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Sintesi
tesina di maturità sul microcredito
Estratto del documento

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Questa incredibile storia ha inizio nel 1974. Il professor Yunus insegna nell’Università di Chittagong nei pressi del

5

villaggio di Jobra.

Durante l’anno della carestia è testimone del dramma che sta vivendo la parte più povera della nazione. Il paese è

investito da calamità naturali quali inondazioni, cicloni e carestie. Il 40% della popolazione non ha il minimo dei generi

alimentari, il 90% è analfabeta.

Il professor Yunus non riusciva a capire perchè le teorie economiche che aveva studiato, non rispecchiavano la realtà

della vita. Si rendeva conto che, soltanto con un’esperienza diretta a contatto con la povertà, poteva arrivare alla

decisi

radice del problema. Voleva contribuire in qualche maniera a combattere la povertà assoluta che lo circondava: “

quindi che sarei tornato a fare lo studente, che il villaggio di Jobra sarebbe stata la mia università e i suoi abitanti i miei

docenti” .

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Un giorno durante una delle sue visite nel villaggio, davanti ad una capanna vide un’anziana donna intenta a fabbricare

uno sgabello di bambù. Iniziò a parlarle e scoprì che comprava il bambù a 22 cent/$ da chi poi le ricomprava la sedia a

24 cent/$. Nessuno le prestava una somma per rendersi indipendente nel lavoro e gli usurai richiedevano anche il 10%

al giorno di interessi.

La cosa più facile sarebbe stata di regalare 22 cent

alla donna, ma lei non stava chiedendo l’elemosina, e

comunque con quel gesto non si sarebbe risolto il

problema. La donna non riusciva a svincolarsi dalla

povertà, la mancanza di un capitale di base la

relegava a soggetto passivo in un circolo vizioso.

Il professore fece una piccola indagine nel villaggio e

scopri che 42 famiglie erano ridotte alla fame per

l’equivalente di 27 dollari. Per loro il mercato del

credito non esisteva, il povero non era ammesso tra i

suoi clienti, dunque erano costretto a rimanere nella

stessa condizione sociale.

Nonostante l’elargizione a titolo personale di denaro non costituisse una soluzione, né a breve né a lungo termine,

decise di prestare i soldi senza interessi alle famiglie. Ciò non lo sollevò dal problema: se altre persone avessero avuto

bisogno di aiuto, non doveva essere la sua sensibilità la soluzione, ma pensava che doveva esistere un metodo. Per

affrontare onestamente il problema bisognava impegnarsi ad avviare un processo alternativo e rivoluzionario.

Dopo aver consegnato i soldi alle famiglie, decise di rivolgersi alla locale filiale di una grande banca chiedendo una

cifra simile ai 27 dollari anticipati. Una somma irrisoria, ma

fondamentale per un altro gruppo di persone. Egli intendeva ottenere

un prestito a tassi commerciali in modo che esse non fossero più

costrette a rivolgersi agli strozzini. Ma il direttore, davanti alle richieste

del professor Yunus, trovò delle scuse (la mancanza di garanzie,

l’analfabetismo ecc), negando il prestito e definendo Yunus un

idealista. Il professore, allora, si rivolse al direttore provinciale della

banca, il quale davanti alla complessità della faccenda fece intervenire

i suoi capi.

Dopo 6 mesi di scambi di lettere e documenti la banca finalmente

approvò il progetto per una somma di 300 dollari garantita da Yunus e,

per tutto l’anno successivo (1977), dovrà farsi garante su ogni

proprio dominio economico e militare alla più numerosa popolazione pakistana orientale. I diritti politici dei bengalesi erano

persistentemente violati dai capi di governo che rappresentavano la minoranza della popolazione pakistana occidentale

5 Porto più importante del Bangladesh, tre milioni di abitanti. Sita nella parte sud-orientale del Bangladesh sulla costa del golfo del

Bengala, 200 km a nord del confine con la Birmania, pare che il suo nome significhi "alla foce del Gange" secondo un etimologia legata

Shat Ganga

alla parola araba avente la parola (Gange) come suffisso.

6 Pag. 15 Il banchiere dei poveri 5

successiva e singola nuova apertura di credito verso persone povere. La banca rifiutò qualsiasi rapporto diretto con i

poveri, li avrebbe tenuti soltanto con il professore.

