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Storia: Belle Epoquè
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Inglese: Victorian Age e Dickens
Parigi (1873), sulla vita dei quartieri popolari della città; L'ammazzatoio (1877), sulle
conseguenze dell'alcolismo; Nanà (1880), sulla prostituzione e la piccola
borghesia; Germinal (1885), sulla vita dei minatori; La bestia umana (1890), sulla follia
omicida; La disfatta (1892), sulla caduta del secondo impero. Questi romanzi di
denuncia sociale ebbero un'importanza fondamentale per lo sviluppo della narrativa
naturalista. Zola scrisse inoltre di critica letteraria, attaccando il romanticismo. Nella sua
produzione saggistica spiccano Il romanzo sperimentale (1880), considerato la sua
analisi letteraria più acuta, e Les romanciers naturalistes (1881). Quando scoppiò il caso
di Alfred Dreyfus, l'ufficiale francese ebreo accusato di tradimento, Zola, attento
interprete dei mali sociali e delle tensioni politiche della sua epoca, scrisse al quotidiano
parigino "L'Aurore", nel gennaio 1898, una lettera aperta che esordiva con un secco e
perentorio J'accuse. In essa lo scrittore denunciava la pretestuosità della condanna
dell'ufficiale e accusava, in sua vece, i vertici delle gerarchie politiche e delle forze
armate. Processato per diffamazione e giudicato colpevole, Zola riparò in Inghilterra,
riuscendo così a evitare il carcere. Ritornò in Francia un anno dopo, quando la sentenza
contro Dreyfus fu annullata sì che cadde di conseguenza anche quella che aveva
condannato lui. Morì soffocato dal monossido di carbonio a causa di un comignolo
otturato.
Germinali
Stefano Lantier organizza uno sciopero, dovuto alle condizioni di vita dei minatori di
Montsou. Stefano è un operaio che lavora in miniera, dove ha passato gran parte della
sua vita. Gli operai resistono per mesi, finchè logorati dalla fatica, marciano sulle
miniere implorando cibo. A questo punto interviene l’ esercito e lo sciopero si trasforma
in una carneficina. I minatori, ormai sottomessi, si adeguano alle condizioni imposte
loro, fino a quando un macchinista russo inonda la miniera. Molti di questi operai
muoiono annegati, ma Stefano si salva con difficoltà. Il racconto si conclude quando
Stefano ritorna a Parigi, dove spera di trovare un mondo più giusto.
TEMPO: siamo nel 1800,nel pieno della prima rivoluzione industriale.
LUOGO: una miniera a Parigi.
PERSONAGGI: Stefano Lantier, un giovane operaio di Parigi, che organizza uno
sciopero per le dure condizioni di lavoro.Hennebeau, il direttore della miniera di
Montsou.
COMMENTO: questo romanzo naturalista è molto interessante, perché fa capire come
era difficile vivere nelle miniere, ma, come fece Stefano, non bisogna mai arrendersi di
fronte a niente e nessuno.
IL TESTO E IL SUO TEMPO: come abbiamo già visto, il testo è ambientato nel 1800,
quando scoppiò la prima rivoluzione industriale. Con queste nacquero le prime ferrovie,
quindi bisognava estrarre carbone dalle miniere per farle funzionare. Ma non solo agli
uomini fu affidato questo lavoro, bensì anche a donne e ragazzi, che difficilmente
sopravvivevano in ambienti così ostili come le miniere di quel periodo.
STORIA
Belle Epoquè
Il periodo della storia europea compreso tra il 1870 e lo scoppio della prima guerra
mondiale è stato definito Belle Epoque, in quanto la Francia era al centro di questo
movimento. E’ stata veramente "un’epoca bella" per l'eccezionalità dello sviluppo civile,
economico e culturale. Durante la Belle Epoque la tecnologia liberò tutte le sue
potenzialità, esercitando una straordinaria forza di attrazione culturale e psicologica.
All'interno delle grandi città si determinò un sostanziale miglioramento della vita
materiale, garantito da una serie di servizi totalmente nuovi. Basti pensare all’energia
elettrica e alle sue numerose applicazioni, al sistema fognario, alle strade asfaltate, ai
centri di prevenzione sanitaria (gravi e antiche malattie, come ad esempio la malaria, il
colera e la pellagra, sembravano sconfitte definitivamente) , alle scuole per l'infanzia,
alle scuole elementari, ai controlli medici sugli alimenti, ai trasporti pubblici.
