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Geografia: India fisica economica e aspetti sociali
Storia: Colonizzazione inglese- indipendenza - le caste - la donna indiana
Tecnologia: Carbone
Scienze: Ogm
Educazione Motoria: Rugby
Asja Gazzino - 3C
Pareri contrapposti: La voce delle associazioni Futuragra e Coldiretti
In Italia il 4 aprile 2013 il Ministero della
Salute ha richiesto alla Commisione
Europea la sospensione urgente delle
coltivazioni di mais transgenici Mon810 (il
più comune cereale OGM) sia in Italia che
nel resto dell’Unione Europea.
La decisione è stata accolta con grande
soddisfazione dalle associazioni agricole
“Liberi da Ogm” tra le quali la Coldiretti che
avevano chiesto a gran voce di dire basta alle sperimentazioni in Italia.
E quindi si sono venuti a creare due schieramenti: chi li sostiene e
chi li condanna.
Da una parte chi, riconoscendo le potenzialità delle nuove
tecnologie applicate alle scienze agricole e alimentari, appoggia la
ricerca scientifica e il progresso. Le multinazionali infatti
affermano che con gli organismi geneticamente modificati si
possono ottenere maggiore disponibilità di cibo per i paesi in via
di sviluppo attaverso nuove varietà, che garantiscono maggiori produzioni, minore
deforestazione, grazie ad una resa più alta delle colture e cibi migliorati dal punto di vista
della durata e del valore nutritivo.
Dall’altra c'è invece chi, pensa all’ambiente, e sostiene che le
grandi multinazionali attraverso la produzione di cibo
innovativo sarebbero soltanto interessate ai profitti.
Dall’indagine Coldiretti quasi 7 italiani su 10 considerano oggi
gli OGM meno salutari di quelli tradizionali e numerose sono
anche le associazioni di agricoltori che sostengono che la
manipolazione genetica porterà inevitabilmente ad alterazioni
irreversibili dell’ambiente naturale e della biodiversità.
I rischi a cui espone un alimento OGM possono essere diversi :
reazioni di tipo allergico.
• riduzione della biodiversità agricola
• creazione di super insetti e super infestanti
• incrocio di piante transgeniche con altre presenti in prossimità delle piantagioni
• trasferimento dei pesticidi al suolo
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Asja Gazzino - 3C
Il timore è che i trasferimenti di gene tra organismi non appartenenti alla stessa specie possano
danneggiare i sistemi immunitari o trasmettere allergie e resistenza agli antibiotici. Gli
antibiotici vengono utilizzati in medicina e in veterinaria per combattere le infezioni. Se questi
geni si trasmettessero agli esseri umani e agli animali, per i medici sarebbe difficile debellare le
malattie infettive. Proprio per prevenire questa eventualità, la legge prevede che tutti i raccolti
e gli alimenti geneticamente modificati debbano essere rigorosamente testati, caso per caso,
per determinare l'eventuale allergenicità.
Ma mentre l’impatto negativo sulla salute è ancora tutto da dimostrare, le preoccupazioni
relative all’impatto sull’ambiente delle piante transgeniche sono piuttosto realistiche.
Un altro aspetto che preoccupa i ricercatori è che alla riduzione della biodiversità (la varietà
biologica di tutte le forme viventi e dei loro ecosistemi) causata dalla distruzione delle foreste
tropicali si è sommata la riduzione della biodiversità agricola cioè delle varietà coltivate a
scopo commerciale, tendenza incrementata dall'uniformità degli OGM. Quest’uniformità
genetica è molto pericolosa per l’ambiente perchè, di fatto, la diversità è una delle principali
risorse che la natura ha per difendersi dalle mutazioni ambientali.
Le coltivazioni transgeniche, oltre a creare più uniformità, introducono in natura mutazioni
impreviste a un ritmo molto più rapido di quello dell’evoluzione naturale. E’ stato osservato,
per esempio, che una pianta modificata per diventare resistente a un insetto dannoso ha finito
con lo sterminare anche un altro insetto utile all’ecosistema della regione, che si nutriva di
questa pianta: la farfalla monarca, ora in pericolo di estinzione. In un campo di piante tutte
uguali l’invasione di un insetto nocivo fa "terra bruciata". In un campo naturale, invece, alcune
piante, si salveranno trasmettendo alla propria discendenza la resistenza a quell’insetto.
