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Introduzione Fringe Or The Modern Frankenstein, tesina
L'idea di elaborare questa tesina di maturità mi è venuta mentre, guardando il telefilm “Fringe”, ho notato continui riferimenti ad argomenti trattati a lezione. Dal momento che spesso la connessione di una materia scolastica a questa fiction, che mi aveva appassionato così tanto, mi ha reso più piacevole lo studio della materia stessa, ho pensato che sarebbe stata una buona idea approfondire questi legami. I collegamenti, nella mia tesina, tra Fringe e le materie scolastiche sarebbero davvero moltissimi: Storia, Filosofia, Scienze, Matematica, Fisica, Letteratura...insomma, è un universo davvero molto vasto che può dare moltissimi spunti. Ovviamente, però, ho dovuto fare delle scelte e come criterio ho utilizzato quello di optare per gli argomenti che più di tutti mi avevano fatto riflettere su me stessa e sul mondo che mi circonda. Mi auguro che ciò che ha tanto affascinato me possa in qualche modo raggiungere anche il vostro interesse.
Collegamenti
Fringe Or The Modern Frankenstein, tesina
Fisica: Accenni alla teoria del multiverso.
Scienze: La sperimentazione su cavie umane.
Storia: Il Codice di Norimberga.
Storia e scienze: La vita immortale di Henrietta Lacks.
Inglese: Fringe: The New Frankenstein.
Greco: Il Prometeo Incatenato di Eschilo.
Alcuni soggetti della sperimentazione vengono più tardi a contatto con Walter Bishop a
causa del suo legame con la divisione Inizialmente terrorizzati o arrabbiati con
Fringe.
l'uomo che li aveva resi dei mostri, quasi tutti trovano una riconciliazione con Walter.
Inoltre vengono realizzati dei laboratori per permettere agli ex soggetti del Cortexiphan di
indirizzare le proprie abilità a fin di bene. 5
Storia: Il Codice di Norimberga
Le sperimentazioni scientifiche su pazienti ignari e non consenzienti non riguardano però
solo il campo della fantascienza. I medici nazisti ad esempio si resero responsabili di torture
condotte su uomini, donne e bambini a scopo di sperimentazione.
Il Codice di Norimberga è un documento di princìpi formulato nel 1947 dopo il processo
contro i medici nazisti. Integrato nella Dichiarazione di Helsinki del 1964, il Codice di
Norimberga stabilisce in particolare il principio per il quale nessuna sperimentazione
sull'uomo può essere condotta senza il consenso di chi vi è sottoposto. I contenuti del codice
furono elaborati da due medici consulenti del tribunale statunitense, Andrew C. Ivy e Leo
Alexander. Il primo criterio, che è anche il più importante, stabilisce che il consenso
volontario del soggetto umano è assolutamente essenziale.
Ciò significa, nelle parole dei giudici, che:
la persona coinvolta dovrebbe avere la capacità legale di dare il consenso, e dovrebbe
quindi esercitare un libero potere di scelta, senza l’intervento di qualsiasi elemento di
forzatura, frode, inganno, costrizione, esagerazione o altra ulteriore forma di obbligo
o coercizione; dovrebbe avere, inoltre, sufficiente conoscenza e comprensione
dell’argomento in questione tale da metterlo in condizione di prendere una decisione
consapevole e saggia.
Il documento ha ispirato diverse leggi nazionali e documenti internazionali volti a prevenire
abusi nella sperimentazione umana e a promuovere la dottrina del consenso informato.
Il codice si articola in dieci punti:
1. Il soggetto volontariamente dà il proprio consenso a essere sottoposto a
un esperimento. Prima di dare il consenso, la persona deve conoscere:
natura, durata e scopo della sperimentazione clinica, il metodo e i mezzi
con cui sarà condotta, eventuali effetti sulla salute e sul benessere della
persona, eventuali pericoli cui sarà sottoposta. (Ciò è alla base del
concetto di “consenso informato”, ovvero di un consenso fornito in
piena consapevolezza delle implicazioni di quello a cui ci si sta per
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sottoporre).