Tutte cose che, nel giro di pochi anni rivoluzionarono radicalmente la vita di milioni di
persone. Le conquiste della tecnica, l'incremento della produzione industriale,
l’affermazione della moderna civiltà delle macchine, il progresso, la prosperità, la
felicità materiale, diventavano ora traguardi che parevano raggiungibili a un vasto
numero di persone.
Anche il telefono conobbe una rapida diffusione. Nel 1895 la scoperta fatta da
Guglielmo Marconi che nel 1895 inaugurò l'era della telegrafia senza fili e aprì la strada
all'invenzione della radio. L'automobile e l'aeroplano intanto facevano la loro
apparizione. Il ciclo economico, grazie ad un forte incremento produttivo, influì non solo
gli ambienti finanziari, ma anche sulla platea dei consumatori, in forte crescita numerica,
al punto che, è proprio in questo periodo della fine dell'Ottocento, che viene collocata la
nascita della moderna società dei consumi. Nel 1898, nello studio parigino del
prestigiatore Georges Meliés, un suo amico di Lione, August Lumière, invita il mago a
una rappresentazione insolita, la fotografia in movimento. È la prima volta che Meliés
assiste ad uno spettacolo cinematografico e ne rimane sbalordito. E’ nato il cinema, un
invenzione destinata a rivoluzionare la cultura, l’industria dello spettacolo ed i sogni
dell’intera società del XX secolo.Ed in questo periodo nacque anche il
famossissimo Moulin Rouge
E’ in questi anni che nasce il Corriere della sera, sviluppandosi al punto che diventa il
giornale più autorevole e il più ricco di argomenti e di servizi, importati anche
dall'estero. Prende l’avvio quindi, fra il 1900 e il 1901, una straordinaria stagione
dell’editoria e del giornalismo d’opinione e di informazione. Dopo i tentativi di controllo
e di repressione della libertà di stampa, messi in atto nell'ultimo scorcio dell'Ottocento, il
nuovo secolo si apre con un periodo di sviluppo economico, sociale e di grande fermento
culturale, che trova il suo punto forte nel campo editoriale e giornalistico. I giornali
sviluppano la funzione di organi primari dell’informazione estendendola in tutti i campi,
compreso quello culturale, ma accentuano altresì il ruolo di strumenti di opinione.
Anche in campo sociale e politico ci furono notevoli mutamenti: il diritto di voto venne
via via esteso in Francia e, infine, riconosciuto a tutti i cittadini maschi (suffragio
universale maschile lasciando però ancora fuori le donne). In questo grande quadro di
sviluppo, e nonostante l’emigrazione in America di oltre 30 milioni europei, tra il 1870 e
il 1910, si registra anche un’ eccezionale crescita demografica, passando da 290 a 435
milioni. Parigi, più di altre, fu la città-vetrina di quel nuovo mondo, divenendo la
capitale europea del turismo e dei consumi, degli spettacoli e dell'arte, della cultura e
della scienza, dello sport e della moda. Per questo fu anche la capitale della Belle
Epoque, con tutta la variegata gamma delle sue espressioni, dai fenomeni di costume
sociale (i caffè concerto, le gare sportive, le corse automobilistiche, i voli in aeroplano, i
grandi magazzini) a quelli dell'espressione artistica (il teatro, l'opera, il cinema, la pittura
degli impressionisti). Altre capitali europee, quali Londra, Vienna, Budapest, Berlino, si
imposero invece come centri pilota delle moderne società industriali. Anche Milano si
mette in luce quale grande centro di cultura.
La vera novità di questa poetica si verifica a livello di linguaggio e di espressione. Si
prediligono le metafore che alludono alla complessità del mondo e ne riflettano la
cangiante metamorfosi, le analogie fra le cose come manifestazione d'una profonda e
segreta unità. Di qui, ad esempio, l'uso frequente della sinestesia, ovvero è un tipo
particolare di metafora che prevede un trasferimento di significato dall'uno all'altro
dominio sensoriale. Si ha quando si accostano termini inerenti a percezioni di sensi
differenti.
