppero dare ai braccianti, ai contadini e agli operai il senso di
collettività, l’unione degli interessi e del lavoro inserendoli nel processo
produttivo, attenuando quel contrasto che si era creato fra stato e popolo.
Nel 1889 in Italia, con il codice Zanardelli, fu abrogato il divieto di coalizione
introdotto dal codice penale Sardo nel 1859, che prevedeva come reato
qualsiasi forma di coalizione. Nel 1891 il Secondo Congresso
dell’Internazionale, riunito a Bruxelles, decise di rendere permanente la festa
del Prima maggio, che divenne “Festa dei lavoratori”, nell’anno successivo
nacque in Italia il Partito dei lavoratori italiani, che nel 1895 divenne Partito
Socialista.
Le società di mutuo soccorso lasciarono ai Sindacati, alle Camere del Lavoro e
ai Partiti politici la continuazione della loro opera di promozione.
In Italia, durante il governo di Giolitti si avrà il cd. “decollo amministrativo”,
esso consisteva nell’apportare modifiche nelle funzioni pubbliche e nella
nascita di un pluralismo amministrativo oltre alla crescita delle dimensioni
amministrative, portando così nell’ambito del pubblico impiego la nascita di un
primo sindacalismo. Vennero fissati poi altri obbiettivi come i miglioramenti
retributivi e la tutela dei dipendenti.
La legittimità dell’azione sindacale riconosciuta dal governo consentirà una
graduale crescita delle iniziative dei lavoratori (come ad esempio la fondazione
di Camere del lavoro) che iniziarono ad operare e a sottoscrivere molti accordi
nazionali e locali. Le innovazioni introdotte avevano riguardato soprattutto il
centro-nord mentre avevano lasciato nel mezzogiorno uno Stato repressivo,
che nel 1904 provocò una repressione violenta e sanguinosa. Dopo numerosi
scioperi accaduti nel sud, le Camere del lavoro avevano discusso la possibile
divulgazione dello sciopero generale nazionale, così il 16 settembre 1904 lo
sciopero generale cominciò ad attuarsi con livelli di partecipazione altissimi dal
nord al sud. Lo sciopero si concluse il 21 settembre.
Emerse, tuttavia, la consapevolezza che nelle manifestazioni del 1904 era
mancata un’organizzazione unitaria capace di coordinare e gestire il
movimento. Nel 1906 nacque perciò la Confederazione Generale del Lavoro
(CGL), come struttura capace di raccogliere tutte le forze operarie. La
confederazione è organizzata con una doppia struttura: verticale attraverso le
federazioni di categoria e orizzontale attraverso le Camere del Lavoro. Le
funzioni delle federazioni è occuparsi degli interessi della categoria, mentre le
singole Camere del Lavoro si dedicano alle questioni locali.
Nel 1912 in opposizione alla CGL, nacque l’USI (Unione Sindacale Italiana).
All’USI aderirono gli operari che non si riconoscevano nella CGL perché
considerata troppo legalitaria.
Quando scoppiò la “grande guerra” nel 1914 cambiarono molti aspetti
dell’economia italiana, iniziando dal divieto di sciopero con successiva
diminuzione del potere contrattuale dei sindacati.
Alla fine della guerra i primi a farsi sentire furono i contadini che occuparono le
terre demaniali o incolte e il sindacato iniziò a rafforzarsi. Intanto, nel marzo
1919, si costituì il movimento fascista e nel 1920 già iniziarono le prime azioni
3
di violenza degli squadristi contro il Sindacato. Le aggressioni fasciste si
intensificarono e nell’aprile del 1921 a Torino venne incendiata la Camera del
Lavoro e vennero uccisi i capi della lega. Tra il 1921 e il 1922 i fascisti diedero
vita a proprie organizzazioni sindacali e cancellarono la festa del Primo maggio,
sostituendola con il 21 aprile.
Nel gennaio 1925 venne annunciata la fine delle libertà costituzionali, delle
libere associazioni e del sindacato, con il patto a Palazzo Vidoni (ottobre 1925)
che poneva fine alle libertà sindacali, riconoscendo solo le organizzazioni
fasciste e venne soppresso il diritto di sciopero e quindi la fine del sindacalismo
giolittiano e il 21 Aprile 1927 il Gran Consiglio del Fascismo divulgò la Carta del
Lavoro e nacque il primo contratto collettivo nazionale.
