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IN ITALIA : BANCA POPOLARE ETICA
In Italia le prime cooperative finanziarie che raccolgono i risparmi dai soci e li reinvestono in attività di
economia sociale nascono a Verona nel 1978 con il nome di MAG (Mutua Auto Gestione) che portarono alla
creazione della prima Banca popolare etica nel 1999 grazie anche alla collaborazione di 22 organizzazioni
del volontariato sia laico che cattolico.
Questa banca come le altre si basa sulla raccolta ed impiego. Per Raccolta si intende un’attività di
sollecitazione e raccolta del pubblico risparmio con molte caratteristiche come:
- Partecipazione: I clienti possono scegliere il settore verso il quale indirizzare il loro risparmio;
- Eticità degli impieghi finanziati: Le somme raccolte vengono impiegate per finanziare impieghi etici;
- Trasparenza: La banca deve assicurare ai risparmiatori una continua e puntuale informazione
sull’allocazione dei fondi impiegati.
Per impiego si intende un’attività di finanziamento a beneficiari che abbiano queste caratteristiche :
- non realizzino prodotti dannosi per l’uomo e l’ambiente
- rispettino la legislazione vigente nel campo dei diritti dei lavoratori e della sicurezza nei luoghi di lavoro
- siano privata e non profit
- abbiano un obiettivo sociale, cioè perseguitano interessi collettivi
I settori degli impieghi :
- settore 1 Cooperazione sociale: per la cura ed reinserimento lavorativo delle persone e assistenza verso le
fasce più deboli
- settore 2 Ambiente
- settore 3 Solidarietà Internazionale e Cooperazione allo Sviluppo
- settore 4 Cultura, Sport, Educazione e Formazione, Salute.
Le richieste di finanziamento vengono sottoposte ad una duplice valutazione:
-sulla capacità di restituzione del prestito, ossia la capacità economica del richiedente di utilizzare in modo
efficace il finanziamento e il relativo rientro dello stesso;
-sull’impatto ambientale e sociale positivo che il progetto può produrre.
L’obiettivo della banca etica è quello di far confluire risorse e fiducia verso quei progetti di cui la comunità
civile ha bisogno per crescere. Le garanzie patrimoniali richieste delle banche sono spesso troppo
alte,mentre, con la Banca etica il concetto di dare credito recupera il suo significato originario cioè quello di
dare fiducia alle iniziative socio-economiche che sostengono un reale sviluppo della persona e che
producono un beneficio nel rispetto della natura.
FINANZA ETICA
Attraverso la Banca etica vengono applicati i principi della Finanza Etica che secondo la quale il credito è un
diritto umano e l’accesso al credito, come strumento di emancipazione da condizioni di povertà, deve essere
consentito a tutti. Caratteristiche:
- considera l’efficienza la base della responsabilità etica
- non ritiene legittimo l’arricchimento basato sul solo possesso e scambio di denaro
- prevede la partecipazione alle scelte importanti dell’impresa da parte dei soci e anche dei risparmiatori
- ha come criteri di riferimento per gli impieghi la responsabilità sociale e ambientale
Uno modello di stato che rientra in questo contesto è lo Stato sociale in cui la sicurezza e il benessere sociale
è assunto dallo Stato il cui obiettivo è quello di migliorare le condizioni dei più poveri e riconoscere i diritti
fondamentali come la salute.
Possiamo distinguere tre modelli di Stato sociale:
- Scandinavo: in cui lo Stato svolge direttamente ed esclusivamente le funzioni di programmazione, gestione
e controllo;
- Anglosassone: dove le funzioni di programmazione e controllo è assegnata allo Stato, mentre la gestione è
delegata ai privati
- Misto: (Adottato in Italia) dove esistono combinazioni tra pubblico e privato, con interventi del terzo
settore (organizzazioni non profit, cooperative sociali, volontariato e associazioni).
Agli inizi degli anni ’70 del ‘900 in seguito alla crisi profonda del modello dello Stato del benessere si è
sviluppato lo Stato assistenziale inteso come degenerazione dello Stato sociale.
