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Greco: Plutarco, De fortuna Romanorum
Latino: La fortuna in Valerio Massimo e Seneca
Italiano: Sergio Corazzini e Aldo Palazzeschi
Storia: Bismarck
Filosofia: Confronto tra Kant e Schopenhauer su fenomeno e noumeno
Matematica: Le equazioni
Introduzione
Il mio percorso tematico nasce dalla consapevolezza di essere circondati da Incognite.
Le incognite : solo da esse nasce la conoscenza! Come affermava il filosofo Socrate, solo chi sa di non sapere, può
intraprendere un cammino verso la conoscenza.
Dire che un’ incognita non è mai conoscibile significa far coincidere l’incognita con l’inconoscibile. L’incognita
porzione di reale che per il momento non possiamo conoscere
rappresenta quella . Ecco il motivo per cui l’incognita
assume un accezione positiva,le incognite sono il pregio umano più grande,un sublime stimolo alla conoscenza.
Partendo da questa considerazioni,ho voluto che il mio lavoro non fosse una semplice tesina che ha come tema le
incognite,ma il loro progresso verso la conoscenza. Per tale motivo il titolo della tesina,in latino,lascia intendere una
sorta di ambiguità tra l’incognita in senso stretto,e il percorso verso la conoscenza (in-cognita).
Il lavoro dunque è cosi strutturato
- Scienze = la nascita dell’universo,ovvero l’incognita più oscura di cui tutti siamo figli.
- Greco e Latino = la sorte, l’imprevedibilità del caso.
- Italiano = l’incognita come crisi dell’individualità del poeta.
- Storia = l’incognita come strumento, le tattiche segrete di Bismarck.
- Filosofia = l’incognita che comincia a mostrarsi, Il velo di maya viene squarciato.
- Matematica = l’incognita completamente svelata, le equazioni e le sue risoluzioni.
Curiosità sull’incognite:
Il fatto che esse vengano sempre individuate con x e y non è una casualità. Il Filosofo e Matematico Renè Descartes
aveva introdotto l’uso delle ultime lettere dell’alfabeto (y,z)per degnare l’ignoto e le prime (a,b) per designare il noto.
Purtroppo all’epoca la stampa non era ancora perfezionata e, a causa della scarsità della lettera ‘’z’’,impiegata per
altre stampe,si decise di sostituirla con la ‘’x’’,la lettera meno usata nelle parole del tempo
Introduzione 2
L’incognita dello spazio: La nascita dell’universo
Il quadro dell’universo che possiamo vedere,non ci offre un immagine di come l’universo è oggi,ma è un immagine
composita in cui,quanto più l’oggetto è lontano,tanto più è antico l’aspetto che ne osserviamo. Una galassia che si trova a 5
miliardi di anni-luce da noi,ci appare come era 5 miliardi di anni fa. Accanto a queste considerazioni dobbiamo ricordare una
delle più grandi scoperte di questo secolo fatta nel 1929 da Edwin Powell Hubble. Egli osservò negli spettri di alcune
galassie un progressivo spostamento verso il rosso,deducendo che tali galassie si allontanavano alla velocità di migliaia di
km/s. Si accorse anche che lo spostamento verso il rosso negli spettri di galassie che si trovavano a distanze
note,aumentava con l’aumentare di tali distanze. La legge di Hubble afferma dunque che le galassie si stanno allontanando
con una velocità tanto più alta,quanto più sono lontane. Il rapporto tra velocità di allontanamento delle galassie e la loro
distanza dalla terra è costante,ed viene indicata con H nota come Costante di Hubble.
0,
Attualmente le stime di H variano tra gli 80 e i 150 km/s. V è la velocità misurata in km/s mentre la distanza è misurata
0
in Mps(megaparsec).
La recessione delle galassie si può spiegare solo se si ammette che l’Universo è in Espansione.
Sulle basi di questa legge si basano le due teorie cosmologiche,per certi aspetti antitetiche, sulla nascita dell’universo.
