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Latino - Apuleio: Le metamorfosi
Filosofia - Nietzsche: La metafora del viandante
Inglese - Charles Dickens: David Copperfield
Arte - Picasso: Il periodo africano
Fisica - La migrazione di elettroni
Storia - La migrazione italiana nella storia
L’ emigrazione si diresse quindi soprattutto verso la Francia, alimentata anche dai numerosi espatri
oltralpe degli oppositori politici del fascismo (specialmente comunisti), e verso la Germania negli anni
’30, specie dopo la firma del “Patto d’Acciaio”. Dal 1920 al 1940, emigrarono circa 3 200 000 persone,
destinate a supplire alla deficienza francese e tedesca di manodopera nazionale in agricoltura, edilizia,
industria.
Dopo esser stato incorporato nel ministero degli Esteri, nel 1927 il “Commissariato” viene sostituito
dalla “Direzione generale per gli italiani all’estero” e ancora oggi regola e controlla i flussi migratori
verso tutti gli stati esteri, tenendo in considerazione la recente scomparsa delle frontiere europee. 4
Lorenzo Maria GARRAPA VD FILOSOFIA
Friedrich Nietzsche: “la metafora del viandante”.
Friedrich Nietzsche nasce a Rocken il 15 ottobre 1844, quattro anni dopo perde il padre a causa di una
malattia cerebrale. All’età di 12 anni comincia a scrivere poesie e comporre musica entrando a far parte
successivamente di prestigiose scuole. A soli 24 anni, ottiene la cattedra di lingua e letteratura greca a
Basilea. Allo scoppio della guerra franco-prussiana si arruola come infermiere volontario ma,
ammalatosi di difterite, viene presto congedato. Nel 1872 Nietzsche pubblica il suo primo libro La
nascita della tragedia. Nel frattempo progetta Il libro dei filosofi e nel 1873 scrive le quattro
Considerazioni inattuali e Umano, troppo umano. Intanto la salute del filosofo si sta indebolendo e nel
1876 interrompe l’insegnamento a Basilea, successivamente rinuncerà alla cattedra. Nel 1882 conosce
una giovane russa di 21 anni, Lou Salome, ma ella rifiuterà di sposarlo. Nel 1883 pubblica la prima e la
seconda parte di Così parlò Zaratustra a cui segue la terza parte nel 1884. Dopo la pubblicazione di una
serie di opere egli si stabilisce a Torino dove darà i primi segni di squilibrio mentale. Overbeck, recatosi
a Torino, trova l’amico in preda alla pazzia e lo porta con sé a Basilea dove lo fa ricoverare in una
clinica per malattie nervose. Alla morte della madre, che lo aveva portato con sé prima a Jena e poi a
Naumburg, Nietzsche viene preso in custodia dalla sorella, la quale, aveva fondato un archivio a
Weimar, con il proposito di gestire l’eredità letteraria del fratello e conservarne i manoscritti. Morirà il
25 agosto del 1900 a Weimar.
L’opera di Nietzsche viene suddivisa in alcune fasi, le quali tuttavia non vanno intese alla stregua di
scansioni rigide ma come tappe transitorie di un pensiero in divenire.
Gli scritti giovanili nel periodo wagneriano-shopenhaueriano (1872-76) comprendono La nascita
della tragedia, le quattro Considerazioni inattuali e alcune opere inedite.
Gli scritti intermedi del periodo “illuministico” o “genealogico” (1878-82) comprendono
Umano, troppo umano, La gaia scienza e una serie di frammenti pubblicati postumi.
Gli scritti “del meriggio” o “di Zaratustra” (1883-85) comprendono Cosi parlò Zaratustra
Gli scritti degli ultimi anni o “del tramonto” (1886-89) comprendono Al di là del bene e del
male, Il caso Wagner, Ecce homo.
Umano, troppo umano segna l’inizio di un nuovo periodo del filosofare nietzscheano, che si suole
definire “illuministico”. Tale periodo risulta caratterizzato dell’esplicito ripudio dei maestri di un tempo.
“Illuminista”, non perché dotato della fiducia settecentesca nella ragione e nel progresso ma perché
impegnato in un’opera di critica della cultura tramite la scienza. Per “scienza”, infatti, il filosofo non
intende l’insieme delle scienze particolari bensì un metodo di pensiero in grado di emancipare gli uomini
dagli errori che gravano sulle loro menti.
