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Tesina - Premio maturità 2009
Titolo: Il generatore di vapore
Autore: Indellicati Giovanni
Descrizione: l'argomento tecnico illustra un generatore di grandi dimensioni di ultima generazione(manca l'allegato del progetto in quanto troppo grande,sul quale inoltre vi è la lista di tutti i materiali della perte in pressione),come è strutturata ed il suo fun
Materie trattate: Meccanica,tecnologia Dei Materiali,costruzioni Di Macchine,sistemi E Automazione,inglese.
Area: tecnologica
Sommario: Meccanica,il generatore di vapore,il funzionamento.Tecnologia dei materiali,la classificazione degli acciai,anlisi dei materiali utilizzati per le parti in pressione.Costruzione di macchine,la saldatura,il procedimento tig,la wps.Inglese, the tig welding.Sistemi e automazione,un circuito pneumatico di emergenza.Segue letteratura,Pirandello,la concezione vitalistica,la maschera.Storia,dal biennio rosso al fascismo,l'ascesa mi Mussolini.Diritto ed economia industriale,l'azienda.
I tubi del vaporizzatore, che costituiscono le pareti (schermi) della camera di
combustione, sono affiancati l’uno all’altro e uniti da membranature.
La soluzione delle pareti di caldaia a pannelli con membrane saldate ha portato
diversi vantaggi:
• fabbricazione di buona parte dei pannelli con saldature automatizzate;
• preassiemaggio in officina;
• abolizione quasi completa di rivestimenti refrattari per alte temperature con
esposizione alla fiamma;
• conseguimento di buone tenute alla pressurizzazione;
• ottenimento di bassi eccessi d’aria.
I tubi sono in genere verticali, ma possono anche essere realizzati a spirale per
ottenere una omogenea ed equilibrata distribuzione dei flussi termici afferenti ogni
singolo tubo nel suo percorso
in camera di combustione, evitando così l’interposizione di miscelatori intermedi. 8
In talune caldaie sono stati adottati, per la zona vaporizzante in prossimità dei
bruciatori, dei tubi rigati internamente a elica: per tubi di piccolo diametro, utilizzati
nelle caldaie UP, detta rigatura è costituita da un’elica a semplice principio, mentre
per tubi di diametro maggiore, utilizzati nelle caldaie a circolazione naturale di
grande potenzialità, l’elica interna è a più principi.
Con tale accorgimento si contrasta l’ebollizione a film e la conseguente
sovratemperatura del metallo e si riducono i fenomeni di instabilità nella
circolazione dell’acqua nei tubi, spostando il DNB a valori piu elevati di titolo di
vapore. 9
Dal vaporizzatore si passa nel surriscaldatore, che ha lo scopo di innalzare la
temperatura del vapore a pressione costante, in modo da realizzare un maggiore
salto entalpico in turbina.
Il surriscaldatore è costituito da fasci di tubi, collegati alle estremità ad appositi
collettori: dal collettore d’entrata il vapore alimenta in parallelo i tubi e li attraversa
a forte velocità, a vantaggio del coefficiente di trasmissione tra la parete del tubo e
il vapore. Il surriscaldatore primario o di bassa temperatura è in genere collocato
nella prima parte del condotto verticale dei gas, al di sopra dell’economizzatore,
mentre il surriscaldatore secondario o finale si trova in corrispondenza della parte
alta della caldaia, al di sopra del naso.
Nel primo caso il surriscaldatore è formato da serpentine orizzontali in
controcorrente, nel secondo caso è formato da serpentine in equicorrente, sospese
verticalmente, sostenute dall’alto e ancorate all’esterno del cielo di caldaia.
Si ricorre talvolta all’adozione di un banco di serpentine o di una parete completa di
surriscaldatore (radiant roof e platen) esposta all’irraggiamento della camera di
combustione in quanto, al cresceredella potenzialità e della pressione della caldaia,
diminuiscono le calorie necessarie per la vaporizzazione e quindi il calore da cedere
all’acqua nei tubi del vaporizzatore.
Il fluido nelle serpentine può circolare in equicorrente o in controcorrente rispetto ai
gas.
Normalmente il sistema equicorrente viene impiegato per poter meglio raffreddare il
metallo delle serpentine a contatto con i fumi a più alta temperatura. In
controcorrente il fluido da riscaldare viene posto inizialmente a contatto con la zona
finale dove i fumi sono meno caldi: in tal modo si ottiene il raffreddamento 10
massimo del fluido riscaldante e, nel contempo, un’elevata differenza di
temperatura tra i due fluidi a vantaggio dello scambio termico.