Scienze 3
L’universo inflazionario
Si può pensare che,se l’Universo si espande,nel passato la sua massa doveva essere concentrata in uno spazio minore,ma
questa conclusione non è poi cosi ovvia. La fisica infatti propone un Principio Cosmologico,in base al quale l’Universo
dovrebbe essere immutabile e uniforme. Se si estende nel tempo,tale principio vuol dire che L’Universo deve apparire in
media sempre uguale. Su tale principio si basava la teoria dell’Universo Stazionario. . Per giustificare la recessione delle
galassie,che comporterebbe la diminuzione della densità media dell’Universo,la teoria afferma che ci sarebbe una continua
creazione nello spazio di nuova Materia,la cui aggregazione finirebbe per creare nuove galassie in sostituzione di quelle
lontane. Nonostante la teoria preveda la formazione di un solo atomo di idrogeno per m ogni miliardo di anni,la teoria ha
3
incontrato molte difficoltà a cominciare dalla mancanza di conferme circa la possibilità di formazione di nuova materia.
Sopra: universo stazionario
A Sinistra: le fasi dell’evoluzione
dell’universo inflazionario. 4
L’universo stazionario inizio condizioni iniziali
L'idea di un Universo stazionario rifletteva la preoccupazione di evitare il concetto di un e di
dell'Universo. Cominciarono a nascere teorie che prevedevano un inizio per l’espansione dell’Universo. La teoria
dell’espansione dell’Universo fu proposta da G. Gamow negli anni 40 del XX secolo, quando descrisse un Universo in
continua evoluzione, che aveva avuto origine in uno stato primordiale,detto Big Bang (grande scoppio). Questa teoria è
nota come la Teoria dell’Universo Inflazionario. Essa può essere sintetizzata in 5 punti essenziali.
All’inizio del tempo,nelle istanze zero (dagli 11 ai 15 miliardi di anni fa,forse 12),l’Universo doveva essere più piccolo
di un atomo, con una densità pressoché infinita e con una temperatura di miliardi di gradi. Non sappiamo come fosse
fatto questo atomo di energia,ma in un determinato momento questo ‘’uovo cosmico’’ si è squarciato con un esplosione
immane,il Big Bang. Lo spazio esterno in cui potesse dilatarsi,prima dell’esplosione era inesistente, e si creò a partire
dall’esplosione stessa.
Negli attimi successivi all’esplosione,si parla di pochi secondi,l’Universo sarebbe passato attraverso una brevissima
fase durante la quale le forze fondamentali si sarebbero comportate in maniera diversa rispetto ad oggi. Di conseguenza
si sarebbe verificata una violentissima espansione (inflazione) che avrebbe fatto aumentare il volume di miliardi di volte.
La temperatura scese fino a toccare lo zero assoluto.
La temperatura non sarebbe però rimasta tale. Infatti subito dopo si sarebbe liberata una grandissima quantità di
calore,L’Universo,ormai sfera di fuoco,avrebbe continuato la sua inflazione,ma con un ritmo più lento. Questa è anche
detta la fase della radiazione. Infatti è questo il momento in cui si originano neutroni,protoni e gli elementi chimici più
semplici. Si formò la materia e l’antimateria.
Con la formazione di idrogeno neutro la materia si separò da tutto l’agglomerato e si avviò a diventare la componente
dominante dell’Universo. La radiazione emessa dalla sfera di fuoco ad alta temperatura si irraggiava in ogni direzione.
Questa è l’unica fase di cui siamo certi,dal momento che ne abbiamo tracce sicure. Infatti il residuo di questa radiazione
si troverebbe nell’esistenza di una radiazione di fondo,probabilmente il residuo della radiazione iniziale.
Dopo il primo miliardo di anni,l’Universo cominciava a prendere l’aspetto che più si approssima a quello moderno. La
temperatura è quella di una stella,la materia è fatta di idrogeno,elio,elettroni,protoni. Dove la densità dei gas è
maggiore,l’idrogeno condensa a causa della gravità e da origine ad esplosioni. Da queste esplosioni nascono i Quasar.
Mentre l’evoluzione continua i Quasar diventano sempre più rari,iniziano a formarsi le galassie a spirale,formate da
milioni di stelle. A partire dall’evoluzioni delle stelle si vanno formando gli elementi chimici più pesanti. 5
Scienze
e Fortuna : l’ Incognita del caso
e Fortuna sono incostanti,variabili,volubili,incognite. Entrambe colgono alla sprovvista e non sempre hanno
un’accezione positiva.
