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Sintesi
Italiano: Pirandello con Enrico IV

Latino: Seneca "Furor"

Storia: Hitler e il totalitarismo

Storia dell'arte: Edvard Munch "L'urlo"

Filosofia: Freud e la psicanalisi

Inglese: Stevenson

Scienze della terra: I terremoti

Fisica: Albert Einstein, il genio folle della relatività
Estratto del documento

DEFINIZIONE

Dire che cosa sia realmente la follia è un'impresa abbastanza ardua, eppure in tanti hanno

provato a dare un valido significato a questo termine. Nel passato come nel presente, la follia

si è manifestata in tanti suoi piccoli aspetti: attraverso il genio degli scienziati, i versi dei

poeti, le melodie dei musicisti, i colori vivaci sulle tele degli artisti, le gesta inconsulte dei

potenti. Oggi il termine "follia" ha un significato più comune per indicare semplicemente chi

si ribella all'ordine della vita sociale per dar sfogo alle passioni, ai sentimenti, all'istinto, alla

pura irrazionalità. Questo termine è entrato dunque a far parte del linguaggio corrente e non

può più essere tenuto al di fuori del mondo reale come manifestazione della diversità, come

un nemico che minaccia l'identità di ognuno.

Dalla realtà dei giorni nostri si può evincere come l'uomo sia nato dall'incontro tra la verità e

la follia e di come il mondo corra instancabilmente verso qualcosa che non c'è, mosso dallo

sfrenato desiderio di potere, di conquista e di vittoria.

La follia non allontana l'individuo da se stesso ma lo rende partecipe di una realtà che sta al di

fuori delle regole e dei canoni del vivere civile; è la realtà che si nasconde nel profondo

dell'anima, è l'essenza dello spirito. 2

LATINO

Mens bona aut furor: opposizione fra ragione e passione

Le tragedie di Seneca, che spesso si rifanno ai miti greci, sono uno

studio attento e preciso dei comportamenti umani, i quali spesso sono

istinti malefici, irrazionali e folli.

In esse Seneca parla, infatti, di uccisioni, d’incesti, di crisi d’ira e di

gesti incontrollabili, d’insane passioni e di un uso folle della violenza.

Egli rappresenta lo scontro nell’animo umano tra impulsi contrastanti

positivi e negativi. Le anime malate che egli rappresenta sembrano

ragione. Spesso portavoce di essa sono i

quindi aver perduto il senno, la

personaggi secondari che cercano di dissuadere i protagonisti dai loro

insani propositi. Del “furor” sono invece portavoce i protagonisti,

dominati dall'impulso irrazionale, dalla passione (amore, odio, gelosia,

ambizione e sete di potere, ira, rancore), rappresentata, secondo la dottrina morale stoica,

come manifestazione di pazzia che sconvolge l'animo umano e lo travolge irrimediabilmente.

Caratteristica delle tragedie senecane è l’accentuazione del pathos e personaggi sono

analizzati in profondità mettendo in risalto i contrasti interiori.

Fedra

Fedra, moglie del re d'Atene Teseo, provava una folle passione per il figliastro Ippolito a cui

dichiarò il suo amore. Sentendosi respinta si vendicò raccontando delle falsità al marito, che

in preda all’ira maledisse Ippolito, portandolo alla morte. Fedra, confessò la sua colpa e in

preda alla disperazione si uccise. Importante è la scena della dichiarazione di Fedra a

Ippolito, dove l'amore incestuoso ha oltrepassato ogni limite e il furor ha avuto il

sopravvento sulla ragione e sulla razionalità. 3

FILOSOFIA

Freud e la psicoanalisi

I problemi riguardanti la psiche dell'uomo non furono mai visti da

un punto di vista scientifico sino alla seconda metà dell'Ottocento,

Quando Sigmund Freud introdusse una nuova scienza, la Psicanalisi.

Freud capì che i sogni sono manifestazioni di pensieri, sentimenti ed

emozioni; quindi i sogni sono la manifestazione dell’inconscio e per

individuare la patologia del paziente, questi, devono essere

necessariamente letti. Freud per descrivere la psiche umana formula

due topiche. La prima topica è costituita da tre luoghi o sistemi:

 INCONSCIO: È la zona più profonda che trattiene i

desideri che sono stati rimossi dal soggetto, perché

ritenuti inaccettabili, malvagi, peccaminosi. La

Rimozione è una reazione di difesa che si svolge

all’insaputa del soggetto. I desideri rimossi, tuttavia, a

distanza di anni si presentano camuffati nei sogni, nei piccoli atti quotidiani di

dimenticanza, lapsus, oppure nei sintomi di malattie nervose. Spesso legati alla

sessualità.

