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Sintesi

Introduzione Industria 4.0, tesina



La seguente tesina di maturità descrive il tema della Quarta rivoluzione industriale. Immaginiamo di prendere un uomo proveniente dal 1750 e di fargli vedere il mondo nel 2016, l’esperienza che avrebbe sarebbe a dir poco stupefacente, non riconoscerebbe il mondo che è totalmente e in qualunque aspetto completamente diverso dal proprio. Immaginiamo invece che questa volta l’uomo del 1750 voglia riprodurre ciò che abbiamo fatto con lui, anch’egli torna indietro di 250 anni e mostra all’uomo del 1500 il mondo durante l’anno 1750. L’uomo è si stupefatto, ha imparato nuove concezioni per lui sconvolgenti sulla scienza ma non ha avuto la stessa sorpresa dell’uomo del 1750. Quanto dovrebbe tornare indietro per provocare una reazione di shock simile alla sua? 12.000 a.C. prima della rivoluzione agricola che ha dato luogo alle prime civilizzazioni. Se qualcuno dell’era di quando l’uomo era semplicemente uno fra gli animali vedesse il 1750 avrebbe più o meno la stessa reazione del 1750 al 2016. Quanto dovrebbe tornare indietro stavolta l’uomo del 12000 a.C. per avere un’altra equivalente reazione? 12000 anni non basterebbero, dovrebbe tornare ad un epoca dove non era ancora stato scoperto il fuoco, dove nemmeno la lingua esisteva: 100.000 a.C. Vediamo chiaramente il ritmo. Il progresso segue una crescita esponenziale, contrapposta all’intuitiva linearità. Mentre all’inizio il ritmo era impercettibile, la velocità è sempre più aumentata fino ad arrivare ai giorni nostri. La tesina permette anche vari collegamenti con le materie scolastiche.

Collegamenti


Industria 4.0, tesina



Italiano - Pirandello (Quaderni di Serafino Gubbio operatore).
Arte - Arte Robotica: Comparazioni con i lavori di Van Gogh e Kandiskij.
Filosofia - Nietzsche, la morte di Dio e la nascita dell'Oltreuomo.
Storia - Seconda rivoluzione industriale vs Quarta.
Discipline Multimediali - La cinematografia in "Her".
Estratto del documento

Immaginiamo di prendere un uomo proveniente Quanto dovrebbe tornare indietro stavolta l’uomo

dal 1750 e di fargli vedere il mondo nel 2016, del 12000 a.C. per avere un’altra equivalente

l’esperienza che avrebbe sarebbe a dir poco reazione? 12000 anni non basterebbero, dovrebbe

stupefacente, non riconoscerebbe il mondo che è tornare ad un epoca dove non era ancora stato

totalmente e in qualunque aspetto completamente scoperto il fuoco, dove nemmeno la lingua

diverso dal proprio. esisteva: 100000 a.C.

Immaginiamo invece che questa volta l’uomo Vediamo chiaramente il ritmo. Il progresso

del 1750 voglia riprodurre ciò che abbiamo fatto segue una crescita esponenziale, contrapposta

con lui, anch’egli torna indietro di 250 anni e all’intuitiva linearità. Mentre all’inizio il ritmo era

mostra all’uomo del 1500 il mondo durante l’anno impercettibile, la velocità è sempre più aumentata

1750. L’uomo è si stupefatto, ha imparato nuove fino ad arrivare ai giorni nostri.

concezioni per lui sconvolgenti sulla scienza ma

non ha avuto la stessa sorpresa dell’uomo del 1750. “Il progresso

Quanto dovrebbe tornare indietro per provocare segue una crescita

una reazione di shock simile alla sua? 12000 a.C.

prima della rivoluzione agricola che ha dato luogo esponenziale.”

alle prime civilizzazioni. Se qualcuno dell’era di

quando l’uomo era semplicemente uno fra gli

animali vedesse il 1750 avrebbe più o meno la

stessa reazione del 1750 al 2016. 1

Questa è la law of accelerating returns di Ray Kurzweil, se l’ingegnere di

google avesse ragione, ciò vorrebbe dire che assisteremo a un cambiamento

radicale nel 2030 equivalente a quello che assisterebbe un uomo del 1750 che

guarda il 2015.

È facile pensare che tutto ciò che abbiano ora sia sempre stato così ma se

consideriamo questa visione relativistica capiamo quanto il progresso sta

avanzando sempre più velocemente.

