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Fotografia “utile”
Fotografia Medica:
~ Lennart Nilsson
Nilsson, fotografo svedese è considerato uno dei pionieri della fotografia medica.
Grazie ad avanzate tecnologie e all’aiuto di ricercatori, è riuscito a fotografare l’interno
dell’uomo. Un filone della sua fotografia medica che ha particolarmente colpito
l’opinione pubblica, è stato quello della Nascita dell’Uomo. Una serie di foto che
seguono il concepimento, la formazione del feto e la sua nascita. Le foto prenatali di
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Nilsson non ritraggono mai il rapporto madre-figlio, ma mostrano il solo feto ancora nel
ventre materno. L’attenzione che lo svedese pose nel mostrare l’umanità del feto non
ancora nato, motivò fortemente i gruppi pro-vita e le foto divennero manifesti contro
l’aborto. L’episodio ci aiuta a comprendere quanto un’immagine visiva come quelle
che mette a disposizione la macchina fotografica possa colpire e influenzare la società.
Tuttavia, le opere di Nilsson presentano un retroscena quasi paradossale: i feti
fotografati, divenuti icone della forza della vita, erano in realtà feti abortiti da donne
svedesi, in linea con le leggi del paese scandinavo.
Testimonianza storica:
~
Reportage Robert Capa
Nato nel 1913 col nome di Endre Friedmann, ungherese naturalizzato americano,
diventa famoso con le foto sulla guerra civile spagnola. Documenta come
corrispondente, la seconda guerra mondiale. Le sue foto vennero pubblicate su
Collier’s e Life. Nel 1947 fonda Magnum photos con Cartier-Bresson, Seymour, Rodger
e Vandivert. Corrispondente di guerra dalla vita avvenurosa, appassionato di divi del
cinema e gente comune, ha firmato alcune delle immagini-simbolo, che rimangono
nella memoria collettiva del secolo appena passato. Muore in Indocina del 1954 ucciso
da una mina. 5
“Sbarco delle truppe americane a Omaha Beach” , 1944.
Robert Capa, durante la sua collaborazione con la rivista Life, arriva con il primo
contingente sulla costa della Normandia. Questo reportage diviene presto leggenda:
“era ancora troppo presto e troppo grigio per scattare buone foto, ma il colore
plumbeo dell’acqua e del cielo rendeva carichi d’effetto quei piccoli uomini che
cercavano di evitare gli assurdi ostacoli antinvasione inventati dal trust dei cervelli di
Hitler”.
Nella redazione londinese di Life, per l’emozione e la fretta, un tecnico compie un
errore sgranando e sfuocando le foto. Dei centosei scatti se ne salvano solo otto.
Quello che è stato però un errore tecnico ha finito per acquisire un importante valore
semantico, segno di una vera documentazione partecipata.
Joe Rosenthal
Figlio di immigrati russi, Rosenthal nasce a Washington nel 1911. Durande la grande
depressione inizia a interessarsi di fotografia. Nel 32 diventa reporter del San
Francisco News. Durante la seconda guerra mondiale, entra all’Associated Press e
segue le operazioni dei marines nel Pacifico. Il 23 febbraio 1945, scatta la sua foto più
famosa: la bandiera americana issata su Iwo Jima. Per i successivi 35 lavora per il San
Francisco Chronicle. Muore nel 2006.
“Marines alzano la bandiera americana sul monte Suribachi” , 1945.
Il 23 febbraio 1945 Rosenthal scatta una delle più celebri fotografie di guerra di tutti i
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tempi. Per l’America, il suo esercito, la sua potenza, è un simbolo di gloria eterna.
L’immagine, divenuta da subito un’icona, ha ispirato film da “Sands of Iwo Jima” a
“Flags of our Fathers”. Sessantasei anni dopo, l’11 settembre 2001, Thomas Franklin,
si ricorderà di questa immagine, fotografando l’alzabandiera di tre vigili del fuoco sulle
macerie del Word Trade Center. Dopo giorni di duri combattimenti, Rosenthal, durante
una perlustrazione, scopre che un gruppo di soldati sta issando la bandiera americana.
Conscio che tale operazione durerà una manciata di secondi, afferra la sua macchina
fotografica e scatta, quasi senza inquadrare, la foto che gli varrà il premio Pulitzer.
