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Sintesi
Italiano: Giovanni Verga

Filosofia: Arthur Shopenauer

Storia: la Seconda guerra mondiale

Biologia: l'occhio umano

Scienze della Terra: l'atmosfera ed i satelliti

Chimica: la fotoelettrochimica ed isomeria ottica

Fisica: la luce e gli obiettivi fotografici

Matematica: il calcolo delle probabilità

Latino: Giovenale

Inglese: Oscar Wilde

Arte: Robert Capa
Estratto del documento

alcuni casi i risultati sono davvero pregevoli come quando riprende gli

elegantissimi amici scrittori.

Interessanti anche da un punto di vista sociale sono i ritratti della gente comune:

contadini, donne di servizio, perfino una mendicante che alludono a quei “vinti”

protagonisti di tante storie verghiane.

La Sicilia - Giovanni Verga fotografa con costanza la sua terra, tanto che la

maggioranza delle sue immagini è stata scattata in Sicilia. Qui alterna i ritratti di

parenti e amici a quelli di gente umile come contadini, massari, cameriere di casa;

qui fotografa il tempio di Segesta come le vedute di Vizzini o il porto di Catania. In

effetti i migliori risultati Giovanni Verga li ottiene quando fotografa i paesaggi

urbani spostandosi con il treppiede da un punto all’altro, cercando l’inquadratura

più corretta e la luce più adatta o quando riprende le campagne che sembrano

lontane da quel mare che Verga non riprende quasi mai. Possiede uno stile

immediato, caratterizzato da un dinamismo che somiglia al tono moderno e pulito

della sua pagina scritta: in questo è vicino al modo di operare di due altri scrittori

fotografi siciliani suoi amici come Federico De Roberto e Luigi Capuana.

Interessante notare nelle immagini di Verga l’assoluta mancanza di retorica, la

capacità di evitare ogni riferimento al pittoresco e semmai il desiderio di cogliere

lo spirito più profondo e autentico della sua terra.

In viaggio - Uomo colto e benestante, Giovanni Verga aveva a lungo vissuto a

Milano ma, anche dopo essere tornato nella sua Catania, realizza frequenti viaggi

a Londra, Parigi, e in altre città. Di alcuni abbiamo interessanti documentazioni

fotografiche che testimoniano del suo immutato legame con la Lombardia – i laghi

di Como e Maggiore, Bormio, lo Stelvio – e delle sue mete in Svizzera in

compagnia di donne affascinanti ed elegantissime che fotografa con grande

perizia.

Ormai padrone della tecnica di ripresa e approdato a uno stile asciutto ed efficace,

Verga è attratto dai palazzi, dalle vie, dalle piazze di Berna, Basilea, Zurigo,

Lucerna: le sue fotografie somigliano a dei piccoli reportage di viaggio dove i

ritratti si alternano a panorami urbani realizzati con quel gusto caro ai vedutisti

che risente di una certa teatralità.

Sono questi i momenti più interessanti anche da un altro punto di vista: attraverso

gli occhi del fotografo, comprendiamo la realtà del tempo come doveva apparire a

un ricco borghese pieno di curiosità e consapevole dei tanti cambiamenti della sua

epoca.

Dal 7 al 26 settembre 2004 Milano svelò al grande pubblico cento foto scattate da

Giovanni Verga, tutte provenienti dall’Archivio Fotografico della Fondazione 3M, ed

esposte per la prima volta al Palazzo dell’Arengario. Promossa da 3M in

collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano e curata

da Roberto Mutti, la mostra “Giovanni Verga Scrittore Fotografo” ebbe anche una

finalità benefica: il ricavato dei biglietti e del catalogo venne devoluto alla sezione

milanese della Lega Italiana per la Lotta Contro i Tumori a sostegno del progetto

“Strada della guarigione”.

.“Potrà forse apparire sorprendente che lo scrittore Giovanni Verga fosse anche un

appassionato fotografo”, dichiarò Roberto Mutti, curatore della mostra. “Proprio

come i suoi amici Capuana e De Roberto (e come Émile Zola in Francia o Jack

London in Inghilterra), Verga con le sue opere ribadisce lo stretto rapporto che 7

lega letteratura e fotografia. Nonostante la scoperta delle lastre su cui lo scrittore

siciliano aveva impresso le sue immagini risalga al 1970, la conoscenza delle sue

fotografie è poco nota presso il grande pubblico. Con questa mostra ci poniamo

l’obiettivo di colmare questa carenza e di dare un contributo al dibattito su

rapporti e interdipendenze tra arti diverse”.

