Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Tesina - Premio maturità 2009
Titolo: Il suono e l'inchiostro.
Autore: D'egidio Valentina
Scuola: Liceo scientifico
Descrizione: Il suono. Forse sarebbe meglio usare il plurale e parlare di suoni. Migliaia di suoni che investono quotidianamente il nostro piccolo universo fatto di pareti domestiche, di impegni lavorativi e di qualche piccolo svago, se facciamo in tempo a concedercelo. I suoni, però, fanno comunque parte di ogni giornata, che noi lo vogliamo o meno. Una sensazione visiva, ad esempio, bisogna cercarla, il più delle volte. Bisogna voltarsi per guardare qualcosa o affacciarsi dalla finestra per vedere cosa sta accadendo in cortile. Una sensazione uditiva invece si percepisce e basta. Il rumore di un oggetto che cade, le grida dei bambini che giocano nel parco vicino, le note provenienti da uno stereo in lontananza, sono come le schegge di un sasso lanciato a pochi metri da noi. Il sasso, volontariamente, possiamo evitarlo; ma la polvere alzata dall'impatto o tutti i piccoli sassolini che arrivano a colpirci, no. Ecco, gli innumerevoli suoni che arrivano alle nostre orecchie, non possono essere schivati in nessun modo, indipendentemente dal nostro desiderio di ascoltarli. I suoni sono fisicamente generati da una vibrazione prodotta da un corpo in rapida e regolare oscillazione, che si propaga nell'aria o in alti mezzi elastici provocando le sensazioni uditive vere e proprie. Il mio percorso muove quindi da un'elementare analisi fisica delle onde sonore e da un'altra, più approfondita, delle onde elettromagnetiche, che attualmente rappresentano il mezzo più diffuso per la trasmissione del suono a grandi distanze, e dalle loro modalità di propagazione nell'atmosfera, per arrivare a considerare l'interazione fra suono e parole scritte, e ciò che nasce da tale unione. L'inchiostro. Senza dubbio fu una grande invenzione; quando l'uomo iniziò ad avere a portata di mano la possibilità di fissare sulla carta ogni singolo pensiero, deve essere stata una rivoluzione. Abbandonate tavolette di cera e scalpelli, papiri e pergamene varie, scrivere con una penna d'oca abilmente immersa in un calamaio, dovette essere una gran bella soddisfazione. Inchiostro, carta e qualche nota musicale a fare da sottofondo. Un perfetto angolo di natura a fare da cornice e una grossa emozione nello stomaco. Furono elementi sufficienti affinché qualcuno iniziò ad utilizzare due elementi tanto diversi per creare qualcosa di straordinario. E mi riferisco ai cantautori moderni ed ai lirici della Grecia antica in egual misura, senza tralasciare tutto quello che accadde nel mezzo.
Area: umanistica
Materie trattate: Fisica: onde sonore e onde radio Scienze, la propagazione del suono e delle onde radio nell'atmosfera Italiano, excursus sulla poesia, Baudelaire, i fiori del male; Montale, varie raccolte Latino, excursus sul genere satirico Storia, la canzone come protesta, il Sessantotto Inglese, The Beat Generation Filosofia, Th. Adorno, sociologia dell'oggetto musicale S. dell'arte, kandinskij, Lo spirituale nell'arte
Bibliografia: • Bergamaschini, Marazzini, Mazzoni, "L'indagine del mondo fisico", volumi D ed E, Carlo Signorelli Editore. • Lupia Palmieri, Parotto, "Il globo terrestre", Zanichelli. • Barberi Squarotti, Amoretti, Balbis, Boggione, "Storia e antologia della letteratura", volumi 5 e 6, Atlas. • Baldi, Giusso, Razetti, Zaccaria, "Dal testo alla storia, dalla storia alle opere", volumi 1 e 2, Paravia. • Mariotti, Sclafani, Stancanelli, "Come petali Azzurri", Casa Editrice G.D'Anna. • Garbarino, "Letteratura latina, excursus sui generi letterari", Paravia. • Pagliani, Alosi, Malaspina, Buonopane, Ampio, "Concentus", volumi IV e V, Petrini. • Ortoleva, Revelli , "L'età contemporanea", Edizioni scolastiche Bruno Mondadori. • M.Tolomelli, "Il Sessantotto, una breve storia", Carocci. • Brancati, Pagliarini, "Il nuovo dialogo con la storia" volume 3, La Nuova Italia. • M. Ansaldo, "Quick Steps", Petrini. • Serravezza, "Musica, filosofia e società in Th. W. Adorno", Edizioni Dedalo. • Fiaccadori, Bora, Negri, Nova, "I luoghi dell'arte", volume 6, Electa - Bruno Mondadori
Caratteristiche fondamentali
Quando il nostro orecchio viene raggiunto da variazioni longitudinali di pressione dell’atmosfera aventi
carattere ondulatorio con ampiezza superiore a un certo valore (circa 2 ∙ 10⁻⁵ Pa) e con frequenza compresa
fra i 16 e i 16 000 Hz, un individuo normale percepisce un effetto fisiologico che denominiamo suono.
