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Sintesi
Filosofia: tappe del viaggio;

Informatica: NXTFace Detector;

Inglese: the rule of imformation.
Estratto del documento

Oltre il corpo di silicio

Riporto un piccolo esempio (che magari potrebbe essere facilmente contestato). Se fossimo

delle macchine tutte improntate sulla razionalità, di certo, nel prendere posto in un

ristorante, non ci posizioneremmo lontani dall’uscita: ciò sarebbe immotivato in termini di

costi e risorse, perché scegliendo un posto vicino l’uscita minimizziamo sia il tragitto di

andata che quello di ritorno. Invece, cosa facciamo? Scegliamo con cura il posto a sedere, ci

mettiamo a nostro agio allietando il nostro partner con qualche barzelletta e, per di più,

esprimiamo una preferenza nei confronti della pietanza da consumare. Se fossimo delle

macchine, ci limiteremmo a soddisfare il nostro naturale bisogno di sopravvivenza, senza

soffermarci sulla scelta: la prima cosa commestibile dovrebbe andare più che bene! Invece,

ciò non accade: perché? Perché comunque vi è nel nostro sé il desiderio quasi edonistico di

una finalità razionalmente irrilevante, ma comunque capace di gratificare e soddisfare (in

questo caso è il desiderio di essere serviti e riveriti).

Dopo aver discusso dell’imprevedibilità come materia della psiche, poniamo la nostra

attenzione su quella che è la mera cognizione. Innanzitutto, definisco cognizione l’insieme

dei processi legati all’apprendimento, pertanto mi riferisco a proprietà come memoria,

giudizio ed analisi. La nostra conoscenza ci permette di essere entità cognitive, con le

nostre strutture mentali (o reti cognitive) atte all’apprendimento. Sostanzialmente, gli

approcci che nel corso del tempo sono sorti per descrivere il funzionamento della mente

sono:

 la psicanalisi, che si focalizza sui comportamenti inconsci ed i fattori tipizzanti lo

sviluppo infantile;

 il comportamentismo, il quale asserisce che la personalità nasce come emulazione di

un altro soggetto;

 l’approccio umanista-esistenziale, il quale afferma l’unicità dell’individuo e la sua

libertà di scelta;

 il cognitivismo, il cui focus è l’insieme dei meccanismi che riescono a determinare la

memoria e ciò che precedentemente abbiamo definito valutatore.

Oggi queste teorie sono state unificate, almeno in linea di massima, nel modello

biopsicosociale, ma per la nostra trattazione cercheremo di esplicitare meglio gli aspetti del

cognitivismo, partendo innanzitutto da una preliminare dissertazione sulla cibernetica.

Siamo intorno agli anni ’40-’50 del Novecento quando un gruppo di importanti studiosi creò

la disciplina della cibernetica, che si proponeva di descrivere matematicamente il

funzionamento della struttura mentale. Personalità di spicco, dunque, come Norbert

Wiener, John von Neumann e Claude Shannon, hanno dato il loro contributo nel definire un

nuovo ramo di studi largamente improntato sull’approccio sistemico all’analisi del mondo.

| Angelo Giuseppe Spinosa, 5A Ind. – G.B. Vaccarini (CT) – A.S. 2011/2012 25

Oltre il corpo di silicio

Tale approccio, sorto grazie ai primi lavori di Aleksandr Bogdanov, in particolare grazie alla

sua “Tectologia”, e, soprattutto, all’opera “Teoria generale dei sistemi” di Ludwig von

Bertalnaffy, si scontra palesemente col meccanicismo, secondo il quale un organismo può

essere spiegato analizzando le sottoparti che lo compongono, perché l’approccio sistemico

parte dal presupposto che esistono strutture indivisibili, trattabili solo nella loro totalità.

Nel sistemismo, adesso, i riflettori sono puntati non sugli oggetti, ma sulle relazioni tra loro

intercorrenti. Quando poi estrapoliamo un frammento del nostro sistema, inteso sempre

come agglomerazione relazionale, abbiamo ottenuto un pattern. I cardini fondamentali

dell’approccio sistemico, fondamentale per la cibernetica, sono i seguenti:

 ogni cosa è un’entità integrata e facente parte di un insieme più ampio; le

caratteristiche di ogni entità si perdono quando sono sezione e ridotte in più

frammenti;

 ogni sistema presenta dei livelli, in ognuno dei quali si esplicitano specifiche

caratteristiche, dette proprietà emergenti;

 come già detto, l’approccio sistemico considera il mondo un insieme di relazioni, le

quali definiscono, appunto, delle reti più o meno articolate.

