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Sintesi
Sintesi Genialità e Follia tesina


In questa tesina di maturità si vuole mostrare come la follia è una realtà articolata e dalle molte facce, alcune delle quali poco valutate e spesso ardue da analizzare. Nel passato come nel presente la follia si è manifestata in tante piccole sfumature: attraverso i versi audaci dei poeti, il genio degli scienziati, le melodie appassionante dei musicisti, le giustapposizioni cromatiche sulle tele degli artisti, le gesta inconsulte dei potenti, e così anche in coloro che erano realmente malati. Oggi solitamente è chiamato pazzo chi è chiuso in manicomio o chi è affetto da qualche psicopatologia particolare. La persona autistica, ad esempio, vive la propria esistenza seguendo comportamenti fissi e ripetitivi che lo vincolano a rigidi schemi mentali fuori dai quali perde il senso dell’orientamento e non riesce a razionalizzare e a rapportarsi. Questa forma di alienazione lo ha spesso condannato a vivere recluso e rifiutato dalla società poiché considerato “a-normale”. Convivendo con questi soggetti tuttavia mi sono convinto che loro non lo sono realmente ed anzi in certe situazioni possiedono qualcosa di più e non qualcosa di meno rispetto agli altri esseri umani. Costoro, per il loro stato anormale, anzi supernormale, "vedono" molto oltre quello che possono percepire i comuni mortali. Così mi sono chiesto nello svolgimento della tesina se, come sostenevano Erasmo da Rotterdam e Platone, non è vero che la follia sia solo una malattia, ma anche una grande forza che aiuta l’uomo a “costruire” la propria vita secondo le proprie idee. La follia genera distruzione, anche autodistruzione, come mirabilmente narrato nelle tragedie dei classici greci e latini. Il folle è colui che è privo di senno, quindi che manca di qualcosa rispetto alle altre persone, ritenute conformi alla norma. E' questa l'accezione tipicamente occidentale e, sotto certi aspetti, "moderna" del folle, specie quando viene estremizzata. Ma tale modo di definire la pazzia come fenomeno unitario senza differenziazioni, in quanto semplice alienazione mentale, fuga nell'irrealtà, nel delirio fine a se stesso è per me enormemente erroneo. Distruzione e creazione costituiscono, quindi, i due poli, complementari e opposti, anche in base al contesto circostante, di questo stato ambivalente della mente e, in un certo senso, del corpo. Follia può essere crimine, ma anche genialità.


Collegamenti

Genialità e Follia tesina


Italiano - Pirandello.
Filosofia- Nietzsche.
Storia - Nazismo.
Inglese - Edgar Allan Poe.
Arte - Surrealismo.
L'autismo.
Estratto del documento

Anno scolastico 2012-

[FOLLIA] 2013

SOMMARIO

INTRODUZIONE Pag.

……………………………………………………………………………….. 4

……………….… Pag.

MAPPA INTRODUTTIVA 6

……………………………………………………………………….………

1 L'ESPERIENZA FOLLE NELLA LETTERATURA ITALIANA Pag.

7

…………………………………..

1.1 Pirandello e la follia del vedersi vivere

1.2 Vita

1.3 Rapporto con la follia

1.4 Il treno ha fischiato

1.5 Uno, nessuno, centomila

1.6 Enrico IV

2 LA FOLLIA NELLA Pag.

15

STORIA…………………………………………………………………………

.

2.1 Adolf Hitler, cacofonia della storia umana

2.2 Ascesa al potere

2.3 La dittatura

2.4 Politica razziale ed antisemita

2.5 Sistematica follia

3 LA FOLLIA COME STRUMENTO Pag.

21

DELL'ARTE…………………………………..……………..

3.1 La lucida follia di Salvador Dalì

3.2 Vita

3.3 Surrealismo

3.4 Tecnica

3.5 La persistenza della memoria

4 UN CASO CLINICO NELLA Pag.

25

FILOSOFIA…………………………………………………………

4.1 Il caso Nietzsche

4.2 Scritti e periodi

4.3 Vita

4.4 Follia come motore creatore

4.5 La Gaia Scienza- l’annuncio dell’uomo folle

4.6 I biglietti della follia Pag.

A Anno scolastico 2012-

[FOLLIA] 2013

5 TERRIFICANTE FOLLIA NELLA LETTERATURA ANGLO- Pag.

34

AMERICANA ………………...