La trasformazione dell’effetto fisico, consistente in stati di compressione e rarefazione dell’aria, in percezione
uditiva, inizia nell’orecchio e termina nel cervello. I fenomeni sonori sono quindi molto complessi da
interpretare in quanto intrisi di oggettività fisica e soggettività psichica.
Un’onda sonora è un’onda longitudinale che si propaga nell’aria, la quale si comprime e si rarefa
periodicamente poiché il percorso oscillatorio delle molecole ha la stessa direzione del fronte d’onda. Queste
variazioni di densità dell’ambiente possono essere così percepite dal nostro organo uditivo.
Il modo più semplice di produrre un suono è quello di porre in vibrazione un corpo, ad esempio la corda di
una chitarra o la membrana di un tamburo.
Consideriamo un tubo cilindrico immerso nell’aria, con un’estremità libera e uno stantuffo nell’altra.
Mediante la rapida vibrazione longitudinale dello stantuffo si producono nel tubo zone di maggiore densità e
zone di minor densità che si propagano dalla direzione dello stantuffo all’esterno. Una qualunque sezione del
tubo sarà interessata, nel tempo, da stati di addensamento, di densità normale, di rarefazione e così via
[ s s sen (ωt) ].
secondo la legge oraria del moto armonico t = o
Ammettendo perciò che all’istante zero la pressione nella sezione A valga zero, negli istanti successivi i valori
[P P sen (2πt/T)], T
= essendo il periodo
P della pressione in A saranno calcolabili con la relazione max
dell’onda di pressione.
Le onde sonore si propagano nell’aria a temperatura ambiente ad una velocità di circa 341 m/sec.
8
L’intensità del suono
L’intensità I di un suono è, in prima approssimazione, associata all’energia dell’onda fisica che perviene
all’orecchio dell’uditore. A sua volta questa energia è proporzionale al quadrato del valore massimo P della
[I = k P² ], k
dove indica una costante di
pressione dell’onda sonora e perciò si può scrivere: max
proporzionalità diretta.
Quando si parla di intensità sonora occorre specificare se ci si sta riferendo all’intensità fisica o all’intensità
fisiologica del suono. Il primo tipo di intensità è dato dalla relazione soprascritta ed è quindi dipendente solo
dal valore della pressione massima dell’onda sonora; il secondo tipo dipende invece anche dalla risposta
fisiologica dell’orecchio. Questa risposta è fortemente dipendente dalla frequenza del suono e quindi suoni
P ma di frequenza diversa possono essere percepiti con intensità
caratterizzati da un identico valore di max
diversa.
Per tenere conto di questo fatto occorre considerare due grandezze distinte:
Il livello della pressione sonora [simbolo lps]
• Il livello della sensazione sonora [simbolo lss]
•
Il primo dei due livelli è misurato dalla pressione dell’onda espressa in pascal, il secondo dei due livelli è
misurati in phon.
Altezza e timbro di un suono
Com’è noto, i suoni che percepiamo, possono essere acuti, gravi ecc. Il termine tecnico usato per definire
queste sensazioni è altezza.
L’altezza di un suono è associata alla frequenza delle vibrazioni longitudinali che lo producono: suoni alti
corrispondono ad alte frequenze, suoni bassi a basse frequenze. La frequenza di un suono non è però
sufficiente a caratterizzarlo completamente. Infatti, siamo perfettamente in grado di distinguere due
strumenti diversi che stanno producendo la medesima nota e,
ancor più, siamo in grado di distinguere un’identica nota
cantata da due individui diversi. Per comprendere ciò bisogna
tenere presente che un suono come quello della voce umana o
di uno strumento musicale è solitamente costituito da una
frequenza fondamentale e da un insieme di frequenze
multiple della fondamentale dette armoniche superiori.