Le cento immagini della mostra “Giovanni Verga, scrittore fotografo”provengono

tutte dall’Archivio Fotografico della Fondazione 3M. Non si trattò di fotografie

originali, ma di stampe recenti ricavate indirettamente, attraverso interventi

digitali, dalle lastre in vetro verghiane. Queste, date le loro precarie condizioni,

risultarono troppo delicate per essere maneggiate: alcune lastre, infatti, subirono

danni alle emulsioni (che in qualche caso si sono addirittura parzialmente

distaccate per colpa dell’umidità) o furono addirittura accidentalmente rotte.

ARTHUR SCHOPENHAUER 8

“Il mondo come rappresentazione”

Schopenhauer parte dalla concezione secondo la quale, sul piano conoscitivo, “il

mondo si dà come rappresentazione”; la conoscenza del mondo, pertanto, avviene

mediante le cosiddette strutture a priori del tempo e dello spazio e mediante

il principio di ragion sufficiente, che costituisce il fondamento delle scienze e

sostituisce le dodici categorie kantiane, operando su quattro livelli:

(causalità)

1. necessità fisica (ragionamenti)

2. necessità logica (matematica)

3. necessità dell’essere

(azione).

4. necessità morale

Questi quattro livelli costituiscono quattro diversi tipi di rappresentazione del

mondo. In base al principio di ragion sufficiente, che è in noi e non nelle cose,

conosciamo: divenire,

· il in quanto riconducibile a causalità necessarie;

ragionamenti,

· i perché obbediscono a una necessità logica;

l’essere,

· perché è determinato nel tempo e nello spazio, i quali

costituiscono i fondamenti della matematica;

l’azione,perché

· determinata dalla necessità morale.

Tuttavia, applicando il principio di ragion sufficiente, il mondo può essere

conosciuto solo come rappresentazione; esso è basato sul “meccanicismo”, in

quanto tutto ciò che avviene ha una causa che lo determina necessariamente.

“Il mondo come rappresentazione” è completo, autosufficiente e non rinvia ad

altro. Tuttavia, in quanto rappresentazione, non esiste di per sé come oggetto, ma

ha bisogno di un soggetto che lo rappresenti. Di conseguenza il mondo esiste solo

in quanto è percepito e il soggetto solo in quanto percepisce. Quindi, tutto ciò che

esiste, esiste in relazione a un soggetto ed è, pertanto, solo rappresentazione.

Il soggetto, tuttavia, non rientra nel “mondo come rappresentazione”, perciò ad

esso non possono essere applicate le strutture a priori; esso, inoltre è unico e

indiviso e non è rappresentabile. Da ciò scaturisce che il mondo conoscibile è

soltanto il “mondo come rappresentazione. Secondo Schopenhauer anche la cosa

in sé non è in conoscibile:essa sfugge all’intelletto, ma questo non è l’unico

strumento di conoscenza. L’uomo è costituito anche dal corpo e, in quanto tale,

attraverso i sentimenti, è in grado di accedere alla dimensione noumenica

della volontà, squarciando il cosiddetto velo di Maya della rappresentazione 9

noumenica, e di giungere alla conoscenza.

La volontà .

Dal momento che la conoscenza non si ottiene soltanto attraverso l’intelletto ma

anche attraverso il corpo, esso diventa lo strumento attraverso cui poter

conoscere la cosa in sé; relazionata al nostro essere, la cosa in sé viene

identificata con la volontà. L’individuo, come entità corporea, fa si che la sua

volontà si oggettivizzi (si trasformi) in movimenti del corpo, per cui il corpo

diventa oggettivazione della volontà dell’uomo.Nella fusione tra corpo e volontà,

le sensazioni del corpo e gli atti della volontà modificano le funzioni del corpo

stesso. In senso generale, la volontà costituisce il principio metafisico, la forza

animatrice di tutta la natura. Tuttavia, estesa a tutta la natura, la volontà può

essere conosciuta soltanto attraverso l’analogia in tutti i fenomeni naturali. La

volontà, inoltre, non è determinata da tempo e spazio ( secondo il principium

individuationis per cui il mondo percepito dall’intelletto è diviso in realtà separate

da tempo e spazio), per cui il passaggio dalla volontà agli individui è piuttosto