5.1 Edgard Allan Poe, la follia come terrore

5.2 Life / vita

5.3 Features /caratteristiche

5.4 The Fall of the House of Usher

6 AUTISMO:TRA GENIO E Pag.

41

FOLLIA…………………………………………………………………

6.1 Le fondamenta della creatività

6.2 La tesi di Fitzgerald

6.3 La sindrome di Asperger

BIBLIOGRAFIA e SITOGRAFIA…………..…………..………….. Pag.

44

…………..…………..…………..…… Pag.

A Anno scolastico 2012-

[FOLLIA] 2013

INTRODUZIONE

La Follia è una realtà articolata e dalle molte facce, alcune delle quali

poco valutate e spesso ardue da analizzare. Nel passato come nel

presente la follia si è manifestata in tante piccole sfumature:

attraverso i versi audaci dei poeti, il genio degli scienziati, le melodie

appassionante dei musicisti, le giustapposizioni cromatiche sulle tele

degli artisti, le gesta inconsulte dei potenti, e così anche in coloro che

erano realmente malati. Oggi solitamente è chiamato pazzo chi è

chiuso in manicomio o chi è affetto da qualche psicopatologia

particolare. La persona autistica, ad esempio, vive la propria esistenza

seguendo comportamenti fissi e ripetitivi che lo vincolano a rigidi

schemi mentali fuori dai quali perde il senso dell’orientamento e non

riesce a razionalizzare e a rapportarsi. Questa forma di alienazione lo

ha spesso condannato a vivere recluso e rifiutato dalla società poiché

considerato “a-normale”. Convivendo con questi soggetti tuttavia mi

sono convinto che loro non lo sono realmente ed anzi in certe

situazioni possiedono qualcosa di più e non qualcosa di meno rispetto

agli altri esseri umani. Costoro, per il loro stato anormale, anzi

Pag.

A Anno scolastico 2012-

[FOLLIA] 2013

supernormale, "vedono" molto oltre quello che possono percepire i

comuni mortali. Così mi sono chiesto se, come sostenevano Erasmo

da Rotterdam e Platone, non è vero che la follia sia solo una malattia,

ma anche una grande forza che aiuta l’uomo a “costruire” la propria

vita secondo le proprie idee. La follia genera distruzione, anche

autodistruzione, come mirabilmente narrato nelle tragedie dei classici

greci e latini. Il folle è colui che è privo di senno, quindi che manca di

qualcosa rispetto alle altre persone, ritenute conformi alla norma. E'

questa l'accezione tipicamente occidentale e, sotto certi aspetti,

"moderna" del folle, specie quando viene estremizzata. Ma tale modo

di definire la pazzia come fenomeno unitario senza differenziazioni, in

quanto semplice alienazione mentale, fuga nell'irrealtà, nel delirio fine

a se stesso è per me enormemente erroneo. Distruzione e creazione

costituiscono, quindi, i due poli, complementari e opposti, anche in

base al contesto circostante, di questo stato ambivalente della mente

e, in un certo senso, del corpo. Follia può essere crimine, ma anche

genialità.

BREVE STORIA DELLA TERMINOLOGIA

Il termine follia deriva dal latino folle , di origine onomatopeica,

significava vuoto o mantice . Nel corso dei millenni è profondamente

variato sia il concetto di follia sia la sua interpretazione. Nell'età

antica la follia veniva concepita come una condizione privilegiata

sotto diversi punti di vista. A tale proposito Platone distingue una

follia buona da una follia cattiva e della pazzia non esita a dire che "i

maggiori beni ci sono elargiti per mezzo d'una follia che è un dono

divino". Le forme buone di follia sono, per Platone, quella profetica,

quella purificatoria, quella poetica e quella amorosa. Nel Medioevo,

invece, il folle diventò il rappresentante del demonio, perciò

bisognava liberarlo dal male, in qualche modo esorcizzarlo. Nel

Pag.

