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Questa tesina di maturità descrive l'Italia, un Paese di emigrazione e di immigrazione. Gli argomenti che la tesina vuole sviluppare sono i seguenti: in Storia il confronto tra emigrazione e immigrazione che ha coinvolto l'Italia nel corso del 1900, in Letteratura italiana Leonardo Sciascia, Il lungo viaggio, in Marketing il sistema d'impresa, l'ambiente e gli imprenditori immigrati in Italia, in Diritto il confronto tra ius sanguinis e ius solis e la figura del Ministro dell'Integrazione Cecile Keynge.
Storia: Il confronto tra emigrazione e immigrazione che ha coinvolto l'Italia nel corso del 1900.
Letteratura italiana: Leonardo Sciascia, Il lungo viaggio.
Marketing: Il sistema d'impresa, l'ambiente e gli imprenditori immigrati in Italia.
Diritto: Il confronto tra ius sanguinis e ius solis e il Ministro dell'Integrazione Cecile Keynge.
L’
Italia fra
emigrazione
e
immigrazion
e
Ornela Ndoka V^blm
Confronto tra emigrazione agli inizi del
‘900 e immigrazione alla fine del ’900 in
Italia
L’Italia, tradizionale paese di emigrazione, è ora
diventato paese di immigrazione. L’Italia è un crocevia
migratorio dove lavoratori stranieri affluiscono
consolidando la loro presenza con i ricongiungimenti
familiari mentre cittadini italiani, soprattutto giovani
lasciano il Paese.
Il gran de esodo degli Italiani
Nell'ultimo ventennio dell'Ottocento l'emigrazione dai paesi dell'Europa occidentale
inizia a diminuire perché migliorano le condizioni interne. Cresce, invece, il numero di
emigranti dall'Europa meridionale, in particolare dal nostro Paese. Dal 1876 fino alla
vigilia della Prima guerra mondiale si contano quasi 14 milioni di espatri italiani. Alcuni
partono e rientrano più volte, altri restano definitivamente all'estero. La perdita è
enorme. Le cause sono economiche. L'Italia era all'epoca un Paese prevalentemente
agricolo, che entrò in crisi alla fine dell'Ottocento, perché si puntava sul settore
industriale per promuovere la crescita economica.
La destinazione non era la solita, bensì per la popolazione dell’Italia settentrionale le
mete riguardavano l’Europa occidentale, mentre il Mezzogiorno era diretto verso gli
Stati Uniti, l’Argentina e il Brasile.
Questa emigrazione di massa consentì di alleviare la povertà delle campagne italiane
e contribuì a far crescere l'economia nazionale, perché gli emigranti inviavano a casa i
loro risparmi.
La Grande emigrazione si ridusse progressivamente dopo il 1920 fino a esaurirsi
completamente con la Seconda guerra mondale. Le cause furono: la politica
restrittiva e discriminatoria degli Stati Uniti nei confronti dei paesi dell’Europa
mediterranea, la politica anti-migratoria del fascismo, e la grande depressione degli
anni Trenta che riduce l’attrazione verso la meta più ambita: gli Stati Uniti.
L'emigrazione nel XX secolo
Verso la fine del 900 continuarono le emigrazioni, causate da problematiche
economiche o politiche, volontarie o forzate, di breve o lungo raggio, stagionali o
definitive. A differenza del passato, questi spostamenti coinvolsero un numero assai
più elevato di persone e produssero, effetti demografici, politici ed economici molto
rilevanti.
Gran parte degli emigranti provengono da Paesi meno sviluppati, nei quali è avvenuta
una crescita demografica molto intensa, causata da una forte diminuzione della
mortalità, senza un miglioramento economico producendo notevoli squilibri.
L'Europa attrae ancora molte persone in cerca di lavoro. Al suo interno ci sono state
modifiche rilevanti. I paesi dell'area meridionale, come la Spagna, l'Italia e la Grecia,
un tempo zone di emigrazione, sono diventati progressivamente aree di destinazione
di emigranti provenienti dai paesi meno sviluppati e da quelli dell'Europa dell'Est.
Fasi dell’immigrazione: :
Anche nell’immigrazione si possono individuare diverse fasi
1. Anni ‘70: c’è stato un dualismo tra immigrazione cattolica e islamica, donne
domestiche, uomini africani come venditori ambulanti, braccianti agricoli, edili.
2. Anni ’90: c’è l’arrivo degli albanesi, delle nazionalità dell’Est e dei cinesi, anche
magrebini.