Inizio fase sperimentale

(1976-1979)

Inizio fase sperimentale (1976-1979)

Prima dell’avvio di Grameen bank, in Bangladesh le donne rappresentavano soltanto l’1% di tutti i fruitori di prestiti

essendo quella una società fortemente sessista e maschilista. Pertanto il professor Yunus partì con l’idea di attribuire

alle donne almeno il 50% dei finanziamenti ma dalle analisi pian piano svolte si rese conto che il credito attraverso le

donne garantiva cambiamenti economici nelle famiglie interessate più rapidi dei crediti concessi agli uomini.

D'altronde erano le donne le più motivate: esposte alla povertà nel Bangladesh in quanto madri dovevano anche

sfamare i figli, potevano essere cacciate da casa dove il marito ne era il padrone, erano per la maggior parte

analfabete senza possibilità di lavorare al di fuori della casa. Se tornavano nella propria famiglia, non erano altro che

un peso.

Le donne erano più attente, dimostravano maggiore costanza nel lavoro, preoccupandosi per i figli mentre l’uomo

aveva una diversa scala di valori. Appena aveva una somma di denaro, pensava a soddisfare le proprie esigenze.

Gradualmente gli studi di Grameen sul confronto del credito utilizzato da uomo e donna orientarono a concedere quasi

esclusivamente a madri di famiglia.

Affidare il credito alle donne in Bangladesh fu qualcosa simile ad una rivoluzione sociale in quei tempi e all’inizio vi

furono delle complicazioni causate dall’impreparazione dello staff di Grameen.

Questa scelta logicamente scatenò aspre critiche da parte del mondo maschile,

religioso, politico, imprenditoriale, familiare, governativo.

All’inizio Yunus non aveva idea di come poter gestire una banca dei poveri, pertanto il

suo metodo fu quello di osservare come gli altri gestivano i loro istituti traendo

insegnamento dai loro errori.

Per esempio, la banca normale chiedeva il rimborso in un unico versamento, al termine

del prestito. Ciò creava problemi al momento della riscossione poiché il debitore era

restio a separarsi della cifra, quando l’aveva. Yunus decise che Grameen avrebbe fatto

il contrario, concesso rate basse con cadenza settimanale.

Poi si idearono nuove regole per un nuovo sistema: l’idea principale era che la

costituzione di un gruppo era fondamentale nel prestito poiché l’elemento singolo era

più vulnerabile.

Chi richiedeva un prestito avrebbe dovuto formare un gruppo che non comprendeva

suoi familiari, ma persone nelle sue stesse condizioni. I prestito rimaneva comunque individuale, ma la pressione e la

forza del gruppo avrebbero consentito una maggior sicurezza.

Creare il gruppo non era facile poiché bisognava convincere le persone della validità del proprio progetto e al

contempo, quando ancora la banca era sconosciuta, spiegare il funzionamento di Grameen bank. Ma con perseveranza,

e magari dopo diversi rifiuti, alla fine ci si riusciva.

Formato il gruppo, le cinque persone dovevano sottoporsi separatamente ad un esame, solitamente orale visto l’alto

tasso d’analfabetismo, sulle informazioni che avevano ricevuto prima che il futuro debitore ottenesse l’ok.

Le regole per i prestiti erano abbastanza semplici:

 Prestito con scadenza di un anno

 Tratte settimanali d’identico importo

 Inizio dei pagamenti dopo una settimana dalla concessione del prestito

 Tasso d’interesse del 20%

 Quota di rimborso: 2% a settimana per 50 settimane

 Quota d’interesse: 2 per mille a settimana per 50 settimane 6

Le donne divennero le principali utenti del servizio. Successivamente, col tempo e l’esperienza, si capì che in alcuni

casi riguardanti coppie, per evitare problematiche all’interno del matrimonio, bisognava coinvolgere anche i mariti nel

dialogo con la banca. Loro, che tra le mura domestiche avevano atteggiamenti spesso tirannici verso le mogli, durante

quei colloqui riuscivano a far predominare la ragione. E oggi Grameen, grazie alla sua politica, presta denaro attraverso

le mogli anche ai mariti.

