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Indice

Prefazione 2

Diario di Malcolm Long, 24 ottobre 1985 3

La figura di Mikail Gorbaciov 4

La figura di Eduard Sevardnadze 4

La figura di Ronald Reagan 4

Diario di Rorschach, 25 dicembre 1984 5

Bulletin of the atomic scientists

Il ruolo del 6

Il ruolo dell'orologio dell'Apocalisse 6

Tema di Walter Kovacs, 27 maggio 1953 7

Il primo mattone del muro: il sesso 8

Diario di Malcolm Long, 25 ottobre 1985 9

Il secondo mattone del muro: la violenza 10

Diario di Rorschach, 7 maggio 1985 11

Tema di Walter Kovacs, 12 dicembre 1953 13

Il terzo mattone del muro: la famiglia 14

La figura dei Pink Floyd 14

Diario di Malcolm Long, 26 ottobre 1985 15

Il quarto mattone del muro: la maschera 16

Diario di Rorschach, 13 ottobre 1985 17

Diario di Malcolm Long, 27 ottobre 1985 18

Bibliografia 19

Prefazione

Sono qui perché ho scritto poesie: sei volumi, oltre innumerevoli traduzioni e saggi critici.

Hanno detto che è una produzione scarsa, forse supponendo che il poeta sia un

produttore di mercanzie; le macchine debbono essere impiegate al massimo.

E' ancora possibile la poesia?

Eugenio Montale, da

Si narra che la folla radunata per festeggiare il Nobel di Montale non prese affatto bene questa

affermazione. Era sicuramente un uomo dal carattere difficile, ma dal peso letterario talmente

Ossi di seppia,

pronunciato da dovergli perdonare qualsiasi sfogo: dopo in fondo, parecchie persone

hanno radicalmente cambiato il proprio modo di percepire la realtà.

Spesso il male di vivere ho incontrato:

era il rivo strozzato che gorgoglia,

era l'incartocciarsi della foglia

riarsa, era il cavallo stramazzato. Spesso il male di vivere ho incontrato, Ossi di seppia

Eugenio Montale, da in

Due secoli di letteratura e filosofia hanno cercato di spiegare con parole dal gusto mistico cosa fa

sentire l'uomo vuoto e senza senso. Montale non sopportava la tradizione, non aveva bisogno di

aforismi profetici: il male di vivere era, per lui, ora un rivo, ora una foglia, ora un cavallo.

Se fosse ancora vivo ad osservare col suo occhio ironicamente critico il mondo di oggi, forse

concorderebbe con me: in questo momento storico, il male di vivere è un muro.

Lo scopo della filosofia è erigere un muro nel punto in cui il linguaggio si ferma comunque.

Filosofia

Ludwig Wittgenstein, da

Ogni forma di linguaggio deve, prima o poi, scontrarsi con la propria incapacità di descrivere. Scopo

della filosofia è, dunque, erigere un limite materico per far sì che la mente, da esso sfidata, arrivi da

sola ad una conclusione altrimenti impossibile.

Cercherò di dimostrare come questo limite sia, effettivamente, il male di vivere stesso: a cavallo tra

quanto si può vivere e quanto si può solo dedurre. Triste constatare come troppe persone non

sappiano, o vogliano, superare quel muro dietro il quale si trova la definitiva libertà intellettuale.

In omaggio alla filosofia di Wittgenstein, porterò alla vostra attenzione un racconto, un esempio, dal

quale la vostra mente potrà arrivare al mio modo di concepire il muro.

Watchmen,

La nostra storia avrà come protagonisti due personaggi di fumetto vincitore del Premio

Hugo nel 1988: Malcolm Long, uno psichiatra dalla vita ipocritamente felice, e Rorschach, l'anomalo

eroe mascherato che protegge New York dai crimini della notte.

Chi è il malato di troppa vita?

Diario di Malcolm Long, 24 ottobre 1985.

Ore 22:34: Il mondo sa essere un posto dannatamente complicato in cui vivere.

Quando stamattina sono andato a recuperare il giornale davanti alla porta di casa, ci ho

messo qualche minuto a realizzare il peso delle parole della prima pagina.

Il governo Gorbaciov e' in carica da poco piu' di sette mesi e sembra aver gia' posto

idealmente fine alla guerra fredda. Proprio stamattina, il loro ministro degli esteri,

Sevardnadze se non sbaglio, si e' detto disponibile per controlli internazionali sul disarmo

nucleare sovietico.

Ogni americano avrebbe tutte le ragioni per sfoggiare un bel sorriso, eppure io non ci riesco.