Tra il surriscaldatore primario e quello secondario è inserito un attemperatore o
desurriscaldatore. Il desurriscaldatore è costituito da un tubo attraversato
dal vapore nel quale, tramite un iniettore, può venire spruzzata acqua di alimento
che abbassa la temperatura
Il vapore in uscita dal surriscaldatore finale confluisce in collettori, dai quali si
dipartono le tubazioni di collegamento con la turbina
Dopo una prima parziale espansione nella turbina il vapore ritorna in caldaia per
risurriscaldarsi. 11
. Il risurriscaldatore è formato da banchi di serpentine ed è generalmente sistemato
nel condotto orizzontale dei gas, dopo i banchi del surriscaldatore finale, e talora,
parzialmente,anche in quello verticale discendente.
La regolazione della temperatura del vapore risurriscaldato comporta alcuni
problemi perché, al diminuire del carico, diminuisce la temperatura del vapore ed è
quindi necessario cedere al risurriscaldatore una percentuale di calore maggiore che
ai carichi più alti.
E’ evidente che proporzionare le superfici di scambio per il carico minimo significa
dare ad esse dimensioni eccessive per il carico nominale; d’altra parte il
desurriscaldamento del vapore risurriscaldato è un fatto negativo per il rendimento
di caldaia.
Si regola perciò la temperatura con l’inclinazione variabile dei bruciatori e con la
ricircolazione dei gas, prelevati all’uscita di caldaia ed immessi sul fondo della
camera di combustione.
Circolazione dell’acqua in caldaia
Assicurare un’efficace circolazione della miscela acqua-vapore nei tubi del
vaporizzatore è un problema di importanza fondamentale nel progetto di un
generatore di vapore in quanto la insufficiente circolazione in un tubo crea un
ristagno di bolle di vapore sulla sua superficie interna,con conseguente aumento
locale della temperatura del metallo.
Inoltre nelle zone di ristagno del vapore, così come nelle zone di maggiore
evaporazione, tendono a depositarsi gli ossidi trasportati dall’acqua e dal vapore:
hanno così inizio fenomeni di incrostazione e corrosione che portano in breve
tempo alla rottura del tubo.
Qualora la circolazione fosse particolarmente insufficiente, si correrebbe il rischio
di una forte diminuzione del coefficiente di scambio termico fra superficie interna
del tubo ed acqua, con il raggiungimento, per i tubi esposti alla fiamma, di
temperature inaccettabili per la vita dei tubi stessi.
L’analisi di tutti i fattori che influenzano la circolazione è assai complessa e le
soluzioni adottate per il suo perfezionamento hanno portato alla costruzione di
caldaie sostanzialmente differenti tra di loro, che possono essere raggruppate in
quattro tipologie principali:
• a circolazione naturale,
• a circolazione controllata o assistita,
• a circolazione forzata,
• a circolazione combinata. 12
Classificazione degli acciai
Gli acciai sono suddivisi in due gruppi principali:
Gruppo 1: Acciai designati in base al loro impiego e alle loro caratteristiche
meccaniche o fisiche.
Gruppo 2 : Acciai designati in base alla loro composizione chimica.
Gruppo 1: Acciai designati in base al loro impiego e alle loro caratteristiche
meccaniche o fisiche.
Questi acciai sono generalmente impiegati allo stato grezzo di laminazione o, in
casi eccezionali, dopo ricottura di normalizzazione.
La destinazione deve comprendere i seguenti simboli principali:
E = acciai per costruzioni meccaniche
L = acciai per tubi di condutture
P = acciai per impieghi sotto pressione
S = acciai per impieghi strutturali
Ciascuno seguito da un numero pari al carico unitario di snervamento prescritto, in
N/mm2,corrispondente alla gamma di spessore più ridotto;
B = acciai per cemento armato, seguito da un numero pari al carico unitario di
snervamento caratteristico, in N/mm2 13
Y = acciai per cemento armato precompresso, seguito da un numero pari al
carico unitario di rottura minimo prescritto, in N/mm2;
R = acciai per o sotto forma di rotaie, seguito da un numero pari al carico
unitario di rottura minimo prescritto, in N/mm2;
H = prodotti piani laminati a freddo di acciaio ad alta resistenza, per
imbottitura a freddo, seguito da un numero pari al carico unitario di snervamento
minimo prescritto, in N/mm2; qualora venga specificato soltanto il carico unitario di
rottura, occorre aggiungere la lettera T seguita da un numero pari al carico unitario
di rottura minimo prescritto, in N/mm2;
D = prodotti piani per formatura a freddo (esclusi quelli considerati in e),
seguito da una delle seguenti lettere:
C per prodotti laminati a freddo;
D per prodotti laminati a caldo destinati alla formatura a freddo;
X per i prodotti il cui stato di laminazione non è specificato.