Un’altra delle regole base di Grameen bank è quella di non rivolgersi a tribunali o polizia per recuperare crediti. inoltre

non esistono atti giuridici tra la banca e il cliente, tutto si basa sulla fiducia. “Si stabiliscono rapporti con le persone,

non con i documenti” ribadisce sempre Yunus. La parola stessa “credito” significa fiducia, e tale politica sino ad oggi

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ha dato ottimi risultati: meno del’1% dei clienti non ha saldato il debito, e la maggior parte di quella piccola

percentuale per colpa di un evento grave (calamità naturali). E l’1% rientra tranquillamente nel rischio d’impresa.

Il progetto del Professor Yunus continuò ad evolversi ed ampliarsi negli anni successivi e nel 1982; venne stesa la carta

d’intenti delle “sedici risoluzioni” che racchiudeva una serie di valori e regole:

1. Rispetteremo e applicheremo i quattro

principi della Banca Grameen:

disciplina, unità, coraggio e impegno

costante in tutti gli ambiti della nostra

esistenza.

We shall follow and advance the

four principles of Grameen Bank:

discipline, unity, courage and hard

work – in all walks of our lives

2. Porteremo la prosperità nelle nostre

famiglie.

Prosperity we shall bring to our

families

3. Non vivremo in case diroccate.

Ripareremo le nostre case e cercheremo

quanto prima di costruirne di nuove.

We shall not live in dilapidated

houses. We shall repair our houses

7 pag. 107 Il banchiere dei poveri

and work towards constructing

new houses at the earliest 7

4. Coltiveremo ortaggi tutto l'anno. Molti ne

mangeremo, e venderemo quello che ci resta.

We shall grow vegetables all the

year round. We shall eat plenty of

them and sell the surplus

5. Durante il periodo del trapianto, metteremo

a dimora quanti più germogli possibile.

During the plantation seasons, we

shall plant as many seedlings as

possible

6. Faremo in modo di non avere troppi figli.

Limiteremo le nostre spese. Ci cureremo della

nostra salute.

We shall plan to keep our families

small. We shall minimize our

expenditures. We shall look after

our health 8

7. Educheremo i nostri figli, e lavoreremo per aver modo di provvedere alla loro istruzione.

We shall educate our children and

ensure that they can earn to pay

for their education

8. Sorveglieremo la pulizia dei nostri figli e

dell'ambiente in cui viviamo.

We shall always keep our children

and the environment clean

9. Costruiremo e useremo le fosse biologiche.

We shall build and use pit-latrines

10. Berremo l'acqua dei pozzi profondi. Se

non ne avremo, la bolliremo o la

disinfetteremo con l'allume.

We shall drink from tube wells. If it

is not available, we shall boil water

or use alum 9

11. Non chiederemo una dote per il matrimonio di

nostro figlio, né pagheremo una dote per il

matrimonio di nostra figlia. Faremo sì che i nostri

centri non siano afflitti da questa calamità.

Rifiuteremo la pratica del matrimonio tra bambini.

We shall not take any dowry at our

sons’ weddings, neither shall we

give any dowry at our daughters

wedding. We shall keep our centre

free from the curse of dowry. We

shall not practice child marriage

12. Non commetteremo ingiustizie e ci

opporremo a che altri le commettano.

We shall not inflict any injustice on

anyone, neither shall we allow

anyone to do so

13. Investiremo collettivamente al fine di

aumentare i nostri redditi.

We shall collectively undertake

bigger investments for higher

incomes

14. Saremo sempre pronti ad aiutarci

reciprocamente. Se qualcuno è in difficoltà, ci

mobiliteremo in suo aiuto. 10

We shall always be ready to help

each other. If anyone is in

difficulty, we shall all help him or

her

15. Se apprendiamo che in un centro si

contravviene alla disciplina, interverremo

personalmente per ristabilirla.

If we come to know of any breach

of discipline in any centre, we shall

all go there and help restore

discipline

16. Introdurremo l'esercizio fisico in tutti i

nostri centri. Parteciperemo collettivamente

agli incontri organizzati.

We shall take part in all social

activities collectively

Poi logicamente ogni agenzia creò, in aggiunta, proprie disposizioni in base alle situazioni locali.

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