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Sintesi

Introduzione Foto-musica, tesina



La seguente tesina di maturità tratta del tema della foto-musica. La tesina abbraccia anche i seguenti argomenti nella varie discipline scolastiche: Foto-musica con foto-suoni in Musica; Musica e arte per Friedrich Schelling in Filosofia; Le tecniche di ripresa: microfoni e condensatori in Fisica.

Collegamenti


Foto-musica, tesina



Musica - Foto-musica con foto-suoni
Filosofia - Musica e arte per Friedrich Schelling
Fisica - Le tecniche di ripresa: microfoni e condensatori
Estratto del documento

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! Foto-musica

Origini e applicazioni di un nuovo genere musicale

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Mattia Cirillo

5D a.s. 2013/14

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Motivazioni

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Indice

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• Introduzione pag.4!

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• Antecedenti:!

- Le radici musicali pag.5!

- Presupposti poetico-filosofici pag.7!

- Friedrich Schelling: musica e arte pag.8!

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• Applicazioni:!

- Sonorizzazioni extra-ambientali pag.10!

- Sonorizzazioni mussali pag.10!

- “Treni persi” pag.11!

- “Mina miniera mia” pag.12!

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• Il metodo:!

- Cos’è un microfono? pag.14!

- Microfoni dinamici pag.14!

- Microfoni a condensatore pag.15!

- Circuiti RC pag.15!

- Condensatori pag.15!

- Carica di un condensatore pag.17!

- Scarica di un condensatore pag.18!

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Introduzione

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Con il termine “foto-musica”, si designa una particolare tecnica musicale nata sul

finire degli anni novanta, nella quale convergono esperienze di etnomusicologia,

bruitismo, musica concreta, musica ambient e, più in generale, musica

elettroacustica.!

Per i suoi forti presupposti poetico-filosofici, che dalla fenomenologia di Edmund

Husserl vanno all'"anarchismo metodologico" di Paul Feyerabend alla "post-

Filosofia" di Richard Rorty, può essere considerata un vero e proprio genere a sé

stante di musica elettroacustica con importanti risvolti applicativi.!

La foto-musica si caratterizza, infatti, per essere sempre composta in relazione al

contesto per il quale è pensata. Gli spazi architettonici e i loro contenuti, ivi inclusi i

suoni che preventivamente li abitano, diventano i primi termini di riferimento dai quali

il "foto-compositore" non può prescindere e, anzi, trae le idee stesse e i materiali del

suo lavoro.!

!

Principio basilare della foto-musica è l'utilizzo del foto-suono, inteso come estratto

musicalmente significativo del paesaggio sonoro. Ai foto-suoni possono essere

combinati sia suoni sintetici sia suoni di strumenti acustici, compresa la voce con le

sue molteplici qualità narrative o puramente fonetiche.!

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Antecedenti

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Nella storia della musica occidentale, e in particolare in quella del '900 e

contemporanea, ci sono diversi segnali che anticipano la foto-musica. Questi si

possono sintetizzare in sette differenti generi, ai quali la foto-musica si riallaccia e

dai quali si differenzia per il proprio originale contributo. Alle radici musical di questo

genere si può aggiungere inoltre una base filosofica da cui la foto-musica ha colto i

propri principi. In altri termini, a fianco delle radici musicali vanno considerate, non

meno importanti, quelle poetico-filosofiche che testimoniano di un preciso

atteggiamento nei confronti delle più recenti concezioni estetiche dell'arte e della

musica.!

!

Le radici musicali

• Etnomusicologia

Una prima radice della foto-musica con foto-

suoni si colloca tra '800 e '900, quando

l'invenzione del fonografo da parte di Thomas

Edison e la rivoluzione apportata dalla

etnomusicologia non solo rivalutano in ambito

musicale le tradizioni orali ma, in modo più o

meno consapevole e certo non volontario,

anche i suoni ambientali, parte viva e

integrante dei reperti fonici. Rispetto a questa prima origine, la foto-musica

incorpora ed estende sia l'attenzione per i repertori alternativi rispetto ai percorsi

più battuti dalla musica contemporanea, sia il decentramento verso ambiti acustici

finora ritenuti marginali e musicalmente non significativi.!