Per ragioni di spazio si omettono i simboli T (relativo alla banda nera per
imballaggio, stagnata e cromata) ed M (relativo agli acciai magnetici).
Gruppo 2 : Acciai designati in base alla loro composizione chimica
Questo gruppo è suddiviso nei seguenti quattro sottogruppi:
Sottogruppo 2.1: acciai non legati (ad eccezione degli acciai per lavorazioni
meccaniche ad alta velocità) con tenore medio di manganese < 1%,
La designazione deve comprendere i seguenti simboli, nell’ordine indicato:
- la lettera C;
- Un numero pari a 100 volte il tenore percentuale di carbonio medio prescritto.
Sottogruppo 2.2: acciai non legati con tenore medio di manganese ≥ 1%,
acciai non legati per lavorazioni meccaniche ad alta velocità ed acciai legati (ad
eccezione degli acciai rapidi) il cui tenore in massa di ciascun elemento di lega è <
5%.
La destinazione deve comprendere i seguenti simboli, nell’ordine indicato:
- un numero pari a 100 volte il tenore percentuale di carbonio medio prescritto;
- I simboli chimici che indicano gli elementi di lega che caratterizzano l’acciaio;la
successione dei simboli deve essere in ordine decrescente rispetto al valore dei
corrispondenti tenori;
- I numeri indicanti i valori dei tenori degli elementi di lega; ciascun numero,
separato da un trattino, rappresenta il tenore percentuale medio dell’elemento 14
corrispondente moltiplicato per i fattori riportati nel seguente prospetto ed
arrotondato al numero intero più vicino.
Elementi chimici fattore
Cr, Co, Mn, Ni, Si, W ____________________________________ 4
Al, Be, Cu, Mo, Nb, Pb, Ta, Ti, V, Zr _______________________10
Ce, N, P, S ___________________________________ 100
B ___________________________________1000
Sottogruppo 2.3: acciai legati (ad eccezione degli acciai rapidi) il cui tenore in
massa di almeno un elemento di lega è ≥ 5%.
La designazione deve comprendere i seguenti simboli, nell’ordine indicato:
- La lettera X;
- Un numero pari a 100 volte il tenore percentuale di carbonio medio prescritto;
- I simboli degli elementi di lega che caratterizzano l’acciaio; la successione dei
simboli deve essere in ordine decrescente rispetto al valore dei corrispondenti
tenori.
- I numeri indicanti i valori dei tenori degli elementi di lega; ciascun numero,
separato da un trattino, rappresenta il tenore percentuale medio dell’elemento
corrispondente, arrotondato al numero intero più vicino.
Sottogruppo 2.4: acciai rapidi
La designazione deve comprendere i seguenti simboli, nell’ordine indicato:
- Le lettere HS;
- I numeri indicanti i valori percentuali degli elementi di lega, riportati nel seguente
ordine:
Tungsteno ( W ) ;
Molibdeno ( Mo ) ;
Vanadio ( V ) ;
Cobalto ( Co ) ;
ciascun numero ,separato da un trattino, rappresenta il tenore medio percentuale
dell’elemento corrispondente, arrotondato al numero intero più vicino. 15
Saldatura TIG
La Saldatura TIG (Tungsten Inert Gas) o GTAW (Gas Tungsten Arc Welding),
con elettrodo
secondo la terminologia AWS, è un procedimento di saldatura ad arco
infusibile (di tungsteno), sotto protezione di gas inerte, che può essere eseguito con
o senza metallo di apporto. La saldatura TIG è uno dei metodi più diffusi, fornisce
giunti di elevata qualità, ma richiede operatori altamente specializzati. Questa
tecnologia di saldatura fu sviluppata inizialmente per l'industria aeronautica nel
Seconda guerra mondiale per sostituire sugli aerei i rivetti con saldature
corso della
(molto più leggere a parità di resistenza).
[1]
Linee generali del procedimento
Il procedimento si basa su una torcia in cui è inserito l'elettrodo in tungsteno,
attorno a cui fluisce il gas di protezione che, attraverso un bocchello di materiale
ceramico, è portato sul bagno di fusione. L'operatore muove la torcia lungo il giunto
per spostare il bagno di fusione, mentre, nel caso che sia richiesto materiale
d'apporto, contemporaneamente sposta la bacchetta del materiale in modo tale da