Negli ultimi anni abbiamo assistito a tale crescita, la nascita della informatica,

internet, intelligenze artificiali. Se pensiamo al 1995 dubito nessuno di noi

sarebbe stato in grado di immaginare un futuro come il nostro.

Quando prima avevamo bisogno della maggiorparte delle forze dell’uomo

concentrate nell’agricoltura, ora macchine svolgono la maggiorparte del lavoro,

come muscoli meccanici, nelle industrie.

Una nuova forma di macchina sta però nascendo. L’intelligenza artificiale.

Questo è (nome ai) a differenza delle classiche macchine, lui riesce a vedere e

imparare, un robot versatile. Costa meno di uno stipendio annuale di un uomo

medio, automobili automizzate stanno acquisento concretezza e già negli ultimi

anni possiamo vedere la loro implementazione nelle strade, trasporti quindi

automizzati.

Quando il 50% dei lavori potra essere rimpiazzato da intelligenze artificiali

e macchine sorgerà un grande problema, analogo alle situazioni create

durante la seconda rivoluzione industriale. Ho ragione credere, seguendo il

ragionamento del progresso che questo momento arriverà prima di quanto ci

potremo aspettare.

Durante la seconda rivoluzione industriale abbiamo visto macchine come la

sewing machine che hanno preso il lavoro di centinaia di lavori ad umani,

abbiamo visto rivolte contro l’implementazione delle macchine, i luddites e la

nascita del termine luddite fallacy: la paura del progresso che distrugge lavori.

Citando James Nasmyth, creatore del martello a vapore: “Non sono mai

ubriachi, le loro braccia non tremano mai dalla stanchezza, non sono mai

assenti dal lavoro, non scioperano, non sbagliano mai.”

Sappiamo però come la storia è andata, le macchine hanno preso il posto

delle persone che sono passati ad altri lavori, ho ragione a credere però che la

prossima rivoluzione arriverà così tanto velocemente e efficacemente che l’uomo

per la prima volta nella storia si troverà senza avere il bisogno di lavorare.

Cosa succederà a tale punto? Dovremo forse porci un limite al progresso da

fare, per mantenere un economia stabile?

“Porre un limite al progresso per

mantenere un economia stabile?”

2 12000 a.C.

1750

1920 2015 3

Quaderni di Serafino Gubbio operatore

Nel romanzo del 1916 “Quaderni di Serafino

Gubbio operatore” di Luigi Pirandello, l’autore

affronta i temi della macchina e dell’età

contemporanea, penso che il suo pensiero

sia ora, ancora più di prima importante nel

contesto delle rivoluzioni che stanno accadendo

nell’ambito della tecnologia.

Pirandello in un momento in cui Futuristi e in

generale tutta la cultura positivista esaltavano

le macchine e la tecnologia, svolge una

critica contro esse, secondo lo scrittore la

meccanizzazione ha reso schiavo l’uomo,

togliendogli gran parte dei valori.

Nel romanzo seguiamo la vicenda di Serafino,

operatore della casa cinematografica

Kosmograph. Attraverso le pagine del suo diario

scopriamo tutti gli avvenimenti che riguardano

il suo ambiente e di come è arrivato a diventare

quasi un automa il cui unico scopo è quello di

girare la manovella della macchina, la massima

alienazione.

“Finii d’esser Gubbio e diventai una mano”.

Nel romanzo troviamo una serie di riflessioni sull’inutilità della vita nell’era della macchina: l’esistenza

viene presentata come una corsa, tutto all’insegna della velocità.

Non c’è neanche il tempo per riflettere sul significato della morte: nella scena finale del romanzo

Serafino riprende meccanicamente l’ultimo atto della pellicola, una pericolosa scena durante la quale

un attore avrebbe dovuto combattere contro una tigre senza nessun tipo di protezione.

La scena non si svolge come previsto, la tigre si avventa sull’attore e, lentamente, lo sbrana. Serafino

è talmente alienato dalla sua meccanica azione che continua a riprendere la macabra scena, in una

sorte di raggelante identificazione con la macchina il protagonista perde la sua umanità, la voce “s’era

spenta in gola, per sempre.”

“Finii d’esser Gubbio e diventai mano”

4 Her (2013)

Le emozioni umane nel mondo post-moderno

Nel film del 2013 “Her” il protagonista vive in un mondo futuristico utopico dove le intelligenze

artificiali sono sviluppate al livello da renderle indistinguibili dall’uomo.