difficile. Per questo Schopenhauer immagina che la volontà si oggettivizzi in idee

in ordine gerarchico rispetto alla volontà che le ha generate. Egli riprende dalle

teorie di Kant e, ancor prima, di Platone, per i quali, se la cosa in sé è la volontà,

allora le idee sono oggettivazione della volontà. Tutta la natura è costituita da

forze naturali che la animano e che sono espressioni della volontà; la volontà,

quindi, si esprime in una lotta tra le manifestazioni delle forze della natura. Allo

stesso modo, ogni idea si contrappone alle altre per affermarsi su di esse. Da

queste teorie ne scaturisce una visione pessimistica dell’universo, in cui la realtà e

vista come teatro di conflitti.

Pessimismo.

Ogni uomo è oggettivazione della volontà, la quale vive in lui senza alcuna altra

finalità che sia la propria realizzazione, il volere per il volere, il desiderare fine a se

stesso. Il volere è una forza estranea che fa dell’uomo un proprio strumento e che

determina una condizione di infelicità. Da queste convinzioni scaturisce l’idea

del pessimismo cosmico, perché la volontà che agisce in tutti gli uomini è priva di

razionalità e di finalità. Il pessimismo cosmico diventa anche pessimismo storico e

sociale, perché la vita umana è dominata dal dolore e la storia non è lo sviluppo

razionale in cui ogni cosa acquista significato, ma è il regno del caso, senza

disegni o forze che la guidino. Il pessimismo si estende anche al

livello esistenziale: l’uomo è agitato dalla volontà, che si manifesta nel desiderio

insaziabile, il quale è dolore e mancanza. Il desiderio e l’attività costituiscono dei

tentativi di fuga dalla morte, mentre l’appagamento costituisce la noia, la morte

spirituale.

Liberazione dalla volontà.

L’uomo, tuttavia può sottrarsi alla sua fine e opporsi alla volontà, spegnendo il

desiderio e negando la volontà. La via della liberazione indicata da Schopenhauer

è divisa in tre tappe:

1. l’arte: grazie ad essa l’uomo supera l’individualità della cosa e la

riconduce all’idea;

2. la pietà o la compassione: intesa come “sentire con”; essa ci conduce

alla comprensione dell’unità con gli altri, on i quali costituiamo un’unica

realtà;

3. l’ascesi: grazie ad essa ci liberiamo dalla volontà a dai desideri legati ad

volontà,

essa. Si giunge alla negazione della volontà, alla sostituendo ai

Nulla,

desideri un vuoto interiore, il inteso come profonda serenità. 10

“la rappresentazione non ci permette di conoscere la realtà "oggettiva",

la cosa in sé, ma solo il suo fenomeno, cioè un’apparenza della realtà.”

Storia

“Seconda Guerra Mondiale”

La nascita del Fotoreportage di Guerra risale senza dubbio agli anni della Seconda

Guerra Mondiale con Robert Capa (temerario fotoreporter) alla guida di coloro che

segneranno la storia della fotografia. Il lavoro di Capa ha permesso di capire la

crudeltà della guerra e la violenza con la quale milioni di persone furono uccise.

Tuttavia furono anni difficili per la fotografia e per la stampa in generale, con le varie

censure che vennero attuate dai vari regimi, quali Fascismo e Nazismo.

L’ascesa del Nazismo in Germania trovò le sue radici nelle drammatiche condizioni

del paese nel primo dopoguerra.

La crisi economica dei primi anni Venti causò profondi cambiamenti e forti

rivolgimenti nella società tedesca. La Repubblica di Weimar con la sua costituzione

democratica e federale non riuscì a fermare l’avanzata dei movimenti antidemocratici

e nazionalisti.

Tra questi si distinse il Partito Nazionalsocialista, fondato da Adolf Hitler. Dopo

un periodo di ripresa economica la crisi del 1929 fece ricadere

la Germania nel caos. Hitler e i suoi seguaci si proposero

come gli unici capaci di superare la crisi. Hitler così ottenne

un consenso sempre maggiore tanto che nel 1933 divenne

Cancelliere e poi, nel 1934, Presidente della Repubblica.

Una volta preso il potere Hitler iniziò a costruire lo Stato

totalitario. Furono sciolti tutti i partiti d’opposizione, furono

aboliti i sindacati, fu controllata la vita culturale, cominciarono

le persecuzioni soprattutto nei confronti degli Ebrei, fino

allo sterminio nei campi di concentramento.

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