3. Nel 2000: le nazionalità prevalenti sono quelle dell’Europa dell’Est.
Rispetto all’epoca delle migrazioni intraeuropee, quando dall’Italia si emigrava, ci sono
cambiamenti e novità che riguardano:
Le aree di provenienza dei migranti,
La collocazione lavorativa, se le migrazioni del dopoguerra erano trainate
dallo sviluppo industriale, quelle di ora sono trainate dalla domanda di
lavoro nei servizi, sia alle dipendenze di imprese che alle dipendenze delle
famiglie.
Ci sono anche differenze di contesto tra la nostra emigrazione e l’immigrazione verso
l’Italia. L’emigrazione italiana è avvenuta in un’epoca caratterizzata da frontiere
aperte. L’immigrazione in Italia ha avuto inizio e si è sviluppata in un’epoca
di frontiere chiuse, ciò spiega l'elevato numero di immigrati irregolari.
I cittadini italiani all’estero
Per identificare i cittadini italiani residenti all’estero è stato costituito
un apposito registro presso gli uffici consolari denominato AIRE
(Anagrafe degli italiani residenti all’estero) che permette di
quantificarli. È un’entità vasta che comprende gli italiani che hanno
assunto un’altra cittadinanza o hanno rinunciato a quella italiana. Co
n la cittadinanza o la doppia cittadinanza essi, seppure emigrati,
hanno ogni diritto in quanto cittadini del Paese in cui risiedono, ma
hanno anche il diritto di votare per il Paese di origine.
L'immigrazione clandestina
Accanto all'immigrazione regolare, sta crescendo il numero di coloro che approdano
nel nuovo Paese clandestinamente. Questa immigrazione illegale, favorita da
organizzazioni criminali che trasportano in condizioni disumane gli emigranti, è
destinata a continuare nei prossimi anni se non miglioreranno le condizioni
economiche dei paesi di provenienza, che spingono i giovani a cercare altrove il
lavoro, e se le leggi che regolano l'immigrazione continueranno a essere molto
restrittive.
I cittadini stranieri residenti in
Italia
Gli stranieri residenti nel nostro Paese sono 4
milioni. Naturalmente bisogna aggiungere gli
irregolari per i quali non c’è documentazione
statistica e bisogna ricorrere a stime che sono
centinaia di migliaia di unità.
È da notare la coincidenza, il numero dei italiani ufficialmente residenti all’estero
ammonta a 4 milioni, prossimi ai stranieri in Italia. Questo è un ennesimo indicatore
del ruolo dell’Italia come crocevia.
Il ruolo economico e sociale dell’immigrazione
Così come gli emigrati italiani contribuirono con il loro
lavoro al benessere dei Paesi di insediamento, anche
gli immigrati in Italia contribuiscono al benessere
economico e sociale nel nostro Paese. I lavoratori
immigrati hanno costituito una vasta quota nei settori
lavorativi, soprattutto nelle regioni del Nord e del
Centro dell’Italia. Esistono ancora delle discriminazioni esplicite o implicite nei
confronti dei lavoratori immigrati. Nonostante i problemi economici l’incidenza dei
lavoratori stranieri non si è ridotta e continuano a venire incontro alle esigenze della
società. Le lavoratrici addette alla cura degli anziani svolgono un ruolo sempre più
importante nelle famiglie italiane, la richiesta di lavoro di cura è assai notevole, ne
sono dedicate la grande maggioranza delle lavoratrici immigrate.
A ciò va aggiunta la ricchezza rappresentata dagli elementi di diversità
culturale portata dagli immigrati, così come gli emigranti italiani l’hanno portata nei
loro paesi di destinazione.
Il lungo viaggio - Leonardo
Sciascia
Riassunto
Anni Cinquanta, in una notte buia un gruppo di miseri contadini si dà appuntamento su
un tratto di spiaggia tra Gela e Licata, con l'intento d'imbarcarsi e raggiungere
clandestinamente le coste dell'America, sogno di tutta la loro vita. Hanno venduto ogni
bene per racimolare la somma occorrente per pagare la traversata a un astuto
imbroglione, che s'impegna di condurli a destinazione, così, dopo undici lunghi giorni
di navigazione, in lontananza vedono finalmente i primi paesi della ricca America che
come gioielli brillano nella notte. Ma, una volta sbarcati, la
gioia si tramuterà in un’amara delusione. Presto, infatti si
accorgeranno di essere stati truffati. A un automobilista
di passaggio, fermato all'improvviso e nell'oscurità, proprio vicino
a un cartello stradale con l'indicazione Santa Croce Camarina-
Scoglitti, chiedono la strada per raggiungere la città di Trenton
(capitale del New Jersey). Scambiati per ubriaconi e ricoperti di
insulti, pronunciati in chiaro italiano, scoprono di essere
approdati in Sicilia. Nonostante tutto, la beffarda truffa, alla
fine del racconto, ci fa sorridere per la situazione comica in cui
vengono a trovarsi gli sventurati protagonisti.