Poi nel 1934 secondo l’ideologia fascista, all’interno delle imprese non
dovevano più esserci conflitti in quanto l’obbiettivo primario non era né la
massimizzazione dell’utile per i borghesi né l’aumento dei salari per i
lavoratori, ma tutti dovevano collaborare per la grandezza della nazione. Quindi
i sindacati vennero sciolti e sostituiti dalle corporazioni, assemblee a cui
partecipavano sia datori di lavoro sia operai ma divisi settorialmente e tutti
dovevano ricercare il bene per la nazione, doveva esserci piena collaborazione.
Dopo la caduta del fascismo (25 luglio 1943) uno dei primi atti del Governo
Badoglio fu quello di abrogare le corporazioni e le istituzioni tipiche della fase
corporativa del regime e il 1° marzo del 1944 i lavoratori delle fabbriche ancora
occupate dai tedeschi scioperarono. Si è trattato del primo sciopero generale in
Europa sotto il regime d’occupazione nazifascista e segnarono l’inizio della
Resistenza europea accanto alle formazioni partigiane.
Nella notte fra il 3 e il 4 giugno 1944, nel corso della guerra di liberazione, G. di
Vittori, A. Grandi e E. Canevari firmarono il “Patto di Roma” (dichiarazione sulla
realizzazione dell’unità sindacale) che verrà siglato l’8 giugno dopo l’arrivo
delle truppe angloamericane e così rinacque un sindacato unitario: la CGIL
(Confederazione Generale Italiana del Lavoro) che cercò di consolidare le
masse popolari e le forze del lavoro giocando un ruolo fondamentale in quanto
riconquistò la libertà e la democrazia.
Il Patto di Roma non durerà a lungo. Nasceranno presto dei sindacati che
avranno diverse culture, opinioni sulla politica sociale e sul concetto di
sindacato.
Nel 1948 nacque la LCGIL (Libera Confederazione Generale Italiana del Lavoro)
e nel 1950 la CISL (Confederazione Italiana Sindacato Lavoratori),
successivamente si costituirà l’Unione Italiana del Lavoro (UIL).
Nei primi anni ’60 venne discusso e approvato lo “Statuto dei lavoratori” (legge
300/1970) e le lavoratrici conquistarono una serie di garanzie sia a livello
contrattuale sia a livello legislativo: dalla parità salariale alla legge 1204/1971
che assicura la conservazione del posto di lavoro nei periodi pre e post
maternità.
Il 25 luglio 1972 nacque la Federazione unitaria CGIL, CISL e UIL (triplice
alleanza).
Durante gli ultimi anni l’attività del sindacato si è incontrata, confrontata e
scontrata con la realtà politica, economica e sociale del Paese come ad
esempio i licenziamenti, la cassa integrazione, la scala mobile, la riforma del
salario e del sistema contrattuale. 4
Nell’attuale situazione di crisi generale del Paese, il Sindacato dovrà prepararsi
per un nuovo futuro basandosi sulle esperienze passate.
THE TRADE UNIONS
The first unions, which were gaining popularity in the industrial north, were
feared and distrusted by the government. The early attempt at a union is the
case of the Tolpuddle Martyrs of 1834 where six labourers were sentenced to
seven years’ deportation because they had tried to start a friendly society.
There were demonstrations and a petition was presented to Parliament. They
were taken to Australia and later offered a conditional release, which they
rejected, only being fully pardoned in 1836.
The origins of unions' existence can be traced from the 18th century, where the
rapid expansion of industrial society drew women, children, rural workers, and
immigrants to the workforce in numbers and in new roles.
The right to join a trade union is mentioned in article 23 of the Universal
Declaration of Human Rights (UDHR).
OGGI CON LA COSTITUZIONE
Con la caduta del fascismo (25 luglio 1943) vennero sciolti i sindacati fascisti e
abolite le corporazioni. Secondo il modello costituzionale oggi il lavoro è un
criterio fondamentale di rapporto tra Stato e società per questo sono stati
introdotti una serie di diritti riconosciuti ai soli lavoratori, come ad esempio
l’art. 39 che prevede la libertà e la pluralità sindacale.
Art. 39.
L'organizzazione sindacale è libera.
Ai sindacati non può essere imposto altro obbligo se non la loro registrazione
presso uffici locali o centrali, secondo le norme di legge.
È condizione per la registrazione che gli statuti dei sindacati sanciscano un
ordinamento interno a base democratica.
I sindacati registrati hanno personalità giuridica. Possono, rappresentati
unitariamente in proporzione dei loro iscritti, stipulare contratti collettivi di
lavoro con efficacia obbligatoria per tutti gli appartenenti alle categorie alle
quali il contratto si riferisce.
La Costituzione con il primo comma dichiara il principio della piena libertà
sindacale, espressione del diritto di associarsi (art. 18 della Cost.)
5