2. L'esperimento dovrà essere tale da fornire risultati utili al bene della
società; la natura dell'esperimento non dovrà essere né casuale, né
senza scopo.
3. Ci dovrà essere una pianificazione dell'esperimento sulla base degli
esperimenti in fase preclinica in vivo, e sulla base della conoscenza
approfondita della malattia.
4. L'esperimento dovrà essere condotto in modo tale da evitare ogni
sofferenza o lesione fisica o mentale che non sia necessaria.
5. Non si deve eseguire la sperimentazione se a priori si è a conoscenza
che tale sperimentazione possa causare danni o morte.
6. Il grado di rischio da correre non dovrà oltrepassare quello dei
vantaggi, determinati dalla rilevanza umanitaria del problema che
l'esperimento dovrebbe risolvere.
7. Si dovrà fare una preparazione tale da evitare che il soggetto abbia
lesioni, danni o morte.
8. L'esperimento potrà essere condotto solo da persone scientificamente
adeguate e qualificate, con il più alto grado di attenzione verso la
sperimentazione e l'essere umano.
9. Nel corso dell'esperimento il soggetto umano dovrà avere la libera
facoltà di porre fine ad esso se ha raggiunto uno stato fisico o mentale
per cui gli sembra impossibile continuarlo.
10. Durante l'esperimento lo scienziato responsabile deve essere pronto a
interromperlo in qualunque momento se indotto a credere che la
continuazione dell'esperimento comporterebbe probabilmente lesioni,
invalidità o morte per il soggetto umano.
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Storia e scienze: La vita immortale di Henrietta Lacks
Sfortunatamente il Codice di Norimberga non è sempre rispettato. Ne è un esempio il caso
di Henrietta Lacks. Henrietta non fu sottoposta a dolorose sperimentazioni, ma nel
trattamento che le fu riservato fu violato completamente il primo punto del Codice di
Norimberga («Il soggetto volontariamente dà il proprio consenso a essere sottoposto a un
esperimento[...]»).
Nel 1951 un chirurgo asportò alla giovane donna, senza avvisarla, un campione del suo
tessuto tumorale e lo analizzò in laboratorio. Subito comprese che quelle cellule avevano
qualcosa di straordinario. Per lungo tempo gli scienziati, infatti, avevano provato a
realizzare colture cellulari con cellule umane, ma non ci erano mai riusciti perché le cellule
morivano sempre. Le cellule di Henrietta si comportavano diversamente: riproducevano
un'intera generazione ogni 24h e non si fermavano mai (oggi sappiamo che è il tipico
comportamento delle cellule tumorali). Esse sono le prime cellule umane immortali mai
cresciute in un laboratorio. Si chiamano HeLa come le iniziali del nome della sfortunata
donna che le ha generate.
È da poco che la sua storia è stata resa nota: fino a poco tempo fa perfino i suoi familiari
erano inconsapevoli del grande contributo che le cellule HeLa avevano dato alla scienza e
alla medicina. Per anni i figli, dopo la morte di Henrietta, sono stati sottoposti a controlli e
prelievi ospedalieri. I medici, approfittando dello scarso livello di istruzione della famiglia
Lacks, li avevano convinti di voler verificare se avessero ereditato la malattia della madre,
ma in realtà cercavano di capire se Henrietta avesse tramandato loro quelle cellule
straordinarie.
Oggi conosciamo questa storia grazie alla giornalista Rebecca Skloot e al suo libro “La vita
immortale di Henrietta Lacks”.
La curiosità dell'autrice verso tale vicenda nasce al liceo, quando il professore di scienze,
raccontando alla classe della scoperta delle cellule HeLa, menziona il nome di Henrietta, ma
non sa aggiungere altro.
Dopo una ricerca durata anni, ecco che i familiari sono individuati. L'autrice entra in
contatto con loro e finalmente riesce a svelare la vera identità di Henrietta Lacks.