Dorothea Lange
Nasce nel 1895 a Hodoken e studiò fotografia a New York collaborando con diversi
studi. Nel aprì uno studio personale a San Francisco, qui cominciò ad andare per le
strade e ad immortalare la misera realtà dei quartieri disagiati. Per questo fu scelta,
insieme ad altri fotografi, dall’ente per il monitoraggio della crisi nel settore agricolo,
per documentare la vita dei contadini colpiti dalla grande depressione. Alcuni suoi
scatti diventarono famosi, su tutti Migrant Mother che a tutt’oggi viene considerata
un’icona della storia della fotografia. Con le sue foto denunciò anche la situazione dei
giapponesi-americani che dopo l’attacco di Pearl Harbour furono raccolti e internati in
campi di prigionia. Nel 1947 collaborò alla fondazione dell’agenzia Magnum di Capa e
Bresson. Morì nel 1965 a San Francisco. 7
“Migrant Mother”, 1936.
Il soggetto è Florence Owens Thompson, una donna di 32 anni, madre di sette figli
immortalata dalla Lange nel febbraio 1936 durante una pausa dalla raccolta di ortaggi
in California. Il ritratto che ben mostra la disperazione della donna, fece il giro del
mondo tanto che l’ente committente decise di inviare immediati aiuti sul posto. Una
sola fotografia, con la sua carica emotiva e la sua drammaticità, aveva sortito buoni
risultati.
Quest’opera, nata con intenti documentaristici si rivela carica di contenuti artistici, sia
per l’impeccabile esecuzione tecnica sia per la carica emotiva che comporta.
Fotografia di denuncia Nick Ut
Nick Ut, nasce a Long An in Vietnam nel 1951. A sedici anni inizia a collaborare con
l’Associated Press dopo la morte in guerra del fratello maggiore. Viaggia in Corea del
Sud, Giappone, Hanoi. Prende la cittadinanza americana e continua a lavorare per l’AP
da Los Angeles.
“Phan Thi Kim Puc fugge dopo il bombardamento al napalm del suo villaggio”, 1972.
Quest’immagine ha segnato un’intera generazione. L’obiettivo di Nick Ut coglie un
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attimo che diventa simbolo universale delle atrocità di tutti i conflitti.
L’otto giugno nei pressi del villaggio Trang Bang, gli eserciti nord e sud vietnamita si
fronteggiano da alcuni giorni. Per stanare i vietcong che il comando americano
suppone siano nascosti nel villaggio, si ordina il bombardamento. Dopo le bombe
esplosive e al Napalm, dal fumo escono persone in fuga; nessun vietcong ma solo
civili: bambini e donne bruciate che reggono neonati ustionati o morti fra le braccia.
Nick Ut è lì e realizzerà una foto epocale. La bambina di nove anni che corre ed urla
per la paura e il dolore si è strappata di dosso i vestiti che avevano preso fuoco e grida
aiuto. La fotografia che colpì profondamente l’opinione pubblica, prova inconfutabile di
un’ingiustificata violenza, fu premiata con il Pulitzer.
Eddie Adams
Eddie Adams nasce negli USA nel 1933. Durante la guerra in Corea è fotografo
combattente nei marines. Durante la guerra in Vietnam, lavora per AP, nel 1977
realizza “The boat of smile”, reportage sui profughi vietnamiti. Nel corso della sua
lunga carriera riceve oltre 500 premi tra cui il Pulitzer, documenta numerose guerre e
realizza ritratti di grandi personalità, tra cui Malcom X, il Dalai Lama, Fidel Castro.
Muore a New York nel 2004.
“Il generale Nguyen Ngoc Loan giustizia un prigioniero vietcong”, 1968.
Adams nel febbraio del ’68 è a Saigon, in piena guerra del Vietnam, dove scatta la foto
che lo renderà celebre. Il generale vietnamita, per le strade della città, spara un colpo
alla tempia di un prigioniero vietcong, Nguyen Van Lem. La foto fa in breve il giro del
mondo, vince il Pulitzer e il World Press Photo. Questo scatto è la prova evidente, come
solo la fotografia può offrire, di una brutale esecuzione, dell’assurda violenza che la
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guerra scatena. Adams non amava questa foto e soprattutto non amava essere
ricordato solo per questa. Avrebbe preferito che si ricordasse la serie, dolente e
intensissima, realizzata nel ’77 su un gruppo di profughi vietnamiti.
