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Tesina sul passaggio dalla società rurale alle borgate cittadine. Pier Paolo Pasolini riuscì a raccontare con estremo realismo il contesto sociale che si creò nel secondo dopoguerra, passando dalla campagna contadina del Friuli alle periferie di Roma
Italiano - Pasolini: il romanzo "Ragazzi di vita" e il racconto "Romàns"
Scienze umane - Sociologia: la devianza sociale; Pedagogia: le pedagogie di strada (don Milani, Freire e Illich)
Storia - Il secondo dopoguerra
Perché ho scelto questo tema
Tutto è iniziato con una domanda banale: perché nelle scuole della nostra regione non vengono
insegnati gli autori nati in Friuli? Il mio pensiero era andato a Pietro Zorutti e Caterina Percoto,
personaggi che furono importantisimi a livello locale e non solo nei secoli scorsi, fino a toccare il
Pier Paolo Pasolini che visse in questa regione e a cui egli fu molto legato, nei temi e nel dialetto.
Ciò che mi attraeva maggiormente di quest'ultimo, insieme alla Percoto, era la sua descrizione di
un'umanità di periferia, immersa in un alone impenetrabile di povertà e degrado che strideva, se
comparata con i salotti “perbene” delle grandi città. Gli stessi che riempiono la pellicola “La grande
bellezza” di Paolo Sorrentino, a cui peraltro il titolo di questa tesina si rifà, modellandolo su una
società che rivedeva la luce dopo un ventennio di dittatura fascista: “La grande miseria”.
Ecco quindi un tema che mi da la possibilità di raccontare l'ambiente rurale di questa regione nel
dopoguerra, collegato dalla stessa “penna” alle borgate romane, dove l'umanità si scontra a pugni
chiusi con la realtà degradante del quotidiano. Questo mutamento coinvolge inevitabilmente le
scienze umane, che con il boom economico si trovarono a studiare una società scossa da un
cambiamento sempre più veloce, fino a sfociare in vere e proprie devianze sociali.
Una nuova società richiede però nuove pedagogie, e queste emergono sempre di più dagli stessi
nuclei periferici a cui tendono la mano, consapevoli che l'istituzione scolastica dell'epoca crea solo
disuguaglianze, barricandosi dietro ai merletti di una cultura autoreferenziale e accessibile solo alla
classe dominante. Degli ultimi, dei “ragazzi di vita” a questa non interessa niente, li caccia
bocciandoli e facendoli sentire inferiori. Ma per Pasolini sono loro, invece, i più “puri”, i custodi
inconsapevoli di un'arcaicità e fratellanza l'un con l'altro che la campagna contadina, da cui l'autore
proviene, sta lentamente perdendo. Ed è a loro, quindi, che il poeta corsaro si interessa nel proprio
studio antropologico, partendo già dai giovani di quel Friuli materno che lo ha cacciato con
vergogna, finendo nelle più remote borgate di una Roma distrutta dalla Seconda Guerra Mondiale
da poco terminata.
L'anniversario dei 40 anni dalla morte di Pasolini, ancora oggi macchiata di dietrologismi che
rendono ancora più misteriosa la figura di questo artista, non ha fatto altro che aumentare il mio
interesse per lui e al suo modo di raccontare la realtà, finendo per essere il filo conduttore dei temi
trattati in queste pagine.
La Grande Miseria. Il passaggio dalla società rurale alle borgate cittadine 3
Pier Paolo Pasolini: vita e opere
Pier Paolo Pasolini nasce a Bologna il 5 marzo 1922. Suo padre proviene da Ravenna ed è un
ufficiale dell'esercito, mentre la madre è friulana di Casarsa della Delizia ed è maestra elementare. A
causa dei continui spostamenti del padre per lavoro, Pasolini segue la sua famiglia in numerose città
e paesi del Nord Italia durante la propria infanzia, arrivando così nella terra natale della madre nel
1928, durante l'arresto del padre in caserma per debiti di gioco. L'anno dopo si trasferisce a Sacile e
vi ritorna ad abitare anche nel 1931, dopo un breve soggiorno a Idria, e quì il giovane Pasolini
prende il treno per Conegliano Veneto quotidianamente, per raggiungere il Ginnasio.
Passa poco tempo e la famiglia Pasolini cambia di nuovo casa: prima Cremona, poi Scandiano, in
Emilia Romagna, da dove raggiunge Bologna per terminare gli studi classici al Liceo Galvani.