,il ‘’caso’’ per i Greci,divenne una figura dominante nella letteratura e specialmente nella storiografia
Ellenistica,ovvero nell’epoca delle grandi trasformazioni,in cui sono crollati imperi e stati e se ne sono formati altri,in cui
successi si alternavano a insuccessi,buone vicissitudini innalzano alle stelle i personaggi che poi sventure provvedono ad
abbattere.
Fortuna,il ‘’caso’’ per i Latini,assimilata tra le divinità già dall’epoca di Servio Tullio,il re favorito dalla Fortuna,era la
divinità a cui ogni cosa era possibile,a cui nessuno poteva sottrarsi.
/Fortuna
Il motivo della fu ampiamente sfruttato nelle dispute sulla grandezza di Roma,e nella ‘’querelle’’ scoppiata
verso il I secolo a.C. tra quanti sostenevano le virtù militari e le capacità politiche dei Romani,e chi invece,appoggiando la
fazione Greca,preferiva enfatizzare la Fortuna dei Romani. Ovviamente gli interventi sono diametralmente opposti se
consideriamo scritti Romani e scritti Greci riguardo le cause della grandezza di Roma,e non c’è bisogno di meravigliarsi se
quantità enormi di esercitazioni su questo argomento hanno avuto svolgimento nelle scuole di retorica attraverso i secoli
In realtà non si può parlare indistintamente di e di Fortuna,in quanto,sebbene abbiano caratteristiche
comuni,presentano sfumature di significato che le differenziano.
,divinità
Innanzitutto che non è distinta con epiteti,ma che a Roma doveva corrispondere con una delle Fortune di
risonanza pubblica: Fortuna publica populi Romani,Fortuna Augusta,Fortuna Redux.Tra le caratteristiche comuni
troviamo il fatto che entrambe hanno un significo attivo e uno passivo:
-significato passivo => la ventura,il caso,la sorte(in latino fors e casu)
-significato attivo => perché apportatrici di alcunché di fortuito.
Quindi,in linea di massima e Fortuna,hanno una duplice qualificazione,prima come buone e benevole,poi come
cieche,insane,cattive e malevole,recanti disgrazie. Inoltre divenne ben presto personificazione,Fortuna lo divenne
più tardi,in compenso Fortuna assurse a divinità e fu oggetto di culto già dall’età arcaica,mentre venne venerata più
,mentre
tardi. Sporadicamente lafu attribuita ad un personaggio,essa più che altro è un ci furono parecchi
personaggi Romani che ebbero una fortuna propria come Cesare,Silla,Scipione l’Africano.A Roma infatti, un comandante,
doveva possedere come doti personali la scientia rei militaris,virtus,auctoritas,felicitas e fortuna. Polibio teorizzò il
principio secondo il quale,di fronte all’impossibilità di cogliere le cause razionali degli eventi,essi possono essere riferiti
.
all’intervento di divinità e della
In effetti l’atteggiamento di Polibio nei confronti dellaè ambivalente: se da un lato la disapprova ,quando trova
attribuiti alla sorte imprese e trionfi degli Scipioni,del popolo romano e della lega achea,dall’altro tira in campo la Tuch
non solo quando si tratta di accadimenti dovuti a fattori climatici ed agenti atmosferici ma anche in presenza di eventi
razionalmente inspiegabili,inattesi,imprevedibili,concomitanti e coincidenti. Gli stoici avevano definito la tuch infatti come
.
‘’causa sfuggente al discernimento umano’’ Greco e Latino 6
La in Plutarco.
Un esempio calzante di fortuna,lo si può ritrovare nel ‘’De Fortuna Romanorum’’ di
Plutarco.Tratto dall’opera ‘’Moralia’’ questo scritto tesse un elogio della Fortuna di
Roma che in collaborazione con la Virtù,ha contribuito a rendere grande Roma.La
fortuna dei Romani viene qualificata come Divina e identificata con un(lo
spirito guardiano di Roma). Alcuni studiosi hanno creduto che la di Plutarco
era solo un motivo indispensabile per uscire dalle difficoltà storiche e filosofiche