Nulla manca nella società eppure l’uomo rimane quello che è: un semplice umano, fatto di problemi e

emozioni.

Il protagonista è reduce da una recente separazione con la sua moglie, troviamo le sue emozioni

riflesse nella cinematografia della pellicola. 5

L’estremamente corta profondità di campo infatti separa visualmente il protagonista dall’ambiente che è

sfocato, alienando.

Il nostro protagonista, Theodore, troverà supporto e conforto dalla sua nuova compagna: una

intelligenza artificiale dal nome di Samantha, ma anche qui vediamo la cinematografia che anticipa gli

eventi del film: Theodore è ancora separato dal paesaggio circostante a se, è felice con la sua nuova

compagna ma forse questa felicità è solo illusoria.

Samantha infatti nei suoi giorni di vita ha avanzato la sua intelligenza, gli uomini sono ormai superati,

non è possibile la normale comunicazione fra le due razze, un secondo umano sembrano ore per

l’intelligenza artificiale, insieme ad altre sistemi intelligenti Samantha lascia Theodore e trascende

nell’inconcepibile, scomparendo.

Il nostro protagonista però grazie alla avventura passata ha risolto i suoi demoni interiori, nell’ultimo

fotogramma del film vediamo un unione fra ambiente e uomo, nulla è più sfocato e Theodore è

finalmente capace di vivere nel suo mondo.

6 Arte Robotica

Si penserebbe che essere artisti potrebbe salvarci dall’essere rimpiazzati da macchine e intelligenze

artificiali, d’altronde solo una mente umana riuscirebbe a creare arte, giusto? La composizione che

stiamo ascoltando in sottofondo in questo momento è essa stessa risultato di “Emily Howell”, una mente

artificiale.

Forse allo stato presente delle situazioni la macchina ancora non riesce a avere l’abilità allo stesso livel-

lo dell’uomo ma non sappiamo cosa accadrà in futuro mettendo in considerazione la crescita esponen-

ziale del progresso.

Un team di ricercatori hanno inserito nel loro sistema questa immagine.

Cercando di ricreare lo stile di vari artisti appartenenti alle avanguardie del 900’:

Qui abbiamo Picasso con il suo periodo cubista (Seduto nudo) 7

Qui invece Kandiskij con “Composizione VII”

Notiamo che la realizzazione estetica è impeccabile, nel primo caso abbiamo le stesse sfaccettature

date dalla visione del mondo cubista dell’artista, diversi punti di vista simultaneamente. Con Kandiskij

troviamo nell’opera generata la stessa musicalità dell’artista, le risonanze interiori che egli imprimeva

nelle sue opere, forme e colori.

Quello però che a mio parere è fondamentale, e che manca nel tentativo della macchina è tutto ciò che

risiede nella mente dell’artista. Mentre quello della intelligenza artificiale sarà sempre mero tentativo

di ricopiare, gli autori originali, con la loro creatività, riescono a creare nuovi mondi con regole e idee

differenti. Nel caso di Picasso la sua idea era quella di rappresentare una figura da tutti i punti di vista

simultaneamente, quello che lui chiamava iperrealismo. Nel caso di Kandiskij le sue opere avevano

l’obbiettivo di manifestare le risonanze interiori del fruitore.

“Quello della intelligenza artificiale sarà sempre

un mero tentativo di ricopiare”

.. “gli autori originali, con la loro creatività,

riescono a creare nuovi mondi con proprie regole

e idee differenti.”

8

Il progresso come abbiamo visto quindi può avere un lato negativo, sopratutto dal lato umano, con

l’avvenire della tecnologia con il corrente sistema socio economico siamo sempre meno umani e

sempre più automi alienati.

Tornando a Serafino Gubbio, è interessante la sua frase “Finii d’esser Gubbio e diventai una mano”,

nel libro di Studs Terkel “working” troviamo interviste con 130 persone sul proprio lavoro, frasi

come quella del protagonista del libro di Pirandello sono ricorrenti. “Sono una macchina”, “Sono

ingabbiato”, “Una scimmia potrebbe fare ciò che faccio”.

Dal lavoro di alta borghesia al lavoro con minima paga una frase è ripetuta costantemente: “sono un

robot”. L’uomo con la quarta rivoluzione industriale non avr

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