In merito allo Stato assistenziale ci furono due posizioni assunte dagli studiosi:
- prima posizione: neoliberisti che volevano eliminare le forme di intervento dello Stato nel sociale
- seconda posizione: ridimensionare la spesa sociale dello Stato e renderla più efficiente.
Entrambe le posizioni affermano la necessità di ridimensionare la spesa sociale e rendere maggiormente
razionali i servizi di sicurezza sociale, infatti, in molti Paesi europei industrializzati si è cercato di ridurre la
spesa sociale prestando attenzione ai servizi essenziali.
Il sistema di sicurezza sociale può essere finanziato attraverso:
la parafiscalità: imposizione e riscossione dei contributi poste in essere dagli enti pubblici non territoriali
per provvedere all’erogazioni di prestazioni e la fiscalità in base che le prestazioni sociali abbiano funzioni
previdenziali o assistenziali.
La previdenza è finanziata attraverso il pagamento di premi (contributi) che i datori di lavoro e i lavoratori
pagano allo Stato o agli altri enti pubblici e anche dalla fiscalizzazione degli oneri sociali con cui lo Stato si
fa carico di una parte dei contributi previdenziali scaricando i datori di lavoro e i lavoratori di una parte del
costo contributivo.
Per assistenza si intende la prestazione di servizi ed erogazione di somme di denaro che non comporta alcun
onere per gli assistiti. Essa è finanziata dal bilancio pubblico, per cui essa grava, attraverso il pagamento
delle imposte, sulla generalità dei contribuenti.
La gestione dei contributi versati per far fronte alla spese previdenziali può avvenire attraverso due metodi:
- metodo della capitalizzazione consiste nell’accantonare in un fondo i premi versati e nell’investirli sul
mercato dei capitali.
- metodo della ripartizione le prestazioni previdenziali di un anno sono finanziate con i premi incassati nello
stesso anno.
Questo modello può essere applicato attraverso due sistemi:
- retributivo: se la pensione è commisurata alla media delle retribuzioni percepite dall’assicurato in un certo
periodo di tempo.
- contributivo: se la pensione è commisurata all’ammontare dei contributi versati.
Uno degli elementi fondamentali della spesa previdenziale italiana sono le pensioni che si possono
distinguere in vari tipi:
- pensione di vecchiaia: spetta ai lavoratori in possesso dei requisiti anagrafici e contributivi previsti dalla
legge
- pensione di anzianità: viene corrisposta prima del compimento dell’età e dell’anzianità contributiva
necessaria per la pensione di vecchiaia
- pensione di invalidità: spetta ai lavoratori con ridotte capacità lavorative (a meno di un terzo) per infermità
o difetto fisico o mentale (in caso di inabilità)
- pensione ai superstiti: spetta in caso di decesso del lavoratore al coniuge e ai figli minori e ai figli di
qualunque età, se inabili al lavoro.
Lo Stato deve garantire il servizio sanitario che nel 1987 con la riforma sanitaria si è istituito il Servizio
sanitario nazionale. Nella sua gestione erano coinvolti diversi livelli di governo:
- Governo centrale: stabiliva l’entità del finanziamento;
- Regioni: programmavano gli interventi sul territorio;
- Unità sanitarie locali (Usl) all’interno delle quali vi erano i Comuni a cui spettava la gestione del servizio.
Ma questo sistema presentava molti problemi così che la gestione delle Usl si è mostrata in molti casi
inefficiente. Per questo motivo è stata necessaria una riorganizzazione del Ssn avviata negli anni ’90 con la
trasformazione delle Usl in Aziende sanitarie locali (Asl), a cui è attribuita un autonomia imprenditoriale in
termini di organizzazione, patrimonio, contabilità e gestione.
Attualmente le Regioni, attraverso le Asl, provvedono a garantire livelli essenziali di assistenza (Lea). I Lea
individuano i livelli di assistenza sanitaria cui ciascun cittadino italiano ha diritto e che devono essere
assicurati ai proprio residenti da ciascuna Regione.
