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italiano- PIRANDELLO E VERGA
tecnologia delle costruzioni-L’ URBANISTICA
diritto e estimo- L’ ESPROPRIAZIONE PER PUBBLICA UTILITA’
topografia-PROGETTO STRADALE
costruzioni-MURI DI SOSTEGNO
ISTITUTO SUPERIORE DI STATO
“ Piazza della Resistenza “
Via Tirso
L’ IMPORTANZA DELLA COLLETTIVITÀ SUL SINGOLO
CLASSE 5Dg
SCIAVICCO LUIGI ANNO2012/2013
INDICE:
MOBILITAZIONE NAZIONALE E
COLLETTIVA NELLA 2°GUERRA
MONDIALE E LA PROPAGANDA
PIRANDELLO E VERGA
L’ URBANISTICA
L’ ESPROPRIAZIONE PER PUBBLICA
UTILITA’
PROGETTO STRADALE
MURI DI SOSTEGNO
4 ESPROPRIAZIONE PER PUBBLICA UTILITÀ
4.1 EXCURSUS STORICO
Legge n. 2359 del 1865 (legge fondamentale per l’ esproprio di pubblica utilità)
Legge n.167 del 1962 ( legge Sullo)
Legge n.2892 del 1885 ( legge di Napoli)
Legge n. 865 del 1971 (legge per la casa)
Legge n. 385 del 1980 ( legge tampone)
Il d.p.r. n. 327 del 2001 ( testo unico sull’ espropriazione)
4.2 TESTO UNICO SUGLI ESPROPRI
Raccoglie le norme previgenti, coordinandole in una disciplina unitaria
La nuova legge definisce i soggetti partecipanti al processo espropriativo come segue:
ESPROPRIATO : è la persona fisica e giuridica, pubblico o privato, titolare del diritto di
proprietà sul bene espropriato
AUTORITÀ ESPROPRIANTE: è l’ autorità amministrativa titolare del potere di
espropriare e che cura il relativo procedimento
BENEFICIARIO DELL’ ESPROPRIAZIONE: è il soggetto pubblico o privato a favore del
quale è emesso il decreto di esproprio
PROMOTORE DELL’ ESPROPRIAZIONE: è il soggetto pubblico o privato che
richiede l’ espropriazione
Le fasi dell’ espropriazione
IL VINCOLO PREORDINATO ALL’ ESPROPRIO
Un area è sottoposta a vincolo preordinato all’ esproprio con l’ approvazione dello strumento
urbanistico che prevede la realizzazione di un opera pubblica. Il vincolo ha durata quinquennale a
partire dalla sua istituzione, e decade se in tale termine non viene dichiarata la pubblica utilità
DICHIARAZIONE DI PUBBLICA UTILITÀ
La dichiarazione di pubblica utilità è implicita nell’ approvazione del progetto definitivo dell’ opera
da realizzare. L’ atto che dichiara la pubblica utilità può essere emanato sino a che è in vigore il
vincolo preordinato all’ esproprio. Al proprietario dell’ area su cui è prevista la realizzazione
dell’ opera è inviato l’ avviso di avvio di procedimento. Il proprietario può formulare osservazioni
al responsabile del procedimento fino all’ approvazione del progetto. L’ avvenuta approvazione
del progetto definitivo è notifica al proprietario che può prendere visione degli atti e partecipare alle
operazioni per la determinazione dell’ indennità di esproprio.
L’ INDENNITÀ DI ESPROPRIAZIONE
Il promotore dell’ espropriazione entro 30 giorni dalla dichiarazione di pubblica utilità compila
l’ elenco delle aree da espropriare ed i relativi indennizzi con notifica ai proprietari i quali possono
formulare osservazioni nei successivi 30 giorni. Valutate le osservazioni si procede alla
determinazione della indennità provvisoria di esproprio con notifica al proprietario.