Ma può anche succedere che la resistenza venga trasmessa all’insetto. Se in principio la
pianta non si ammala perchè avvelena l’insetto che se ne nutre, dopo qualche raccolto,
l’insetto può diventare resistente sia alla tossina presente nella pianta sia ai vecchi pesticidi
chimici. Questo può causare la creazione di super-insetti
incontrollabili e un maggior impiego di sostanze chimiche e
pesticidi. E' già accaduto in India che alcune piante di cotone
sono state modificate per risultare resistenti alle larve di una
farfalla, bianche striate di rosa che i coltivatori di cotone
conoscono bene e che dovrebbero essere uccise nelle
piantagioni del cotone geneticamente modificato ma che ora si
sono rese resistenti. O ancora che la resistenza ai diserbanti dei raccolti transgenici si
trasferisca in qualche modo alle piante selvatiche che crescono nelle
aree adiacenti creando nuovi super-infestanti.
Può anche accadere che tramite impollinazione incrociata essere
contaminati i raccolti convenzionali. Per questo le coltivazioni
sperimentali vengono tenute separate da quelle normali.
Chi dice no alle colture di prodotti transgenici, inoltre, teme che
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Asja Gazzino - 3C
l'uso intensivo di pesticidi (antiparassitari e diserbanti) più potenti possa trasferirsi nel suolo
inquinando l'ambiente e le risorse idriche. Il mais Bt è stato pubblicizzato come un
“biopesticida” nel senso che la tossina che causa la morte dei parassiti, è stata introdotta solo
nelle radici.
Ma attualmente il mais Bt sta iniziando a manifestare grandi problemi perchè la supposta
resistenza ai parassiti delle radici sta venendo meno, costringendo gli agricoltori ad una
maggiore dispersione di pesticidi, inizialmente evitata proprio grazie al mais Bt.
Per svolgere questi compiti i pesticidi
devono essere tossici e ciò li rende
inquinanti per l’ambiente ed il terreno.
Se si depositano sulla superficie esterna
del vegetale, potrà essere eliminato
facilmente prima del consumo; se invece
la sostanza penetra nel tessuto della
pianta potrà essere assunta facilmente
dell’uomo o dall’animale quando se ne
nutre. Inoltre la quantità di pesticida
utilizzato causa l’inquinamento del
suolo e delle falde acquifere.
Inoltre sempre secondo la Coldiretti i cibi Ogm aumentano la dipendenza dei PVS e questo
perchè le coltivazioni Ogm nel mondo non solo non hanno risolto il problema della fame,
ma hanno anche aggravato la dipendenza economica dall’estero di molti PVS.
Da unaa recente ricerca è emerso che dopo tre anni di sperimentazione, la soia geneticamente
modificata, produce il 10% in meno rispetto a quella convenzionale, evidenziando cosi’ la
minore produttivita’ del prodotto Ogm anche nei paesi sviluppati. Inoltre alcuni sementi OGM
sono state progettate per produrre piante sterili (come Terminator della Monsanto) e questo
costringe gli agricoltori a comprare ogni anno i semi dalla multinazionale produttrice, che ne
imporrebbe il prezzo. Quindi la maggior parte delle coltivazioni transgeniche, rispondono ad
un obiettivo economico: produrre di più, e più in fretta.
Tra questi vi è il Bt.Cotton della Monsanto che ha già spinto migliaia di agricoltori indiani ai
debiti, alla disperazione fino al suicidio.
Ma nonostante le polemiche e l’opposizione dei consumatori, nel 2012 la superficie coltivata a
Ogm nel mondo è aumentata del 6%, toccando quota 170 milioni di ettari (10 milioni in più
rispetto al 2011) e del 13% le superfici coltivate a Ogm in Europa.
A crescere di più sono i PVS, che da soli rappresentano più della metà (52%) della
produzione mondiale di prodotti Ogm. In Europa ci sono troppe restrizioni e ciò ha
comportato maggiori investimenti nei PVS e che avanti di questo passo l’Europa, verrà tagliata
fuori dai mercati mondiali.
In opposizione agli attivisti che condannano gli OGM , Futuragra commenta che gli agricoltori
scelgono di affidarsi alle biotecnologie innovative, se gli viene data libertà di scelta.