Nietzsche identifica questo nuovo metodo con un procedimento critico di tipo storico genealogico.
Critico perché eleva il “sospetto”, storico-genealogico poiché ritiene che non esistano realtà statiche o
immutabili, ma che ogni cosa sia l’esito di un processo da ricostruire. I concetti nei quali si concretizza
la filosofia illuministica e genealogica di Nietzsche sono lo spirito libero e la filosofia del mattino. Lo
spirito libero si identifica con il “viandante” ossia colui che, grazie alla scienza riesce ad emanciparsi
dalle tenebre del passato, inaugurando una filosofia del mattino basata sulla concezione della vita come
transitorietà. 5
Lorenzo Maria GARRAPA VD LETTERATURA ITALIANA
Il Positivismo in Italia.
Durante la seconda metà dell’800 lo sviluppo delle scienze naturali induce gli uomini all’applicazione
del metodo scientifico anche ad altre discipline. Questo movimento prende il nome di Positivismo che
significa scientifico; i positivisti infatti, ripongono un’estrema fiducia nella scienza applicata anche alla
letteratura, all’arte e più in generale alla vita. Il positivismo si fonde sui principi del materialismo,
determinismo e darwinismo. Nel 1859 Charles Darwin espone la teoria dell’evoluzione nella sua opera
L’origine della specie. In ambito letterario il positivismo si afferma con il Naturalismo, in cui il
letterario si propone di effettuare un’indagine scientifica sull’uomo studiando le leggi che regolano
l’andamento della società e il comportamento individuale. Tra i precursori del romanzo naturalista
troviamo Honoré de Balzac ed Émile Zola. Per gli scrittori naturalisti la letteratura deve fotografare
oggettivamente la realtà sociale e umana, rappresentandone rigorosamente le classi, comprese quelle più
umili, in ogni aspetto anche sgradevole; gli autori devono comportarsi come gli scienziati analizzando
gli aspetti concreti della vita. Il Naturalismo francese si diffonderà in Italia dando vita, prima alla
Scapigliatura e in seguito al Verismo di cui Giovanni Verga sarà il principale rappresentante.
Giovanni Verga.
Giovanni Verga nasce a Catania il 2 Settembre 1840 da una famiglia di agiati proprietari terrieri. Studia
nella scuola privata di Antonio Abate che gli trasmetterà l’amore per la patria e per la poesia civile. Nel
1857 si iscrive alla facoltà di legge ma interrompe gli studi per dedicarsi alla stesura del primo romanzo
I carbonari della montagna pubblicato nel 1861. Nel 1865 Verga si stabilisce a Firenze dove frequenta il
famoso Caffè Michelangiolo, ritrovo dei pittori Macchiaioli. Nel 1871 arriva il successo con Storie di
una capinera. L’anno successivo si trasferisce a Milano e conosce editore Treves che pubblicherà molte
delle sue opere. Nel 1874 pubblica il bozzetto di Nedda, erroneamente interpretato come la conversione
al Verismo; in verità l’unica novità è l’ambientazione siciliana e l’utilizzo di personaggi umili.
L’approdo al Verismo avviene nel 1878 con la pubblicazione di Rosso Malpelo e della successiva
raccolta Vita dei campi. Nel 1881 pubblica I Malavoglia e le opere che, accolte freddamente dal
pubblico dell’epoca, oggi costituiscono il suo maggior successo come Cavalleria Rusticana e Mastro
Don Gesualdo. Nel 1893 ritorna a Catania dove rimane in contatto con Capuana e De Roberto. Nel 1920
viene nominato senatore ma morirà solo due anni più tardi.
I critici suddividono la produzione verghiana in due blocchi: pre-verista, in cui vi è una rappresentazione
dell’alta società e dal 1874 verista in cui emerge il mondo contadino. La conversione letteraria è però, un
processo lungo e complesso poiché al mutare della società corrisponde un cambiamento degli obbiettivi
dello scrittore.
Intervengono inoltre, anche l’allontanamento dalla Sicilia, l’amicizia con Luigi Capuana, l’approccio
alla letteratura di Émile Zola, la delusione post-unitaria e la questione meridionale. La poetica del
Verismo è imperniata su due elementi fondamentali: oggettività (l’adesione sincera all’oggetto della
narrazione e l’impersonalità) e l’impersonalità (totale assenza di riflessioni e commenti dell’autore).