 PRECONSCIO: È una zona differente dall’inconscio poiché è costituita da

contenuti psichici, latenti, cioè momentaneamente non presenti alla coscienza,

ma suscettibili di diventare consapevoli in qualsiasi momento.

 COSCIENZA: Costituisce la parte consapevole della personalità a diretto

contatto con il mondo esterno.

La seconda distingue tre istanze, che sono all’origine della personalità di ogni individuo:

 ES: Rappresenta la parte primordiale, quella istintiva in cui l’individuo deve

soddisfare tutto e subito (sfera delle pulsioni.)

 SUPER IO: Rappresenta tutto ciò che l’individuo coglie dall’insegnamento delle

istituzioni sociali (famiglia, scuola, stato). Esso impone de valori e dei divieti

(morale.)

 IO: Rappresenta la forza equilibratrice di queste due domande, cioè l’es che vuole

sopprimere il super io e viceversa.

L’IO rappresenta quindi la vera stabilità dell’individuo che non deve essere ne troppo

condizionato dall’es né troppo rigido rispetto al super io. Quando l’io non riesce più a

controllare l’es e il super io, avvengono i sintomi nevrotici, attraverso ossessioni,

convulsioni e in generale ogni genere di patologia che porta l’individuo a commettere

manifestazioni sbagliate. 4

ITALIANO

Pirandello e la follia nell’Enrico IV

Il tema della follia è presente in tutta l’opera pirandelliana e scaturisce

dall’ammirazione dello scrittore per le teorie del filosofo francese

Alfred Binet il quale intuì la variabilità degli stati psicologici e la

scomposizione della personalità umana. La follia o alienazione

mentale, secondo Pirandello, è la condizione nella quale i fatti

commessi sono caratterizzati dall’a-normalità. Solo la follia o l’a-

normalità assoluta, incomprensibile per la massa, permette il vero

contatto con la natura e la possibilità di scoprire se stessi attraverso il

rifiuto del mondo esterno. Così accadde a Enrico IV nell’omonima

opera.

Un giovane nobile, durante la rappresentazione del personaggio di

Enrico IV, cade da cavallo battendo violentemente la testa.

Risvegliatosi dopo l’incidente, crede veramente di essere l’imperatore

di Germania e, assecondato da parenti e amici, vive la sua vita nei panni dell’imperatore.

Dopo dodici anni vissuti nella finzione, Enrico IV guarisce e consapevole di non poter più

recuperare il tempo perduto decide di fingersi ancora pazzo. Nella scelta di Enrico IV di non

tornare alla normalità, è evidente il rifiuto dell’assurdità e delle convenzioni ipocrite del

mondo borghese. Pirandello disse che la vita è come un “carcere senza sbarre”, e per vivere

dobbiamo chiuderci in una forma, un ruolo regolato dalle convenzioni sociali. Il protagonista,

ormai rinsavito, dovendo scegliersi una forma, preferisce mantenersi nella “forma” del pazzo,

continuando a recitare la parte dell’imperatore. In questo modo può vendicarsi di quelli che

l’hanno rovinato e al contempo rendersi conto di essere al di sopra degli altri. Lui la pazzia

l’ha superata a differenza di tanti che, senza rendersene conto, restano con le loro manie,

dominati da un’inconsapevole follia. La follia quindi non è vista da Pirandello come elemento

negativo ma come mezzo fondamentale dell’uomo per fuggire dalla propria angoscia e come

ultimo rifugio per potersi salvare dal dramma dell’esistenza.

5

STORIA DELL’ARTE

Un urlo… per esprimere la follia

della società

Spesso l'espressione artistica viene accomunata a

una certa dose di stravaganza, eccentricità, se non

addirittura alla pazzia. I quadri creati da questi artisti

alle volte sono un modo per esorcizzare la tristezza

interiore e per dare forma ai demoni che tormentano

il cuore. Questo è il caso di Edvard Munch con la

sua opera: “Il grido”.

Munch dà voce alla disperazione del suo animo e del

suo tempo raffigurando con gelida spietatezza la

condizione esistenziale del '900 in uno stile pittorico

crudo e inquietante.