Commento
Il quadro che Sciascia ci dipinge risulta bizzarro e realistico nello
stesso tempo, con un misto di amarezza e di comicità; il riso è
impiegato per non mortificare la dignità umana, ma al contrario
per recuperarla. Sono pagine ricche di umanità, scritte con uno
stile che non concede nulla alla descrizione. Accanto a venature
umoristiche e a un modo di raccontare divertito e misurato,
oscillante tra realtà e fantasia, tipico di Sciascia novelliere, si nota
la volontà di denunciare il triste fenomeno dell'emigrazione,
conseguenza delle durissime condizioni di vita dei contadini poveri
delle campagne siciliane.
Analisi del testo
Il fenomeno dell’emigrazione è spesso presente nella narrativa di Leonardo Sciascia, e
non potrebbe essere altrimenti, visto che, dal primo Novecento in poi, esso ha
coinvolto in modo massiccio l’Italia soprattutto la Sicilia, proprio come nel racconto “Il
lungo viaggio”, contenuto nella raccolta “Il mare colore del vino”, il poeta narra del
lungo flusso migratorio verso l’America, vista come luogo di prosperità economica e
benessere cittadino. L’episodio è ambientato in un paese della Sicilia, tra Gela e
Licata, dove un gruppo di paesani si lasciano allettare da un mediatore che promette
loro un passaggio su un piroscafo per raggiungere l’America; non immaginano però,
che in realtà il loro sogno è destinato a rimanere tale: la barca li ha solo portati al largo
per poi farli sbarcare in un altro punto della costa siciliana. La speranza di una nuova
vita è stata solo un’illusione.
Il brano è suddiviso in tre parti: la partenza, il viaggio e lo sbarco.
La partenza avvenne durante una notte, che sembrava riflettere lo stato d’animo e le
sensazioni provate dai protagonisti. L’autore ci presenta il mondo come un nemico, il
cui respiro è il rumore delle onde del mare.
Il viaggio fu lungo e costoso, 250.000 lire, tutti questi soldi erano il frutto della vendita
di ogni bene posseduto dai poveri contadini o il prestito chiesto dagli usurai, che non
avrebbero mai rivisto.
Dopo undici difficili notti il viaggio terminò: il signor Melfa chiamò i passeggeri,
presentando loro i paesi della ricca America, con le luci che brillavano come gioielli
nella notte serena e dolce: una mezza luna brillava e tirava una brezza che allargava i
polmoni.
Un passeggero dubitò sul fatto che quella fosse veramente l’America e non un altro
paese.
Il signor Melfa lo guardò con compassione e continuò a parlare chiedendo a tutti se
avevano mai visto un orizzonte come quello e se non sentivano che l’aria era diversa.
Dopo aver liquidato il conto, ciascuno di loro prese le proprie cose e in pochi minuti
scesero dalla barca ridendo e canticchiando.
Rimasero seduti sulla fresca sabbia, indecisi, senza saper che cosa fare, chiedendosi
quanto fosse lontana Trenton e quanto ci fosse voluto per raggiungerla.
Iniziarono a camminare in direzione della luce che il cielo emanava; quasi subito
trovarono la strada, asfaltata, ben tenuta, diversa dalle loro, anche se in verità se
l’aspettavano più ampia e più dritta.
Nella strada passavano automobili simili alle loro, subito pensarono che in America
venivano tenute per capriccio e che si compravano ai ragazzi come in Sicilia si faceva
con le biciclette.
Finalmente videro delle frecce indicative ai bordi della carreggiata, lessero: Santa
Croce Marina – Scoglitti.
Questo nome non suonava loro nuovo; decisero di fermare la prima macchina che
avrebbero incontrato per chiedere informazioni su Trenton. Fermarono una
cinquecento, e quando uno dei due chiese: “Trenton?”; l’automobilista imprecò in
italiano e “gli avventurieri” si resero conto che era un loro compatriota.
L’automobilista ripartì gridando bestemmie e offese che svanirono nell’aria mentre
l’automobile si allontanava; dilagò il silenzio.
Desolante la conclusione del racconto: “Si buttarono come schiantati sull’orlo della
cunetta senza nessuna fretta di portare agli altri la notizia che erano sbarcati in
Sicilia”.
I protagonisti del racconto sono degli emigranti intenzionalmente anonimi, contadini