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Tesina - Premio maturità 2009
Titolo: il culto del bello come ideale di vita perfetta
Autore: Sarperi Giulia
Descrizione:
Materie trattate: Italiano, Storia, Diritto
Area: umanistica
Sommario: Il culto del bello oggi Italiano: estetismo, d'annunzio, il piacere Storia: razza ariana Diritto: art 3 costituz
ITALIANO:
Estetismo e
Gabriele
D’Annunzio
IL CULTO DEL
DIRITTO: STORIA:
BELLO COME
Uguaglianza L’ideologia
IDEALE DI
Art 3 nazista e la
VITA
Costituzione razza ariana
PERFETTA
TEDESCO:
Olocausto
Brecht
Quella che Enzo Spaltro, noto professore di psicologia, chiama la "fine della fame", vale a dire
l'ingresso nella società dell'abbondanza dopo decenni di società della scarsità, ci sta rovesciando
Essere o
addosso una valanga di problemi. Negli anni 50 il mondo si agitava nel dubbio esistenziale:
Apparire? Un giovanotto d'oggi direbbe: "La seconda che hai detto". Infatti e' stata questa la loro
scelta, forse inconsapevole: edonismo sfrenato e consumi esagerati. E' successo quindi che gli
italiani, campioni nell'arte di arrangiarsi, si siano ritrovati passo dopo passo a dover gestire i
problemi (che non appaiono tali, ma lo sono) della società del superfluo.
E non sempre un ambiente in cui conta così tanto "apparire" e' davvero appagante.
Anche le famiglie che si sono di colpo arricchite con vincite multimiliardarie, quasi sempre sono
finite male. Sarà difficile "Essere", ma "Apparire" e' ancora più dura. E' vero: oggi non si nega a
nessuno un quarto d'ora da protagonista; trascorrendo cento giorni chiusi in un appartamento a
farsi la doccia davanti alle telecamere in diretta, anche dei ragazzi banali diventano divi ammirati;
confessare un tradimento tra le lacrime dell'amata, sempre rigorosamente in diretta televisiva, fa
tendenza e produce successo, tutto vero. Ma dover tendere ad essere sempre in primo piano,
sempre protagonista, con i muscoli tesi, abbronzati e griffati in ogni momento, che prezzo ha? Come
ci guardiamo intorno vediamo cartelloni che mostrano modelle anoressiche che indossano capi
firmati, ragazze in fila fuori dalla boutique di Louis Vitton per accaparrarsi una borsa al costo di
950€, uomini che si depilano e stanno ore ed ore davanti a uno specchio diventanto peggio delle
donne. Se provi ad uscire di casa, specialmente se si tratta di adolescenti, senza un capo firmato o
senza il cellulare di ultima moda sei considerato un niente. Il mondo è cambiato vediamo già le
dodicenni andare in giro da sole, truccate e vestite come se lavorassero in un night che per apparire
più grandi sarebbero pronte ad affrontare qualunque trasgressione, non limitandosi naturalmente a
sigarette o alcol, senza rendersi conto però che i valori sono essenzialmente altri.
… l' artista si pone l' obiettivo di ricercare e conseguire il bello, il sublime, in qualunque modo egli voglia e possa esprimersi
a cominciare dalla sua stessa vita. Il piacere diviene il fine ultimo, la giovinezza, la potenza, la nobiltà vengono riscoperte
come valori assoluti, da ammirare in tutti i suoi aspetti: sembrerebbe che l'estetismo sia la scelta di un uomo sicuro e già
forte di per se….
L'Estetismo è un movimento che si sviluppa a partire dal Decadentismo. Questo movimento trova il suo massimo
splendore grazie alle opere di Gabriele d’Annunzio, Oscar Wilde e Huysmann. D’Annunzio è indotto a trasformare la vita
in opera d'arte (la cosiddetta vita inimitabile), dedicandosi al culto della bellezza in assoluta libertà materiale e spirituale,
in contrapposizione con la volgarità del mondo borghese. In Inghilterra Oscar Wilde costruì un personaggio individualista
nel Ritratto di Dorian Gray (1891), in cui il protagonista, innamorato della propria eccezionale bellezza, tenta di
conservare per sempre la gioventù. In ambito poetico, il movimento trova dei precursori in Baudelaire, Verlaine,
l'arte per il gusto dell'arte
Rimbaud e Mallarmé cioè i simbolisti. Il principio fondamentale dell'Estetismo — —
consiste nel vedere l‘Arte come rappresentazione di se stessa, possedente una vita indipendente proprio come il Pensiero.