Poiché nell’accettazione di un approccio del genere vi è l’implicita constatazione che ogni

parte non è più importante di un’altra, la conoscenza che si trae dalla sua applicazione

risulta essere approssimata.

Ho scritto in precedenza che, un tempo, si pensava che mente e cervello equivalessero, e

ciò significa che se la cognizione esiste (cosa vera ed ovvia, altrimenti non starei qui a

scrivere questo documento) essa dev’essere grazie alla mente, ma poiché si suppone che

mente = cervello, allora la cognizione sussiste se il cervello sussiste. Tutto ok, dunque…

finché non consideriamo la teoria di Santiago promossa dagli studiosi Francisco Varela e

Humberto Maturana, la quale sostiene con evidenza che l’assenza del cervello non provoca

la cancellazione della cognizione. Un risultato piuttosto simile è stato ottenuto da Bruce

Lipton, il quale, enucleando delle cellule, ha scoperto che queste continuavano a vivere. Ma

allora, dove si trovava il vero cervello cellulare? Lipton risponde: nella membrana che

avvolge il citoplasma. E’ la membrana, dunque, che svolge la funzione di trasformazione del

dato del mondo in sensazione, attraverso due entità ben distinte:

1. unità recettrice – ha lo scopo di prelevare il dato;

2. unità effettrice – esegue converte il dato in sensazione psicofisica.

| Angelo Giuseppe Spinosa, 5A Ind. – G.B. Vaccarini (CT) – A.S. 2011/2012 26

Oltre il corpo di silicio

Vediamo quindi come l’approccio sistemico/cibernetico abbia delle grandi ripercussioni sul

modo di concepire la nostra mente e il nostro organismo. Di fatto, ci sono diverse ragioni

per credere che la coscienza funzioni secondo il concetto fondamentale della cibernetica,

vale a dire la retroazione (unitamente a quello della ricorsività). La retroazione, che

costituisce il tema fondamentale dell’opera “Behavior, Purpose and Teleology” di Wiener,

Julian Bigelow e Arthur Rosenblueth, viene distinta in

1. retroazione di autobilanciamento (o negativo);

2. retroazione di autorafforzamento (o positivo);

Per capire se un feedback loop è del primo o del secondo tipo, basta contare i nessi

negativi: se questi sono dispari, allora è di autobilanciamento, se sono pari allora è di

autorafforzamento. L’esempio sottostante mostra un feedback loop di autobilanciamento.

A

+ +

C B

-

Attraverso il concetto di retroazione, siamo in grado di instillare in una macchina il concetto

di auto-organizzazione, e soprattutto deduciamo il concetto chiave di mente come

processo. Quando parliamo di pensiero di processo non stiamo facendo altro che designare

un modo di pensare complementare all’approccio sistemico (esso, di fatto, è di processo);

stando alle parole del filosofo Alfred Whitehead, il processo è tutto ciò che ha origine

dall’interazione delle forze delle strutture meccanicistiche fondamentali, e qualsiasi

processo mentale può essere descritto sotto questi termini, nel senso che, innanzitutto,

viene meno qualsivoglia forma di determinismo e, soprattutto, si palesa una nuova visione

d’insieme in cui si connota l’organismo vivente come l’organismo in grado di “cognitare”, di

imparare con consapevolezza. Volendo incentrare la nostra dissertazione ad un livello di

astrazione più vicino a noi (come quello biologico), appuriamo dunque che la definizione di

vita secondo il nuovo metodo va modificata: in base a cosa possiamo definire un organismo

biologico vivente o non vivente? Sebbene si tratti di una domanda abbastanza scontata,

non è detto che le risposte lo siano, visto che lo stesso concetto di auto-organizzazione

cambia radicalmente la visione globale di ciò che stiamo considerando. Bogdanov distinse, a

suo tempo, tre tipi fondamentali di sistemi sotto il profilo dell’organizzazione:

| Angelo Giuseppe Spinosa, 5A Ind. – G.B. Vaccarini (CT) – A.S. 2011/2012 27

Oltre il corpo di silicio

1. sistemi organizzati, nei quali il tutto era maggiore della somma delle singole parti;