La perturbazione di frequenza fondamentale è quella che
partecipa alla formazione del suono con la massima intensità,
mentre le sue armoniche hanno intensità minore. Due suoni
che abbiano la medesima frequenza fondamentale, ma che
possiedano armoniche di intensità diversa, vengono percepiti
con altezza identica ma con una caratteristica distintiva che
viene denominata timbro del suono.
Il timbro di un suono è dunque associato alla composizione
armonica delle onde che partecipano alla sua costituzione.
9
La trasmissione del suono a grandi distanze
L’irraggiamento di radiazione elettromagnetica da parte di un’antenna è
associato all’esistenza di cariche elettriche oscillanti, cioè di cariche elettriche
accelerate o decelerate.
Questa associazione fra carica accelerata e produzione di radiazione è una
caratteristica pressoché generale dei fenomeni di emissione radioattiva e la
varietà con la quale essa si può produrre fa prevedere l’esistenza di una gamma
molto estesa di radiazioni elettromagnetiche. Esse comprendono un’ampia
varietà di tipologie di manifestazione, che comprende anche le onde radio, che
costituiscono attualmente il mezzo utilizzato per la trasmissione del suono a
grandi distanze.
Sono chiamate le radiazioni elettromagnetiche di frequenza inferiore a circa 10⁸
Hz e lunghezza d’onda non inferiore a qualche metro. Sono generalmente
prodotte da antenne e vengono impiegate principalmente per le trasmissioni
radiofoniche, poiché possono essere riflesse dagli strati ionizzati dell’atmosfera.
La radiazione elettromagnetica
Si definisce radiazione elettromagnetica un campo elettromagnetico che si propaga nello spazio con le
modalità tipiche delle onde armoniche. L’esistenza di tale campo fu ipotizzata da Maxwell che descrisse con
precise equazioni fisico-matematiche l’interdipendenza in termini quantitativi tra un campo elettrico e un
campo magnetico variabili.
Le caratteristiche fondamentali di una radiazione elettromagnetica sono le seguenti:
In un prefissato punto dello spazio raggiunto dalla radiazione elettromagnetica i valori di E e B
a) variano nel tempo, in fase, secondo le relazioni seguenti:
E = E₀ sen (ωt)
• B = B₀ sen (ωt)
•
In un prefissato istante un punto distante x dalla sorgente produttrice della radiazione
b) elettromagnetica è caratterizzato da valori di E e di B espressi dalle relazioni seguenti:
E = E₀ sen (2π x/λ)
• B = B₀ sen (2π x/λ)
•
Dove λ indica la lunghezza d’onda della perturbazione elettromagnetica.
10
In generale, nel generico punto distante x dal’origine del sistema di riferimento, e nel generico istante t, i
valori di E e di B sono dati da:
E = E₀ sen [2π (t/T – x/ λ)]
• B = B₀ sen [2π (t/T – x/ λ)]
•
Dove con T si è indicato il periodo della radiazione.
Nella figura sono rappresentati i vettori E e B che
caratterizzano una radiazione elettromagnetica in
un generico tratto 0 – x; essi giacciono in piani
perpendicolari fra loro e hanno direzione di
vibrazione perpendicolare alla direzione di
propagazione. Questa rappresentazione
corrisponde al fatto che una radiazione
elettromagnetica che si propaga nello spazio si
comporta come un’onda trasversale polarizzata. I
valori di E e di B variano a seconda dell’intensità
della radiazione, del punto x e del tempo t considerati; tuttavia si può dimostrare che essi stanno fra loro
sempre nel rapporto seguente:
E/B = v
•
Essendo v la velocità di propagazione della radiazione.
11
Il nostro pianeta è interamente avvolto da un involucro aeriforme, che è trattenuto dalla forza di attrazione
della Terra e perciò costretto a seguirla nei movimenti che essa compie negli spazi celesti. Sotto l’azione della
gravità e della forza centrifuga dovuta alla rotazione terrestre, questa coltre di aria deve aver assunto una
forma analoga a quella del globo terrestre; per questo motivo, pur non potendo individuare il suo limite
superiore con precisione, la chiamiamo Atmosfera (dal greco atmos, vapore e sphaira, sfera). Le viene
comunque attribuito uno spessore convenzionale di 1000 km.