ACCETTAZIONE DELL’ INDENNITÀ- cessione volontaria
Nei 30 giorni successivi alla notifica precedentemente menzionata il proprietario può dichiarare
l’ accettazione dell’ indennità che gli deve essere liquidata entro e non oltre 60 giorni a pena di
interessi. Viene di conseguenza concluso l’ accordo di cessione volontaria da trascriversi nei 15
giorni successivi a spese dell’ acquirente. Tale pratica consente all’ accettante un incentivo nella
determinazione dell’ indennizzo. Nel caso di mancata accettazione attraverso il silenzio rifiuto,
viene disposto l’ accantonamento della somma presso la cassa depositi e prestiti. In caso di mancata
accettazione si procede alla determinazione dell’ indennità definitiva secondo due diversi sistemi:
Il proprietario espropriando può decidere di affidare il compito di determinare l’ indennità
di esproprio a tre tecnici appositamente nominati. ( procedura arbitrale)
Determinazione da parte della Commissione provinciale degli espropri
Se le indennità come stabilite nei due modi viene accettata si procede al pagamento, in caso
contrario viene accantonata alla Cassa Depositi e Prestiti e si procede all’ emanazione del decreto di
esproprio. Può essere proposta opposizione alla stima alla corte di Appello entro 30 giorni dalla
comunicazione circa l’ importo dell’ indennità.
IL DECRETO DI ESPROPRIO
Il decreto di esproprio deve essere emanato dal dirigente ufficio espropriazioni entro il termine di
scadenza dell’ efficacia della dichiarazione di pubblica utilità per essere trascritto presso l’ ufficio
dei immobiliari.
4.3 L’INDENNITÀ DI ESPROPRIAZIONE
I criteri per l’ indennità provvisoria e l‘ indennità definitiva variano in base all’ area :
AREE EDIFICABILI: si ottiene trovando il valore venale ridotto del 25% , nel caso in cui
avvenga la cessione volontaria avviene un ulteriore aumento del 10%
Ind = Vv (x 75% ) o Ind = Vv ( x 75% ) x 1,1
AREE EDIFICATE: è uguale al valore venale
Ind = Vv
AREE AGRICOLE: si fa riferimento al valore agricolo medio (VAM) con un aumento del
50% nel caso di cessione volontaria
Ind =VAM Ind = VAM X 1.5
INDENNITÀ AGGIUNTA PER IL COLTIVATORE DIRETTO : viene determinata in base
al VAM corrispondente al tipo di coltura effettivamente praticata per il proprietario
coltivatore diretto o per l’ affittuario mentre per la cessione volontaria del proprietario
coltivatore diretto si moltiplica per 3.
Aree edificabili : Ind = Vv (x 75% ) + VAM o Ind = Vv ( x 75% ) x 1,1+ VAM
Aree agricole : Ind =VAM + VAM Ind = VAM X 3
Affittuario : Ind = VAM
PROGETTO STRADALE
1. PREMESSE
La strada è un opera d’arte atta a collegare due o più località al momento non
raggiungibili o collegate ad una rete viaria insufficiente per il volume di traffico
della zona.
Nella progettazione di una strada dapprima viene eseguita un’analisi del traffico
che avrà la nuova strada, in conseguenza del volume di traffico verrà fissata la
velocità di progetto che permetterà di stabilire le principali caratteristiche
geometriche della strada in progetto, sono:
• larghezza della carreggiata, calcolata in funzione del traffico, si devono
stabilire il numero, la larghezza delle corsie e delle banchine, presenza o
meno di piste ciclabili o marciapiedi;
• raggio minimo delle curve che viene determinato in funzione della velocità di
progetto;
• pendenza longitudinale massima che viene fatta in funzione del tipo di
veicoli che dovranno transitare sulla strada.
Stabilite queste caratteristiche si incomincia lo studio planimetrico del tracciato.
Durante lo studio planimetrico è necessario eseguire un attento esame delle
caratteristiche del terreno (corsi d’acqua, pendenza del terreno, zone abitate…)
tra i vari tracciati che saranno individuati si sceglierà quello in cui saranno
previsti minori costi di realizzazione.
STUDIO DEL TRACCIATO
Sulla carta planimetrica con una scala da 1:1000 a 1:2000 viene disegnato
dapprima il tracciolino, che è costituito da una serie di
spezzate a pendenza costante che seguono l’andamento del terreno senza mai
scostarsi da esso.
La pendenza massima longitudinale, p inferiore di circa 1÷2 %, in quanto il tracciolino presenta
uno sviluppo spezzato che verrà successivamente rettificato e quindi aumenterà la pendenza che
non può oltrepassare il limite stabilito.
L’equidistanza tra una curva di livello e la successiva (e),normalmente è 1/1000 che , si calcola la
distanza d con la seguente formula:
d= e / p
Con p espresso come decimale, la lunghezza d è la lunghezza di ciascun
segmento che compone il tracciolino; il compasso sarà poi aperto con la
lunghezza d opportunamente trasformata nella scala della planimetria.