Verga si discosta dal Naturalismo francese, a suo dire troppo teorico e fondato su una società
metropolitana. 6
Lorenzo Maria GARRAPA VD
Pur avendo in comune l’oggettività e l’impersonalità, l’autore, vi si allontana soprattutto da un punto di
vista linguistico e stilistico, creando una sintassi artificiale che rifiuta il dialetto siciliano riproposto nel
discorso indiretto. Tra gli elementi base della poetica verghiana vi sono: la regressione, il soggettivismo,
lo straniamento, la lotta per la sopravvivenza e la concezione deterministica che si riscontreranno nel
romanzo I Malavoglia.
I Malavoglia.
Questo, appartiene al cosiddetto Ciclo dei Vinti, fu scritto tra il 1874 e il 1881 (anno di pubblicazione). Il
romanzo costituisce un modello reale e ideale in cui la ricostruzione del contesto avviene in laboratorio.
L’azione si sviluppa dal 1863 (anno della coscrizione di ‘Ntoni) al 1878 in cui sono inseriti molti eventi
storici: dazio sulla pece, contrabbando e l’epidemia di colera. Sul tempo storico però prevale quello
ciclico, scandito dal ritmo circolare delle stagioni e delle maree. Le vicende si svolgono ad Acitrezza, un
piccolo paese in riva al mare, e segue un doppio registro: paese-città.
Il fulcro del romanzo è la famiglia dei Malavoglia, costituita dal nonno Padron ‘Ntoni, il figlio
Bastianazzo (che muore in un naufragio), la nuora Maruzza e i nipoti ‘Ntoni, Mena, Luca, Alessi e Lia.
L’inizio vede l’intero nucleo familiare indebitarsi per occuparsi di un carico di lupini, allo scopo di
aumentare la loro condizione sociale, rimanendo imprigionato in una serie di eventi che porteranno alla
disgregazione della famiglia e alla perdita della casa che solo alla fine del romanzo verrà riacquistata.
Nell’intero romanzo emerge la lotta tra antico e moderno in cui il primo emerge da personaggi come:
Padron ‘Ntoni, Alessi e Mena (difensori della famiglia), mentre il secondo personificato da ‘Ntoni e Lia
che costituiscono gli elementi disgregatori. La fine del romanzo sancisce la trasformazione del borgo di
Acitrezza che non riesce a tenersi lontano dal progresso e che quindi non sopravvive al cambiamento
storico.
La narrazione avviene in modo impassibile, Verga infatti porta la regressione al limite facendo
scomparire anche la voce del narratore attraverso l’uso del discorso indiretto libero da cui emerge la
voce collettiva del borgo peschereccio. Questa tecnica viene attuata dissimulando le forme dialettali con
una forma di italiano ricca di termini siciliani, proverbi popolari che riprendono il ritmo uguale e
ripetitivo del tempo ciclico del romanzo. 7
Lorenzo Maria GARRAPA VD LETTERATURA LATINA
Apuleio.
Le notizie biografiche su Apuleio sono limitate e si ricavano da quanto egli stesso dice di sé nelle sue
opere e specialmente nel De magia liber, noto anche come Apologia. Nacque a Madaura intorno al 125
d.C. Il prenome Lucius è incerto e poco credibile perché coincide col nome del protagonista delle
Metamorfosi, il romanzo autobiografico di Apuleio. Studia retorica a Cartagine e successivamente
filosofia, divenendo un brillante conferenziere e uno stimato avvocato. I frequenti viaggi portano
Apuleio in Grecia, in Asia Minore, a Roma, ad Oea (odierna Tripoli ), in quest’ultima città fu ospitato
dall’amico Ponziano, di cui conobbe la madre Pudentilla: se ne innamorò e la sposò. Successivamente
Ponziano morì, e il figlio minore di Pudentilla, accusò Apuleio di aver sedotto la madre con pratiche
magiche per carpirne la dote. Nel 158 a Sabrata, ebbe luogo il processo, nel quale Apuleio si difese
personalmente pronunciando l’Apologia, che gli procurò l’assoluzione dall’accusa infamante. Dopo il
170 non si hanno più notizie dell’autore.
Moltissime opere, cui fa riferimento Apuleio nel passo dei Florida, sono andate perdute ma la tradizione
ne ha conservato numerosi titoli e un certo numero di frammenti. Alla produzione poetica appartenevano
i Carmina ludicra, “poesie divertenti”, Versus amatorii, “versi d’amore”. Fra le opere in prosa alcuni