Durante un’intervista a Time, Adams commentò la sua celebre immagine : “il generale
ha ucciso il vietcong; io ho ucciso il generale con la mia macchina fotografica”
Stuart Franklin
Nato a Londra nel 1956, Franklin studia fotografia e cinema, poi si laurea in geografia
all’università di Oxford. Nei primi anni ’80 è corrispondente per l’agenzia Sygma a
Parigi. Nell’ 85 diventa membro di Magnum. Vince vari premi tra cui il World Press
Photo, il Tom Hopkinson e il premio Christian Aid per la fotografia umanitaria con il
lavoro sulla carestia del Sahel. Fin dagli anni ’90, collabora con il National Geographic
Magazine. Attualmente lavora a un progetto sui cambiamenti climatici e i suoi effetti
sul pianeta.
“Piazza Tienanmen”, 1989.
Il 13 Maggio 1989 piazza Tienanmen si riempie di studenti che iniziano uno sciopero
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della fame e occupano la piazza principale di Pechino. Chiedono al governo dialogo e
riforme democratiche, ottengono la legge marziale. Gli studenti, cantando
l’Internazionale, manifestano pacificamente, ma su di loro avanzano i carri armati.
Franklin si trova a Pechino per seguire la rivolta per conto di Magnum; alloggia, con
altri giornalisti, in un hotel che si affaccia sulla piazza. La mattina del 5 giugno, esce
sul balcone e vede i carri armati avanzare contro gli studenti in fila. Dirà il fotografo:
“ho visto questo studente emergere dalla folla e mettersi di fronte ad un carro armato.
Il blindato si ferma. Il ragazzo si arrampica sul mezzo e parla con il guidatore nella
torretta”. Con questa immagine Franklin vincerà il World Press Photo. La sua forza
iconica è così grande da non aver bisogno di commenti, comparirà su tutti i giornali e
nel 2003 Life la inserirà tra le 100 foto che hanno cambiato il mondo.
Fotografia Paesaggistica
~ Ansel Adams
Nasce a San Francisco nel 1902. Nel 1916, durante una vacanza allo Yosemite National
Park, gli viene regalata la sua prima macchina fotografica. La natura e la fotografia
saranno da allora legate per sempre alla sua vita e la passione ambientalista rimarrà
viva in tutte le sue opere.
Nel 32 fonda il Gruppo f/64, riunendo alcuni fotografi aderenti alla straight
photography. Il nome rimandava alla minima apertura del diaframma dell’obiettivo che
avrebbe consentito la massima profondità di campo e la maggiore accuratezza dei
dettagli.
Le sue fotografie sono una testimonianza di ciò che erano i parchi nazionali prima
degli interventi umani e dei viaggi di massa. Muore nel 1984 a Camel-by-the-Sea.
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“The Tetons – Snake River”, 1936.
Questa foto fa parte di una serie scattate da Adams che in tal modo riuscì a salvare il
King Canyon. Nel 1936, egli portò le sue foto a Washington, e fece in modo che il King
Canyon in California, venisse preservato. Il fotografo ebbe successo e tale sito venne
dichiarato parco nazionale.
Astrofotografia
~ Nasa
La prima foto della Terra, vista dallo spazio, viene scattata nel Dicembre 1968
dall’equipaggio dell’Apollo 8. Da allora la Nasa, consapevole dell’importanza di
documentare con immagini il grande sforzo per la scoperta dello spazio, crea un
dipartimento fotografico, chiamando i fotografi del National Geographic e Life per
tenere corsi agli astronauti. Nel corso degli anni le competenze e le tecnologie si
specializzano fino a creare un archivio di immagini sempre più nitide e suggestive.
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“La Terra fotografata dall’Apollo 17”, 1972.
Questa che è forse l’immagine più famosa della Terra, è in grado di spiegare ciò che le
parole non potevano fare: l’aspetto di ciò che esiste all’interno dell’infinità dello spazio
e del tempo. Gli astronauti hanno visto con i loro occhi il sole, la luna, e il nostro posto
nell’universo e lo hanno registrato con la macchina fotografica, diventando in questo
modo involontari cronisti. Una fotografia che rappresenta l’umano bisogno di
conoscenza.
Fotografia puramente artistica
Da che Niépce nel 1826 fece il suo primo scatto, e molto di più dal 1839 in poi con la
messa a punto del Dagherrotipo (stampa diretta su lastra con procedimento di tipo