• Bruitismo

Con il manifesto futurista di Filippo Tommaso

Marinetti e L'arte dei rumori di Luigi Russolo,

nel secondo decennio del '900 vengono

esaltati i rumori (da cui "rumorismo" e, dal

francese bruite = rumore, "bruitismo"),

considerati degni di capacità musicali non

meno dei suoni della tradizione. Non a caso

l'"emancipazione della dissonanza" ad opera

di Arnold Schoenberg e altri avviene nello

stesso periodo storico, ed è in questo senso che la foto-musica intende riprendere

l'"emancipazione del rumore" accogliendone le infinite sfumature presenti nel

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paesaggio sonoro e abilitandole al rango di foto-suoni potenzialmente musicali non

meno dei suoni della più blasonata tradizione sinfonica.!

• Musique d'ameublement

La "musica da arredamento" o "da tappezzeria" di Eric Satie, promossa con spirito

polemico tra la fine degli anni dieci e gli anni venti, sposta l'attenzione,

analogamente alla dualità suono-rumore evidenziata dal bruitismo, su un'altra

dualità tipica della nostra cultura del '900, quella di figura-sfondo, dove la musica

può atteggiarsi in entrambi i modi e, nella fattispecie, come attiva compartecipe di

un contesto e senza volontà di protagonismo. La foto-musica gioca sulla stessa

dualità puntando però all'armonica fusione dei due aspetti, il cui esito è dato dalla

calibrazione del reciproco interferire.!

• Musica aneddotica

Luc Ferrari traduce, negli anni cinquanta e sessanta, i suoni ambientali in termini

narrativo-aneddotici, con registrazioni sperimentali effettuate in luoghi vissuti,

riprodotte e ascoltate come se fossero racconti. Il riferimento con la foto-musica è

immediato, ma questa punta all'aspetto sintattico e procede oltre lo stadio della

pura evocazione narrativa, suggerendo più livelli interpretativi e comunicativi e, in

sostanza, un approccio semantico stratificato e complesso.!

• Musica concreta

Negli anni quaranta e cinquanta gli objects sonores di Pierre Schaeffer e i lavori

"concreti" di compositori come Henri Pousseur, Karlheinz Stockhausen, Bruno

Maderna e Luciano Berio fissano su nastro magnetico molti estratti acustici derivati

dalla quotidianità e ne sperimentano, con risultati alterni, l'uso in chiave musicale.

Foto-suoni e objects sonores sono affini per il fatto di essere entrambi estratti del

paesaggio sonoro o di realtà acustiche di tipo rumoristico, ma la valenza del foto-

suono è più ampia e anche meno astratta. In

esso il vincolo semantico e contestuale

mantiene un peso specifico persistente e

deliberatamente vincolante.!

• Musica ambient

Negli anni settanta e ottanta Brian Eno con le

sue Musiche per aeroporti e, slittando

gradualmente di genere, le successive forme

di relaxing music, New Age, ecc. si

relazionano esplicitamente all'ambiente circostante, ma focalizzando il centro

dell'interesse sul soggetto percipiente più che sullo spazio, che invece nella foto-

musica si configura come elemento vivo e dialogante all'interno del progetto

musicale.! ! 6

• Soundscape composition

Pressappoco negli stessi anni, ma con un affondo al Soundscape Project varato da

Raymond Murray Schafer negli anni sessanta, Barry Truax e altri compositori

canadesi parte di un'attivissima squadra si adoperano per una trasposizione

musicalmente creativa del concetto di "paesaggio sonoro", i cui primi obiettivi

consistevano nella denuncia scientificamente suffragata del crescente

inquinamento acustico di cui la nostra civiltà è al tempo stesso vittima e artefice. La

foto-musica, a differenza della soundscape composition, non vuole avere carattere

di denuncia, seppure le scelte del foto-compositore possono all'occorrenza

includere una deliberata vis polemica (ma ciò è legato al rapporto che volta a volta

egli vuole o gli viene richiesto di instaurare con l'ambiente). Inoltre la sua natura

fortemente sintattica l'avvicina alle tecniche compositive del contrappunto e alla

massima articolazione di tutti i parametri che partecipano delle nuove "immersioni"

sonore.!

!

Presupposti poetico-filosofici

Si può tracciare un percorso di pensiero le cui tappe recenti sono individuabili con

estrema chiarezza. A queste si può ancora anteporre la concezione della musica

avanzata da Friedrich Schelling quale arte figurativa connotata da qualità fisiche più

che astratte, posizioni su cui l'idealismo romantico a venire si sarebbe espresso in

modo ben diverso, ma che in compenso sono state ampiamente riprese dai filosofi

antimetafisici del ‘900.!