Per esempio:
l'espressione "luce calda" associa un dato visivo ad uno tattile
La poesia è, per i simbolisti, una creazione del mondo attraverso il linguaggio, una prova
della creatività dell’IO. La ricerca d'una musicalità verbale, data dal verso libero,
evocativa ed impressionistica, rivela in tali poeti la volontà di raffigurare in forma
unitaria l'apparente diversità della vita. L'eccezionalità dello sviluppo civile, economico
e culturale vissuto così intensamente dagli europei in quel lasso di tempo era però
destinato a finire precipitosamente. Il lungo periodo di pace e prosperità era ora destinato
a concludersi.
L’Europa, in piena euforia da progresso precipitò, così, inaspettatamente, nel terribile
baratro della prima guerra mondiale. Il 1914 segna la fine di un’epoca, la belle epoque, e
con essa la fine di un sistema di vita, di un modo di vivere, di un mondo. Il primo
conflitto mondiale ha rappresentato il grande spartiacque della storia moderna. Sistemi
politici e sociali, in piedi da secoli, si sgretolarono. Altri furono radicalmente trasformati.
Andarono perdute secolari certezze. La seconda guerra mondiale continuò, ampliò e
confermò questo cambiamento.
Dopo la guerra, sia i politici che altri cercarono di rallentare o fermare
questa evoluzione e riportare le cose alla ‘normalità’, ripristinando il
mondo che c’era prima del 1914. Ma fu impossibile. Il terremoto era
stato così violento e così prolungato che il vecchio mondo ne era stato
lacerato dalle fondamenta. Nessuno poteva rimetterlo in piedi, né
restaurarlo secondo il modello di un tempo, con i suoi sistemi sociali,
la sua mentalità e i suoi princìpi morali. Di importanza primaria fu
anche il cambiamento di valori che aveva avuto luogo e che aveva
determinato in moltissimi campi una scala di valori completamente
nuova. La guerra, unica nel suo genere fino a quel momento, aveva
infranto non solo illusioni e valori, ma anche molte tradizionali norme
di vita e di comportamento sociale. C’era ora un mutamento completo
di valori. Tutto sembrava andare alla deriva, come se nulla avesse più
radici: dal sistema economico alla moralità sessuale, dai principi
politici ai criteri artistici. Si preannunciavano i segni e la crisi dei valori
a cui ora siamo ormai quotidianamente abituati.
Della Belle Epoque solo un vago ricordo.
Moulin Rouge
Il Moulin Rouge nacque sull'onda del successo del Moulin de la Galette, un ristorante
danzante ricavato nel 1870 dentro un vecchio mulino a vento nella parte alta di
Montmartre. Charles Ziedler e Joseph Oller, allora proprietari dell'Olympia pensarono di
creare un cabaret sullo stesso stile del Moulin de la Galette a Pigalle, proprio ai piedi di
Monmartre, e di costruirvi sopra un mulino ovviamente finto, vista la mancanza di vento
in quella zona.
Il suo successo fu pressoché immediato, anche per il repertorio di danze e spettacoli, fra
cui il celeberrimo can-can (nato dalla "quadriglia naturalistica"), assolutamente
rivoluzionari per quei tempi, ma che furono ritenuti licenziosi dall'opinione pubblica e
che ebbero, nel 1898, un ritrattista d'eccezione come Henry de Toulouse-Lautrec, assiduo
frequentatore dei quartieri di Pigalle e Montmartre.Henry de Toulouse-Lautrec trovò nel
locale molte fonti di ispirazione e ritrasse molti degli abituali frequentatori del locale, in
particolare la ballerina Louise Weber soprannominata "La Goulue" (la golosa). Sembra
che nel 1891 fosse proprio Toulouse-Lautrec a persuadere la ballerina ad abbandonare il
Moulin de La Galette per il Moulin Rouge fondato due anni prima. Per l'occasione
disegnò e fece stampare il famoso manifesto con la rappresentazione della
"Goulue".Durante gli inizi del XX secolo, il suo repertorio si trasformò parzialmente
lasciando grande spazio all'operetta e aprendo la strada verso il successo a Mistinguett,
oggi riconosciuta a giudizio unanime come la più famosa vedette del locale parigino.
Con la diffusione del cinema, verso la fine degli anni Trenta, la fama del Moulin Rouge,
sembrò offuscarsi, ma si trattò solo di un periodo transitorio. Già nel secondo