Durante gli anni dell'adolescenza, il futuro poeta corsaro matura la propria passione per la
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letteratura, soprattutto per la poesia , in cui lega i propri versi ai vari dialetti (emiliano, veneto,
friulano) con cui si imbatte durante i suoi molteplici trasferimenti. Centrale, in questo perido, è il
legame con la terra materna, in cui torna ogni estate e ne assimila le diverse inclinazioni
linguistiche.
Intanto, la Seconda Guerra Mondiale si intreccia con la vita di Pasolini: chiamato alle armi poco
prima dell'8 settembre 1943, all'annuncio dell'armistizio il futuro scrittore fugge a Casarsa con la
madre Susanna e il fratello Guidalberto. Il paesino friulano è ritenuto più sicuro di Bologna, ma il
suo snodo ferroviario, che collega Udine con Venezia, ne fa un punto strategico da bombardare,
come testimonia Nico Naldini nel suo libro Breve vita di Pasolini.
Qui, con l'aiuto della madre, da vita a una piccola scuola per i ragazzi che, a causa del conflitto, non
possono continuare gli studi: questa esperienza segnerà il suo imminente futuro, quello di maestro
elementare, che lo porterà ad insegnare a Versuta, paesino dove nel '44 scappa con la genitrice e che
lo stesso Pasolini definisce “un villaggio perduto / tra rogge e viti” in La religione del mio tempo
del 1961, fino a Valvasone, nella Destra Tagliamento.
A segnare per sempre la vita di Pasolini è anche la decisione del fratello di unirsi ai partigiani della
Brigata Osoppo (composta da anti-fascisti non appartenenti all'ala comunista): il giovane non
tornerà più, ucciso il 12 febbraio 1945 a Porzûs da un gruppo di combattenti della Brigata Garibaldi,
formata da comunisti, il cui direttivo poco tempo prima aveva ordinato alla Osoppo di unirsi a lei. È
uno dei capitoli più neri della Resistenza, che però la famiglia Pasolini apprenderà in modo confuso
e la verità verrà svelata solo anni dopo. Ciò nonostante, Pier Paolo aderisce al Partito Comunista
Italiano e ne diviene uno degli esponenti di spicco in regione, fino al 1950, anno della fuga dal
Friuli verso Roma.
1 La sua tesi di laurea sarà su Giovanni Pascoli
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A provocare ciò è lo scandalo che scoppia in seguito alla notizia dell'omosessualità dello scrittore,
amplificato e condannato dalla stampa locale, soprattutto quella di sinistra. Con Susanna, quindi,
giunge nella Capitale dove, per mantenersi, fa il correttore di bozze e continua ad insegnare in una
scuola media parificata di Ciampino. Qui studia lo stile di vita delle borgate romane, vivendole sulla
propria pelle, ne apprende il linguaggio e riversa quanto appreso in due libri fondamentali per la sua
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carriera: Ragazzi di vita , esordio narrativo del 1955, e Una vita violenta, del 1959, entrambi
ambientati nelle periferie povere e degradate della Roma del dopoguerra, senza una trama ben
definita e incentrati unicamente sui ragazzi, protagonisti di quelle zone.
Nonostante il trattamento che gli ha riservato in Friuli, Pasolini non abbandona la tessera del PCI e
continua nel suo impegno politico, attraverso le proprie opere letterarie. A queste si aggiungono
anche quelle cinematografiche, a partire dal 1961, anno in cui esce Accattone, tratto dai romanzi
precedentemente citati e riguardante sempre la periferia romana. Nel '62 è il turno di Mamma Roma,
pellicola con protagonista l'attrice Anna Magnani e ambientata durante la Seconda Guerra
Mondiale. Il ruolo di regista e sceneggiatore porta Pasolini a lavorare su oltre una ventina di film,
collaborando con personaggi come Federico Fellini e Maria Callas, oltre a spaziare anche nel teatro
(Turcs tal Friul, I fanciulli e gli elfi, ecc...).
La fame di avventure e di scoprire culture nuove porta Pasolini in giro per il mondo: dall'Africa
dove ci va con l'amico Moravia, al Medio Oriente, dove gira il film I fior delle mille e una notte nel
'73. I tempi magri dell'arrivo a Roma sono ormai un lontano ricordo, la fama di questo artista è
grandissima, amplificata dalla sua collaborazione con giornali importanti come il “Corriere della
Sera”, dove, tra le altre, tiene le rubriche della posta dei lettori.