Durante il tracciamento del suddetto tracciolino l’arco di raggio d intersecava la curva di livello
successiva in due punti, in questo caso si verranno a creavano due percorsi differenti che
condurranno al punto finale
3. CURVE
Sono costituite da un unico arco di circonferenza che raccorda i due rettifili.
Di una curva si conosce l’angolo al vertice ω e si stabilisce il raggio (tenendo
conto del raggio minimo). Si procede quindi a calcolare tutti gli elementi che costituiscono la curva
che sono il raggio, l’ angolo al vertice, l’angolo al centro , la tangente, la corda , la bisettrice , la
saetta e lo sviluppo.
. Planimetria
Una volta definito il tracciato e la sua larghezza, viene riportato sulla planimetria, di solito in scala
1:1000 o 1:2000. L’asse della strada viene disegnato con una linea. Vengono poi riportati i dati
caratteristici delle curve (angolo al centro, raggio, tangente, sviluppo).
Si riportano poi tutti picchetti, che permetteranno il tracciamento sul terreno della strada stessa.
I picchetti vengono numerati progressivamente e si impongono seguendo alcuni criteri:
• all’inizio e alla fine del tracciato stradale;
• in corrispondenza dei punti di tangenza delle curve;
• in corrispondenza dei punti medi delle curve;
• in corrispondenza delle spalle del ponte;
• nel punto in cui il tracciato interseca una strada già esistente;
• nel punto in cui il tracciato interseca una curva di livello;
PROFILO LONGITUDINALE
Una volta definito il tracciato planimetrico, bisogna esaminarlo
altimetricamente, cioè tracciando il suo profilo longitudinale che è lo sviluppo
dell’asse stradale su un piano verticale.
Dapprima bisogna calcolare tutti i dati necessari sui picchetti, cioè:
• distanza tra un picchetto e il successivo;
• progressiva di tutti i picchetti;
• quota del terreno.
Questi elementi vengono ricavati da i dati misurati sulla planimetria.
Una volta ottenuti i dati necessari si assume un’orizzontale a cui si assegna una
quota intera inferiore a quella che ha il picchetto altimetricamente più basso.
Si assumono due scale diverse per le x e le y perché il disegno con scale uguali
sarebbe difficilmente leggibile in quanto le pendenze sono modeste raffrontate
alle distanze.
La scala delle distanze è quella della planimetria (1:1000 o 1:2000), mentre
quella per le quote è solitamente dieci volte più grande (1:100 o 1:200).
Sotto questa orizzontale vengono riportati i picchetti, la loro distanza parziale, la
distanza progressiva a partire dall’origine, la quota del terreno, la quota di
progetto , distanze ettometriche e i dettagli su curve e rettifili.
Da ogni picchetto viene tracciata una verticale sulla quale si riporta il dislivello
tra la quota del picchetto e la quota di riferimento opportunamente scalata
unendo questi vari segmenti si ottiene il profilo del terreno che solitamente è
troppo irregolare per assumerlo come base della piattaforma stradale.
Verranno tracciate delle livellette, cioè tratti di strada a pendenza costante,
Nella tavola vengono poi inserite le quote di progetto che vengono calcolate
come segue:
Q = QL + p•d
Dove Q è la quota del picchetto, QL è la quota iniziale della livelletta, p è la
pendenza, d è la distanza tra l’inizio della livelletta e il picchetto.
Le distanze ettometriche sono rappresentate da una tre righe riempite a
scacchiera ogni 100 m.
Nella casella rettifili e curve viene tracciata una linea continua che in
corrispondenza delle curve si sposta verso l’alto o verso il basso a seconda che
la curva sia verso sinistra o verso destra; vengono poi riportati i dati caratteristici
dei rettilinei (lunghezza) e delle curve (angolo al centro, raggio, tangente,
sviluppo).
Sopra il profilo vengono riportate le caratteristiche delle livellette, cioè
lunghezza e pendenza.
Dopo aver calcolato la “quota rossa”, cioè la differenza fra quota del progetto e
del terreno, si riporta sopra o sotto a seconda che sia positiva o negativa.
6. SEZIONI
Si ottengono immaginando di sezionare il terreno con piani perpendicolari
all’asse stradale in corrispondenza dei picchetti, se si trovano in una curva questi
convergono verso il centro di essa.
Le sezioni vengono numerate progressivamente e vengono disegnate in scala 1:100.
Per disegnare le sezioni si assume una orizzontale di riferimento più bassa di
tutte le quota della sezione, si traccia il profilo del terreno con lo stesso criterio