DIRITTO
I principi su cui si basa la concezione di Stato sociale in quasi tutte le democrazie moderne sono contenuti
nelle Costituzioni.
La costituzione è l’insieme dei principi fondamentali che stanno alla base dell’ordinamento giuridico di uno
stato cioè rappresenta la legge fondamentale dello stato.
La Costituzione Italiana è caratterizzata da un duplice orientamento:
- garantista: che stabilisce i diritti dei cittadini e la loro libertà rispetto alla stato
- sociale: diretto a prevedere le modalità di intervento dello stato a favore dei gruppi sociali più deboli per
correggere le diseguaglianze.
La Costituzione italiana affronta questi temi nella prima parte intitolata “Diritti e doveri dei cittadini”
sviluppandoli in base a due principi fondamentali la liberà e l’uguaglianza contenuti nell’art.2 “ riconosce e
garantisce i diritti inviolabili dell’uomo”e nell’art. 3 stabilisce il principio di uguaglianza.
Tra questi due principi vi è un rapporto conflittuale se infatti si da una completa libertà degli individui si
favorirebbe al massimo la diseguaglianza, mentre un’uguaglianza completa degli individui può essere
ottenuta riducendo al minimo la libertà di tutti. La nostra Costituzione cerca di raggiungere un giusto
equilibro tra questi due concetti.
La libertà può essere distinta in due modi diversi:
- libertà formale: s’intende l’assenza di impedimenti da parte dello Stato, cioè un cittadino è libero di
compiere delle azioni quando non sono vietate dallo Stato;
- libertà sostanziale: lo stato deve intervenire per far si che le libertà siano accessibili da tutti. (“libertà
attraverso lo Stato”).
Anche l’uguaglianza può essere intensa in due modi:
- uguaglianza formale: è l’uguaglianza davanti alla legge. Essa deve trattare tutti i cittadini allo stesso modo
senza discriminazioni;
- uguaglianza sostanziale: la Repubblica si impegna a rimuovere gli ostacoli di carattere economico e sociale
(per questo si parla di Stato sociale interventista dove a pari diritti corrispondono pari opportunità).
L’art. 2 afferma: “ La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia
nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità”. L’uso dei termini “riconosce e garantisce” indica
che la costituzione ritiene che tali diritti appartengano alla persona umana e che il compito dello stato sia
quello di garantire il rispetto.
I diritti della persona umana vengono definiti “inviolabili” infatti essi fanno parte integrante delle
Costituzioni e non possono essere aboliti attraverso la modificazione della Costituzione.
STORIA
I diritti di libertà e uguaglianza nella storia non furono rispettati dal tedesco Adolf Hitler salito al potere in
Germania nel 1933 ritenuto l’unico uomo che potesse risollevare la Germania.
Hitler nel 1923 fu arrestato a Monaco di Baviera per aver tentato di rovesciare il governo locale con un colpo
di mano definito “Putsch” mentre era in carcere scrive il “Mein Kampf” (La mia battaglia) proponendo un
nuovo tipo di stato in grado di affermare il primato della Germania. Il testo affermava l’ideologia hitleriana
puntando sulla purezza della razza ariana che doveva mantenersi incontaminata da quelle inferiori
rappresentate dai popoli di colore, dagli Slavi e dagli Ebrei. Elemento essenziale che prevedeva il Mein
Kampf era la rivendicazione dello spazio vitale, cioè la formazione di unico stato comprendente tutti i
Tedeschi con l’annessione dei territori dell’Europa centro-orientale. Attribuita alla democrazia e al
socialismo la decadenza del paese veniva scaricata sul popolo ebraico tutta la responsabilità del
deterioramento della razza. Al nazionalismo si ricollegava l’idea di una comunità di stirpe ispirata alle
antiche tradizioni germaniche in più si aggiungeva all’apparato repressivo un eccezionale uso dei mezzi di
comunicazione di massa per consolidare il consenso popolare.
La causa principale che portò Hitler al potere fu lo scoppio della crisi portata dal Crollo di Wall Street nel