Era da tanto che non mi capitava un periodo cosi'. Forse sto entrando di nuovo in

depressione. Ed ho anche finito il Prozac.

Troppe domande affollano la mia mente, le risposte fin troppo chiare. New York e' diventata

una citta' depravata e violenta. I crimini non si fermano solo perche' un signore in giacca e

cravatta dall'altra parte del mondo ha deciso che il giochino della guerra puo' finire. Mentre

Sevardnadze, Gorbaciov e lo stesso Reagan parlano, affianco a casa mia un cinquantenne

represso sta stuprando la nipotina. Forse, in questo stesso momento, ad un paio di isolati

da qui, un ragazzino sta accoltellando il padre perche' ha bisogno di soldi per comprare

l'MDMA. Verremo a saperlo solo domattina, quando la prima pagina del Post non sara' piu'

tanto ottimista sul futuro del mondo.

Nel frattempo, quelli del Bulletin, dato il clima di distensione, meditano di tirare indietro le

lancette dell'orologio dell'Apocalisse. Se il buon Dio tornasse ad interessarsi di questo

pianeta, non so quanto gli importerebbe della nostra previsione di vita. E sarebbe un bene:

niente piu' cinquantenni repressi, niente piu' ragazzini armati. Niente di niente.

Ora e' meglio che vada a letto, prima che mi rovini il sonno con questi pensieri.

Forse Gloria sapra' tirarmi su il morale.

Ore 23:57: Ora Gloria dorme. Posso continuare.

Quasi dimenticavo. Domattina comincero' la terapia con Walter Kovacs, quello che tutti noi a

New York conosciamo col nome di Rorschach, il vigilante notturno. L'hanno arrestato tre giorni fa:

pare abbia ucciso un certo Edgar Jacobi, forse per regolare dei vecchi conti in sospeso. Nel

frattempo, mi sono fatto mandare dal Lillian Charlton Home il dossier che avevano stilato sul

suo conto quando, da piccolo, era stato da loro. Il caso sembra interessante.

Se riusciro' a guarirlo, mi faro' un nome.

La figura di Mikail Gorbaciov

Io non mi sono addormentato una sera comunista ortodosso per svegliarmi una mattina

socialista illuminato.

Se Quasimodo fosse stato ancora vivo per sentire queste parole, ne avrebbe di certo apprezzato la

carica ermetica.

Con questa sola frase, Gorbaciov riuscì a sintetizzare lo storico cambiamento che l'URSS visse sotto

il suo governo: una rivoluzionaria apertura all'occidente, impensabile fino alla presidenza Cernenko.

Quando, nel marzo 1985, Gorbaciov divenne segretario generale del PCUS, le linee guida della sua

Glasnost

politica erano già state tracciate: la (trasparenza sulle pecche del sistema sovietico), la

Perestrojka (ricostruzione del modello economico) e l'Uskorenie (accelerazione dello sviluppo).

Quanto di più meritevole fatto dal governo Gorbaciov, però, rimane sicuramente legato alla creazione

di un clima di distensione internazionale, antesignano della fine della guerra fredda. Basti pensare

alla caduta del muro di Berlino, sostenuta dal governo URSS, e al riconoscimento del Nobel per la

pace, nel 1990, allo stesso Gorbaciov.

La figura di Eduard Sevardnadze

E' giunto il momento di capire che né il socialismo, né l'amicizia, né il buon vicinato, né il

rispetto possono essere prodotti con le baionette, i carri armati o il sangue.

Di certo dalle parti dell'ufficio ovale questa dichiarazione suscitò non poco scalpore, ma da un

giovane riformista come Sevardnadze c'era da aspettarselo.

Nel 1985, Gorbaciov lo scelse come ministro degli esteri del governo sovietico più moderato di

sempre. Tra le prime, fondamentali, decisioni da lui prese, doveroso ricordare il ritiro delle truppe

dall'Afghanistan. Dottrina Breznev,

In contrasto con la precedente che sanciva, di fatto, la sovranità sovietica su tutti gli

Dottrina Sinatra,

stati dell'unione, Sevardnadze formulò, nel 1989, la che deve il suo nome alla

My way

canzone dell'omonimo cantante. Dopo di essa, tutti gli stati dell'URSS vennero resi liberi di

scegliere la propria strada per quanto riguardava lo schieramento internazionale, senza alcuna

pressione da parte della madre patria russa.

La politica moderata e pronta al dialogo di Sevardnadze venne, da molti esponenti conservatori del

PCUS, interpretata come un tradimento della patria, tanto che, nel 1990, l'ala militarista del governo

tentò un putsch per rovesciare lui e Gorbaciov, senza, però, nessun risultato.