Il sentimento dell’angoscia vine trasferito allo

spettatore innanzitutto attaverso il colore, cupo e

contrastante nelle sue tonalità, il personaggio

rappresentato è un corpo lontano da ogni

naturalismo, con la testa completamente calva, gli

occhi dallo sguardo allucinato e terrorizzato, il naso

appena accennato nelle narici; tutta la figura è mossa

dal basso e dalle mani verso la cavità della bocca aperta, dalla quale si dipartono le onde

sonore del grido, una serie di pennellate sinuose che innestano un movimento che contagia la

natura circostante, il cielo e il paesaggio. Le braccia raccolte, gli avambracci sollevati, le

mani intorno al volto ridotto a un teschio scarnito ribadiscono il carattere angoscioso della

persona.

Munch ci propone uno schema compositivo mai utilizzato nella storia dell’arte: Il quadro è

diviso dalla diagonale della staccionata sottolineando la mancanza di un piano orizzontale

solido su cui posizioneare la figura e inoltre il punto su cui prestare naggiormente

l’attenzione, rappresentato in questo caso dalle labbra ovali del protagonista, non è al centro

ma è posizionato al disotto della mediana della tela.

6

STORIA

Hitler e il totalitarismo

In ambito storico, il tema della follia è maggiormente collegabile alla

figura, instabile e allo stesso tempo carismatica di Hitler. Mosso dalle

sue teorie sulla superiorità della razza ariana, seppe dare una svolta

totalitaria al governo tedesco.

Che cos'è un totalitarismo? È un’ideologia, o ancor meglio un regime,

che vuole accentrate la direzione di ogni aspetto della vita civile e

politica nello stato. Inoltre è totalitario un regime dittatoriale basato

sulla fede assoluta in un'ideologia che favorisce la mobilitazione e

l'attivazione permanente delle masse. Il regime totalitario non si

distingue dalle altre forme di governo solo perché riduce al minimo o

abolisce determinate libertà, ma perché distrugge ogni presupposto di

libertà, personale o di gruppo, e perché reprime forzatamente ogni tipo di

conflitto.

Il totalitarismo utilizza ì mass-media a fini di un obbligato indottrinamento, usa tutti gli

strumenti repressivi per controllare ogni aspetto della vita civile: economia, stampa,

educazione, arte, scienza escludendo qualsiasi situazione dì libertà personale o di scelta

volontaria. Il totalitarismo si contrappone così, in maniera radicale, all’ideologia dello stato

democratico, ma quali sono gli eventi, in Germania, grazie ai quali Hitler dà una svolta

totalitaria?

 La notte dei lunghi coltelli

Hitler, come sappiamo, aveva forti appoggi soprattutto da parte dell'esercito e

dell'industria. Originariamente nel partito nazista, si fronteggiavano due fazioni: una

filo-conservatrice dalla parte di Hitler e l'altra, rivoluzionaria e anticapitalista di cui

facevano parte le SA. Quest’ultime avrebbero potuto trasformarsi in un esercito

popolare pronto a scatenare una seconda rivoluzione, così Hitler la notte del 30 giugno

1934 decise di eliminare i dirigenti delle SA in modo da avere l’appoggio

dell’industriali e dell’esercito che volevano un partito nazista libero dal marxismo e

dal capitalismo.

 L’incendio del Reichstagh

Fu appiccato dalle truppe delle SS che attribuirono la colpa al partito comunista. Hitler

con quest’azione riuscì a fare approvare al vecchio presidente Hindenburg un decreto

con il quale venivano soppressi i sei articoli della Costituzione di Weimar mettendo

così fine allo stato di diritto in Germania, inoltre ,Hitler, eliminò tutti i partiti di

sinistra istituzionalizzando il partito comunista come unico partito

7

 Nazionalismo e razzismo

Hitler fece leva sul sentimento di umiliazione e sul desiderio di rivincita, per

impostare una politica estera diretta alla riunificazione in una sola patria tutti coloro

che appartenevano alla nazionalità tedesca per lingua, cultura e tradizioni. Secondo il

nazionalsocialismo i tedeschi erano un popolo superiore, Hitler e il suo partito per

giustificare il razzismo ammetteva l’esistenza di popoli sfruttatori e popolo sfruttati e

l’uso della guerra era necessario affinché i popoli di razza superiore potessero

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