A Anno scolastico 2012-

[FOLLIA] 2013

Rinascimento, ispirandosi al pensiero di Erasmo da Rotterdam il folle

venne considerato una persona diversa, sia per i valori sia per la sua

filosofia di vita e quindi andava rispettato e lasciato libero. La

moderna fenomenologia, sviluppata dal filosofo Edmund Husserl e

dallo psichiatra Karl Jaspers influenzerà la psichiatria trasformandola

in una disciplina di incontro con il pazzo, per vivere insieme con il

malato e comprenderlo. In questa fase si accentua la valutazione

clinica della condizione di follia limitandola ad una patologia umana.

FONTI UTILIZZATE

http://www.treccani.it/enciclopedia/follia/

- Pag.

A Anno scolastico 2012-

[FOLLIA] 2013

L'ESPERIENZA FOLLE NELLA

LETTERATURA ITALIANA

Luigi Pirandello: metronomo

delle contraddizioni umane

UN CASO CLINICO NELLA LA FOLLIA NELLA STORIA

FILOSOFIA Hitler: cacofonia della

Adolf

Nietzsche: strumento a storia umana

fiato in un orchestra d'archi FOLLIA

il lato

oscuro e

celato

della

genialità

LA FOLLIA COME LA TERRIFICANTE FOLLIA

STRUMENTO DELL'ARTE NELLA LETTERATURA ANGLO-

Salvador Dalì: ultrasuono AMERICANA

delle sensazioni umane Edgard Allan baritono di

Poe:

follia e paura

APPROFONDIMENTO

Autismo: omofonia di genio e

follia Pag.

A Anno scolastico 2012-

[FOLLIA] 2013

L'ESPERIENZA FOLLE NELLA

LETTERATURA ITALIANA

PIRANDELLO E LA FOLLIA DEL VEDERSI VIVERE

“Gli unici modi per fuggire dalla vita sono la pazzia e l'ironia”

“Trovarsi davanti a un pazzo sapete che significa? Trovarsi davanti a uno

che vi scrolla dalle fondamenta tutto quanto avete costruito in voi, attorno

a voi, la logica di tutte le vostre costruzioni”

Alla base del pensiero

pirandelliano c’è una

concezione vitalistica della

realtà: la realtà tutta

incessante, trasformazione

da uno stato all'altro. Tutto

ciò che si stacca da questo

flusso e assume forma

distinta ed individuale

cominciando a morire. Così

avviene per l'uomo:

distaccandosi dall'universale

assume una forma

individuale (una maschera) con la quale si presenta a sé stesso. Non

esiste però la sola forma che l'io dà a sé stesso, nella società esistono

anche le forme che ogni io dà a tutti gli altri. In questa moltiplicazione

l'io perde la sua individualità, da «uno» diviene «centomila» quindi

«nessuno».

VITA

 PERIODI ED OPERE

 Pag.