La figura di Ronald Reagan

Signor Gorbaciov, se lei cerca la pace, se cerca prosperità per l'URSS e l'Europa dell'est,

signor Gorbaciov venga a questa porta, apra questa porta e abbatta questo muro.

Mai come nel discorso tenuto davanti alla porta di Brandeburgo Reagan palesò di aver avuto

trascorsi da attore.

Eletto presidente degli USA nel 1981, il suo primo mandato non fece altro che ricalcare la politica

conservatrice del suo predecessore, Jimmy Carter. La tendenza di quei quattro anni, caratterizzati da

un inasprimento dei rapporti con l'URSS, venne, però, invertita in concomitanza con l'elezione del

governo Gorbaciov.

Da allora, i due capi di stato si incontrarono più e più volte, al fine di stilare una serie di accordi sul

disarmo nucleare e sulla non belligeranza. Nel momento del crollo dell'URSS, Reagan venne salutato

come un eroe nazionale, nonostante molti politologi, fino a pochi mesi prima, sostenessero il

contrario.

Diario di Rorschach, 25 dicembre 1984.

Ore 20:47: Luci fuori dalla finestra.

Le strenne appese ai lampioni ignorano quanto gli scorre sotto.

Macchina grigia, ultimo modello. Corre verso la 225esima. Cinema hard.

Urla di donna dal vicolo. Solita storia.

Ore 23:14: Ora posso uscire.

Indosso il trench e la mia vera faccia.

All'angolo della 227esima dei ragazzini tentano di scassinare la farmacia.

Cercano oppiacei.

Mi riconoscono.

Il terrore luccica nei loro occhi. Implorano pieta'. Scappano.

Li lascio vivere.

Ore 23:58: C'è chi si ostina a chiamarlo Natale.

Bulletin of the atomic scientists

Il ruolo del

Credo che stiamo rapidamente raggiungendo l'epoca in cui una società industriale tocca il

punto di non ritorno, un punto oltre il quale il recupero da una distruzione generalizzata

diventa letteralmente impossibile.

I pericoli che fronteggiamo, Bulletin of the atomic scientists

Harrison Brown, da in

Nel 1945, dalle ceneri del progetto Manhattan nacque una delle iniziative scientifiche più brillanti del

Bulletin,

XX secolo: il una rivista fondata da fisici, ideata, inizialmente, al fine di informare i cittadini

americani circa gli sviluppi degli studi sugli armamenti nucleari.

Bulletin

Ben presto, però, il tono del divenne meno entusiastico. Realizzato il rischio di una guerra

atomica su scala mondiale, i redattori della rivista iniziarono una lunga serie di editoriali, con l'idea di

sensibilizzare la popolazione al rischio di una terza guerra mondiale.

Bulletin Fallimento

Gli stessi fisici del dividono, ad oggi, la storia della rivista in tre fasi: il (il governo

Pericolo

Roosevelt non era riuscito ad imporre un controllo internazionale sugli armamenti atomici), il

Paura

(anche l'URSS era riuscita a dotarsi di una bomba H) e la (durante la crisi dei missili di Cuba il

rischio di un conflitto atomico toccò livelli mai raggiunti).

Bulletin

Attualmente, il è ancora attivo, anche se nel novembre 2008 è stato annunciato il ritiro della

versione cartacea a favore di quella on­line.

Il ruolo dell'orologio dell'Apocalisse

No. Neppure al cospetto dell'Apocalisse. Nessun compromesso.

Un mondo più forte d'amore, Watchmen

Rorschach, da in

L'annuncio dell'URSS riguardante la creazione di una bomba atomica sovietica scosse parecchio la

Bulletin,

coscienza scientifica americana. I fisici del per simboleggiare la vicinanza al definitivo

conflitto atomico, idearono l'orologio dell'Apocalisse, la cui mezzanotte coincide con l'estinzione della

razza umana.

Nel 1947, al momento della sua creazione, venne regolato sui 7 minuti alla mezzanotte. Nel corso

degli anni, l'orario cambiò parecchio, arrivando ad indicare dai 17 minuti alla mezzanotte ai 2 minuti ai

12 rintocchi.

L'ultimo cambiamento è stato effettuato nel 2007, quando la lancetta è stata spostata sui 5 minuti alla

mezzanotte. Le motivazioni che portarono a questa scelta furono alquanto singolari.

On January 17, 2007, the Bulletin of the atomic scientists moved the minute hand of the

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