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Friedrich Schelling: musica e arte

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Nella filosofia romantica la musica assume un valore nuovo rispetto al passato,

rivoluziona infatti quei sistemi di classificazione delle arti che la vedevano sempre

relegata al gradino più basso. È nuovo anche il criterio di sistematizzazione: se

prima ogni arte occupava un posto a sé nella

completa indifferenza per le altre arti, ora

determinare una precisa scala gerarchica

diventa sempre più difficile. L’originale sistema

delle arti elaborato da Schelling è probabilmente

la prima riflessione della moderna estetica

musicale, perché non solo attribuisce alla

musica un ruolo particolare, ma perché

introduce, anche se solo a livello di spunti,

concetti nuovi che verranno poi sviluppati dai

filosofi successivi.

Per Schelling, l’arte rappresenta l’oggettivazione

dell’infinito, dell’assoluto, nel finito, la

manifestazione dell’universale nel particolare e,

a seconda del mezzo attraverso il quale le arti

colgono l’assoluto, si suddivide in reale ed

ideale. Le arti reali si esprimono con mezzi fisici,

come le arti figurative, quelle ideali con la parola. La musica si trova, insieme a

pittura e scultura, proprio fra le arti figurative; è questo un posto nuovo rispetto alla

tradizione e lo stesso Schelling si accorge di questa sua originalità precisando che

"figurative" denota semplicemente ciò che è figurabile, quindi fisico o materiale. La

musica è infatti l’arte che mantiene il più stretto legame con l’elemento fisico perché

é fatta di suono, ovvero di un qualcosa di materiale ed inorganico, quindi

strettamente connesso con la realtà sensibile, ovvero con la natura.

La musica, dice Schelling, è formata da tre elementi che sono il suono (elemento

reale), la modulazione (elemento ideale), l’armonia o melodia (la sintesi del reale e

dell’ideale); la musica quindi riassume internamente quella che è l’intera divisione

del sistema delle arti in reali ed ideali. Fra questi elementi quello di gran lunga più

importante è senza dubbio quello reale, ovvero il ritmo. "Il ritmo é la musica nella

musica" dirà Schelling, ne è l’elemento primo, senza di esso non esiste musica.

Esso rappresenta il tempo, l’idea della successione; è quindi l’oggettivazione

dell’infinità temporale: la musica come puro ritmo coglie il divenire delle cose e lo fa

in modo completamente astratto dalla realtà, semplicemente trasmettendo all’uomo il

puro movimento. La musica acquista perciò proprietà ambivalenti, perché è legata

sia alla sensibilità (suono) sia, attraverso il ritmo, alla pura spiritualità, innalzandosi al

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di sopra di tutte le arti come la più ideale fra esse.

Schelling valorizza ulteriormente l’arte musicale, accostando questa all’azione della

coscienza: come il ritmo diviene unità nella molteplicità rappresentando il divenire

delle cose, così la coscienza è il centro unificatore di tutte le nostre sensazioni.

Schelling definisce la musica, infatti, "l’arte più spoglia di elementi corporali, nella

misura in cui rappresenta il movimento puro in se stesso, staccato dall’oggetto e

portato da ali invisibili, quali le ali stesse dello spirito".

Per questo filosofo la musica è l’unica arte in grado, attraverso il suono, di esprimere

l’anima più intima e nascosta delle cose, è soprattutto "il solo eterno organo della

filosofia e, nello stesso tempo, la testimonianza vivente della sua verità, mostrandoci

in forme sempre più nuove ciò di cui la filosofia non può darci rappresentazione

concreta: il processo inconscio della produzione e la sua originale identità con le

cose”. Siccome l’assoluto agisce attraverso l’artista nel momento della creazione

estetica per manifestarsi solo a chi sa comprenderlo, Schelling sostiene che

solamente l’arte è capace di rivelarci l’assoluto facendoci elevare fino ad esso.

L’arte è la necessaria realizzazione di questa bellezza che ci è data in modo casuale

dalla Natura. Infatti, come l’agire della natura, con un supremo atto spirituale, l’arte si

sviluppa spontaneamente nell’animo dell’artista durante la creazione dell’opera.

Nell’operare del genio "la natura dà regola all’arte" idea di origine che sicuramente si

avvicina a quella espressa da Kant. L’io, l’essenza dell’artista da un lato è l’origine

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