A Anno scolastico 2012-

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RAPPORTO CON LA FOLLIA

 IL TRENO HA FISCHIATO

 UNO, NESSUNO, CENTOMILA

 ENRICO IV

VITA

Pirandello nasce ad Agrigento nel 1867 nella tenuta di famiglia

chiamata “Caos”. La vita familiare apparentemente serena, era

dominata dalla forte personalità del padre: per questo il poeta

concepiva la famiglia come una trappola. Si laureò nel 1891 a Bonn e

tornato in Sicilia accettò di sposare Antonietta Portulano, figlia di un

socio in affari del padre; donna psicologicamente fragile. La coppia

visse a Roma dove Pirandello conobbe intellettuali tra cui Capuana il

quale lo indusse alla narrativa in prosa. Il primo periodo coniugale fu

felice ed ebbero tre figli. Successivamente un disastro finanziario

capitato al suocero compromise definitivamente la salute mentale

della moglie. Nel 1908 scrisse il saggio più importante “L’Umorismo”,

entrando in polemica con Benedetto Croce per il quale la realtà è

razionale e sicuramente comprensibile. Intanto la malattia della

moglie peggiorava. Sotto richiesta di alcuni capocomici cominciò a

scrivere opere teatrali e nel 1917 fece rappresentare “Così è se vi

pare”, nella quale è rappresentata l’impossibilità di giungere a una

verità che sia uguale per tutti. Nel 1919 la moglie fu internata in una

clinica dove rimase fino alla morte. Nel 1921 scrisse “Sei personaggi

in cerca d’autore” che dapprima fu criticato ma in breve divenne un

trionfo; in seguito scrisse l’ “Enrico IV”. Nel 1922, invece, scrive e

pubblica sul “Corriere della sera” la novella “Il treno ha fischiato”. In

questo periodo cominciò a viaggiare all’estero per rappresentare le

sue commedie. Nel 1924 s’iscrisse al partito fascista senza diventare

uno strumento del regime. Nel 1926 edita “Uno, nessuno e

centomila”, iniziato nel 1909. L’ultima stagione creativa fu il periodo

Pag.

A Anno scolastico 2012-

[FOLLIA] 2013

relativo al “teatro dei miti”; si tratta di un tentativo di fondare valori,

di trovare soluzioni al problema del vivere umano attraverso la

religione e l’arte. Egli volle definirlo con una trilogia (La nuova colonia,

Lazzaro e I giganti della montagna), nella quale l’autore si chiedeva

se i valori potessero risolvere i problemi dell’uomo. Nel 1934

ricevette il premio Nobel per la letteratura. Morì nel 1936 per un

attacco di polmonite, mentre stava realizzando la cinematografia del

“Fu Mattia Pascal”.

PERIODI ED OPERE

È possibile distinguere cinque periodi nella produzione di Pirandello:

I. La formazione (1867-1892): influenza dell’ambiente siciliano e

tedesco;

II. La coscienza della crisi e delle tematiche relativistiche

(1892-1903): la rovina economica e la crisi mentale della moglie;

III. Il periodo della narrativa umoristica (1904-1915): impegno

nella composizione narrativa;

IV. Il periodo del teatro umoristico e del successo

internazionale (1916-1925): periodo del teatro grottesco,

iscrizione al partito fascista e direzione del teatro d’arte;

V. Stagione surrealista (1926-1936): avvicinamento al

surrealismo, stesura dei miti teatrali e conferimento del premio

Nobel .

RAPPORTO CON LA FOLLIA

L'interesse di Pirandello per la follia si lega ai suoi temi centrali (la

verità, il relativismo, l'identità) e al genere in cui il suo

sperimentalismo dà i risultati più intensi: il teatro. Per Pirandello la

Pag.

A Anno scolastico 2012-

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follia non ha un solo significato. In primo luogo, ricollegandosi al

romanticismo, essa può apparire come dimensione autentica di fronte

all'inautenticità delle convenzioni. Il folle capovolge i valori consueti:

egli fa apparire malato ciò che viene dichiarato sano, e viceversa. La

follia diventa così una contestazione contro la società e il mondo dei

normali. Essa si oppone polemicamente ai falsi valori, anche se non

può vincerli e perciò rinuncia, chiudendosi in se stessa, a cambiare il

mondo. La follia rivela di avere, in Pirandello, un significato anche

metaforico; essa infatti mette in dubbio la nozione di verità sino a

dissolverla. La pazzia divenendo l'unica forma di verità dimostra che

non esiste alcuna verità. Questo paradosso ha in sé un grande

potenziale tragico. Attraverso la meditazione sulla condizione umana

nasce in lui il pessimismo che si manifesta attraverso l’umorismo.

L’autore deride gli uomini convinto che la condizione umana sia triste

e che questi cerchino inutilmente di illudersi su di essa. Egli mostra il

contrasto tra ciò che sono e ciò che vogliono apparire. La follia è il

gran tema che percorre tutta l'opera pirandelliana che è piena di

richiami al mondo dell'inconscio, del sogno ; la tematica è legata

all'idea per cui la personalità degli uomini non è una, ma molteplici;

ed i suoi personaggi si sdoppiano, sono dissociati e

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