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- Per quanto riguarda la salute, tutti gli studi seri condotti in questo campo hanno smentito
che gli ogm possano in qualche modo creare reazioni allegiche.
- Per quanto riguarda l'impoverimento della biodiversità agricola, gli ogm invece possono
arricchire la biodiversità riportando in vita varietà vegetali che non si possono più coltivare a
causa degli attacchi di insetti virus ecc. Oggi il 25% del raccolto di Carnaroli, il riso più
pregiato, viene distrutto da un fungo che aggredisce foglie e pannocchia.
- All'eventuale sviluppo di super-insetti, e super-infestanti i sostenitori consigliano di avere
un settore agricolo convenzionale accanto ad uno coltivato ad Ogm perché in questo modo è
meno probabile che si sviluppino insetti resistenti perché tendono a distruggere quel pezzo di
campo invece di accanirsi contro l’OGM fino a che non resistono.
- Anche per la contaminazione delle coltivazioni convenzionali vi è un'obiezione: vari studi
dimostrano come la coesistenza tra coltivazioni OGM e convenzionali sia perfettamente
possibile senza che si verifichi alcun incrocio. Le distanze da tenere possono variare da pochi
metri (come per il riso) a decine di metri (come il mais) o addirittura non servire, in tutti quei
casi dove le piante si autofecondano e non rilasciano polline nell’ambiente
Per quanto riguarda il trasferimento dei pesticidi
– al suolo, c'è da dire che sono largamente utilizzati
anche in tutta l’agricoltura convenzionale. Inoltre
un vantaggio degli OGM sta proprio nel diminuire
lo spargimento di pesticidi nei campi: un campo di
mais sul quale vengono sparsi preparazioni di
Bacillus Thuringiensis (che produce l’omonima
tossina Bt) metodo tipico delle colture tradizionali,
comporta la morte di buona parte degli insetti che
lo infestano, siano essi buoni o cattivi, infestanti o
non infestanti, del suolo o del fusto. Piantare invece
un mais Bt, che produca da solo la tossina, solo nel
chicco, si ottiene che nessun insetto piralide attacchi il raccolto, non causando danni agli altri
insetti del suolo e a quelli che si nutrono delle foglie di mais.
Le compagnie più potenti, di fronte all’imposizione di sottostare a restrizioni normative che
impediscono le sperimentazioni che ne rendono costosa e complicata la realizzazione, sono
costrette a rivolgersi ai paesi del Terzo Mondo ed in quelli in via di sviluppo, più propensi ad
accogliere coltivazioni OGM dietro forti compensi, ma meno controllabili dal punto di vista
scientifico e della sicurezza.
Per Futuraga si sta andando sempre di più verso un mercato agricolo a due velocità, dove chi
può coltivare organismi geneticamente modificati diventa più competitivo e produttivo con
notevole aumento di reddito, rispetto agli altri.
Il punto è che probabilmente la verità sta a metà strada: tutto nasce dal fatto che si dicono le
cose a metà e si è obiettivi a metà. Ognuno porta la propria teoria e non è facile comprendere.
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System of Rice Intensification: forse un ritorno all' agricoltura biologica
In Bihar, uno degli stati più poveri dell’India, sono stati ottenuti raccolti di riso da record,
senza ricorrere agli OGM e senza dipendere dall’acquisto di sementi e pesticidi provenienti
dalle multinazionali.
Il risultato è stato raggiunto da un agricoltore, applicando una tecnica di coltivazione del riso
denominata (SRI) alla base della quale vi sono principi che
System of Rice Intensification
includono l’impiego di una quantità di acqua minima (a differenza di quanto accade nelle
comuni risaie) ed il trapianto di piantine ancora molto giovani, lasciando loro lo spazio
necessario per un maggior sviluppo soprattutto a livello delle radici ed utilizzando abbondanti
nutrienti esclusivamente naturali, come il letame animale e compost.
La soluzione per rese migliori relative ai raccolti non risiederebbe dunque nella manipolazione
genetica, ma nell’applicazione di una tecnica di coltivazione fino ad ora scarsamente
considerata e può essere un'importante opportunità di migliorare le rese agricole al fine di
sfare la popolazione mondiale
Industria