Essa non ha alcun rapporto con l'epoca in cui si sviluppa, anzi è spesso contraria ad essa. Altra dottrina molto importante
per gli esteti è questa: “nel momento in cui l'Arte rinuncia alla fantasia per la realtà, rinuncia a se stessa”. Anche la
Natura stessa si modifica a immagine dell'Arte; gli unici effetti che essa può mostrarci sono quelli visibili grazie alla
poesia o ai dipinti. L'Estetismo presenta un continuo invito a godere della giovinezza fuggente, un edonismo(il piacere
individuale costituisce il bene più alto)nuovo. La figura dell'Esteta, è stata consacrata da 3 opere:
•“Il piacere” di Gabriele d’Annunzio in Italia;
•“Il ritratto di Dorian Gray” di Oscar Wilde in Inghilterra
• “A rebours” di Joris-Karl Huysmans in Francia
1863. Nasce a Pescara
1874. S trasferisce a Prato al liceo Cicognini
1879. Pubblica la prima raccolta Primo Vere
1881. Si trasferisce a Roma
1889-90. Presta servizio militare
1889. Pubblica il romanzo Il piacere
1892. Incontro con la filosofia di Nietzsche
1894-1903 Relazione con Eleonora Duse
1897. È eletto deputato
1898. Si ritira a Firenze nella villa La Capponcina
1904. Pubblica Maia, Elettra e Alcyone
1916. Si procura lesioni all’occhio destro
1921. Pubblica Notturno
1938. Muore nella sua villa a Gardone
Il rappresentante italiano dell’Estetismo e del Decadentismo (D’Annunzio)
D’annunzio è allo stesso tempo esteta e decadente.
•E’ esteta perché cerca di trasferire il suo gusto estetizzante alla vita, coltivando l’eleganza e indulgendo al gesto clamoroso. Egli
adora circondarsi di raffinate opere d’arte e conduce una vita dispendiosa che lo porta ad indebitarsi (vita inimitabile).
•E’ decadente perchè rifiuta il metodo scientifico e razionale, ricorre al simbolismo, esprime il panismo, afferma la superiorità
dell’arte (infatti l’Estetismo deriva dal Decadentismo) e rivendica il privilegio dell’artista rispetto alle masse.
In d’Annunzio l’estetismo ed il decadentismo hanno in comune un aspetto molto importante: la vita inimitabile che si trasforma
in mito di massa (cioè il superuomo o poeta vate). La vita inimitabile infatti è rappresentata dalla ricerca dei piaceri e della
bellezza (Estetismo) mentre il mito di massa è il poeta vate che ha il compito di indicare alla folla gli obiettivi da raggiungere
(Decadentismo). Gabriele D'Annunzio crea intorno alla propria figura le molteplici leggende dell'eroe impavido, dell'amante
fatale, del genio inesauribile. Egli con il romanzo “Il piacere” inaugura il Decadentismo da cui deriva appunto l’Estetismo. I
decadenti infatti affermano la superiorità dell’arte basandosi sull’Estetismo in cui l’arte è essenziale.
Il superuomo come conseguenza dell’Estetismo (D'Annunzio)
La figura del superuomo nasce in d’Annunzio conseguentemente a quella di Il poeta che si affida all’estetica per costruire
esteta.
la propria vita come un’opera d’arte, sfugge alla realtà e rifiuta i valori morali della società borghese: matrimonio, eterosessualità,
comportamenti mondani.
D’annunzio è un “eroe decadente”, un esteta esasperato, tanto diverso dall’eroe classico e da quello romantico. Più che un
immorale è un amorale, in quanto in lui il senso del bello, al primo posto nella scala dei valori, ha fatto dimenticare i valori di
bontà e di giustizia. Egli ossessionato dal raggiungimento del sublime e del bello disprezza tutto ciò che è mediocre o banale. Egli
è chiuso nella sua eleganza come in un bozzolo di seta e persegue quei piaceri che sono propri di un’élite fatta di persone speciali,
eccezionali. Per questo motivo il superuomo giunge ad un fallimento inevitabile. D’Annunzio si collega al filosofo Friedrich
Nietzsche, anche se in D’Annunzio la figura del superuomo mantiene una forte componente estetizzante.
Il piacere (D’Annunzio)
Nel 1889 fu pubblicato il romanzo “Il piacere”. Il protagonista è Andrea Sperelli, un giovane aristocratico che ama l’eleganza e
l’arte; il suo estetismo lo porta a trascurare la vita pratica a favore di un’idealizzazione dell’amore e del bello. Andrea è
combattuto tra due donne: Elena Muti che incarna la donna fatale e l’erotismo lussuoso, e Maria Ferres donna angelo e pura. Vi è
una continua lotta tra la voglia inappagata nei confronti di Elena (la quale si è sposata) e il rifugio sicuro presso Maria, la quale
però rifiuta il protagonista lasciandolo solo nella sua sconfitta. In questo romanzo si nota perfettamente che d’Annunzio è
contemporaneamente esteta e decadente. Il protagonista, con la sua vita raffinata, rappresenta l’esteta per eccellenza (Estetismo)
ma allo stesso tempo egli non trova l’amore idealizzato, giungendo inevitabilmente alla sconfitta (Decadentismo).
Il Vittoriale