L’atmosfera è un miscuglio di gas, che non presenta caratteristiche omogenee nelle sue varie parti. La sua
composizione nella porzione più bassa, in prossimità della superficie terrestre, è ormai ben conosciuta. Oltre
al vapore acqueo, la cui quantità è estremamente variabile e diminuisce rapidamente man mano che si
procede verso l’alto, l’aria che ci circonda contiene mediamente:
Il 78% di Azoto (N₂). Un gas che risulta inerte nella funzione respiratoria del mondo organico e che
• viene assorbito dall’aria da alcune piante, come le leguminose.
Il 21% di Ossigeno (O₂). L’elemento attivo e vitale per eccellenza. Inoltre ad altezze superiori ad una
• decina di km l’atmosfera non contiene solo l’ossigeno biatomico ma anche quello in molecole
triatomiche cioè l’ozono (O₃); questo gas assorbe le radiazioni ultraviolette dello spettro solare,
estremamente nocive per gli esseri viventi.
Lo 0,9% di Argon (Ar).
• Lo 0,03% di Anidride Carbonica (CO₂), che viene assorbita dai vegetali con la funzione clorofilliana ed
• è da questi utilizzata per fissare il carbonio. Essa contribuisce anche a trattenere il calore irradiato
dalla Terra nello spazio, per cui le sue variazioni influiscono sulla temperatura dell’aria.
Altri gas, come neon, elio, kripton, xenon, idrogeno, ozono, anidride solforosa, ammoniaca, ossido di
• carbonio, che compaiono in quantità trascurabile, che si aggira attorno allo 0,01%.
12
La propagazione del suono nell’atmosfera
Il suono si propaga nell’aria mediante collisioni multiple tra particelle. Consideriamo di avere un altoparlante
come sorgente sonora. Il magnete si muove avanti e indietro seguendo l’ampiezza del segnale elettrico che
viene applicato all’induttore su cui si appoggia. Così facendo sposta delle particelle d’aria comprimendole
prima e dilatandole poi: [Compressione e dilatazione delle particelle d’aria.]
Partendo dalla sorgente sonora, seguiamo la propagazione del suono, supponendo che prima avvenga una
compressione verso destra, poi una dilatazione verso sinistra. L’altoparlante si muove e spinge le particelle
d’aria che si trovano alla sua destra (fase A) operando una compressione. Queste, a loro volta vanno a
spingere le particelle che sono a loro vicine e trasferiscono loro l’energia che hanno ricevuto dall’altoparlante.
In seguito l’altoparlante torna indietro ed esegue una compressione nel verso opposto, ovvero una
dilatazione verso sinistra, creando una depressione davanti a sé che viene colmata dalle particelle d’aria che
si trovano nelle immediate vicinanze. Queste particelle che si muovono creano a loro volta una depressione
alla loro destra e così via. Questo procedimento fa sì che le particelle trasmettano l’energia oscillando e non
muovendosi fisicamente nella direzione di propagazione del suono.
Andamento sinusoidale della pressione atmosferica
13
Una struttura a strati
Una prima grande suddivisione separa l’atmosfera in bassa atmosfera o omosfera (fino a 100 km di altezza) e
alta atmosfera o eterosfera (oltre i 100 km di altezza).
L’omosfera è detta così perché la sua composizione chimica è uguale in ogni sua parte, poiché i diversi gas
che compongono il miscuglio gassoso mantengono inalterate le proporzioni reciproche, anche se
naturalmente si fanno sempre più rarefatti con l’altezza. Ciò avviene grazie ai fenomeni di rimescolamento
che caratterizzano questa zona.
L’eterosfera invece presenta una stratificazione dei diversi gas secondo il diverso peso molecolare ed ha
quindi una composizione chimica diversa da quella dell’omosfera.
Sulla base dei dati e degli studi più recenti, un’ulteriore suddivisione dell’atmosfera fa sì che si possano
distinguere varie parti sovrapposte, aventi ognuna caratteristiche particolari, separate l’una dall’altra da zone