2. sistemi neutri, nei quali il tutto equivaleva alla somma delle singole parti;

3. sistemi disorganizzati, nei quali il tutto era minore della somma delle singole parti

e per finire distinse anche due dinamiche pertinenti lo sviluppo e la stabilità dei sistemi:

1. dinamica di formazione, ossia l’unione dei sistemi per mezzo di legami;

2. dinamica di regolazione, nella quale Bogdanov introduce il concetto di sistema bi-

regolatore (sistema dotato di autoregolazione tramite feedback).

Si parla, poi, di sistemi auto-organizzantisi quando l’auto-organizzazione è in grado di

sorgere spontaneamente. Fondamentali, a tal proposito, sono gli studi di Heinz von

Foerster, che si servì di numerose nozioni come quella della ridondanza, definita da

Shannon nel modo seguente:

Ma cos’è l’auto-organizzazione, dunque? È la comparsa spontanea di nuove strutture e di

nuove forme di comportamento in sistemi aperti lontani dall’equilibrio, concretizzate da

feedback loop e descritte da equazioni non lineari.

Detto questo, la nuova e rivalutata concezione dell’ “organismo vivente”, in accordo agli

studi di Maturana e Varela e a quelli di Eigen sugli ipercicli di anelli retroattivi multipli (o reti

catalitiche) diviene:

l’organizzazione del vivente è data dallo schema a rete in cui ogni elemento influisce sugli

altri, senza che esso perdi la sua circolarità.

Poiché abbiamo affermato che tali studi implicano il contatto continuo tra essere vivente e

mondo affinché vi sia autopoiesi (produzione di sé), deduciamo che tra essi c’è una

profonda interazione… ma come abbiamo definito l’interazione mirata al raggiungimento

della sopravvivenza? Semplice: comunicazione, e la comunicazione si basa sulla

trasmissione vicendevole di dati tra sistemi interagenti, ergo la vita stessa è comunicazione.

Attenzione, però! Quando parlo di comunicazione non si deve attribuire a questa parola

l’unica accezione da noi oggi largamente utilizzata, ma bisogna intenderla sempre e

comunque come scambio di dati. Ecco perché è stata fatta la premessa circa

l’interpretazione dei dati: quando questi sono prelevati, segue immediatamente la

| Angelo Giuseppe Spinosa, 5A Ind. – G.B. Vaccarini (CT) – A.S. 2011/2012 28

Oltre il corpo di silicio

costruzione dell’informazione. Ora, l’elaborazione diviene uno dei punti di maggior di

interesse nella trattazione delle differenze tra essere vivente e consapevole e macchina

automatica, perché la nostra mente è in grado di modulare le informazioni potenziali

attraverso il filtro delle emozioni, cosa che una macchina non può fare (si consulti l’opera di

Joseph Weizenbaum intitolata “Il computer e la ragione umana”). Un’altra fondamentale

considerazione, poi, è quella che vede la mente non come un contenitore da “riempire” di

informazioni, ma come un’entità che opera attraverso le idee, dalle quali hanno forma le

informazioni (questo tema è affrontato nel libro “The cult of information” di Theodore

Roszak).

Fatte queste osservazioni, passiamo dunque ad analizzare le differenze tra noi ed un

computer, stratificando la nostra analisi in differenti livelli di astrazione.

 Livello fisico/chimico/biologico

Ci sono molti motivi per ritenere il corpo umano (nel nostro caso) una macchina

programmabile allo stesso modo di un computer. Uno studio del 1997 pubblicato

sulla rivista Nature e realizzato dall’istituto accademico diretto da B. A. Cornell ha

dimostrato la perfetta uguaglianza tra membrana cellulare (il cervello liptoniano) e

chip di silicio. Che ripercussioni ha una scoperta del genere? La deduzione è

abbastanza ovvia: la membrana cellulare è programmabile ed il programmatore è

esterno alla membrana. Ma qualora decidessimo di programmare la nostra

membrana, che effetti otterremmo? Ancora una volta, la risposta è semplice ma ricca

di potenza: alterando consapevolmente la nostra membrana non facciamo altro che

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