Negli anni '70, oltre ad attirare l'attenzione del pubblico per le sue opere che destano grande
scandalo (tra cui Il Decameron, denunciato per pornografia), Pasolini trova anche la morte: viene
assinato, il 2 novembre 1975, presso l'idroscalo di Ostia per mano di Pino Pelosi, all'epoca
diciasettenne, uno dei tanti “ragazzi di vita” avvicinato dallo stesso scrittore per avere un rapporto
sessuale. Per lungo tempo, sull'omicidio sono circolate voci di un complotto da parte di estremisti di
destra, ma il biografo-cugino di Pasolini, Nico Naldini, non ha dato mai peso a questa teoria. Per lui
è veritiera, invece, la versione di Pelosi: in seguito a una lite, il ragazzo aveva picchiato il
compagno con un bastone, per poi investirlo ripetutamente con l'auto dello scrittore, fino a
sfondargli la cassa toracica. Una fine orribile, peggiore di qualsiasi scena mai descritta da Pasolini
in uno dei suoi romanzi.
2 Il libro sarà denunciato dalla Presidenza del Consiglio, allora presieduta dal democristiano Antonio Segni, di
pornografia La Grande Miseria. Il passaggio dalla società rurale alle borgate cittadine 5
Da “Romàns” a “Ragazzi di vita”
La raccolta di racconti Romàns di Pier Paolo Pasolini, scritta probabilmente tra il 1948 e il 1949,
inizia con un prete in crisi con la propria anima, che arriva in un paesino del Friuli rurale e
contadino, come prima esperienza di sacerdozio. A dare il nome al libro è il testo principale e più
lungo, Romàns appunto, incentrato sull'arrivo e la vita di un giovane curato nei luoghi materni
dell'autore. L'opera, curata dall'amico e cugino di Pasolini, Nico Naldini, contiene i temi più
importanti per gli anni friulani di Pasolini e che saranno centrali anche in futuro. In particolare
l'ambientazione: il treno che apre il racconto procede spedito nella pianura friulana, dopo aver
lasciato il Veneto, luogo natio del protagonista, Don Paolo.
Quest'ultimo, nel suo vagone, fa subito la conoscenza dei due personaggi che determineranno la sua
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vita a San Pietro, paese in cui è stato inviato come sacerdote appena uscito dal seminario: Renato,
giovane insegnante comunista, e Cesare, ragazzino del luogo senza tanti pensieri per la testa.
Siamo nel secondo dopoguerra e Romàns è un piccolo borgo contadino, corrispondente nella realtà
a Borgo Runcis, frazione di Casarsa della Delizia in provincia di Pordenone, oltre ad essere il teatro
su cui si svolge la storia del prete e dei suoi abitanti.
Don Paolo si ritrova ben presto tormentato dentro di sé da un sentimento che non si può permettere,
un “mostro” interiore che lo perseguita e non lo fa vivere in pace, nonostante nelle pagine non lo si
pronunci mai chiaramente: l'omosessualità. Elemento in comune e fortemente autobiografico dello
stesso Pasolini e, proprio in quegli anni, lo scrittore lo raccontò ad alcuni amici, come si legge su
molte lettere riprese da Naldini nella prefazione.
Verso chi Paolo provi questo sentimento non lo si capisce molto però: se, infatti, la sua ossessione
per Cesare, per un'istruzione e una vita sana di principi lascia un po' perplessi, sembra che il
rapporto vero sia con Renato, con cui si vede spesso per discutere di scuola e politica. Alla fine le
autorità religiose locali proibiranno al prete di continuare questi incontri. Comunque sia, nell'opera
non viene mai espressamente dichiarata l'omosessualità, ma si intuisce da una serie di rimandi
all'interiorità del protagonista, attraverso il suo profondo disagio quando vede il giovane Cesare in
compagnia degli amici.
3 Il legame tra Pasolini e religione cattolica è testimoniato, tra le altre opere, dalla raccolta di versi “L'usignolo della
chiesa cattolica”
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In un clima che condivide l'aspetto bucolico di un Friuli ancora rurale e quello profondamente
materno, il finale del racconto si allontana da quell'amore che il prete dovrebbe aver imparato in
seminario a nutrire per il prossimo, frustrato dai sentimenti che lo tormentano e lo fanno star male.
Un altro punto di contatto, e assolutamente autobiografico, tra Romàns e la vita di Pasolini è la
figura di Renato. Con quest'uomo, infatti, lo scrittore condivide l'impegno politico all'interno del