«Apparteneva a una famiglia afroamericana molto povera e lavorava in una piantagione di
tabacco. Madre di cinque figli, morì quando aveva trentuno anni a causa di un cancro alla
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cervice.
E' stata una delle più importanti figure sconosciute della medicina mondiale ma lei non lo ha
mai saputo.».
Le cellule HeLa hanno dato la possibilità di sviluppare numerosi vaccini e perfino il
farmaco anticancro tamoxifen.
Una provetta da cento microgrammi di cellule HeLa costa, oggi, più di cento dollari. Se si
pensa che in questi sessant'anni sono state riprodotte più di cinquanta milioni di tonnellate di
queste cellule, il ricavato avrebbe reso gli eredi di Henrietta la famiglia più ricca del mondo.
Invece le cellule originali furono prelevate senza il consenso di Henrietta e nemmeno una
minima parte dei proventi che ne derivarono è mai stata devoluta alla sua famiglia.
Rebecca Skloot ha istituito una fondazione per onorare la memoria di Henrietta e per
assicurare delle borse di studio ai suoi nipoti.
Così la ricorda uno dei suoi figli:
«Lei era una donna generosa, e io sono felice che mia madre abbia contribuito così tanto alla
ricerca. Era generosa e continua a esserlo. Henrietta Lacks vive ancora oggi».
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Inglese: Fringe: The New Frankenstein
Series cocreator J.J. Abrams is well aware of the debt owes to literature; in fact, he
Fringe
explicitly links the origin of the series to the very birth of modern science fiction itself. Most
scholars today agree that the publication of Mary Wollstonecraft Shelley's 1818 masterpiece,
or marks the transition point at which so-called
Frankenstein, the Modern Prometheus,
“proto-science fiction” ended and the full-fledged genre of contemporary science fiction
began. The questions and concerns raised by the novel, including what responsibilities a
creator should assume after the act of creation and what ethical limits if any should restrict
the progress of scientific research, still lie at the heart of the genre today.
Abrams explains that the original vision for the series entailed revisiting «the Frankenstein
idea, but told as legitimately as possible». Telling the story “legitimately” included updating
a central character by turning the aristocratic Genevan medical student Victor Frankenstein
into the eccentric U.S. scientist Dr. Walter Bishop. Like Victor, Walter shuns the scientific
consensus of the day, following his own genius into unorthodox, even illegal
experimentation. It's easy to see parallels between the two characters. Both brilliant
scientists mean well: they desire to explore the very nature of reality itself and thus expand
the boundaries of human knowledge. In Shelley's novel, Victor conducts research in order to
discover the spark of life an re-create it. He dreams of humanity freed from mortality.
Walter's experiments over his far longer career vary widely, but the main story arc of Fringe
revolves around his choice to conduct research in order to save his son's life, or, more
accurately, cheat his son's death. He dreams of Peter being healthy and safe.
To reach their desired goals, both use unethical methods. Victor plunders fresh graves to
find human body parts for his laboratory and refuses to provide even the most basic of
necessities to the life he creates. Walter escalates experiments with nootropic drugs on
innocent children, leaving them with after effects that continue into adulthood, and wholly
ignores warnings that act in on his untested theories could, as his assistant Carla Warren tells
him, «rupture the fundamental constants of nature» (“Peter”, 2-16). Furthermore, each
genius single-handedly makes decisions that determine the fate of many. Victor's neglected
creation slays his friends and family members. Walter's recklessness costs the life of his
assistant, drives his wife to suicide, and plunges an alternate world into chaos.
Perhaps most importantly, both Victor and Walter are haunted by their past scientific
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endeavors, pursued by the evidence of their own mistakes. Everywhere Victor looks, he
finds the creature. Everywhere Walter looks, he finds evidence of an upcoming violent
collision between our Universe and the other one Over There, a cataclysm that he set in
motion when he opened the door between worlds and took the alternate Peter